Sh2-2

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Sh2-2
Regione H II
Sh2-2
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneScorpione
Ascensione retta17h 04m :[1]
Declinazione-38° 08′ :[1]
Coordinate galattichel = 347,5; b = +02,0[1]
Distanza5540[2] a.l.
(1700[2] pc)
Magnitudine apparente (V)-
Dimensione apparente (V)60' x 60'
Caratteristiche fisiche
TipoRegione H II
Classe3 2 2[3]
Dimensioni290 a.l.
(89 pc)
Altre designazioni
Gum 57; RCW 119
Mappa di localizzazione
Sh2-2
Categoria di regioni H II

Coordinate: Carta celeste 17h 04m 00s, -38° 08′ 00″

Sh2-2 (nota anche come RCW 119) è una nebulosa a emissione visibile nella costellazione dello Scorpione.

Si individua nella parte centro-meridionale della costellazione, a circa 2° ovest rispetto alla brillante coppia di stelle μ1-μ2 Scorpii, in un tratto della Via Lattea molto ricco di campi stellari, nei pressi dell'ammasso aperto NGC 6281; è fuori dalla portata di un binocolo, ma si rivela nelle fotografie riprese con piccoli telescopi a grande campo visivo. Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale ricade fra maggio e settembre, in particolare dalle regioni australi.

Si tratta di una grande regione H II a forma di bolla situata sul Braccio del Sagittario alla distanza di circa 1700 parsec (5540 anni luce); si sarebbe originata a causa del forte vento stellare prodotto dalla supergigante blu HD 153919, di magnitudine 6,54. Questo astro è ben noto per essere una stella binaria a raggi X di considerevole potenza; esso mostra un grande moto proprio nella direzione opposta alla regione di Scorpius OB1, una delle strutture dominanti di questo tratto del Braccio del Sagittario: si tratta in effetti di una stella fuggitiva, probabilmente espulsa dall'associazione circa 2 milioni di anni fa a seguito dell'onda d'urto generata dall'esplosione di una supernova. La nebulosa risente essenzialmente dell'influenza del vento stellare di questa stella supergigante, che l'ha plasmata in modo da farle assumere una forma sferica e filamentosa; Sh2-2 è pertanto un esempio di bolla di vento stellare.[2] Secondo alcuni studiosi la nebulosa sarebbe ionizzata anche dalla vicina gigante blu HD 253426, di magnitudine 7,48, visibile poco più a sud della precedente;[4] questa stella, secondo un altro studio che analizza l'origine delle stelle blu massicce poste in posizioni isolate, potrebbe appartenere ad un ammasso stellare situato nelle sue vicinanze posto a una distanza di circa 2100 parsec dal sistema solare.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Simbad Query Result, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 30 settembre 2010.
  2. ^ a b c Benaglia, P.; Cappa, C. E., Possible wind blown bubbles associated with five Of stars, in Astronomy and Astrophysics, vol. 346, giugno 1999, pp. 979-989. URL consultato il 30 settembre 2010.
  3. ^ Sharpless, Stewart, A Catalogue of H II Regions., in Astrophysical Journal Supplement, vol. 4, dicembre 1959, p. 257, DOI:10.1086/190049. URL consultato il 30 settembre 2010.
  4. ^ Avedisova, V. S.; Kondratenko, G. I., Exciting stars and the distances of the diffuse nebula, in Nauchnye Informatsii, vol. 56, 1984, p. 59. URL consultato il 30 settembre 2010.
  5. ^ de Wit, W. J.; Testi, L.; Palla, F.; Vanzi, L.; Zinnecker, H., The origin of massive O-type field stars. I. A search for clusters, in Astronomy and Astrophysics, vol. 425, ottobre 2004, pp. 937-948, DOI:10.1051/0004-6361:20040454. URL consultato il 30 settembre 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume II - The Southern Hemisphere to +6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-15-8.
  • Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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