Gum 24

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Gum 24
Regione H II
Gum 24
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneVele
Ascensione retta09h 02m 42s[1]
Declinazione-48° 20′ 00″[1]
Coordinate galattichel = 269,0; b = -01,2[1]
Distanza5500 (9800?)[2] a.l.
(1700 (3000?)[2] pc)
Magnitudine apparente (V)-
Dimensione apparente (V)2' x 2'[3]
Caratteristiche fisiche
TipoRegione H II
Altre designazioni
RCW 39, BRAN 226[1]
Mappa di localizzazione
Gum 24
Categoria di regioni H II

Coordinate: Carta celeste 09h 02m 42s, -48° 20′ 00″

Gum 24, nota anche come RCW 39, è una piccola nebulosa a emissione visibile nella costellazione delle Vele.

Si osserva nella parte centrale della costellazione, circa 5° a sud della stella Suhail (λ Velorum); appare come una piccola macchia irregolare, fotografabile con l'ausilio di filtri attraverso un telescopio di media potenza. La sua declinazione fortemente australe comporta che dalle regioni boreali la sua osservazione sia particolarmente difficoltosa dalla fascia temperata inferiore, mentre a nord del 41°N è sempre invisibile. Dall'emisfero australe invece è osservabile per quasi tutte le notti dell'anno. Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale va da dicembre a maggio.

La distanza di Gum 24 è dibattuta: secondo alcune stime si trova a circa 1700 parsec (5500 anni luce), connessa dunque alla nube più remota del Vela Molecular Ridge, denominata VMR B, e all'associazione OB Vela OB1; secondo altre stime invece questa nube si trova a circa 3000 parsec (9800 anni luce), ossia ben al di là del Vela Molecular Ridge e anche al di là dei bordi più remoti del Braccio di Orione, probabilmente in una zona inter-braccio fra quello del Sagittario-Carena e quello di Perseo.[2][4]

La principale responsabile della ionizzazione dei suoi gas potrebbe essere la supergigante blu HD 78344, sebbene permangano molti dubbi, anche alla luce del fatto che questa nube risulta essere poco studiata.[2] Indizi dell'attività di formazione stellare localizzati in questa nube sono dati dalla presenza di un maser ad acqua, situato a sudest della zona centrale della nebulosa, a cui sembra essere associata IRAS 09017−4814, una delle 7 sorgenti di radiazione infrarossa note nella nube,[5] coincidente probabilmente con una giovane stella luminosa fortemente oscurata dalle polveri che la circondano.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Simbad Query Result, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato l'8 gennaio 2010.
  2. ^ a b c d Pettersson, B., Young Stars and Dust Clouds in Puppis and Vela, in Handbook of Star Forming Regions, Volume II: The Southern Sky ASP Monograph Publications, vol. 5, dicembre 2008, p. 43, ISBN 978-1-58381-670-7.
  3. ^ Rodgers, A. W.; Campbell, C. T.; Whiteoak, J. B., A catalogue of Hα-emission regions in the southern Milky Way, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 121, n. 1, 1960, pp. 103–110. URL consultato l'8 gennaio 2010.
  4. ^ Petterson la colloca in associazione al VMR B, mentre le stime di Copetti la pongono a 3000 parsec, vedi Copetti, M. V. F., Integrated photometry of galactic H II regions, in Astronomy and Astrophysics Supplement, vol. 147, novembre 2000, pp. 93-97, DOI:10.1051/aas:2000291. URL consultato l'8 gennaio 2010.
  5. ^ Liseau, R.; Lorenzetti, D.; Nisini, B.; Spinoglio, L.; Moneti, A., Star formation in the VELA molecular clouds. I - The IRAS-bright Class I sources, in Astronomy and Astrophysics, vol. 265, n. 2, novembre 1992, pp. 577-596. URL consultato l'8 gennaio 2010.
  6. ^ Braz, M. A.; Epchtein, N., New infrared objects towards southern Type I OH and H2O masers, in Astronomy and Astrophysics, vol. 111, n. 1, luglio 1982, pp. 91-96. URL consultato l'8 gennaio 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume II - The Southern Hemisphere to +6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-15-8.
  • Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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