Gum 20

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RCW 36
Regione H II
RCW 36
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneVele
Ascensione retta08h 59m 00s[1]
Declinazione-43° 44′ 10″[1]
Coordinate galattichel = 265,1; b = +01,4[1]
Distanza2280[2] a.l.
(700[2] pc)
Magnitudine apparente (V)-
Dimensione apparente (V)12' x 6'[3]
Caratteristiche fisiche
TipoRegione H II
Dimensioni3,9 a.l.
(1,2 pc)
Altre designazioni
RCW 36, BRAN 217[1]
Mappa di localizzazione
Gum 20
Categoria di regioni H II

Coordinate: Carta celeste 08h 59m 00s, -43° 44′ 10″

Gum 20, nota anche come RCW 36, è una nebulosa a emissione visibile nella costellazione delle Vele.

Si osserva nella parte centrale della costellazione, circa 2° a WSW della stella λ Velorum; può essere fotografata senza eccessive difficoltà con l'ausilio di filtri attraverso un telescopio di media potenza. La sua declinazione fortemente australe comporta che dalle regioni boreali la sua osservazione sia particolarmente difficoltosa dalla fascia temperata inferiore, mentre a nord del 47°N è sempre invisibile. Dall'emisfero australe invece è osservabile per quasi tutte le notti dell'anno. Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale va da dicembre a maggio.

Gum 20 fa parte del Vela Molecular Ridge, un complesso sistema di nubi molecolari giganti situato alla distanza di 700-1000 parsec (2300-3300 anni luce) dal sistema solare; alla nube C di questo complesso è associata la nebulosa Gum 20.

All'interno della nebulosa sono attivi dei fenomeni di formazione stellare, provocata, secondo alcuni modelli dinamici, dallo scontro fra due nubi molecolari minori poste all'interno della grande nube G265.1+1.5.[4] L'esistenza di tali fenomeni in Gum 20 è testimoniata dalla presenza di un giovane ammasso completamente oscurato dai gas e visibile solo all'infrarosso; quest'oggetto è catalogato con la sigla RCW 36 IR (o anche IRS 34 o [BDB2003] G265.14+01.45),[5] ed è formato da oltre 350 componenti stellari concentrate entro poco più di 1' di diametro, equivalenti ad appena 1,5 parsec. Si tratta di uno degli ammassi aperti in formazione più concentrati che si conoscano entro un raggio di 1000 parsec dal Sole; fra le sue componenti vi sono diverse stelle di grande massa, concentrate in massima parte al centro dell'ammasso, che presenta quindi segregazione di massa. L'età stimata per quest'oggetto è di circa 2-3 milioni di anni.[2] Fra le sue componenti più massicce e luminose ve ne sono due, situate verso il suo centro, che sono state ritenute le fonti più probabili di ionizzazione dei gas dell'intera nebulosa.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Simbad Query Result, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 7 gennaio 2010.
  2. ^ a b c Baba, D.; Nagata, T.; Nagayama, T.; Nagashima, C.; Kato, D.; Kurita, M.; Sato, S.; Nakajima, Y.; Tamura, M.; Nakaya, H.; Sugitani, K., Deep Near-Infrared Imaging toward the Vela Molecular Ridge C. I. A Remarkable Embedded Cluster in RCW 36, in The Astrophysical Journal, vol. 614, n. 2, ottobre 2004, pp. 818-826, DOI:10.1086/423705. URL consultato il 7 gennaio 2010.
  3. ^ Rodgers, A. W.; Campbell, C. T.; Whiteoak, J. B., A catalogue of Hα-emission regions in the southern Milky Way, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 121, n. 1, 1960, pp. 103–110. URL consultato il 7 gennaio 2010.
  4. ^ Hunt-Cunningham, M. R., Whiteoak, J. B., & Priestley, P. 2002, in 8th Asian-Pacific Regional Meeting, ed. S. Ikeuchi, J. Hearnshaw, & T. Hanawa, Vol. II (the Astronomical Society of Japan), 145, citato in Handbook of Star Forming Regions, Volume II.
  5. ^ Massi, F.; Lorenzetti, D.; Giannini, T., Star formation in the Vela molecular clouds. V. Young stellar objects and star clusters towards the C-cloud, in Astronomy and Astrophysics, vol. 399, febbraio 2003, pp. 147-167, DOI:10.1051/0004-6361:20021717. URL consultato il 7 gennaio 2010.
  6. ^ Bik, A.; Kaper, L.; Hanson, M. M.; Smits, M., VLT K-band spectroscopy of massive stars deeply embedded in IRAS sources with UCHII colours, in Astronomy and Astrophysics, vol. 440, n. 1, settembre 2005, pp. 121-137, DOI:10.1051/0004-6361:20042597. URL consultato il 7 gennaio 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume II - The Southern Hemisphere to +6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-15-8.
  • Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.

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