RCW 41

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RCW 41
Regione H II
RCW 41
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneVele
Ascensione retta09h 16m 58s[1]
Declinazione-47° 57′ 48″[1]
Coordinate galattichel = 270,3; b = -00,9[1]
Distanza3260[2] a.l.
(1000[2] pc)
Magnitudine apparente (V)-
Dimensione apparente (V)6' x 4'[3]
Caratteristiche fisiche
TipoRegione H II
Altre designazioni
BRAN 246 GAL 270.3+00.8[1]
Mappa di localizzazione
RCW 41
Categoria di regioni H II

Coordinate: Carta celeste 09h 16m 58s, -47° 57′ 48″

RCW 41 è una nebulosa a emissione visibile nella costellazione delle Vele.

Si osserva nella parte centrale della costellazione, circa 5° a sud della stella λ Velorum; la sua debole luminosità fa sì che possa essere fotografata con l'ausilio di filtri attraverso un telescopio di media potenza. La sua declinazione fortemente australe comporta che dalle regioni boreali la sua osservazione sia particolarmente difficoltosa dalla fascia temperata inferiore, mentre oltre i 43°N diventa sempre invisibile. Dall'emisfero australe invece è osservabile per quasi tutte le notti dell'anno. Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale va da dicembre a maggio.

RCW 41 fa parte del Vela Molecular Ridge, un grande complesso di nubi molecolari giganti facenti parte del Braccio di Orione; in particolare, questa nebulosa è legata alla nube VMR A e si trova a circa 1000 parsec (circa 3260 anni luce) dal sistema solare.[2] Alcuni autori in passato hanno tuttavia indicato per questa nebulosa valori di distanza molto maggiori, fino a 2200 parsec, ponendola di fatto al di là dei complessi nebulosi posti a 700-1000 parsec.[4] La nebulosa si presenta di aspetto irregolare e contiene al suo interno il giovane ammasso [DBS2003] 36,[5] composto da 62 stelle massicce di classe spettrale B visibili all'infrarosso. La principale sorgente legata all'ammasso è IRAS 09149-4743, situata al centro dell'ammasso e identificata anche come sorgente di onde radio e talvolta indicata come associata a un maser al CO: si tratta di una stella molto calda di classe spettrale B, che è anche una delle principali responsabili della ionizzazione dei gas della nube. A quest'oggetto si aggiunge una seconda stella, posta in un sotto-ammasso facente parte del precedente.[6]

All'interno della nube vi è anche una regione H II ultracompatta del diametro di 6,5', al cui interno si trova un maser ad acqua ed uno a metanolo; in particolare quest'ultimo è un importante rivelatore della presenza di fenomeni di formazione di stelle di grande massa, essendo un oggetto caratteristico delle nubi di gas ionizzato ultracompatte in cui hanno luogo questo genere di fenomeni.[2]

RCW 41 è il corpo principale della regione di formazione stellare catalogata come SFR 270.26+0.80 e indicata nel catalogo Avedisova del 2002 con la sigla Avedisova 2224.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Simbad Query Result, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 7 gennaio 2010.
  2. ^ a b c d Walsh, A. J.; Hyland, A. R.; Robinson, G.; Burton, M. G., Studies of ultracompact HII regions - I. Methanol maser survey of IRAS-selected sources, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 291, n. 2, ottobre 1997, pp. 261-278. URL consultato il 7 gennaio 2010.
  3. ^ Rodgers, A. W.; Campbell, C. T.; Whiteoak, J. B., A catalogue of Hα-emission regions in the southern Milky Way, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 121, n. 1, 1960, pp. 103–110. URL consultato il 7 gennaio 2010.
  4. ^ Avedisova, V. S.; Palous, Jan, Kinematics of star forming regions, in Astronomical Institutes of Czechoslovakia, Bulletin, vol. 40, n. 1, febbraio 1989, pp. 42-52. URL consultato il 7 gennaio 2010.
  5. ^ Dutra, C. M.; Bica, E.; Soares, J.; Barbuy, B., New infrared star clusters in the southern Milky Way with 2MASS, in Astronomy and Astrophysics, vol. 400, marzo 2003, pp. 533-539, DOI:10.1051/0004-6361:20030005. URL consultato il 7 gennaio 2010.
  6. ^ Ortiz, R.; Roman-Lopes, A.; Abraham, Z., The young stellar cluster associated with IRAS 09149-4743, in Astronomy and Astrophysics, vol. 461, n. 3, gennaio 2007, pp. 949-955, DOI:10.1051/0004-6361:20054507. URL consultato il 7 gennaio 2010.
  7. ^ Avedisova, V. S., A Catalog of Star-Forming Regions in the Galaxy, in Astronomy Reports, vol. 46, n. 3, marzo 2002, pp. 193-205, DOI:10.1134/1.1463097. URL consultato il 7 gennaio 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume II - The Southern Hemisphere to +6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-15-8.
  • Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.

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