Massacro di Purim

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Massacro di Purim
attentato
Tipoattacco suicida
Data4 marzo 1996
LuogoTel Aviv, Israele
StatoBandiera d'Israele Israele
Coordinate32°04′33.7″N 34°46′29.2″E / 32.076028°N 34.774778°E32.076028; 34.774778
ObiettivoCentro Dizengoff
Conseguenze
Morti13 israeliani (12 civili e un soldato), un attentatore suicida
Feriti130

L'attentato al centro Dizengoff (o il massacro di Purim) fu un attacco terroristico palestinese il 4 marzo 1996 alla vigilia della festa ebraica di Purim. L'attentatore suicida si fece esplodere fuori dal centro Dizengoff nel centro di Tel Aviv, uccidendo 13 israeliani[1] e ferendone altri 130. L'attacco fu il quarto attentato suicida in Israele in nove giorni, portando il bilancio delle vittime in quel periodo a oltre 60.[2]

L'attacco[modifica | modifica wikitesto]

L'attentatore suicida si fece esplodere poco prima delle ore 16:00 locali fuori dal centro Dizengoff, il più grande centro commerciale di Tel Aviv. Quel giorno il centro era particolarmente affollato per la vigilia di Purim. Molti tra la folla erano bambini vestiti in costume per le vacanze. L'attentatore cercò di entrare nel centro commerciale ma tornò indietro a causa della presenza della polizia. Entrò nell'incrocio trafficato dove un gran numero di pedoni stava attraversando la strada e fece esplodere la sua bomba chiodata da 20 chilogrammi.[1][2] Dopo l'attacco, una telefonata a una stazione radio israeliana, apparentemente da parte di un rappresentante di Hamas, identificò l'aggressore come Abdel-Rahim Ishaq, un residente di 24 anni a Ramallah.[2]

Vittime[modifica | modifica wikitesto]

L'attentatore suicida uccise 13 israeliani (12 civili e un soldato):[3]

  • Kobi Zaharon, 13 anni, di Tel Aviv;
  • Yovav Levy, 13 anni, di Tel Aviv;
  • Dana Guterman, 14 anni, di Moshav Mishmeret;
  • Bat-Hen Shahak, 15 anni, di Tel Mond;
  • Hadas Dror, 15 anni, di Tel Mond;
  • Inbar Atiya, 22 anni, di Ramat Ef'al;[4]
  • St.-Sgt. Assaf Wachs, 21 anni, di Holon;
  • Tali Gordon, 24 anni, di Giv'atayim;[4]
  • Gail Belkin, 48 anni, di Herzliya;
  • Dan Tversky, 58 anni, di Tel Aviv;
  • Leah Mizrahi, 60 anni, di Tel Aviv;
  • Sylvia Bernstein, 73 anni, di Hod HaSharon;
  • Rahel Sela, 82 anni, di Tel Aviv.

Inoltre, una donna incinta rimase ferita nell'esplosione e perse il suo bambino non ancora nato.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Suicide and bombing attacks since the DOP (Sept 1993), su web.archive.org, 3 aprile 2010. URL consultato l'11 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2010).
  2. ^ a b c (EN) Serge Schmemann, BOMBING IS ISRAEL: THE OVERVIEW;4TH TERROR BLAST IN ISRAEL KILLS 14 AT MALL IN TEL AVIV; NINE-DAY TOLL GROWS TO 61, in The New York Times, 5 marzo 1996. URL consultato l'11 aprile 2021.
  3. ^ mfa.gov.il, http://www.mfa.gov.il/MFA/Terrorism-+Obstacle+to+Peace/Palestinian+terror+before+2000/Fatal+Terrorist+Attacks+in+Israel+Since+the+DOP+-S.htm. URL consultato l'11 aprile 2021.
  4. ^ a b Good-Bye Tali and Inbar, su web.archive.org, 21 luglio 2011. URL consultato l'11 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2011).
  5. ^ (EN) Tel Aviv bus bombing hardens Israeli public opinion against Gaza ceasefire, su the Guardian, 21 novembre 2012. URL consultato l'11 aprile 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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