Virginia Tonelli

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Virginia Tonelli (Castelnovo del Friuli, 13 novembre 1903Trieste, 29 settembre 1944) è stata una partigiana italiana. Bruciata viva dai fascisti nella Risiera di San Sabba, è Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque in una famiglia povera; il padre, muratore, che manteneva sette figli, morì di tifo nel 1915 e Virginia si mise a lavorare come sarta e poi come infermiera, impiegandosi nell'Ospedale infantile di Venezia. Nel 1930 aderì al Partito comunista, allora costretto dal fascismo ad operare in clandestinità.

Nel 1933 emigrò in Francia, a Tolone, mantenendosi come donna di servizio e sposando nel 1937 Pietro Zampollo, un compagno di partito che andò a combattere in Spagna nelle Brigate internazionali per sostenere la Repubblica, dove fu ferito, rimandato in Italia e imprigionato. A Tolone Virginia, divenuta una rivoluzionaria di professione, ospitò diversi compagni che si muovevano tra l'Italia, la Francia e la Spagna: tra i più noti, Giorgio Amendola, Giuseppe Dozza, Gian Carlo Pajetta ed Emilio Sereni.

Nei primi mesi del 1943, con il fascismo ormai in difficoltà, la direzione del partito le ordinò di rientrare a Castelnovo per svolgervi azioni di propaganda e di protesta. In una di queste, il 14 giugno fu arrestata, ma la caduta del regime la fece tornare in libertà.

Con l'occupazione tedesca seguita all'armistizio dell'8 settembre e con la costituzione della Repubblica di Salò, Virginia dovette rientrare nella clandestinità, impegnandosi attivamente nella Resistenza con il nome di battaglia di Luisa. Il suo compito consisteva nel diffondere materiale di propaganda e raccogliere e consegnare materiali per il sostegno delle formazioni partigiane operanti in Veneto e nel Friuli.

Il 19 settembre 1944, mentre con un'altra compagna, Wilma Tominez Padovan, trasportava documenti da Udine a Trieste, fu arrestata dai fascisti e rinchiusa in carcere, dove per dieci giorni fu barbaramente torturata per strapparle informazioni, ma inutilmente. Fu allora portata nella Risiera di San Sabba e bruciata viva il 29 settembre. I suoi resti non furono mai ritrovati. Il 25 gennaio 1971 alla sua memoria fu conferita la medaglia d'oro al valore militare.

Una lapide posta a Castelnovo la ricorda con l'iscrizione dettata dal poeta Tito Maniacco:

«In memoria di coloro che non piegarono
e di Virginia Tonelli "Luisa"
che quando la terra era sotto il piede nazista e fascista
oscura parlò, convinse, lottò.
Catturata trasformò in silenzio l’odio del popolo
e in silenzio morì alla Risiera di San Sabba.
O tu che passi per il tuo pacifico lavoro
ricordati di ricordare.»

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Partigiana animata da profonda fede e dotata di elevate doti intellettive ed organizzative, svolgeva a lungo importanti rischiosi incarichi di collegamento fra varie formazioni partigiane e gli organi direzionali del movimento di resistenza del Veneto e della Lombardia. Ricercata attivamente, veniva catturata a Trieste e sottoposta per venti giorni ad atroci, inumane sevizie allo scopo di conoscere le preziose notizie in suo possesso. Vista l'impossibilità, grazie all'eroico spirito di sacrificio della martire, di trarre le informazioni richieste, gli aguzzini, esasperati, la bruciavano viva. Sublime esempio di cosciente sacrificio in nome della libertà della Patria. - Trieste, 29 settembre 1944»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ines Domenicali, Oscura parlò, convinse, lottò. Virginia Tonelli medaglia d'oro della Resistenza friulana, Padova, Il Poligrafo 2000 ISBN 9788871152035

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN18107631 · ISNI (EN0000 0000 3762 0634 · LCCN (ENn2001038779 · GND (DE12252926X · WorldCat Identities (ENlccn-n2001038779