Norma Pratelli Parenti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Norma Pratelli Parenti

Norma Pratelli Parenti, nata Norma Parenti (Monterotondo Marittimo, 1º giugno 1921Massa Marittima, 23 giugno 1944) è stata una partigiana italiana, medaglia d'oro al valor militare (alla memoria).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Norma Pratelli Parenti

Norma Parenti nasce nel Podere "Zuccantine di Sopra" situato oggi a Monterotondo Marittimo ma allora Comune di Massa Marittima, figlia di Estewan, nato a Volterra, e Roma Camerini, nata a Suvereto.[1] Negli anni della maturità aderì all'organizzazione semiclandestina denominata Azione Cattolica, entrando a far parte del Circolo “Santa Giovanna D'Arco” operante all'interno dell'ospizio “S.Chiara”.

A partire dal 1941, risiederà per un anno nel ritiro spirituale Villa S. Regina a Siena, e nel marzo del 1942 nella Compagnia delle figlie dimesse di S. Angela Merici con l'intento di entrarvi, ma poi abbandonerà il proposito. Infatti nell'estate del 1942, trasferitasi già a Massa Marittima si fidanza con Mario Pratelli, proveniente da Agordo, che sposerà il 31 marzo del 1943 e il 29 dicembre dello stesso anno nacque Alberto Mario Pratelli, unico figlio di Norma e Mario.[2]

Dopo l'armistizio di Cassibile partecipa attivamente alla guerra di liberazione italiana, nelle file della Resistenza grossetana come partigiana nel Raggruppamento "Amiata" della 23ª Brigata Garibaldi, raccogliendo denaro e aiuti per i partigiani, dando ospitalità ai fuggiaschi, ospitando ex prigionieri alleati, procurando armi e munizioni e partecipando di persona a varie azioni di guerra.[3]

In una trattoria di Massa Marittima, gestita dalla madre, Norma indusse alla diserzione numerosi prigionieri di guerra stranieri, affinché raggiungessero le bande partigiane.[4] Fu proprio uno di questi prigionieri, un soldato mongolo, che tradì Norma e la fece arrestare insieme alla madre, la sera del 22 giugno 1944.[3]

Dopo essere stata ferocemente seviziata, Norma Pratelli Parenti fu fucilata la sera stessa dalle truppe tedesche in ritirata.[3] Il suo corpo straziato fu rinvenuto il giorno successivo. In sua memoria venne decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3]

Intitolazioni[modifica | modifica wikitesto]

Via Norma Parenti, Massa Marittima

Una scuola primaria di Populonia porta il suo nome, mentre si trovano vie a lei intitolate a Massa Marittima, Grosseto, Follonica, Piombino, Fizzonasco e Roma. Proprio a Roma, nel quartiere di Selva Candida, la via riporta l'errata dicitura Norma Fratelli Parenti.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Giovane sposa e madre, fra le stragi e le persecuzioni, mentre nel litorale maremmano infieriva la rabbia tedesca e fascista, non accordò riposo al suo corpo né piegò la sua volontà di soccorritrice, di animatrice, dì combattente e di martire. Diede alle vittime la sepoltura vietata, provvide ospitalità ai fuggiaschi, libertà e salvezza ai prigionieri, munizioni e viveri ai partigiani e nei giorni del terrore, quando la paura chiudeva tutte le porte e faceva deserte le strade, con lo esempio di una intrepida pietà donò coraggio ai timorosi e accrebbe la fiducia ai forti. Nella notte del 22 giugno, tratta fuori dalla sua casa, martoriata dalla feroce bestialità dei suoi carnefici, spirò, sublime offerta alla Patria, l'anima generosa.»
— Massa Marittima, giugno 1944.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il padre, Estewan, di Lodovico, nato a Volterra il 2 marzo 1882 in via Guidi al n. 17, apprese il mestiere di muratore e iniziò a spostarsi nei piccoli centri del circondario volterrano. La madre, Roma Camerini, di Celestino, nacque il 22 ottobre 1888 a Suvereto.
  2. ^ A. Cocolli, N. Pagni, A.R. Tiezzi 2014, pp. 21-22.
  3. ^ a b c d Riccardo Michelucci, Norma come Antigone contro i nazifascisti, Avvenire, Roma, 16 marzo 2013.
  4. ^ Secondo l'Amministrazione Comunale di Massa Marittima, Norma Pradelli Parenti diede sepoltura ai 77 minatori di Niccioleta trucidati dai nazifascisti il 14 giugno 1944 a Castelnuovo Val di Cecina, sfidando il comando della Wehrmacht che aveva negato loro la sepoltura.
  5. ^ Quirinale Scheda 13999

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Riccardo Bicicchi (regia di), Il terzo giorno d'estate, docufilm, 2014.
  • Antonella Cocolli, Susanna Pagni, Anna Rita Tiezzi, Norma Parenti partigiana maremmana medaglia d'oro al v.m. (1921-1944): testimonianze e memorie, Arcidosso (Grosseto), Edizioni Effigi, 2014, ISBN 978-88-6433-411-0.
  • Riccardo Michelucci, L’eredità di Antigone. Storie di donne martiri per la libertà (con prefazione di Emma Bonino), Bologna, Odoya, ISBN 978-88-6288-180-7
  • Elisabetta Salvini, Ada e le altre. Donne cattoliche tra fascismo e democrazia, Milano, Franco Angeli s.r.l., 2013, ISBN 8-89170-039-8.
  • Denise Zani, La Resistenza di Norma, Milano, RCS Corriere della Sera, 2015, ISBN 8-86126-848-X.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN309856306 · ISNI (EN0000 0004 3623 4714 · LCCN (ENno2014101410 · GND (DE1059305585 · WorldCat Identities (ENlccn-no2014101410