Francesco Rossi (militare 1888)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Francesco Rossi
NascitaBertinoro, 9 aprile 1988
MorteMonte Tondarecar, 4 dicembre 1917
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
SpecialitàBersaglieri
Reparto6º Reggimento bersaglieri
Anni di servizio1908-1917
GradoSergente
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
BattaglieBattaglia della Bainsizza
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1917[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Francesco Rossi (Bertinoro, 9 aprile 1888Monte Tondarecar, 4 dicembre 1917) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Bertinoro, provincia di Forlì, il 9 aprile 1888, all'interno di una famiglia di mezzadri, figlio di Emilio e di Elvira Sirri, primogenito di dieci figli.[2] Frequentata la scuola elementare aiutò il genitore nel lavoro nei campi. Arruolato nel Regio Esercito per svolgere il servizio militare di leva, prestò servizio nel 10º Reggimento bersaglieri dall'ottobre 1908 al settembre 1910.[2] Richiamato in servizio attivo per mobilitazione nell'ottobre 1911 ed assegnato all'8º Reggimento bersaglieri, partì con il primo contingente di truppe destinato all'occupazione della Libia nel corso della guerra italo-turca.[2] Prese parte al combattimento di Homs, dove rimase ferito e ricevette un encomio solenne per il comportamento tenuto nel corso del fatto d'arme del Margheb nel febbraio 1912. Rientrato in Italia nel maggio 1913 venne posto in congedo, riprendendo la sua vita di colono mezzadro.[2] Richiamato in servizio all'atto della mobilitazione generale il 16 maggio 1915, fu destinato al 10º Reggimento bersaglieri con il quale, pochi giorni dopo, oltrepassò il confine con l'Impero austro-ungarico posizionandosi nella conca di Plezzo, sull'alto Isonzo.[2] Con il suo reggimento combatté ad Oslavia, sul Veliki Hribach e sul Pecinka dove, promosso caporale, venne decorato con la medaglia di bronzo al valor militare per avere comandato volontariamente una pattuglia di militari che nel combattimento dell'11 ottobre 1916 occupò, per prima, una trincea nemica ed offrendosi quindi, sempre volontariamente, di portare ordini tra il reparto avanzato ed il comando di battaglione.[2] Promosso caporale maggiore, nel maggio 1917 si distinse sul Vodice, meritandosi la promozione a sergente per merito di guerra; e dopo avere partecipato nell'estate del 1917 alla battaglia della Bainsizza, venne insignito della seconda medaglia di bronzo al valor militare per il comportamento tenuto durante il combattimento del 29 ottobre 1917 a Pradamano.[2] Durante le fasi di ripiegamento dell'esercito sulla linea del Piave, dopo l'esito infausto della battaglia di Caporetto, si distinse nuovamente catturando 32 militari austriaci insieme al loro ufficiale comandante.[2] Cadde in combattimento sul Monte Tondarecar il 4 dicembre, facendo da scudo al proprio comandante, e fu trafitto da un colpo di baionetta.[2] Con Regio Decreto del 19 agosto 1921 venne insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Distintosi in precedenti azioni e soprattutto durante il ripiegamento al Piave, combatteva meravigliosamente, contribuendo a riconquistare una posizione perduta. Costretto poscia a ripiegare, ed avendo perduto il proprio capitano, si raccoglieva a disperata resistenza, incitando con la parola e l’esempio i pochi compagni superstiti, vicino al comandante, per salvare il quale faceva supremo olocausto della vita. Si spegneva serenamente coi nome d’Italia sulle labbra. Monte Tondarecar, 4 dicembre 1917.[3]»
— Regio Decreto 19 agosto 1921.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«A sua domanda comandò una pattuglia che precedeva la compagnia durante il combattimento, ed assolse il suo compito con intelligenza e serenità. Occupata una trincea si offrì, ancora volontariamente come portaordini tra il reparto avanzato e il comando di battaglione, percorrendo più volte, sotto il fuoco, durante la notte, lo spazio che intercedeva le due linee di occupazione. Dimostrò costantemente singolare coraggio ed alto sentimento del dovere. Falde Occidentali Monte Pecinka, 11 ottobre 1916
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Già distintosi per ardimento e coraggio in precedenti azioni, durante aspro combattimento, fu fiero ammiratore della lotta esponendosi ove maggiore era il pericolo; esempio nobilissimo ed efficacissimo ai suoi dipendenti – in giorni assai critici – di sprezzo del pericolo e di elevatissimo senso del dovere e di abnegazione. Pradamano, 29 ottobre 1917

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1917, Roma, Tipografia regionale, 1968.
  • Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1917. L'anno terribile: Dalla Bainsizza alla sorpresa strategica di Caporetto, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]