Gaetano Carolei

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Gaetano Carolei
NascitaNapoli, 15 novembre 1896
MorteRoma, 22 febbraio 1974
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Esercito Italiano
ArmaArtiglieria
Unità14º Reggimento artiglieria da campagna
Reparto7ª Batteria
GradoGenerale di corpo d'armata
ComandantiPietro Pintor
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia di Artiglieria e Genio di Torino
Pubblicazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare dal 1915 al 1916[1]
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Gaetano Carolei (Napoli, 15 novembre 1896Roma, 22 febbraio 1974) è stato un militare italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della prima guerra mondiale. Grande invalido di guerra, nel primo dopoguerra lavorò all'Ufficio Storico del Corpo di Stato Maggiore, dove redasse alcuni libri bibliografici sui decorati con la massima onorificenza italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Lapide commemorativa del tenente Gaetano Carolei, posta sulla strada degli artiglieri di Rovereto.

Nacque a Napoli il 15 novembre 1896, figlio di Carmine e Matilde Baffi,[2] all'interno di una nobile famiglia di origini calabresi.[3] Tra il 1911 e il 1914 frequentò la Scuola militare della Nunziatella, dove ebbe come compagno di corso Raffaele Tarantini.[2] Al termine della scuola si trasferì a Torino, entrando nella Regia Accademia di Artiglieria e Genio,[3] uscendone nel maggio 1915[N 1] con il grado di sottotenente, assegnato all'arma di artiglieria.[2] Venne assegnato come ufficiale alla 7ª Batteria, del 14º Reggimento artiglieria da campagna, operante nella zona di Gorizia, venendo decorato con una Medaglia di bronzo al valor militare[3] nel corso dell'autunno di quello stesso anno.[2] Promosso tenente nell'aprile 1916, il 12 maggio dell'anno successivo si distinse particolarmente durante la battaglia di Cipryanisce,[3] dove rimase gravemente ferito al volto[2] durante i combattimenti, e per il coraggio dimostrato nel continuare la propria opera di comando, nonostante gli fosse rimasto un solo pezzo di artiglieria e fosse sotto il fuoco nemico, fu insignito[3] della Medaglia d'oro al valor militare[4].

Congedato al termine delle ostilità, riprese servizio come capitano[2] nel corso del 1924, assegnato all'Ufficio Storico del Corpo di Stato Maggiore, divenendo nel 1926 Consigliere segretario del Gruppo delle Medaglie d'oro al valor militare.[1] Messo a riposo nel 1931, venne iscritto al ruolo d'onore.[1] All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, riprese servizio come tenente colonnello assegnato al comando artiglieria della 1ª Armata, al comando del generale Pietro Pintor. Nel maggio 1943 divenne consigliere presso la Corte dei Conti.[1]

Dopo la fine della guerra, continuò la carriera nell'Esercito Italiano, promosso generale di divisione nel 1959 e raggiungendo poi il grado di generale di corpo d'armata.[2] È stato inoltre Presidente di Sezione della Corte dei Conti e Guardia d'Onore del Pantheon. Collocato definitivamente a riposo nel 1966 con l'incarico onorifico di Presidente della Corte dei Conti, nell'ottobre 1967 divenne Presidente del Gruppo Medaglie d'oro al valor militare.[1]

Accanto alla sua opera nella società civile, in qualità di membro dell'Istituto del Nastro Azzurro, è stato autore di numerose pubblicazioni riguardanti i decorati di Medaglia d'oro al valor militare.

Dal 1968 al 1974, anno della sua morte, ricoprì l'incarico di Presidente dell'Associazione nazionale artiglieri d'Italia.

Al generale Carolei è dedicato un busto in bronzo nel Palazzo del Comune di Napoli, una lapide sulla strada degli artiglieri di Rovereto, una lapide all'interno dell'ex caserma di via Cumano a Trieste, e una via a Fiumicino.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Fulgido e costante esempio di valore, mentre la propria batteria era violentemente controbattuta da medi e grossi calibri, non cessò di far fuoco, benché una riservetta colpita, scoppiando, avesse travolto e sotterrato un cannone, e, successivamente, un altro proietto avesse pure colpito in pieno una piazzola ed una riservetta, incendiandola ed uccidendo due serventi. Continuò, poi, con eroico esempio di calma, di coraggio e di sprezzo del pericolo, un tiro efficacissimo sulle trincee nemiche con l'unico pezzo rimastogli. In una breve pausa di fuoco, insieme con un altro ufficiale della batteria, con nobile sentimento di altruismo accorse per recuperare i resti di due soldati rimasti sotto la piazzola sconvolta, ma, investito dallo scoppio di una granata nemica ne ebbe parte del volto asportata, cadendo tramortito. Riavutosi dopo parecchie ore, al cappellano del reggimento che l'assisteva, richiese a segni una lavagnetta e, scrivendo su di questa, per prima cosa domandò notizia delle sorti della batteria e del combattimento, dando in tali difficili momenti nuova sublime prova di quella alta virtù militare, di quella straordinaria fermezza d'animo e di quel vivo entusiasmo che sempre lo avevano guidato ed animato in ogni sua azione. Zona di Cipryanisce, 12 maggio 1917.[5]»
— Regio Decreto 8 aprile 1920
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Sottocomandante di una batteria che controbattuta da grossi e medi calibri, non cessò di far fuoco, benché una riservetta colpita, scoppiando, avesse travolto e sotterrato un cannone, e, successivamente, un altro proietto avesse pure colpito in pieno una piazzola ed una riservetta, incendiandola ed uccidendo due serventi, con l'esempio di calma, di coraggio e di sereno sprezzo del pericolo, sotto l'infuriare del tiro nemico e gli scoppi delle granate della riservetta, con l'unico pezzo rimasto continuò efficacissimo il tiro sulle trincee nemiche. In una pausa di fuoco, verso l'imbrunire, unitamente ad altro ufficiale della batteria, accorse per recuperare i resti dei due soldati rimasti sotto la piazzola sconvolta, ma, investito dallo scoppio di una granata nemica ne ebbe parte del volto asportato. Dopo parecchie ore, appena rinvenuto, al cappellano del reggimento che lo assisteva, non potendo parlare, per prima cosa richiese, scrivendo su di una lavagnetta, notizie sulle sorti della batteria e del combattimento dando ancora sublime prova delle superiori virtù militari e dell'entusiastico spirito di abnegazione, che sempre lo guidarono e lo animarono in ogni sua azione. Zona di Cipryanisce, 12 maggio 1917
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Durante un'azione offensiva, al comando della propria sezione individuata dal nemico e quotidianamente soggetta a tiro di medi e grossi calibri che abbatterono l'osservatorio e misero fuori combattimento alcuni serventi, dette lodevole esempio di serenità, di calma e di coraggio, riuscendo a mantenere efficienti i pezzi. Prì Fabrisu, 17 novembre-14 dicembre 1915

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Le medaglie d'oro dell'arma di artiglieria (1848-1938 – XV), Gruppo delle medaglie d'oro al valor militare, Roma, 1939.
  • Le operazioni militari d'oltremare : le medaglie d'oro al valor militare dal 1871 al 1914, Tipografia regionale, Roma, 1958.
  • Il risorgimento italiano. Le Medaglie d'oro al valor militare dal 1848 al 1870, Ed. Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare d'Italia, Roma, 1950.
  • Le medaglie d'oro al valor militare 1915-1916, Gruppo medaglie d'oro al valore militare d'Italia; testo di Gaetano Carolei; ritratti di Guido Greganti e dell'allievo Giuseppe Modica, Tipografia regionale, Roma, 1968.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il 24 maggio 1915 il Regno d'Italia era entrato nella prima guerra mondiale.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le medaglie d'oro al valor militare dal 1915 al 1916, Roma, Tipografia regionale, 1968.
  • Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Maria Rosaria Nappi, La Campania e la Grande Guerra: I Monumenti ai Caduti di Napoli e Provincia, Roma, Gangemi Editore, 2015, ISBN 8-84929-401-8.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN6362163631450823690006 · SBN CFIV025155 · CONOR.SI (SL253304163