Paolo Ferrario (sottotenente)

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Paolo Ferrario
NascitaVanzago, 20 agosto 1883
MorteForte Campomolon, 19 maggio 1916
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaGenio
CorpoZappatori
Anni di servizio1915-1916
GradoSottotenente
GuerrePrima guerra mondiale
BattaglieBattaglia degli Altipiani
DecorazioniMedaglia d'oro al valor militare
Fonti citate nel corpo del testo
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Paolo Ferrario (Vanzago, 20 agosto 1883Forte Campomolon, 19 maggio 1916) è stato un militare italiano, sottotenente del Genio, insignito di medaglia d'oro al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ingegnere, venne riformato al servizio di leva. Nel 1915, con il grado di sottotenente, venne destinato al 2º reggimento zappatori dell'Arma del genio. Nel luglio 1915 fu assegnato alla 35ª divisione fanteria, attiva sul fronte italiano presso l'altopiano di Tonezza sotto il comando del generale Felice De Chaurand.

Nel maggio 1916, durante la Frühjahrsoffensive, appreso che diversi reparti del Genio attivi fra il monte Coston e Costa d'Agra a est di passo Coe erano rimasti a secco di munizioni, si offrì volontario per portare rifornimenti. Nei giorni seguenti fu protagonista di numerose azioni e combattimenti. Il 19 maggio 1916 venne incaricato di far saltare il forte Campomolon, ma durante l'operazione rimase gravemente ferito da alcuni grossi massi esplosi durante le operazioni. Perì nel corso del trasporto al posto di medicazione. Per questo eroico gesto gli venne assegnata la medaglia d'oro nel 1921.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«Ingegnere valente e soldato entusiasta, fra i disagi di un inverno di montagna, con competenza e coraggio eccezionali attendeva ad ardite ricognizioni ed a proficui lavori di afforzamento delle nostre primissime linee. Per eseguire il rilievo topografico di una parete rocciosa, attraverso la quale avrebbero dovuto sboccare le cannoniere di alcune caverne in costruzione, si faceva calare dall'alto con una fune, e di pieno giorno, sospeso nel vuoto, compiva il suo lavoro sotto il tiro aggiustato delle artiglierie nemiche. Scatenatasi un'offensiva avversaria, divenuto fante fra i fanti, partecipava volontariamente ad una battaglia durata quattro giorni, eseguendo ricognizioni fuori delle nostre linee, assicurando i collegamenti ed il rifornimento delle munizioni, in un terreno intensamente battuto dalle artiglierie e già percorso da infiltrazioni nemiche. Avvenuto il ripiegamento delle nostre truppe, rimase con pochi gregari all'estrema retroguardia per distruggere un forte, nella quale operazione, avendo voluto personalmente accertarsi dell'efficacia delle mine, venne travolto ed ucciso dall'ultima di queste. Altipiano di Tonezza - Forte di Compomolon, 15 marzo - 19 maggio 1916[1]

Una lapide così lo ricorda presso Forte Campomolon: "Ingegnere valente e soldato entusiasta / sommo nell'ardimento / primo nei maggiori rischi / affrontò eroico la morte / per assicurare / alle nostre truppe la salvezza / all'Italia la vittoria[2]".

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Paolo Ferrario, su Quirinale.it. URL consultato il 14 febbraio 2019.
  2. ^ angetmi.it

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]