Cesura dell'Africa centrale

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
La cesura dell'Africa centrale
Rift in Sudan e Kenya

La cesura dell'Africa centrale (abbreviata in CASZ, dall'inglese Central African Shear Zone), è un sistema di faglie trascorrenti che si estendono in direzione est-nordest dal Golfo di Guinea, attraverso il Camerun per terminare nel Sudan.[1] La struttura non è ancora ben compresa e manca ancora un generale accordo su come le varie componenti del lineamento si colleghino tra loro.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La zona di cesura risale ad almeno 640 milioni di anni fa.[3] Il movimento si innescò durante la frantumazione del supercontinente Gondwana nel corso del Giurassico e del Cretacico.[1] Alcune faglie della zona si attivarono varie volte prima e durante l'apertura dell'Atlantico meridionale avvenuta nel Cretacico.[3]

La faglia di Pernambuco in Brasile rappresenta la continuazione della cesura a ovest.[3] In Camerun, la cesura centroafricana passa attraverso il sollevamento di Adamawa, una formazione post Cretacica. La Valle di Benue si trova a settentrione della cesura, mentre la cesura di Foumban è posizionata a sud.[4]

Si è avuta una intensa attività vulcanica lungo la maggior parte della linea vulcanica del Camerun a partire da 130 milioni di anni fa e ancora in corso, che può essere collegata con la riattivazione della CASZ.[5] La litosfera sottostante alla cesura centroafricana è assottigliata in una cintura relativamente stretta, e l'astenosfera risale da una profondità di circa 190 km fino a circa 120 km.[6] I movimenti avvenuti nel Mesozoico e nel Terziario hanno prodotto bacini di rift allungati nel Camerun centrale, nella parte settentrionale della Repubblica Centrafricana e nel sud del Ciad.[3]

Sudan[modifica | modifica wikitesto]

Originariamente si riteneva che la cesura dell'Africa centrale si estendesse a est solo fino alla regione del Darfur, nel Sudan occidentale.[3] Oggi si sa che si estende nella parte centrale e meridionale del Sudan, per una lunghezza totale di 4.000 km.[1]

Nel Sudan, la cesura può aver agito da barriera strutturale allo sviluppo di un profondo bacino sedimentario del Cretacico-Terziario nella parte settentrionale della regione. Obiezioni a questa teoria derivano dal fatto che il rift del Bahr al-Arab e il rift del Nilo Azzurro si estendono a nordovest oltre la linea proposta per questa cesura.[7] Tuttavia l'allineamento delle estremità nordoccidentali dei rift di quest'area sono in accordo con questa teoria.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c A. E. Ibrahim, C. J. Ebinger e J. D. Fairhead, Lithospheric extension northwest of the Central African Shear Zone in Sudan from potential field studies, in Tectonophysics, vol. 255, s 1-2, 20 aprile 1996, pp. 79–97, DOI:10.1016/0040-1951(95)00080-1.
  2. ^ Robert J. Pankhurst, West Gondwana: pre-Cenozoic correlations across the South Atlantic Region, Geological Society, 2008, ISBN 1-86239-247-1.
  3. ^ a b c d e C. Dorbath, L. Dorbath, J. D. Fairhead e G. W. Stuart, A teleseismic delay time study across the Central African Shear Zone in the Adamawa region of Cameroon, West Africa, in Geophysics, vol. 86, 1986.
  4. ^ Thomas Schlüter e Martin H. Trauth, Geological atlas of Africa: with notes on stratigraphy, tectonics, economic geology, geohazards, geosites and geoscientific education of each country, シュプリンガー・ジャパン株式会社, 2008, ISBN 3-540-76324-4.
  5. ^ Gillian R. Foulger e Donna M. Jurdy, Plates, plumes, and planetary processes, Geological Society of America, 2007, ISBN 978-0-8137-2430-0.
  6. ^ J. Plomerova, V. Babuska, C. Dorbath, L. Dorbath e R. J. Lillie, Deep lithospheric structure across the Central African Shear Zone in Cameroon, in Geophysical Journal International, vol. 115, n. 2, 1993, DOI:10.1111/j.1365-246x.1993.tb01193.x, ISSN 0956-540X (WC · ACNP). URL consultato il 27 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2012).
  7. ^ Richard C. Selley, African basins, Elsevier, 1997, ISBN 0-444-82571-1.
  8. ^ Robert Bowen e Ulrich Jux, Afro-Arabian geology: a kinematic view, Springer, 1987, ISBN 0-412-29700-0.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]