Alla conferenza si discussero le rivendicazioni tedesche sulla regione cecoslovacca dei Sudeti, abitata prevalentemente da popolazione di lingua tedesca, i cosiddetti Sudetendeutsche. La conferenza si concluse con un accordo che portò all'annessione alla Germania di vasti territori della Cecoslovacchia con il benestare delle potenze democratiche che, fedeli alla politica di appeasement, credettero di aver raggiunto un compromesso per una pace duratura, accontentando le mire espansionistiche di Hitler. Tuttavia, nonostante Francia, Regno Unito e Cecoslovacchia fossero alleate, nessun rappresentante cecoslovacco fu coinvolto nelle trattative e l'accordo fu etichettato a Praga come "diktat di Monaco" (Mnichovský diktát) o anche "tradimento di Monaco" (Mnichovská zrada).
L'accordo cercato dalle potenze democratiche era stato forse dettato dalla convinzione che, dopo tutto, esso corrispondeva all'applicazione del principio di autodeterminazione dei popoli enunciato da Woodrow Wilson nel primo dopoguerra, magari interpretato in modo perentorio e autoritario da Hitler, ma comunque valido. Se per l'opinione pubblica britannica l'accordo rappresentò in quel momento un successo che avrebbe garantito la pace e il mantenimento dello status quo nelle aree di interesse del Regno Unito, per il dittatore tedesco fu un successo diplomatico e allo stesso tempo uno smacco personale: infatti gli avrebbe imposto di agire nei limiti stabiliti dalle potenze democratiche e l'avrebbe costretto ad abbandonare i propositi iniziali di invasione totale della Cecoslovacchia. La conferenza segnò, inoltre, una sconfitta sia per i francesi, che videro annullati tutti gli sforzi diplomatici dell'ultimo ventennio tesi a stringere rapporti con i paesi dell'area danubiana in funzione anti-tedesca, sia per gli italiani, poiché ancora una volta Mussolini vide crescere in Europa il peso della dittatura nazista, a scapito dell'influenza italiana.
Le elezioni della Camera dei rappresentanti dell'Illinois del 1964 si tennero il 3 novembre dello stesso anno per il rinnovo dell'assemblea statale dell'Illinois.
A causa dell'impossibilità di ridefinire i distretti elettorali statali entro il 1963, dovuta alla serrata lotta politica tra il governatore dell'IllinoisOtto Kerner, democratico, e la maggioranza repubblicana che allora deteneva il controllo del parlamento statale, per le elezioni dell'anno successivo venne fatto appello alla Corte Suprema dell'Illinois affinché venisse presa una decisione. Al rifiuto della Corte, la necessità di rinnovare per intero l'assemblea portò all'estrema soluzione di abolire tutti i distretti e sostituirli con un'unica circoscrizione provvisoria, dando così la possibilità ad ogni elettore di esprimere ben 177 voti, uno per ogni seggio della camera.
La tornata elettorale, che coincise con le elezioni presidenziali del 1964, venne dominata dal Partito Democratico di Lyndon B. Johnson, allora al massimo indice di gradimento. Complessivamente si contarono in totale più di 500 milioni di voti validi (su una popolazione residente di circa 10 500 000).
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