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Progetto Arte – Els Quatre Gats (bar del progetto) – Categoria delle voci
Edgar Degas, Cavalli da corsa davanti alle tribune (1866-1868), Museo d'Orsay, Parigi
L'avorio Barberini, anche noto come dittico Barberini, è un'opera dell'arte bizantina risalente alla tarda antichità. Si tratta di una tavoletta di avorio, composta da quattro placche (una quinta è mancante) con incisioni a basso- ed altorilievo, nello stile classicheggiante del teodosiano tardo, che raffigura il tema classico dell'imperatore trionfante. L'opera è generalmente datata alla prima metà del VI secolo ed è attribuita ad una bottega imperiale di Costantinopoli, e l'imperatore raffigurato viene identificato con Anastasio I Dicoro o, più probabilmente, con Giustiniano I. È conservato al Museo del Louvre di Parigi.
L'avorio Barberini costituisce l'esemplare meglio conservato dei cosiddetti dittici imperiali, dei dittici di tema profano e civile. Il dittico completo misura 342 mm di altezza per 268 mm di larghezza; le dimensioni del pannello centrale sono 190 mm di altezza per 125 mm di larghezza e 25 mm di profondità. L'opera è composta da avorio di elefante scolpito e decorato con incrostazioni di pietre preziose (sono rimaste sette perle). Contrariamente a quanto supposto da alcuni storici, non reca tracce di policromia. L'opera combina da una parte il tema classico della grande potenza dell'imperatore trionfante, coronato dalla Vittoria e il cui regno universale è sinonimo di pace e prosperità, e dall'altra il nuovo motivo della vittoria cristiana, ottenuta grazie alla benevolenza del Cristo che benedice l'imperatore. Viene quindi introdotta una nuova gerarchia cosmica nella raffigurazione del trionfo imperiale: si tratta dunque di un'opera squisitamente politica, che rientra nella propaganda imperiale. La qualità del lavoro permette di attribuirlo ad una bottega costantinopolitana.
Katsushika Hokusai (Edo, 23 settembre 1760 – 10 maggio 1849) è stato un pittore e incisore giapponese, realizzatore di Ukiyo-e. Nacque da una famiglia di artigiani e all'età di diciotto anni entrò nello studio di Katsugawa Shunsho, un pittore e disegnatore di stampe a colori. Per un certo periodo visse nella povertà estrema, e se pur guadagnò modeste somme che gli assicurarono un minimo di benessere, rimase povero e verso la fine si descrisse orgogliosamente come un contadino. Il suo ultimo incompiuto lavoro/testamento spirituale fu la raccolta Cento vedute del Monte Fuji. I suoi lavori furono un'importante fonte di ispirazione per molti impressionisti europei come Claude Monet e postimpressionisti come Vincent Van Gogh.
«L'arte si è sempre sforzata, in ogni tempo, di fornire all'uomo una voce affinché egli possa esprimere il suo muto desiderio del divino. (Hermann Hesse)»
Report generato il 2017-10-29
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Michelangelo Buonarroti (Caprese Michelangelo, 6 marzo 1475 – Roma, 18 febbraio 1564) è stato uno scultore, pittore, architetto e poeta italiano.
Protagonista del Rinascimento, fu riconosciuto già al suo tempo come uno dei più grandi artisti di sempre.
Intese fare della sua attività un'incessante ricerca dell'ideale di bellezza. Fu nell'insieme un artista tanto geniale quanto irrequieto. Il suo nome è collegato a una serie di opere che lo hanno consegnato alla storia dell'arte, alcune delle quali sono conosciute in tutto il mondo e considerate fra i più importanti lavori dell'arte occidentale: il David, la Pietà o il ciclo di affreschi nella Cappella Sistina sono considerati traguardi insuperabili dell'ingegno creativo.
Lo studio delle sue opere segnò le generazioni successive, dando vita, con altri modelli, a una scuola che fece arte "alla maniera" sua e che va sotto il nome di manierismo.
La scultura romanica fu una delle più importanti attività artistiche dell'arte dell'epoca, sviluppatasi tra l'XI e, a seconda delle diverse zone europee, il XII secolo o la prima metà del XIII. Fu aporticolarmente importante per la ripresa della scultura su scala monumentale, sviluppata quale corredo dell'architettura. Grazie a svariate influenze gli scultori seppero creare un repertorio del tutto nuovo, non legato a modelli e iconografie della scultura classica, interpretando liberamente secondo scuole regionali. Importante è anche la consapevolezza che gli artefici ebbero, a partire da questo periodo, del loro ruolo e della loro opera, tanto da firmare di frequente le loro opere, affiancando anche al loro nome il titolo di magister.
Il Museo Jacquemart-André si trova nel cuore della Parigi haussmaniana, nell'ottavo arrondissement, e ospita la collezione d'arte riunita, tra 1864 e 1912, dai coniugi Edouard André e Nélie Jacquemart. L'edificio, caratterizzato da felici e originali soluzioni architettoniche esterne e interne, ospita una ricca collezione d'arte (pittura, scultura, arti applicate) che i due coniugi andarono raccogliendo in lunghi viaggi attraverso tutta l'Europa e soprattutto in Italia. Il percorso espositivo, notevole non soltanto per la spiccata qualità delle opere ma anche per la singolarità delle soluzioni allestite, che riflette il gusto ottocentesco dei due fondatori, si snoda attraverso due sezioni principali: l'arte francese dell'Ancien Régime e l'arte italiana del Rinascimento.
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