Utente:Michele859/Sandbox13

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La 43ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino si è svolta a Berlino dall'11 al 22 febbraio 1993, con lo Zoo Palast come sede principale.[1] Direttore del festival è stato per il quattordicesimo anno Moritz de Hadeln.

L'Orso d'oro è stato assegnato ex aequo al film taiwanese Il banchetto di nozze di Ang Lee e al film cinese La donna del lago delle anime profumate di Xie Fei.

L'Orso d'oro alla carriera è stato assegnato al regista, sceneggiatore e produttore Billy Wilder e all'attore Gregory Peck, ai quali è stata dedicata la sezione "Homage", mentre la Berlinale Kamera è stata assegnata alle attrici Victoria Abril, Juliette Binoche, Gong Li, Corinna Harfouch e Johanna ter Steege.[2]

In questa edizione è stato assegnato per la prima volta il Premio l'angelo azzurro, sponsorizzato dalla AGICOA (Association de Gestion Internationale Collective des Oeuvres Audiovisuelles) e conferito dalla giuria internazionale al miglior film europeo in concorso.

Il festival è stato aperto dal film in concorso Il valzer del pesce freccia di Emir Kusturica.[1]

La retrospettiva di questa edizione è stata dedicata ai film realizzati con il sistema CinemaScope e con analoghi sistemi di ripresa con lenti anamorfiche come il francese Dialyscope, il giapponese Tohoscope e l'italiano Techniscope.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

«Non serve necessariamente una volontà malvagia perché si verifichi una catastrofe. Può bastare essere intellettualmente sovraccarichi». (Jan Roß sul Frankfurter Allgemeine Zeitung, a proposito del personaggio principale di Laws of Gravity di Nick Gomez, proiettato nel Forum.)[1]

La Berlinale del 1992 era stata considerata perlopiù una delusione. Nel 1993 il festival riuscì a ritrovare un certo grado di simpatia e fiducia. Una vecchia accusa aveva rialzato la testa: che i film di Hollywood avevano una presenza troppo forte alla Berlinale. Questo fu contrastato quest'anno con un programma molto internazionale e spesso coinvolgente.[1]

In concorso furono proiettati film convincenti e diversi come Il banchetto di nozze di Ang Lee, Il valzer del pesce freccia di Emir Kusturica, Le jeune Werther di Jacques Doillon, La piccola apocalisse di Costa-Gavras, Wir können auch anders... di Detlev Buck e i due contributi africani Samba Traoré di Idrissa Ouédraogo dal Burkina Faso e Sankofa di Haile Gerima, una coproduzione con la partecipazione di Germania, Stati Uniti, Ghana e Burkina Faso.[1]

Anche un Panorama ridotto al minimo fu accolto bene. Il regista Wieland Speck aveva già partecipato all'organizzazione della sezione e ora sostituì come direttore il gravemente malato Manfred Salzgeber. Aveva già lasciato la sua firma al festival del 1992. Ora sotto la sua gestione, il Panorama snellì il suo profilo e si concentrò sui suoi punti di forza: produzioni internazionali d'essai, temi controversi e una forte presenza del cinema gay e lesbico.[1]

Stilisticamente parlando, la sezione a volte sembrò desiderosa di costruire un consenso ed essere più orientata al concorso, pur rimanendo provocatoria come il Forum ma senza mai calpestare il suo terreno. I preferiti del pubblico come Mariti e mogli di Woody Allen, Singles - L'amore è un gioco di Cameron Crowe, El mariachi di Robert Rodriguez e il secondo film del giovane Ming-liang Tsai, Qing shao nian nuo zha, parteciparono alla nuova serie "Panorama Special". Amori e amicizie di John Sayles, Wittgenstein di Derek Jarman, Donne senza trucco di Katja von Garnier e Dedictví aneb Kurvahosigutntag di Věra Chytilová definirono il territorio affrontato dalla serie di programmi “Art & Essai”.[1]

Nella sua interezza, il programma del festival dimostrò che nel cinema di tutto il mondo era possibile preservare forme originali e anche regionali di narrazione nonostante la crescente pressione commerciale. Il programma mostrò che tra conformismo e rassegnazione c'erano ancora un numero incredibile di modi alternativi di affrontare le egemonie economiche, come dimostrò il notevole numero di coproduzioni multinazionali nella Berlinale di quest'anno. E soprattutto i film stessi, il loro umorismo e la loro ironia, resero il 1993 un anno pieno di speranza per la Berlinale.[1]

Il film di apertura, Il valzer del pesce freccia di Emir Kusturica, con la sua fantasia e l'umorismo, il suo tono esaltato e malinconico, inviò un segnale di sfida. Il film faceva riferimento in modo scherzoso e ironico alla lamentata americanizzazione delle immagini. Ha-Chayim Al-Pi Agfa di Assi Dayan e Il banchetto di nozze di Ang Lee furono altrettanto estroversi e audaci nella narrazione. Entrambi i film non evitarono di dare uguale trattamento sia alla commedia che alla tragedia nelle vite dei loro personaggi e quindi rappresentavano una narrativa contemporanea che poteva sopravvivere senza una sana dose di sfida.[1]

Esemplare di questa tendenza fu anche Il gorilla fa il bagno a mezzogiorno di Dušan Makavejev, proiettato fuori concorso, in cui il regista jugoslavo mostrava come un soldato russo manca il ritiro da Berlino e si perde in città portando una bandiera sovietica, un personaggio senza luogo e senza tempo che cerca disperatamente di cementare le crepe nella storia e nella sua stessa vita. Era anche una farsa e un commento involontario sul modo in cui Berlino ha trattato la sua storia recente: una commissione si occupa della questione di cosa fare dei monumenti sovietici nella città. Il memoriale di Lenin sul quale l'antieroe di Makavejev alza la bandiera sarebbe scomparso poco tempo dopo.[1]

Altre opere dell'Europa orientale furono più arrabbiate, intransigenti e pessimiste, come il film rumeno in concorso Il letto matrimoniale di Mircea Daneliuc, che fornisce un'istantanea sgradevole e schietta di un paese completamente corrotto. Un film che «per un momento mette da parte l'abbondanza di immagini di un festival, perché racconta così disperatamente la morte di tutti i sentimenti e l'imperialismo delle valute forti», scrisse Josef Schnelle sul Frankfurter Rundschau. I sogni traditi, il naufragio dell'ideologia e la sensazione di essere abbandonati dalla storia, furono i temi dominanti in diversi film rumeni nel Panorama e nel Forum.[1]

Opportunità, liberazione e collasso furono accompagnati dal dolore e dalla ricomparsa di ferite non rimarginate. La guerra nei Balcani aveva iniziato a diventare una realtà europea. Sotto il titolo "Never again war", si tenne una proiezione speciale di Un jour dans la mort de Sarajevo di Alain Ferrari e Thierry Ravalet, un esplicito commento sulla guerra civile nella ex Jugoslavia che non riscosse consensi tra molti commentatori a causa della sua partigianeria e pathos. In un'altra proiezione speciale fu proiettato Requiem di Reni Mertens e Walter Marti, un "poema musicale cinematografico" in memoria dei milioni di persone che morirono sui campi di battaglia dell'Europa nel XX secolo.[1]

La storia fu presente anche nel Kinderfilmfest. Renate Zylla mostrò coraggio nella sua decisione di invitare il film turkmeno Angelochek sdelay radost di Uzmaan Saparov, ambientato durante la seconda guerra mondiale e racconta la storia dell'espulsione di coloni di etnia tedesca da un villaggio turkmeno. Il programma del Kinderfilmfest si era distinto da tempo proiettando film "che prendono sul serio i bambini, senza sopraffarli". Tutte e tre le giurie, compresa la giuria dei bambini, onorano questo impegno, in quanto considerano il film delicato ma difficile di Saparov nelle loro decisioni di aggiudicazione.[1]



Moritz de Hadeln: «Nessun italiano in giuria? L'Italia non è mica abbonata, ci vuole un po' di rotazione. Un unico film italiano in concorso? Ma Diario di un vizio di Marco Ferreri è un'opera maggiore. Insomma, il problema italiano non è risolto: il FilmFest non ha un delegato in Italia, io non sono andato a scegliere i film a Roma, i film invitati alla rassegna Panorama non sono voluti venire. Se l'Italia preferisce Cannes, benissimo, tanti auguri. Non ho più voglia di polemiche inutili. A un certo punto, basta. E spero non diranno di nuovo che de Hadeln è nemico della Repubblica Italiana».(stampa.11feb93)

Moritz de Hadeln: «Abbiamo un mandato culturale, dobbiamo usarlo per prendere posizione su certi fatti, il neonazismo razzista, la Jugoslavia. Non si può dire: siamo gente di cinema, non ci interessa. Sarebbe immorale. Gli incassi del documentario di Bernard Henry Lévy su Sarajevo [Un jour dans la mort de Sarajevo di Alain Ferrari e Thierry Ravalet, ndr] andranno tutti a Medici Senza Frontiere. Anche per sottolineare che il festival non ignora che c'è in Europa una guerra feroce».(stampa.11feb93)

Alla prima del suo film Boomtown diretto da Christoph Schrewe, proiettato e fischiato alla rassegna Panorama, Helmut Berger si è presentato ubriaco, vacillante, farfugliante, rissoso ("Cosa volete, scandali?"). Ha sfregiato le proprie fotografie portegli dai cacciatori d'autografi. Si è afferrato il pube con le mani per insolentire il pubblico che lo ha invece vivamente applaudito. S'è addormentato di sasso appena cominciata la proiezione.(stampa.17feb93)

A proposito di Derek Jarman, assente dalla proiezione di Wittgenstein per un problema di salute, Manfred Salzgeber disse: "Noi gente dell'AIDS, lo dico per esperienza diretta, siamo come un misirizzi, si cade e poi ci si rialza, si cede e si resiste...". Lo stesso giorno arrivò la notizia della morte causata dall'AIDS del regista israeliano Amos Guttman, il cui film Amazing Grace era in programma sempre nel Panorama.(stampa.18feb93) Jarman sarebbe morto un anno dopo, nel febbraio 1994, seguito dopo sei mesi da Salzgeber.

Grandi applausi hanno accolto Eroe per caso.(stampa.19feb93)

Giurie[modifica | modifica wikitesto]

Giuria internazionale[modifica | modifica wikitesto]

Kinderjury[modifica | modifica wikitesto]

I premi riservati alla sezione Kinderfilmfest sono stati assegnati da una giuria composta da membri di età compresa tra 11 e 14 anni, selezionati dalla direzione del festival attraverso questionari inviati l'anno precedente.[4]

Selezione ufficiale[modifica | modifica wikitesto]

In concorso[modifica | modifica wikitesto]

Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]

Fuori concorso[modifica | modifica wikitesto]

Panorama[modifica | modifica wikitesto]

Programma principale[modifica | modifica wikitesto]

Panorama Special[modifica | modifica wikitesto]

Art & Essai[modifica | modifica wikitesto]

Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]

Forum internazionale del giovane cinema[modifica | modifica wikitesto]

Programma principale[modifica | modifica wikitesto]

Nuovi film dalla Cina[modifica | modifica wikitesto]

Discussione sul razzismo[modifica | modifica wikitesto]

Tre film di Ernie Gehr[modifica | modifica wikitesto]

Due film di Jon Jost[modifica | modifica wikitesto]

Il Nuovo cinema tedesco[modifica | modifica wikitesto]

Kinderfilmfest[modifica | modifica wikitesto]

Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]

Retrospettiva[modifica | modifica wikitesto]

Homage[modifica | modifica wikitesto]

Gregory Peck[modifica | modifica wikitesto]

Billy Wilder[modifica | modifica wikitesto]

Premi[modifica | modifica wikitesto]

Premi della giuria internazionale[modifica | modifica wikitesto]

Premi onorari[modifica | modifica wikitesto]

Premi della Kinderjury[modifica | modifica wikitesto]

Premi delle giurie indipendenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m 43rd Berlin International Film Festival - February 11-22, 1993, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 15 maggio 2023.
  2. ^ Awards 1993, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
  3. ^ Retrospectives Since 1977, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 5 gennaio 2020.
  4. ^ a b Juries - 1993, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 23 giugno 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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