Sion Sono

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Sion Sono al Tokyo International Film Festival del 2015.

Sion Sono (園 子温?, Sono Shion; Toyokawa, 18 dicembre 1961) è un regista, sceneggiatore, scrittore e poeta giapponese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Toyokawa, nella prefettura di Aichi, Sion Sono iniziò a scrivere poesie sin dall'adolescenza, e ottenne i suoi primi riconoscimenti all'età di 17 anni.[1] Frequentò quindi l'università di Housei,[1] e nel 1985 debuttò nel cinema, girando il suo primo cortometraggio intitolato Ore wa Sion Sono da!!, ovvero una lettura delle sue poesie, mentre nel 1990 scrisse e diresse il suo primo lungometraggio, Jitensha toiki.

Nel 1992 vinse il premio della giuria al Tokyo Sundance Film Festival con il thriller Heya. L'anno seguente i registi francesi Jean-Jacques Beineix e Jackie Bastide utilizzarono alcune sue poesie per il documentario Otaku.[1]

Nel 2002, Sion Sono si fece definitivamente conoscere al di fuori del Giappone con il controverso film Suicide Club, che racconta di una serie di suicidi di gruppo aventi per vittime giovani ragazzi e ragazze. Prima parte di una trilogia, il film vinse il premio della giuria al Fant-Asia Film Festival e generò un manga composto da un volume unico, intitolato Jisatsu Circle, e un romanzo scritto dallo stesso Sono, intitolato Suicide Circle: The Complete Edition. Nel 2005, il regista diresse Noriko's Dinner Table, seconda parte della trilogia iniziata con Suicide Club. In realtà non si tratta di un sequel del film precedente, bensì di una riflessione sulla solitudine e sull'alienazione della società giapponese.[1]

Nel 2005, Sono diresse altri due film: l'onirico Strange Circus e l'action Hazard, girato interamente in digitale. Seguirono altri quattro film e un episodio della miniserie televisiva Jikō keisatsu.

Nel 2008 dirige Love Exposure, altro film che gli valse il successo internazionale.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Regista[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiatore[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Attore[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Produttore[modifica | modifica wikitesto]

Compositore[modifica | modifica wikitesto]

Montatore[modifica | modifica wikitesto]

Direttore della fotografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ai, regia di Sion Sono - cortometraggio (1986)
  • Utsushimi, regia di Sion Sono (2000)

Opere letterarie[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Sono Sion. Il surrealismo asiatico e le derive dello spirito al cinema, su occhisulcinema.it. URL consultato il 29 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2009).
  2. ^ The Bastard and the Beautiful World (2018) - IMDb. URL consultato il 10 dicembre 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dario Tomasi e Franco Picollo (a cura di), Il signore del caos: il cinema di Sono Sion, Torino, 2011, ISBN 9788891003553.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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