Luciana Peverelli

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Luciana Peverelli

Luciana Peverelli, nota anche con gli pseudonimi Greta Granor e Mariely (Milano, 16 febbraio 1902Milano, 5 agosto 1986), è stata una giornalista, scrittrice, sceneggiatrice e fumettista italiana, nota, già dagli anni Trenta e soprattutto nel dopoguerra, come autrice di racconti e romanzi di genere sentimentale e poliziesco[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovanissima, inizia a lavorare nel mondo dei femminili milanesi al fianco della madre, direttrice della rivista Trionfo d'amore che raccoglie intorno a sé giovani e promettenti intellettuali come Cesare Zavattini. Ma la grande occasione professionale le si presenta nel 1929, quando, rispondendo all'inserzione della piccola casa editrice milanese Moderna che cercava giovani “abilissimi scrittori”, entra in contatto con Cino Del Duca, intraprendente editore di romanzi rosa e pubblicazioni popolari con il quale avvia una fortunata collaborazione che durerà tutta la vita. Nel 1930 pubblica con Del Duca il romanzo a fascicoli Cuore garibaldino che riscuote grande successo; iscritta all'Ordine dei giornalisti dal 1931, dirige la rivista cinematografica Stelle e, dal 1933, Il Monello, settimanale a fumetti ispirato al personaggio di Chaplin[2] ed è coautrice dei fumetti nel "Il Moschettiere, Il Pioniere dei Ragazzi e Noi Ragazzi." Negli ultimi mesi del 1939 dirige la rivista Cinema Illustrazione[3]. Sempre accanto a Del Duca, partecipa attivamente alla redazione di Grand Hotel, il popolarissimo magazine che esce nel 1946[4]. Nel 1947 è autrice per Sogno del primo fotoromanzo pubblicato in Italia, Menzogne d'amore, uscito in contemporanea con Nel fondo del cuore di Stefano Reda[5]. Dal 1963 fino alla morte dirige il settimanale popolare Stop. Ha collaborato con la Gazzetta del Mezzogiorno, Stampa estera[Forse "Stampa Sera"?], Paese Sera, Il Tempo[6].

All'attività di giornalista affianca quella di scrittrice, con circa 400 titoli tra racconti e romanzi “rosa” e polizieschi[7] più volte ristampati. Con lo pseudonimo Greta Granor pubblica romanzi nella nota collana “L'universale romantica Salani”, operazione editoriale volta a raccontare “la donna, nelle diverse stagioni della sua vita, nel suo rapporto con l'uomo e la società”[8]; per i tipi di Campi, editore del famoso Almanacco Barbanera, firma nel 1962 le Lettere d'amore in grigioverde: guida indispensabile per i militari che desiderano scrivere una lettera alla fidanzata, alla famiglia, agli amici, ai superiori, utilizzando lo pseudonimo Mariely[9] e vari repertori per corrispondenza[10].

Traduttrice di John Steinbeck per l'Editoriale Romana (nel 1944 esce la versione italiana di La luna è tramontata) e del fortunato romanzo Maddalena di Jack Newlyn (Del Duca, 1954)[11], è soggettista e sceneggiatrice di numerose opere cinematografiche prevalentemente ispirate ai suoi romanzi.

Antifascista, ha una lunga relazione con Henry Molinari, esponente della Resistenza; dopo la fine della guerra sposa il lord inglese Philip Ashley Carter, ma il matrimonio naufraga dopo cinque anni[12][13].

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

  • Cuore garibaldino, Moderna, Milano 1930
  • Giovanotti e signorine, Rizzoli, Milano 1932
  • L'amante del sabato inglese, Rizzoli, Milano 1933
  • Inverno d'amore, Rizzoli, Milano 1934
  • Piacere agli uomini, Rizzoli, Milano 1936
  • Incendio a bordo, Rizzoli, Milano 1938
  • Siglinda, Rizzoli, Milano 1939
  • Violette nei capelli, Rizzoli, Milano 1940
  • La lunga notte, Rizzoli, Milano 1942
  • Sposare lo straniero, Rizzoli, Milano 1946
  • I nostri folli amori, Salani, Milano 1979
  • Dannata e felice, Salani, Milano 1980

Sceneggiature[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

In TV partecipa a tre serie di sketch pubblicitari televisivi per la rubrica Carosello:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Emanuele Trevi, PEVERELLI, Luciana, in Enciclopedia Italiana, V Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1994. URL consultato l'11 maggio 2018. Modifica su Wikidata
  2. ^ Una nota biografica sul sito della Fondazione Franco Fossati. Museo del fumetto, dell'illustrazione e dell'immagine animata; Emanuele Trevi, Ibidem
  3. ^ Raffaele De Berti, Dallo schermo alla carta: romanzi, fotoromanzi, rotocalchi cinematografici, Vita e pensiero, Milano 2000, p. 45
  4. ^ Per una storia della rivista, si veda: Anna Bravo, Il fotoromanzo, Il Mulino, Bologna 2003, p. 174, come anche: Lucia Cardone, Grand Hôtel e il cinema (1946-1956), ETS, Milano 2004
  5. ^ Si veda ancora la nota della Fondazione Franco Fossati
  6. ^ Alberto Asor Rosa, Dizionario della letteratura italiana del Novecento, Einaudi, Torino 1992, ad vocem
  7. ^ Elisa Rolle, Romance history: Luciana Peverelli Archiviato il 7 aprile 2014 in Internet Archive.
  8. ^ Ada Gigli Marchetti, Libri buoni a metà prezzo. Le edizioni Salani (1862-1986), Franco Angeli, Milano 2011, p 89
  9. ^ Giacomo Papi, Cose che non vanno più di moda. Le parole giuste per dirlo, in “D. La Repubblica delle donne”, 29 settembre 2012
  10. ^ Valerio Millefoglie, Ero pronta a volerti bene ma non posso..., Il venerdì di Repubblica, 27 febbraio 2015
  11. ^ Dizionario Generale degli Autori Italiani Contemporanei, Vallecchi, Firenze 1974, ad vocem
  12. ^ Sabina Ciminari, PEVERELLI, Luciana, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 82, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2015. URL consultato l'11 maggio 2020.
  13. ^ Oreste Del Buono, Amici degli amici, Baldini e Castoldi, Milano, 1994, p. 268

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