Giovanni Sánchez Munárriz

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Beato Giovanni Sánchez Munárriz
 

Seminarista e martire

 
NascitaMalón, 15 giugno 1913
MorteBarbastro, 13 agosto 1936 (23 anni)
Venerato daChiesa cattolica
Beatificazione25 ottobre 1992
Santuario principaleMausoleo dei Martiri nella casa museo dei clarettiani di Barbastro
Ricorrenza13 agosto

Giovanni Sánchez Munárriz C.M.F., in spagnolo Juan Sánchez Munárriz (Malón, 15 giugno 1913Barbastro, 13 agosto 1936), è stato un religioso spagnolo, martirizzato a Barbastro durante la Guerra civile spagnola e venerato come beato dalla Chiesa cattolica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni nacque a Malón, in provincia di Saragozza, i genitori Mariano e Tiburcia lo educarono cristianamente e gli trasmisero la devozione alla vergine del Pilar. A 12 anni entrò nel seminario di Alagón, continuò gli studi a Cervera, e a Vic dove emise i voti religiosi il 15 agosto del 1930. Proseguì gli studi di teologia a Solsona (Spagna) e tre anni dopo di nuovo a Cervera. Il 1 luglio del 1936, insieme a diversi suoi confratelli arrivò al seminario di Barbastro[1][2]

Insieme a una sessantina di confratelli venne arrestato il 20 luglio del 1936, dalle milizie anarchiche sotto il comando del governo repubblicano che presero il potere in città subito dopo il golpe militare; venne recluso nel salone della scuola dei padri Scolopi. Il 12 agosto 1936 firmò la lettera di offerta alla Congregazione con queste parole:

(ES)

«¡Viva la Pilarica, Patrona de mi tierra!»

(IT)

«Viva la Pilarica[3], Patrona della mia terra!»

Insieme a 19 suoi confratelli venne fucilato la mattina del 13 agosto sul ciglio di una strada fuori città, fece parte del terzo gruppo di clarettiani di Barbastro che subirono il martirio. I loro corpi sono stati gettati in una fossa comune. [4][5]

Dopo la guerra i resti dei martiri furono riesumati e si possono venerare oggi nella cripta della casa museo a Barbastro. Nel 2013 è uscito un film sulla vicenda intitolato "Un Dios prohibido" per la regia di Pablo Moreno.[6]

Culto[modifica | modifica wikitesto]

La beatificazione avvenne a Roma, ad opera di Giovanni Paolo II, il 25 ottobre 1992. La Chiesa cattolica lo ricorda il 13 agosto.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Biografia sul sito ufficiale dei martiri clarettiani, su martiresdebarbastro.org. URL consultato il 02/2/2018.
  2. ^ Villegas, Esta es nuestra sangre, p. 332.
  3. ^ Nomignolo affettuoso della Vergine del Pilar, patrona di Spagna
  4. ^ (ES) Jorge López Teulon, 02:00, il 2 agosto, Cimitero Barbastro, su religionenlibertad.com. URL consultato il 2/2/2018 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2017).
  5. ^ Tullio Vinci, Martiri Clarettiani di Barbastro, p. 193.
  6. ^ (EN) sito imdb, su imdb.com. URL consultato il 2/2/2018.
  7. ^ dal sito della Santa Sede, Martirologio Romano, su vatican.va. URL consultato il 2/2/2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (ES) Gabriel Campo Villegas, Esta es nuestra sangre, Madrid, Publicaciones claretianas, 1990, ISBN 8-48-642571-9.
  • Tullio Vinci, Martiri clarettiani a Barbastro, Roma, Postulazione generale C.M.F, 1992.
  • Francesco Husu, Una legione decimata, Roma, Pubblicazioni clarettiane, 1992.

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