Francesco Campolo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Francesco Saverio Campolo
NascitaPellaro, 1896
MorteCampagna italiana di Grecia, 21 gennaio 1941
Cause della mortemorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto32º Reggimento fanteria "Siena"
Anni di servizio1917 - 1941
GradoMaggiore in servizio permanente effettivo
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Francesco Saverio Campolo (Pellaro, 1896Campagna italiana di Grecia, 21 gennaio 1941) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Pellaro (frazione del comune di Reggio Calabria) nel 1896, figlio di Giovanni e Giovanna Palermo.[2] Arruolato nel Regio Esercito come aspirante ufficiale nel gennaio 1917, prese parte alla prima guerra mondiale dapprima con il 220º Reggimento fanteria "Sele" e poi con l'80º Reggimento fanteria "Roma".[2] Nel gennaio 1918, promosso tenente, fu assegnato al 14º reparto d'assalto.[2] Partito per l'Anatolia nel marzo 1919 con il 33º Reggimento fanteria "Livorno", decorato con una medaglia di bronzo al valor militare, rimpatriò nel 1920 per essere posto in congedo.[2] Richiamato in servizio l'anno successivo, e trasferito in servizio permanente effettivo, fu destinato al 34º Reggimento fanteria "Livorno".[2] Nell'aprile del 1927 partì volontario per la Cirenaica dove prestò servizio per circa quattro anni in forza al XIII Battaglione eritreo meritandosi anche un encomio solenne.[2] Rientrato in Patria nel 1931, decorato con due croci di guerra al valor militare, fu promosso capitano alla fine del 1932 e maggiore nel gennaio del 1940.[2] Prestò dapprima servizio presso il comando della 15ª Divisione fanteria "Bergamo", e poi nel gennaio del 1941 partì per l'Albania per raggiungere il 32º Reggimento fanteria "Siena" in qualità di comandante del III Battaglione.[2] Cadde in combattimento a Chaif e Lusit il 21 gennaio 1941, e fu insignito prima di una medaglia d'argento al valor militare, successivamente tramutata nella medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In fase critica di aspra lotta, con ardore portava all’attacco il suo battaglione e con veemenza lo guidava all’assalto ristabilendo la situazione. Investito da soverchianti forze nemiche, resisteva strenuamente e per scongiurare la minaccia di un successo dell’avversario, che avrebbe compromesso le posizioni tenute dal reggimento, con pochi superstiti si lanciava temerariamente all’assalto all’arma bianca. Ferito non desisteva dal suo generoso slancio e raggiungeva per primo l’obiettivo. Colpito nuovamente da una raffica di mitragliatrice, raccogliendo tutte le sue forze, si ergeva in piedi e alla testa dei suoi fanti scagliava le sue ultime bombe a mano contro il nemico in fuga, finché cadeva al grido di « Savoia! Viva l’Italia! ». Valoroso fra i valorosi, ogni suo gesto di fronte al nemico fu un atto di eroismo. Chaif e Lusit (Fronte greco), 20-21 gennaio 1941.[3]»
— Decreto del Presidente della Repubblica 9 giugno 1948.[4]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In molteplici occasioni, mentre più intensa ferveva l'azione delle artiglierie e delle fanterie nemiche, sempre esposto al pericolo recapitava ordini, ai comandanti dei reparti del battaglione. Di sua iniziativa, dando prova di coraggio singolare, assumeva il comando di un plotone guidandolo in una posizione minacciata dal nemico, mantenendola con viva lotta, dando così tempo ad altri nostri reparti di accorrere ed affermarvisi. Ovsjè, 25 ottobre 1917
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante della sezione mitragliatrici del battaglione, già distintosi in diversi combattimenti sostenuti, accorreva immediatamente a sostenere il fianco sinistro della colonna e dopo che la pressione nemica si era sferrata a tergo di essa, non curante del pericolo che la pressione nemica accorreva sul punto più battuto, permettendo al reparto impegnato di sottrarsi alla pressione e passare al contrattacco. Trig Aziza, 28 agosto 1927
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante mezza compagnia fiancheggiante in un combattimento molto violento con i ribelli, nonostante le forti perdite avute dal suo reparto, seppe prima opporre una valida resistenza all'accerchiamento e poscia seguire con molto ardimento la manovra controffensiva del battaglione. Bir Mohammed Bu Salten (Cirenaica), 16 novembre 1929

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.542.
  2. ^ a b c d e f g h i Combattenti Liberazione.
  3. ^ Quirinale - scheda - visto 3 marzo 2023
  4. ^ Registrato alla Corte dei Conti il 22 giugno 1948, registro 14, foglio 19.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 542.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]