Finalmente soli (film 1942)

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Finalmente soli
Virgilio Riento, Anna Magnani e Maurizio D'Ancora in una scena del film
Paese di produzioneItalia
Anno1942
Durata88 min
Dati tecnicibianco e nero
Generecommedia
RegiaGiacomo Gentilomo
SoggettoRobert Mallet
SceneggiaturaMino Caudana
ProduttoreVirginio Albarello per Viralba Milano - INCINE Roma
Casa di produzioneViralba (Milano), Incine (Roma)
Distribuzione in italianoCine Tirrenia
FotografiaGiuseppe La Torre
MontaggioRenzo Lucidi
MusicheUlisse Siciliani
ScenografiaVeniero Colasanti, Calisto Casadio, Arnaldo Foresti (supervisione)
TruccoPiero Mecacci
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

Finalmente soli è un film del 1942 diretto da Giacomo Gentilomo.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Una scena con María Mercader, Enrico Viarisio e Maurizio D'Ancora

Per entrare in possesso dell'eredità, un giovane convince sua zia (che ha posto questa clausola) di essere fidanzato e le annuncia il giorno del matrimonio, pensando che questa non venga a controllare.

A complicare le cose, le invia la foto della promessa sposa di un suo amico. Sfortunatamente per lui la zia insiste per partecipare al matrimonio; l'unica cosa da fare è convincere l'amico a "prestargli" la fidanzata proprio il giorno del matrimonio: si svolgono così, contemporaneamente, due matrimoni, uno vero e uno fasullo.

La cosa genera non pochi equivoci, ma alla fine tutto si risolve per il meglio.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Prodotto da Virginio Albarello per Viralba Milano e INCINE Roma, girato a Tirrenia con Mario Monicelli come aiuto regista e l'organizzazione generale di Eugenio Fontana, la pellicola esce nelle sale il 17 marzo 1942.

La critica[modifica | modifica wikitesto]

Dalle pagine del Corriere della Sera del 2 maggio 1942 « Essendosi ripromesso di mettere assieme una farsa a ritmo veloce, Giacomo Gentilomo ne ha diretta una addirittura travolgente. Finalmente soli è un film rompicollo, un film valanga, pensato e realizzato a cento all'ora. Nei due cortei nuziali che s'inseguono troviamo gli echi del Cappello di paglia di Firenze ma in tutto il film risuonano, festosamente gli echi di varia e pittoresca origine. I personaggi sono macchiette e molti degli attori che li impersonano hanno mostrato di saper districarsi nel difficile lavoro della farsa. In quanto a Viarisio, se il suo gesticolare si sfruttasse per ottenere energia elettrica, quanta se ne potrebbe produrre! »

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV. La città del cinema Napoleone editore Roma 1979
  • Francesco Savio, Ma l'amore no, Sonzogno Milano 1975

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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