Beatrice Sacchi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Beatrice Sacchi

Beatrice Sacchi (Mantova, 12 agosto 1878Torino, 13 febbraio 1931) è stata una saggista, pubblicista e attivista italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia del patriota Achille Sacchi[1] e della femminista Elena Casati, nonché sorella di Ada Sacchi Simonetta,[2] si laureò in matematica all'Università di Bologna. Insieme a Paolina Schiff, Irma Melany Scodnik, Emilia Mariani e Linda Malnati fu una delle più importanti femministe italiane dei primi anni del Novecento. Collaborò con l'Avanti!, l'Unione femminile nazionale, Vita femminile italiana, La Vita, Il giornale per la donna e L'Alleanza. Nel 1906, sfruttando un'incongruenza legislativa riguardo al diritto di voto, si iscrisse nelle liste elettorali del comune di Budrio. L'evento destò scalpore e diede enorme risalto alla lotta al suffragio femminile.[3]

Trasferitasi a Roma, divenne membro del Comitato direttivo della biblioteca dell'Associazione per la donna.[3] Convisse con l'amica femminista Anita Pagliari fino al matrimonio con Alberto Ducceschi[4], di breve durata.[5] Fu inoltre vicepresidente del Comitato Pro Voto e membro del Comitato per la ricerca della paternità.[6] Pur se vicina ai socialisti, difese sempre con fermezza la lotta al suffragio femminile anche quando questi ne ostacolarono il percorso, prediligendo la lotta classista.[7]

Insieme a sua sorella Ada, nel 1923 prese parte all'organizzazione del IX Congresso dell'IWSA che si tenne a Roma.[4] Alla promessa di Benito Mussolini di concedere il diritto alle donne, Sacchi rimase disillusa, a differenza di altre colleghe come Teresa Labriola, Regina Terruzzi e Margherita Sarfatti.[8] Criticò fortemente il regime fascista per l'esclusione della donna dalla vita pubblica.[9] Morì nel 1931.[4]

Fu molto attiva nell'Ordine massonico Le Droit Humain[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Scaramuzza 2009, p. 106.
  2. ^ Scaramuzza 2009, p. 105.
  3. ^ a b Scaramuzza 2009, p. 108.
  4. ^ a b c (EN) Luisa Passerini, Women and Men in Love. European Identities in the Twentieth Century, Berghahn Books, 2012, p. 57, ISBN 9780857451767.
  5. ^ Bertolotti 2012, p. 80.
  6. ^ Bertolotti 2012, p. 81.
  7. ^ Bertolotti 2012, pp. 88-89.
  8. ^ Bertolotti 2012, p. 92.
  9. ^ Bertolotti 2012, p. 93.
  10. ^ AA.VV., Indice, in Il Diritto Umano, n. 2, Federazione italiana Le Droit Humain, maggio 1918.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN315971718 · SBN LO1V382880 · GND (DE1071851284 · WorldCat Identities (ENviaf-315971718