Antonio Larsimont Pergameni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Antonio Larsimont Pergameni
SoprannomeLaimo
NascitaVilla d'Almè, 30 maggio 1912
MorteSidi El Barrani, 26 giugno 1942
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
CorpoAviazione Legionaria
SpecialitàCaccia
GradoMaggiore
GuerreGuerra civile spagnola
Seconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Operazione Compass
Comandante di6ª Squadriglia
20ª Squadriglia
97ª Squadriglia
9º Gruppo Caccia Terrestre
Decorazioniqui
Studi militariRegia Accademia Aeronautica di Caserta
voci di militari presenti su Wikipedia

Antonio Larsimont Pergameni (Villa d'Almè, 30 maggio 1912Sidi El Barrani, 26 giugno 1942) è stato un militare e aviatore italiano, che fu un pluridecorato asso della Regia Aeronautica durante la Guerra civile spagnola e la seconda guerra mondiale, conseguendo un totale di 7 vittorie aeree accertate, 1 probabile e 4 in collaborazione, venendo decorato con una Medaglia d'oro[1] e quattro d'argento al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Villa d'Almè,[2] provincia di Bergamo, il 17 ottobre 1905,[1] figlio di Gustavo. All'età di venti anni si arruolò nella Regia Aeronautica, frequentando la Regia Accademia Aeronautica[2] di Caserta, da cui uscì con il grado di sottotenente pilota.[N 1]

Nel corso del 1936 partì volontario per la Spagna, inquadrato nella 3ª Escuadrilla de Caza del Tercio[3] al comando del capitano Goliardo Mosca.[N 2] Assunse il comando della squadriglia per un breve periodo a partire dal 13 novembre, quando Mosca rimase ferito in combattimento.[N 3] con l'arrivo di un ulteriore gruppo di piloti e aerei tramite il piroscafo Aniene,[4] sbarcati in terra di Spagna nel febbraio 1937 fu costituita l'Aviazione Legionaria, dotata di due gruppi caccia equipaggiati con i biplani Fiat C.R.32. Egli entrò a far parte del II Gruppo Caccia Terrestre (2º Gruppo volo) del tenente colonnello Alberto Canaveri,[N 4] assumendo il comando della 6ª Squadriglia, un'unità inizialmente destinata a ruoli di riserva.[4]

Nel mese di aprile le unità dell'Aviazione Legionaria furono riorganizzate, e il 22 dello stesso mese egli passò in servizio al neocostituito XVIII Gruppo Caccia "Asso di Bastoni" (18º Gruppo caccia),[2] al comando del maggiore Andrea Zotti, come comandante della 20ª Squadriglia. Rimase in terra iberica, come comandante della 20ª Squadriglia,[5] fino al dicembre 1937 quando fu sostituito dal capitano Carlo Calosso. A quell'epoca era accreditato di quattro vittorie individuali,[6] una in compartecipazione, e decorato con due Medaglie d'argento al valor militare e con la Medalla Militar Collectiva spagnola. Il 26 marzo 1938 sostituì il capitano Aldo Remondino al comando della 97ª Squadriglia, 9º Gruppo del 4º Stormo Caccia Terrestre di stanza a Gorizia, ed equipaggiata ai C.R.32.

Dopo l'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940, il 9º Gruppo prese parte alle operazioni sul fronte occidentale,[7] ed il mese successivo, dotato dei Fiat C.R.42 Falco, fu trasferito sull'aeroporto di Comiso (Sicilia) iniziando ad operare contro l'isola di Malta.[7] Il 13 luglio il 9º Gruppo, al comando del maggiore Ernesto Botto, fu trasferito in Africa settentrionale italiana basandosi sull'aeroporto di Tripoli.[8] Dopo un intenso ciclo di combattimenti, il 9 dicembre Botto rimase ferito in un incidente stradale, ed egli lo sostituì al comando del 9º Gruppo.[9] In seguito all'offensiva inglese, il 12 dicembre il 9º Gruppo si trasferì a Derna (Aeroporto di Martuba),[8] e il giorno successivo egli colse la sua prima vittoria individuale.[2] Mentre scortava 5 bombardieri Savoia-Marchetti S.79 Sparviero della 60ª Squadriglia del 33º Gruppo Autonomo Bombardamento Terrestre,[2] che attaccavano concentrazioni di truppe e mezzi corazzati nemici vicino a Sollum impegnò combattimento con una formazione di caccia sei Gloster Gladiator del No.3 RAAF Squadron[2] abbattendone uno,[N 5] ma subendo a sua volta gravi danni che lo costrinsero ad atterrare in emergenza a Monastir (Tunisia).[2] Tale campo era stato abbandonato dagli italiani in ritirata, e il caccia andò perduto, ma egli raggiunse a piedi la vicina via Balbia venendo recuperato da un camion di passaggio, e facendo ritorno alla propria unità.[N 6] Il 25 dicembre ciò che rimaneva del 4º Stormo rientrò a Gorizia,[8] in Italia, per essere riequipaggiato con i monoplani Aemacchi C.200 Saetta[N 7] ricevendo poi, nel luglio 1941, i più moderni Aemacchi C.202 Folgore.[8] Nel settembre dello stesso anno lo Stormo fu trasferito nuovamente in Sicilia, rientrando in azione sui cieli di Malta.[9] Durante questo ciclo operativo rivendicò due aerei sicuramente abbattuti, un Supermarine Spitfire (25 ottobre) e un Hawker Hurricane (21 novembre), più un altro Hurricane come probabile (22 ottobre). Verso la fine del 1941 fu promosso al grado di maggiore per meriti di guerra, e dopo un breve periodo di riposo durante l'inverno, partecipò ad un nuovo ciclo operativo su Malta,[N 8] durato fino all'inizio dell'estate del 1942.[8] Verso la fine del mese di maggio[10] il 4º Stormo fu trasferito in Africa settentrionale per partecipare alla grande offensiva dell'Asse condotta dal generale Erwin Rommel. Cadde in combattimento su Sidi El Barrani[9] il 26 giugno,[1] e alla sua memoria fu decretata la concessione[N 9] della Medaglia d'oro al valor militare, massima decorazione italiana.[1] Una via di Fiumicino porta il suo nome.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Cacciatore affermatosi insuperabile nei più duri cimenti sostenuti dall'Ala Italiana; eroico ed entusiasta comandante di squadriglia e di gruppo, trascinatore e suscitatore di entusiasmo e di eroismo, riaffermava in innumerevoli combattimenti che lo vedevano più volte vittorioso, la sua tempra di superbo combattente dell'aria. La sorte affrontata e vinta sempre nello azzurro del cielo lo colpiva sulla terra alle spalle mentre, già in territorio nemico occupato, si disponeva ad incalzare alla testa del suo reparto l'avversario in fuga. Erede e vessillifero della tradizione e dello stile del più puro e superbo combattentismo aereo, con il sacrificio della vita risaliva spiritualmente in quel cielo dal quale nessuno mai lo aveva visto discendere vinto. Cielo dell'Africa Settentrionale Italiana, aprile -26 giugno 1942
— Regio Decreto 10 maggio 1943[11]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Nel corso di una rischiosa missione per la quale erasi offerto volontario affrontava ardimentosamente le più ardue prove dimostrando sempre esemplare valore e sereno spirito di sacrificio. Cielo di Spagna, ottobre-dicembre 1936
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Volontario in missione di guerra per l'affermazione degli ideali fascisti, comandante di una squadriglia da caccia, pilota di eccezionale abilità, già più volte distintosi, partecipava a numerose azioni belliche, sempre affermando le sue brillanti doti di combattente valoroso e audace. In un aspro combattimento aereo, contro soverchianti forze nemiche, cooperava, alla testa del suo reparto, all'abbattimento di quindici apparecchi nemici. In altro combattimento, per la seconda volta nel corso della campagna, veniva ferito in volo. Cielo di Spagna, maggio-giugno 1937
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 5 giugno 1941[12]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 10 dicembre 1942[13]
Medaglia commemorativa della campagna di Spagna (1936-1939) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di benemerenza per i volontari della campagna di Spagna - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra
— Regio Decreto 2 marzo 1942[14]

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Medalla Militar Colectiva (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Durante il periodo trascorso in Accademia strinse sincera amicizia con Giorgio Graffer.
  2. ^ Il Capitano Mosca era arrivato a Siviglia con nove aerei ed altrettanti piloti del 6º Stormo Caccia Terrestre nell'ottobre 1936.
  3. ^ Rientrato successivamente in servizio, Goliardo Mosca rimase ucciso in un incidente aereo il 19 dicembre 1936, e fu poi decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
  4. ^ Il Gruppo era formato da 4ª Squadriglia (capitano Vincenzo Dequal), 5ª Squadriglia (capitano Armando François), e 6ª Squadriglia (Antonio Larsimont Pergameni).
  5. ^ Entrò in collisione con un caccia Gladiator mentre stava impegnando combattimento con il capo formazione inglese. L'aereo britannico perse entrambe le ali e cadde al suolo, con il pilota che riuscì a salvarsi lanciandosi con il paracadute.
  6. ^ Creduto morto dai suoi piloti, un messaggio di cordoglio era già giunto da Roma.
  7. ^ Il 27 febbraio 1941 lasciò temporaneamente il comando del 9º Gruppo al tenente colonnello Marco Minio Paluella.
  8. ^ Durante questo ciclo operativo il 9º Gruppo fu basato sull'aeroporto di Sciacca.
  9. ^ A quell'epoca era stato decorato con altre due Medaglie d'argento al valor militare.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 196.
  2. ^ a b c d e f g Gustavsson, Slongo 2009, p. 43.
  3. ^ Logoluso 2010, p. 24.
  4. ^ a b Logoluso 2010, p. 33.
  5. ^ Logoluso 2010, p. 40.
  6. ^ Logoluso 2010, p. 64.
  7. ^ a b Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 32.
  8. ^ a b c d e Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 33.
  9. ^ a b c Gustavsson, Slongo 2009, p. 44.
  10. ^ Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 34.
  11. ^ Bollettino Ufficiale 1943, dispensa 22, pagina 1333, e dispensa 30, pagina 1870.
  12. ^ Bollettino Ufficiale 1941, suppemento 1, registrato alla Corte dei Conti il 25 luglio 1941, registro 2 Aeronautica, foglio n.328.
  13. ^ Bollettino Ufficiale 1941, suppemento 1, registrato alla Corte dei Conti il 28 gennaio 1943, registro 15 Aeronautica, foglio n.110.
  14. ^ Registrato alla Corte dei Conti addì 13 maggio 1942, registro n.20 Aeronautica, foglio 392.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Giorgio Apostolo, Giovanni Massimello, Italian Aces of World War 2, Botley, Osprey Publishing, 2000, ISBN 1-84176-078-1.
  • Ruggero Bonomi, Viva la Muerte. Diario dell'"Aviacion del El Tercio", Roma, Ufficio Editoriale Aeronautico, 1941.
  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • (EN) Håkan Gustavsson, Ludovico Slongo, Fiat C.R.42 Aces of World War 2, West Way, Botley, Oxford/New York, Osprey Publishing, 2009, ISBN 978-1-84603-427-5.
  • I reparti dell'Aeronautica Militare, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica, 1977.
  • (EN) Alfredo Logoluso, Fiat CR.32 Aces of the Spanish Civil War, Oxford, Osprey Publishing, 2010, ISBN 978-1-84603-983-6.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • Franco Pagliano, Storia di diecimila aeroplani, Milano, Edizioni Europee, 1954.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]