Aldo Remondino

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Aldo Remondino
Remondino alla visita della Camera dei deputati nel 1959
NascitaCuneo, 15 gennaio 1908
MorteRoma, 1º dicembre 1990
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
Aeronautica Nazionale Repubblicana
Aeronautica Militare Italiana
CorpoAviazione Legionaria
Italian Co-Belligerent Air Force
SpecialitàCaccia
Anni di servizio1928 - 1968
GradoGenerale di squadra aerea
GuerreGuerra civile spagnola
Seconda guerra mondiale
Comandante di91ª Squadriglia
97ª Squadriglia
9º Gruppo Caccia
23º Gruppo
154º Gruppo
51º Stormo
3ª Zona Aerea Territoriale
Capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare
Decorazioniqui
Studi militariRegia Accademia Aeronautica di Caserta
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Aldo Remondino (Cuneo, 15 gennaio 1908Roma, 1º dicembre 1990) è stato un generale e aviatore italiano che prese parte alla guerra civile spagnola e alla seconda guerra mondiale, venendo più volte decorato al valor militare. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 aderì formalmente alla Repubblica Sociale Italiana entrando nell'Aeronautica Nazionale Repubblicana, ma in realtà svolse compiti di spionaggio in favore del governo del Sud. Dopo la fine del conflitto raggiunse il grado di generale di squadra aerea, ricoprendo l'incarico di capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare tra il 1º settembre 1961 e il 28 febbraio 1968.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Cuneo[1] il 15 gennaio 1908.[2] Si arruolò nella Regia Aeronautica nel 1926, frequentando la Regia Accademia Aeronautica di Caserta, Corso Drago,[2] da cui uscì con il grado di sottotenente pilota il 1º ottobre 1928. Conseguì i brevetti di osservatore dall'aeroplano il 1º ottobre 1928, di pilota d'aeroplano il 1º dicembre 1929, di pilota militare il 24 aprile 1930.

Inizialmente prestò servizio presso la Scuola caccia, per passare in seguito al 4º Stormo Caccia Terrestre basato sull'aeroporto di Gorizia-Merna. Comandò in successione prima la 91ª Squadriglia e poi la 97ª Squadriglia[3] per divenire comandante del 9º Gruppo Caccia Terrestre[4] con il grado di maggiore[5] nel corso del 1937. Fra il 1936 e il 1938 comandò le formazioni acrobatiche della Regia Aeronautica.

Nel 1938 fu inviato in Spagna, dove assunse il comando del XXIII Gruppo Caccia "Asso di Bastoni" (23º Gruppo)[5] dell'Aviazione Legionaria.[5] Rientrato in Patria nel 1939 divenne comandante del 154º Gruppo del 5º Stormo Caccia Terrestre. Nel corso del 1940 fu promosso al grado di tenente colonnello per meriti di guerra. Alla fine del 1941 assunse il comando del 51º Stormo Caccia Terrestre,[6] alla cui testa combatté sull'isola di Malta,[7] sul Mediterraneo centrale, in Tunisia, e sull'Italia meridionale.[N 1] All'atto dell'armistizio dell'8 settembre 1943 aderì formalmente alla Repubblica Sociale Italiana, entrando nell'Aeronautica Nazionale Repubblicana; in realtà svolse però compiti di intelligence per conto del legittimo governo del Sud. Dopo la liberazione di Roma, avvenuta il 6 giugno 1944, si presentò al comando della 3ª Zona Aerea Territoriale[8] entrando nell'Italian Co-Belligerent Air Force. Promosso al grado di colonnello per meriti di guerra, dal 15 agosto 1944 al 1º gennaio 1947 ricoprì l'incarico di Sottocapo di Stato maggiore dell'Aeronautica.[8]

Dopo la fine della seconda guerra mondiale entrò nella ricostituita Aeronautica Militare Italiana dove ricoprì svariati incarichi. Promosso generale di brigata aerea, dal 15 febbraio 1955 al 5 febbraio 1959 svolse ancora l'incarico di Sottocapo di Stato maggiore.[9] Promosso al grado di generale di divisione aerea divenne comandante della 3ª Zona Aerea Territoriale (1959), consigliere militare del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi (dicembre 1959-settembre 1961)[2] e Capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare (1961-1968).[9] Nella sua carriera ha totalizzato 8.000 ore di volo, di cui 1.000 in missioni di guerra, conseguendo l'abilitazione su ben 118 tipi di velivoli. Il suo medagliere personale comprende due Medaglie d’argento al valor militare, una Medaglia d'argento ed una di Bronzo al Valore Aeronautico, una Croce di guerra al valor militare, e tre Croci al merito di guerra.

Dopo essere andato in pensione nel 1968 ricoprì numerosi incarichi prestigiosi tra i quali si segnalano: Consigliere di amministrazione della compagnia Alitalia, Presidente del consiglio di amministrazione della compagnia Aero Trasporti Italiani, e Presidente della Società aerea mediterranea (SAM). È morto a Roma il 1º dicembre 1990.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante e pilota esemplare, seppe trarre dai propri reparti il massimo rendimento in dure ed onerose operazioni svolte nelle più difficili e delicate operazioni di guerra. Prendeva parte a numerose azioni alla testa delle proprie squadriglie che trascinava con costante e mirabile esempio, sostenendo 19 combattimenti. Cielo del Mediterraneo, 10 giugno 1940-30 agosto 1943»
— 24 novembre 1947[1]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di uno stormo da caccia, partecipava, alla testa dei suoi reparti, a quattro audaci missioni di guerra contro un convoglio nemico fortemente scortato. In tre aspri combattimenti impegnati con la caccia avversaria, che tentava di attaccare nostre formazioni di bombardieri, prodigavasi infaticabilmente, con avveduta azione di comando ed intrepido coraggio, consentendo ai bombardieri di portare vittoriosamente a termine le loro missioni e contribuendo all'abbattimento di sei velivoli nemici ed al mitragliamento di molti altri. Fulgido esempio di alte virtù militari. Cielo del Mediterraneo, 12-13-14 agosto 1942.»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di guerra al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di gruppo da caccia, già ripetutamente distintosi in precedenza, riconfermava, in varie brillanti azioni di guerra, le sue belle doti di combattente energico e coraggioso. Cielo di Spagna, febbraio-marzo 1939-XVII.»
Croce al merito di guerra (3 concessioni) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'argento al valore aeronautico - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valore aeronautico - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
— Decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1961[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Durante il suo comando il reparto compì 1.100 missioni di guerra, conseguendo l'abbattimento di 106 aerei nemici.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Ferdinando D'Amico e G. Valentini, Regia Aeronautica Vol,2 Pictorial History of the Aeronautica Nazionale Repubblicana and the Italian Co-Belligerent Air Force 1943-1945, Carrolton, Squadron/Signal Publications, 1986, ISBN 0-89747-185-7.
  • Massimo Ferrari e Giancarlo Garello, Le ali del ventennio: l'aviazione italiana dal 1923 al 1945. Bilanci storiografici e prospettive di giudizio, Milano, Franco Angeli Storia, 2005, ISBN 88-464-5109-0.
  • Paolo Ferrari e Giancarlo Garello, L'Aeronautica italiana. Una storia del Novecento, Milano, Franco Angeli Storia, 2004, ISBN 88-464-5109-0.
  • Paolo Ferrari e Alessandro Massignani, Conoscere il nemico. Apparati di intelligence e modelli culturali nella storia contemporanea, Milano, Franco Angeli Storia, 2010, ISBN 88-568-2191-5.
  • Mimmo Franzinelli, Il "piano Solo". I servizi segreti, il centrosinistra e il “golpe” del 1964, Milano, A. Mondadori Editore, 2014, ISBN 88-520-5138-4.
  • (EN) Robin Higham e Brian R. Sullivan, Why Air Forces Fail: The Anatomy of Defeat, Lexington, university Press of Kentucky, 2006, ISBN 0-8131-7174-1.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • (EN) Alfredo Logoluso, Fiat CR.32 Aces in Spanish Civil War, Botley, Osprey Publishing Company, 2010, ISBN 978-1-84603-983-6.
  • Mirko Molteni, L'aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative, Bologna, Odoya, 2012, ISBN 978-88-6288-144-9.
  • Ordine Militare d'Italia 1911-1964, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1925.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • Gianni Rocca, I disperati - La tragedia dell'aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, A. Mondadori, 1993, ISBN 88-04-44940-3.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Successore
Gen SA Silvio Napoli 1 settembre 1961 – 28 febbraio 1968 Gen SA Sergio Duilio Fanali
Controllo di autoritàSBN DDSV209895