Utente:AKappa/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Per letteratura americana o, più propriamente, letteratura statunitense, si intende il corpus formato da tutti i testi letterari prodotti nell'area degli odierni Stati Uniti d'America a partire dal periodo della colonizzazione europea. A causa del primato delle colonie britanniche della costa atlantica sul subcontinente, inizialmente essa è strettamente connessa a quella inglese tanto che la produzione letteraria statunitense è quasi totalmente in lingua inglese[1]. A partire dalla guerra del 1812 si affermò il desiderio di produrre una letteratura riconoscibilmente statunitense che fosse espressione di una cultura ormai autonoma da quella delle nazioni colonizzatrici.

I primi anni[modifica | modifica wikitesto]

The Fall of New Amsterdam di Jean Leon Gerome Ferris (1863-1930). I cittadini di Nuova Amsterdam implorano il dispotico governatore olandese Peter Stuyvesant di arrendersi agli invasori inglesi.

Sebbene le colonie britanniche del New England vengano spesso indicate come la culla della letteratura americana, bisogna ricordare che le prime colonie nordamericane vennero fondate altrove molti anni prima. MOlte città sono infatti ben più antiche di Boston, come St. Augustine[2], Jamestown, Santa Fe, Albany e New York. Inoltre l'inglese non era l'unica lingua in cui i primi testi letterari americani venivano redatti: anche le conie spagnole e francesi svilupparono una forte tradizione letteraria e, come si fa per l'opera di John Smith, anche i testi di Álvar Núñez Cabeza de Vaca (1507-1559) e Samuel de Champlain (1567-1635) vengono tradizionalmente inseriti nel corpus letterario americano.

La preponderanza della lingua inglese era tuttavia inevitabile[3]. La massiccia immigrazione britannica verso Boston, l'operosità puritana, la fondazione a Cambridge della prima università americana e di una stamperia diedero al New England il primato culturale. Inoltre anche gli eventi politici contribuirono a fare dell'inglese la lingua franca delle colonie, come la conquista britannica di New Amsterdam nel 1664. Curiosamente il primo libro mai andato a stampa in Pennsylvania era scritto in tedesco, ma realizzato da uno stampatore immigrato dall'Inghilterra[3].

Anche l'attività di stampa, essenziale per la creazione di una nuova identità letteraria, era attiva in molte aree, da Cambridge a Boston to New York, Philadelphia e Annapolis. Anche se tra il 1696 e il 1700 la produzione di tutte queste botteghe ammontasse solamente a 250 libri, un numeri infimo comparato alla produzione della sola Londra, l'attività di stampa si diffuse nelle colonie ben prima che fosse permessa in tutta l'Inghilterra. Infatti le leggi inglesi permettevano la stampa solo a Londra, York, Oxford e Cambridge, ed è dunque per questo che nelle colonie entarono nell'epoca moderna ben prima della loro terra madre[3].

Il periodo coloniale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia degli Stati Uniti (periodo coloniale).

I primi testi letterari americani erano per lo più pamphlet scritti con l'intento di lodare la politica coloniale sia nei confronti del pubblico europeo che di quello americano. Nel 1608 venne pubblicato A True Relation of Such Occurrences and Accidents of Noate as Hath Hapned in Virginia [sic] di John Smith di Jamestown (1580–1631), che viene considerato il primo libro in inglese scritto in America. Autori di diari sulla colonizzazione dell'America settentrinale furono anche Daniel Denton (1626–1703), William Penn (1644–1718), George Percy (1580-1632) e John Lawson (ca. 1674–1711). Il resoconto del naufragio del 1609 della nave coloniale Sea Venture sull'isola deserta di Bermuda di William Strachey (1572–ca. 1621) viene considerato dagli studiosi shakespeariani una delle fonti della Tempesta di Shakespeare[4].

John Winthrop il Vecchio, copia del 1834 di un originale di autore sconosciuto.

Anche le dispute religiose fornivano il materiale per le prime forme letterarie. Il puritano John Winthrop il Vecchio (ca. 1587-1649) compose alcuni sermoni per giustificare secondo le scritture la fondazione della colonia di Massachusetts Bay. Il padre pellegrino Edward Winslow (1595–1655) compose un diario relativo ai primi anni successivi all'arrivo della Mayflower sul territorio americano. Altri autori che trattarono argomenti di carattere religioso furono Increase Mather (1639-1723) e William Bradford (1590-1657), quest'ultimo autore del diario Of Plymouth Plantation (Storia della colonia di Plymouth), il più completo resoconto degli avvenimenti occorsi ai padri pellegrini dal 1608 al 1647. Altri, quali il teologo Roger Williams (1603-1683) e il chierico Nathaniel Ward (1578-1652), sostenevano nei loro scritti la separazione fra Chiesa e Stato e l'assoluta libertà di pensiero e di pratica religiosa. L'opera maggiore di questo periodo è probabilmente il Magnalia Christi Americana di Cotton Mather (1663-1728), figlio di Increase Mather, scritta nel 1702. A dispetto del titolo latino, si tratta in realtà della storia dello sviluppo del pensiero religioso nelle colonie del New England e nel Massachusetts dal 1620 al 1698.

Altri autori descrivevano i conflitti con i nativi americani, è questo il caso di Daniel Gookin (1612-1687), Alexander Whitaker (1585–1616), John Mason (ca. 1600–1672) e Benjamin Church (1734–1776). Degno di menzione è il Narrative of the Captivity and Restoration of Mrs Mary Rowlandson (Racconto della prigionia e della liberazione di Mrs Mary Rowlandson) del 1682 di Mary Rowlandson (ca. 1637-1711), la colona che passò insieme ai tre figli undici settimane come prigioniera dei nativi americani, opera che gettò le basi della cosiddetta narrativa di prigionia statunitense[5]. Al missionario John Eliot (1604-1690) è invece da ascrivere la prima traduzione la Bibbia in una lingua dei nativi americani, per l'esattezza quella degli algonchini, nel 1663. Non mancava infine chi, come Thomas Morton, mostrasse per i nativi un'opinione decisamente favorevole. In The New English Canaan, del 1637, fece infatti scalpore denunciando il "regime puritano" e il genocidio dei nativi, sostenendo come essi fossero persone migliori dei britannici[6][7].

I teologi calvinisti Jonathan Edwards (1703-1758) e George Whitefield (1714-1770) furono i fautori del movimento noto come grande risveglio, ovvero il movimento che nella prima metà del XVIII secolo si riproponeva di riformare la società delle colonie americane in un'ottica calvinista. Tuttavia, parallelamente a questo movimento religioso, iniziò poco a poco la secolarizzazione della letteratura, con la composizione di scritti di interesse sociale. Samuel Sewall (1652-1730), famoso per essere stato uno dei giudici del processo alle streghe di Salem, compose nel 1700 The Selling of Joseph (La vendita di Giuseppe) in cui critica apertamente la schiavitù. Il suo Diario, tenuto dal 1673 al 1729, descrive inoltre la sua vita da puritano in una comunità sempre più secolarizzata e liberale, e rappresenta un importante documento per la comprendere la trasformazione delle colonie che portò alla rivoluzione americana[7]. Sarah Kemble Knight (1666-1727), che fu anche insegnante di Benjamin Franklin, è ricordata per aver raccolto in un diario le avventure vissute durante un viaggio compiuto nel 1704 da Boston a New York; William Byrd II (1674-1744) compose diari dai contenuti eterogenei di cui il più celebre è The History of the Dividing Line (Storia della frontiera) del 1738.

Phillis Wheatley ritratta da Scipio Moorhead sulla copertina del suo libro Poems on Various Subjects.

La figura chiave del periodo, una specie di autorità morale sulla quale si sarebbe formata la società americana dopo la fine della rivoluzione, fu senz'altro Benjamin Franklin (1706-1790). La rivista annuale Poor Richard's Almanack (L’almanacco di Riccardo brav’uomo), da lui pubblicata dal 1732 al 1758, era un vero è proprio almanacco che oltre a raccogliere informazioni astronomiche, consigli agricoli ed esercizi di matematica, conteneva proverbi e massime morali in cui, con un velato cinismo, si consigliava parsimonia ed educazione. Similmente nella postuma Autobiografia, che, con alcuni salti, contiene le memorie dell'autore dal 1771 fino alla sua morte nel 1790, espone le sue considerazioni filosofiche insieme alle "virtù" alle quali si era educato a partire dall'età di vent'anni.

In ambito poetico si distinsero Anne Bradstreet (ca. 1612-1672), prima poetessa americana a veder pubblicate le sue opere, che compose nel 1650 The Tenth Muse Lately Sprung Up in America (La decima musa recentemente apparsa in America), e il calvinista Michael Wigglesworth (1631-1705), autore della ballata The Day of Doom (Il giorno del Giudizio) del 1662. Degni di nota anche Edward Taylor (ca. 1642–1729), l'unico poeta metafisico americano di cui si abbia notizia, e Nicholas Noyes (1647-1717), famoso per i suoi versi burleschi. La poesia fu anche il genere in cui si cimentarono i primi scrittori afroamericani che ci siano noti. Del 1748, ma pubblicata solo nel 1855, è la ballata di ventotto versi Bars Fight (La lotta della palude) della schiava Lucy Terry (ca. 1730-1821). Terry si distinse in seguito come oratrice estremente persuasiva: nel 1790 vinse una causa relativa ad un contenzioso riguardante alcuni possedimenti agricoli di fronte alla Corte Suprema del Vermont. La prima opera di uno scrittore afroamericano data alle stampe negli Stati Uniti fu tuttavia An Evening Thought (Pensiero della sera) del 1760, anch'essa opera di uno schiavo, Jupiter Hammon (1711–ca. 1806). Fervente cristiano, compose opere di carattere per lo più religioso, ed è oggi considerato uno dei padri fondatori della letteratura afroamericana. Nel 1773 venne pubblicata a Londra la prima opera di una poetessa di colore data alle stampe[8], Poems on Various Subjects: Religious and Moral (Poesie varie: religiose e morali) di Phillis Wheatley (1753-1784). Il successo di critica le valse la conquista della libertà e l'apprezzamento di George Washington[8] e venne perfino celebrata dallo stesso Jupiter Hammon in un'ode[9].

Nel corso del XVIII secolo l'interesse degli scrittori passò dagli ideali puritani di Winthrop e Bradford all'affermazione del potere della mente umana e del pensiero razionale. Il credo che gli avvenimenti sociali e naturali fossero messaggi di dio non poteva più convivere con una visione del mondo sempre più antropocentrica. Molti intellettuali iniziarono a credere che luomo potesse comprendere l'universo per mezzo delle solo leggi fisiche descritte da Isaac Newton e l'Illuminismo finì per scontrarsi con la religione aprendo la via ai pricipi della democrazia. La crescita della popolazione e la libertà di stampa aiutarono lo sviluppo di un gran numero di opinioni religiose e politiche, come mostra la produzione letteraria del tempo. Se nel 1670 le colonie contavano complessivamente circa 111 000 abitanti, trenta anni più tardi la popolazione raggiunse le 250 000 unità, per arrivare a circa 1 600 000 nel 1760[3].

Il periodo rivoluzionario e post-rivoluzionario[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra di indipendenza americana.
Thomas Paine, dipinto di Auguste Millière, circa 1786.

Nel periodo rivoluzionario ebbero particolare diffusione scritti politici, sia di autori favorevoli all'indipendenza delle colonie che di altri leali alla corona britannica. Tra i maggiori sostenitori della causa indipendentista figurano Samuel Adams (1722-1803), statista, filosofo e uno dei padri fondatori degli Stati Uniti; Josiah Quincy (1744-1775), collaboratore della Boston Gazette che nel 1774 pubblicò le Observations on the Act of Parliament, commonly called The Boston Port Bill (Osservazioni sulla legge del Parlamento nota col nome di Boston Port Act), una chiamata alle armi per vendicarsi dei britannici dopo la chiusura del porto di Boston in seguito ai fatti del Boston Tea Party; e John Dickinson (1732-1808) politico e governatore di Pennsylvania e Delaware, autore delle Letters from a Farmer in Pennsylvania (Lettere da una fattoria della Pennsylvania) del 1767-1768 e di Penman of the Revolution (Autore della rivoluzione) del 1774 in cui patrocinia la causa dell'indipendenza americana. Tra i lelisti è da ricordare Joseph Galloway (1731–1803), soprattutto per aver redatto il cosiddetto Plan of Union (Piano di unione) con lo scopo di garantire maggior sovranità alle colonie americane pur rimanendo parte dell'Impero britannico. Per quanto minori, sono da ricordare gli oratori Fisher Ames (1758–1808), James Otis (1725-1783), a cui è attribuità la frase "Taxation without Representation is Tyranny" ("la tassazione senza rappresentanza è tirannia") che sarà lo slogan degli independentisti nel periodo dal 1763 al 1776, e Patrick Henry (1736-1799), passato alla storia per aver pronunciato in un discorso del 23 marzo 1775 la frase "Give me Liberty, or give me Death!" ("datemi la libertà o datemi la morte") che, tradizionalmente, si ritiene avrebbe infiammato a tal punto l'auditorio da convincere la camera bassa della Virginia ad inviare truppe per combattere nella guerra d'indipendenza[10].

La personalità di spicco di questo periodo, celebre anche in Europa e soprattutto in Francia, fu però senz'altro l'attivista rivoluzionario Thomas Paine (1737-1809). Il suo pamphlet Common Sense (Il senso comune) del 1776 e i dodici saggi di The American Crisis (La crisi americana) scritti tra il 1776 e il 1783 diedero forma al pensiero politico rivoluzionario risvegliando l'entusiasmo independentista. Mentre le colonie britanniche si stavano ribellando alla loro madre patria, il contributo più importante alla discussione riguardo la cultura e l'identità americana venne da un immagrato francese, J. Hector St. John de Crèvecœur (1735-1813). Le sue Letters from an American Farmer (Lettere di un agricoltore americano), pubblicate inizialmente a Londra nel 1782 e in una versione ampliata e in francese nel 1784[11], ebbero un'immediata eco in tutta Europa. Oltre a rispondere alle domande classiche degli europei sulla vita pratica in America, nella lettera intitolata What is an American? (Cos'è un americano?) riassume la sua idea di identità americana nel motto Ubi panis ibi patria (Dove è il pane, là e la mia patria)[12]. Nel periodo immediatamente successivo all'indipendenza americana, i saggi di Alexander Hamilton (1755/7-1804), James Madison (1751-1836) e John Jay (1745-1829), tutti padri fondatori, rappresentarono una significativa discussione intorno ai valori repubblicani e all'organizzazione del neonato governo americano. I numerosi scritti di Thomas Jefferson, quali la Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America, la sua autobiografia, il Viaggio nel sud della Francia e nel nord d'Italia e le lettere ne fanno uno dei più talentuosi scrittori americani della sua epoca.

Nel 1789 venne pubblicata a Londra The Interesting Narrative of the Life of Gustavus Vassa, the African (L'interessante storia di Gustavus Vassa l’Africano) dello scrittore americano di origine nigeriana Olaudah Equiano (ca. 1745-1797), noto anche come Gustavus Vassa. Si tratta della prima opera a trattare in modo dettagliato la vita di uno schiavo nell'America della fine del XVIII secolo. Equiano è anche l'esempio di uno dei primi afroamericani di successo: comprata la libertà si stabilì in Inghilterra dove sposò una donna bianca e, raggiunta l'agiatezza, continuò a battersi a favore del movimento antischiavista.

Patrick Henry alla camera bassa della Virginia, dipinto di Patrick Henry Rothermel del 1851.

Parallelamente si assistette anche alla nascita della letteratura dei nativi americani grazie alla pubblicazione delle opere di Samson Occom (1723 – 1792) appartenente alla tribù Mohegan del gruppo degli Algonchini e divenuto pastore presbiteriano. La collezione di inni sacri Collection of Hymns and Spiritual Songs, del 1774, è ritenuta "il primo best-seller indiano[13]".

Nel 1789 viene pubblicato The Power of Sympathy di William Hill Brown (1765-1793) che, sebbene scritto in forma epistolare, è tradizionalmente considerato il primo romanzo americano. Pubblicato tra il 1792 e il 1815, Modern Chivalry è un romanzo satirico e picaresco di Hugh Henry Brackenridge (1748-1816) ed è la prima opera di un certo rilievo a trattare della frontiera americana. Un certo successo ebbero anche in Europa i romanzi di Charles Brockden Brown (1771-1810): Wieland, la sua opera più popolare, fu pubblicata nel 1799 e presentava importanti anticipazioni del romanzo gotico e psicologico, fu seguito da Edgar Huntly (1799), Arthur Mervyn (il primo volume nel 1799 e il secondo nel 1800), Ormond (1799) e Jane Talbot (1801).

Anche la poesia risentì del clima politico tumultouso dell'epoca: particolare diffusione ebbero i canti popolari e patriottici Yankee Doodle, in uso durante la guerra dei sette anni e oggi inno nazionale del Connecticut, e Nathan Hale, ispirata all'omonimo eroe nazionale. Fu tuttavia il già citato John Dickinson a comporre la prima canzone patriottica americana, pubblicata sulla Boston Gazette il 18 luglio 1768 col nome di The Liberty Song (La canzone della libertà), per incitare la gente alla ribellione contro i soldati britannici inviati per garantire il rispetto dello Stamp Act del 1765. John Trumbull (1750-1831) divenne invece celebre per le sue caustiche satire politiche, le più celebri delle quali sono The Progress of Dulness (Il progresso della stupidità) del 1772-1773 e soprattutto M'Fingal del 1782. Anche Philip Freneau (1752-1832) iniziò scrivendo composizioni di carattere strettamente politico, tuttavia, dopo il suo definitivo ritiro ad una vita di campagna nel 1793, iniziò a mescolare temi politici e naturalistici per arrivare alla fine della sua carriera ad abbracciare uno stile a metà strada tra il neoclassico e il romantico. Il suo componimento The House of Night (La dimora della notte) del 1776 è probabilmente una delle prime poesie in stile romantico mai scritte e introduce i temi del gotico e del mistero che saranno poi ripresi da Edgar Allan Poe. La poesia naturalistica The Wild Honey Suckle del 1786 viene invece considerata come la fonte di ispirazione del movimento trascendentalista capitanato da Ralph Waldo Emerson; il tema del buon selvaggio caro al primitivismo sembra invece essere anticipato in The Indian Burying Ground del 1787 e in Noble Savage.

L'Ottocento[modifica | modifica wikitesto]

La nascita dello stile americano[modifica | modifica wikitesto]

Washington Irving in una fotografia del 1861.

Dopo la guerra del 1812 si affermò il desiderio di produrre una letteratura riconoscibilmente americana che fosse espressione di una cultura ormai autonoma da quella degli stati colonizzatori. In questo contesto si affermarono un certo numero di figure chiave, tra cui le più importanti furono quelle di Washington Irving (1783-1859), William Cullen Bryant (1794-1878) e James Fenimore Cooper (1789-1851).

Irvin, spesso considerato il primo scrittore ad aver sviluppato uno stile manifestamente americano, scrisse principalmente satire, la più nota delle quali è probabilmente A History of New York, by Diedrich Knickerbocker del 1809, un racconto caricaturale sulle origini della sua città. Divenne assai celebre anche in Europa, molto noti ancora oggi sono i racconti The Legend of Sleepy Hollow, (La leggenda di Sleepy Hollow) e Rip van Winkle, entrambi tratti da The Sketch Book of Geoffrey Crayon (Il libro degli schizzi di Geoffrey Crayon), una raccolta di saggi e racconti pubblicata in modo seriale dal 1819 al 1820.

Bryant, originario del New England ma trasferitosi a New York nel 1825, scrisse poesie di gusto romantico e naturalistico, allontanandosi tuttavia dai modelli europei, la più nota delle quali è Thanatopsis del 1817, ma anche romanzi e libri di viaggio. Fu direttore del New York Post dal 1829 alla morte nel 1878 e negli ultimi anni della sua carierra si dedicò alla traduzione dell'Iliade e dell'Odissea di Omero.

Cooper fu un prolifico autore di romanzi storici e avventurosi, guadagnò grande popolarità sia in patria che all'estero e fu forse il primo americano dopo Franklin a raggiungere il successo mondiale. Scrisse numerose storie di mare come pure una serie romanzi storici noti col nome collettivo di Leatherstocking Tales (Racconti di Calza-di-Cuoio), che narrano la storia di un pioniere, la guida Natty Bumppo. Della serie fanno parte The Pioneers (I pionieri) del 1823, il celebre The Last of the Mohicans (L'ultimo dei Mohicani) del 1826, probabilmente il suo capolavoro, The Prairie (La prateria) del 1827, The Pathfinder (La guida) del 1840 e The Deerslayer (L’uccisore di cervi) del 1841.

Henry Wadsworth Longfellow in una fotografia di Julia Margaret Cameron del 1868.

Se gli scrittori precedenti rivendicavano l'indipendenza letteraria dal vecchio mondo, non mancava chi professasse ancora fede nei confronti delle tradizioni europee. Era questo il caso di un gruppo di poeti che gravitavano nell'orbita di influenza della Harvard University noto col nome di Fireside poets di cui facevano parte Henry Wadsworth Longfellow (1807-1882), James Lowell (1819-1891), Oliver Wendell Holmes, Sr. (1809-1894), John Greenleaf Whittier (1807-1892) , per certi versi, anche il già citato Bryant. I Fireside poets, pur propugnando uno stile convenzionale, trattarono soprattutto delle gioie domestiche e della politica americana, spesso commistionandola al mito. Le loro opere erano dunque indirizzate alla gente comune e raggiunsero un'enorme popolarità, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Inghilterra, dove raggiunsero la fama del celebrato Alfred Tennyson.

Il più celebre esponente del gruppo fu sicuramente Longfellow: egli fu un acceso promotore dell'abolizione della schiavitù e intorno al 1862 diede vita insieme ai letterati Lowell, Holmes e allo storico George Washington Greene (1811-1883) al cosiddetto "Dante Club" atto a promuovere la conoscenza della Divina Commedia di Dante Alighieri negli Stati Uniti. Insieme ai colleghi del circolo, Longfellow portò a termine la prima traduzione statunitense in inglese dell'opera dantesca nel 1867. Prolifico scrittore di sonetti, compose anche opere di più ampio respiro come il romanzo Hyperion (Iperione) del 1839, il poema in esametri Evangeline del 1847, il poema epico The Song of Hiawatha (La canzone di Hiawatha) del 1855, che mescolano tematiche prettamente americane ai miti greci, e la poesia sentimentale The Children's Hour (L'ora dei figli) del 1860, una delle opere più citate della poesia americana. Lowell raggiunse la notorietà pubblicandi nel 1848 la satira A Fable for Critics in cui critica, a volte in modo piuttosto sprezzante, gli scrittori a lui contemporanei. Lo stesso anno pubblicò la prima versione di The Biglow Papers: sebbene sia stato scritto con intenti umoristici, si tratta del primo libro in cui i personaggi si esprimono facendo uso del dialetto dei pionieri e fu per questo fonte di ispirazione per Mark Twain e Henry Louis Mencken. Nell'opera Lowell si esprime anche a favore dell'abolizione della schiavitù e denuncia il dramma della guerra messicano-statunitense. Anche Holmes fu uno stimato poeta, tuttavia è maggiormente noto per la raccolta di saggi in forma di dialogo The Autocrat of the Breakfast-Table pubblicati separatamente tra il 1857 e il 1858. Il quacchero Whittier compose due raccolte poetiche antischiaviste: Poems Written during the Progress of the Abolition Question in the United States, tra il 1830 e il 1838, e Voices of Freedom del 1846. Nonostante la grande popolarità raggiunta in vita è oggi ricordato quasi esclusivamente solamente per aver composto i testi di alcuni inni ecclesiastici ancora in uso, tra i quali Dear Lord and Father of Mankind tratto dalla sua poesia The Brewing of Soma del 1872.

I grandi scrittori di metà secolo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Trascendentalismo e Romanzo gotico.

Trascendentalismo in generale...

Ralph Waldo Emerson.

Nel 1836, Ralph Waldo Emerson pubblicò il suo primo libro, Nature e fondò, con altri intellettuali il periodico The Dial, che servirà da tribuna di confronto per il movimento del trascendentalismo e che, dal 1840 al 1842, venne diretto dalla scrittrice Margaret Fuller. Nella sua opera Emerson affermava che fosse possibile abbandonare le religioni organizzate per raggiungere uno stato di più alta spiritualità attraverso lo studio della natura. Il più noto seguace di Emerson fu Henry David Thoreau. Thoreau, noto per il suo deciso anticonformismo, visse in solitudine per quasi due anni in una piccola capanna da lui stesso costruita presso il lago di Walden. Qui poté dedicarsi a tempo pieno alla scrittura e all'osservazione della natura e nel 1854 la sua eperienza si concretizzò nella pubblicazione del suo capolavoro, Walden, ovvero La vita nei boschi. +Disobbedienza civile (saggio)

I suoi scritti influenzarono decisamente il carattere americano verso uno spiccato individualismo. Altri scrittori legati al trascendentalismo furono Bronson Alcott, Margaret Fuller, George Ripley, Orestes Brownson e Jones Very[14].

A partire degli anni trenta del XIX secolo Edgar Allan Poe iniziò a scrivere alcuni racconti brevi in cui esplorava le regioni del subconscio umano dando vita alla letteratura del mistero, il cui inizio viene tradizionalmente fissato con la pubblicazione nel 1842 di I delitti della Rue Morgue. Poe fu molto apprezzato come poeta, celebre è la raccolta Il corvo e altre poesie del 1845, saggista e critico letterario, come mostra in La filosofia della composizione del 1846.

Nel 1837 il giovane Nathaniel Hawthorne raccolse alcuni racconti da lui scritti in un unico volume intitolato Racconti narrati due volte. I racconti di Hawthorne, che spesso trattano di peccato e orgoglio, sono ricchi di simbolismo e allegorie, il più celebre tra essi e senz'altro La lettera scarlatta, il dramma di una donna allontanata dalla sua comunità per aver commesso adulterio. La narrativa di Hawthorne ebbe un profondo impatto sul suo amico Herman Melville, che fu il primo ad ottenere fama trasportando in letteratura le sue avventure per mare. Ispirato dal mondo oscuro e allegorico di Hawthorne, Melville compose romanzi colmi di speculazioni filosofiche. Moby Dick, la cronaca di una crociera baleniera dalle proporzioni del mito, diventa uno strumento di indagine delle ossessioni umane e della lotta dell'uomo contro gli elementi. A dispetto del suo talento letterario Melville non conobbe la fama in vita e la sua opera venne riscoperta sono nei primi decenni del XX secolo.

Letteratura afroamericana e abolizionista[modifica | modifica wikitesto]

Il conflitto politico nato intorno all'abolizionismo ispirò gli scritti di William Lloyd Garrison, editore del settimanale abolizionista The Liberator, così come il celeberrimo La capanna dello zio Tom di Harriet Beecher Stowe e l'opera poetica di John Greenleaf Whittier.

La guerra civile[modifica | modifica wikitesto]

{{...}}

Fine secolo: il realismo e il romanzo psicologico[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Realismo (letteratura) e Romanzo psicologico.

Other writers interested in regional differences and dialect were George W. Cable, Thomas Nelson Page, Joel Chandler Harris, Mary Noailles Murfree (Charles Egbert Craddock), Sarah Orne Jewett, Mary E. Wilkins Freeman, Henry Cuyler Bunner, and William Sydney Porter (O. Henry).

William Dean Howells also represented the realist tradition through his novels, including The Rise of Silas Lapham and his work as editor of the Atlantic Monthly.

Henry James (1843-1916) confronted the Old World-New World dilemma by writing directly about it. Although born in New York City, he spent most of his adult years in England. Many of his novels center on Americans who live in or travel to Europe. With its intricate, highly qualified sentences and dissection of emotional and psychological nuance, James's fiction can be daunting. Among his more accessible works are the novellas Daisy Miller, about an enchanting American girl in Europe, and The Turn of the Screw (Il giro di vite), an enigmatic ghost story

Poesia[modifica | modifica wikitesto]

Walt Whitman, 1856.

The final emergence of a truly indigenous English-language poetry in the United States was the work of two poets, Walt Whitman (1819–1892) and Emily Dickinson (1830–1886). On the surface, these two poets could not have been less alike. Whitman's long lines, derived from the metric of the King James Version of the Bible, and his democratic inclusiveness stand in stark contrast with Dickinson's concentrated phrases and short lines and stanzas (Stanza (poesia)), derived from Protestant hymnals.

What links them is their common connection to Emerson (a passage from whom Whitman printed on the second edition of Leaves of Grass), and the daring originality of their visions. These two poets can be said to represent the birth of two major American poetic idioms—the free metric and direct emotional expression of Whitman, and the gnomic obscurity and irony of Dickinson—both of which would profoundly stamp the American poetry of the 20th century.

The development of these idioms can be traced through the works of poets such as Edwin Arlington Robinson (1869–1935), Stephen Crane (1871–1900), Robert Frost (1874–1963) and Carl Sandburg (1878–1967). As a result, by the beginning of the 20th century the outlines of a distinctly new poetic tradition were clear to see.

I due più grandi poeti americani del XIX secolo non avrebbero potuto essere più differenti per temperamento e stile. Walt Whitman, nato da una famiglia di umili condizioni, fu cantore della libertà e di quello che sarebbe diventato successivamente il sogno americano. Nella sua opera principale, la raccolta di poesie Foglie d'erba (pubblicata in diverse edizioni a partire dal 1855), fa uso del verso libero e irregolare a simboleggiare il principio di inclusività della democrazia americana. Whitman era anche il poeta del corpo, negli Studies in Classic American Literature il romanziere inglese David Herbert Lawrence scrisse che "[Whitman] fu il primo a rompere il vecchio concetto morale che l'anima è qualcosa di superiore e al di sopra della carne".

Al contrario Emily Dickinson visse la vita signorile di una donna non sposata in una piccola città. Sebbene foormale, le sue poesia è originale, arguta, squisitamente elaborata e ricca di penetrazione psicologica. La sua opera era considerata non convenzionale ai suoi tempi e poco fu puibblicato durante la sua vita.

Letteratura umoristica e per ragazzi[modifica | modifica wikitesto]

Mark Twain, 1907.

Mark Twain, pseudonimo di Samuel Langhorne Clemens, fu il primo grande scrittore anericano ad essere nato lontano dalla costa atlantica, nello stato di frontiera del Missouri.

Anche la letteratura umoristica era molto popolare, gli autori di maggior successo furono Seba Smith e Benjamin P. Shillaber nel New England e David Crockett, Augustus Baldwin Longstreet, Johnson J. Hooper, Thomas Bangs Thorpe e George Washington Harris che scrivevano della conquista dell'ovest.

Mark Twain (the pen name of Samuel Langhorne Clemens, 1835-1910) was the first major American writer to be born away from the East Coast – in the border state of Missouri. His regional masterpieces were the memoir Life on the Mississippi and the novel Adventures of Huckleberry Finn. Twain's style – influenced by journalism, wedded to the vernacular, direct and unadorned but also highly evocative and irreverently humorous – changed the way Americans write their language. His characters speak like real people and sound distinctively American, using local dialects, newly invented words, and regional accents.

Saggistica[modifica | modifica wikitesto]

{{...}}

Il Novecento[modifica | modifica wikitesto]

Tra due secoli[modifica | modifica wikitesto]

Ernest Hemingway in divisa.

Nei suoi racconti e romanzi, Edith Wharton (1862–1937) mette sotto la lente d'ingrandimento la upper class della east coast in cui era cresciuta. Uno dei suoi libri migliori, The Age of Innocence (L'età dell'innocenza), del 1920, è incentrato sulla scelta di un uomo di accettare un matrimonio di convenienza sacrificando i sentimenti. Quasi contemporaneamente Stephen Crane (1871–1900), principalmente noto per il romanzo sulla guerra civile The Red Badge of Courage (Il segno rosso del coraggio), del 1895, descrive la vita delle prostitute di New York in Maggie: A Girl of the Streets (Maggie: ragazza di strada), del 1893. In Sister Carrie, del 1900, Theodore Dreiser (1871–1945) traccia il ritratto di una ragazza di campagna che si trasferisce a Chicago e diventa una mantenuta. Hamlin Garland (1860-1940) e Frank Norris (1870-1902) si dedicano invece ai problemi degl mondo contadino da una prospettiva naturalista.

Più direttamente incentrato sulla discussione politica e il legame con le potenti corporazioni è il fantascientifico Looking Backward (Guardando indietro, 2000-1887), del 1888, di Edward Bellamy (1850-1898), dove si immagina un 2000 in cui il sogno americano è avverato ma ad un prezzo insostenibile. Sostenitore del socialismo è Upton Sinclair (1878-1968), noto soprattutto per il romanzo di denuncia The Jungle (La giungla) del 1906. Tra gli altri scrittori politici si trovano Edwin Markham (1852-1940) e William Vaughn Moody (1869-1910), mentre tra i giornalisti d'inchiesta Ida M. Tarbell (1857-1944) e Lincoln Steffens (1866-1936), noti collettivamente, con altri colleghi, col nome di The Muckrakers, letteralmente gli sparaletame. Nell'autobiografia letteraria di Henry Brooks Adams (1838-1918), The Education of Henry Adams, del 1907, è realizzata una pungente descrizione del sistema educativo e della vita conemporanea.

Presto la sperimentazione formale diventa anche sperimentazione di temi e generi. Nel 1909 Gertrude Stein (1874–1946) pubblica a Parigi Three Lives, un lavoro innovativo influenzato dalla sua familiarità col cubismo, il jazz e gli altri movimenti artistici a lei contemporanei. Stein venne etichettata insieme ad un gruppo di letterati statunitensi che vissero a Parigi negli anni 1920 e 1930 col nome di generazione perduta.

Il rifiuto della stretta metrica vittoriana in Whitman e l'oscura frammentarietà della poesia di Dickinson posero le basi per lo sviluppo di un nuovo idioma poetico che sarebbe pietamente fiorito nel primo quarto del XX secolo e che è noto come modernismo, di cui Pound ed Eliot sono i massimi esponenti statunitensi. Ezra Pound (1885–1972), sebbene nato in Idaho, passò gran parte della sua vita in Europa e soprattutto in Italia. La sua opera, complessa, a volte oscura, ricca di riferimenti ad altre radizioni letterarie e ad altre forme artistiche è un trait-d'union tra oriente e occidente. Grande fu la sua influenza su molti poeti, tra cui T. S. Eliot (1888–1965), anch'egli espatriato e premio Nobel per la letteratura nel 1948. Eliot è autore di una poesia cerebrale, densa di simboli. In The Waste Land (La terra desolata), del 1922, dà corpo a un'aspra visione della società dopo la prima guerra mondiale con immagini rotte e tormentate. Al pari di Pound, la poesia di Eliot è fortemente allusiva tanto che alcune edizioni di The Waste Land comparvero provviste di note a pie' di pagina dell'autore stesso.

Il movimento modernista si diffuse rapidamente tra molti poeti, pur con distinguo e diverse prese di posizione. La poesia di Wallace Stevens (1879-1955) è ancora romantica nel suo stile cerebrale ed enigmatico, mentre William Carlos Williams (1883-1863) divenne un esempio per i giovani colleghi non solo per la sua attivatà di mentore, ma anche per i suoi studi sul ritmo che lo portarono a concepire il fondamentale concetto di metrica variabile. Di Edward Estlin Cummings (1894-1962) resta l'uso avanguardista ed innovativo delle convenzioni sintattiche che evocano una visione della realtà spontanea e fanciullesca. Molti altri lasciarono il segno in un periodo di grande sviluppo della poesia statunitense, tra i quali Robert Frost (1874–1963), Hart Crane (1899–1932), Marianne Moore (1887-1972) e Hilda Doolittle (1886-1961).

Stein, Pound e Eliot, insieme a Henry James prima di loro, dimostrano la crescita di una prospettiva internazionale per la letteratura statunitense, e non semplicemente per aver passato gran parte della loro vita all'estero. Gli scrittori statunitensi avevano sempre guardato ai modelli europei per trarne ispirazione, e sebbene l'esplosione letteraria della metà del XIX secolo avesse finito per creare uno stile e dei temi distintamente statunitensi, gli autori di quel periodo ancora cercavano il modo di contribuire allo sviluppo della scena letteraria internazionale non come imitatori ma come pari. A un altro livello, qualcosa di simile stava succedendo all'interno degli Stati Uniti, dove degli scrittori ebrei, come Abraham Cahan (1860-1951), padre della letteratura ebraico-americana, iniziavano a usare l'inglese per raggiungere il pubblico ebreo internazionale. Anche un piccolo gruppo di scrittori arabo-americani sotto la guida di Khalil Gibran (1883-1931) noti come Al-Rabitah al-Qalamiyah (ovvero la "New York Pen League"), stava assorbendo lo stile moderno europeo per poi introdurvi in modo innovativo le forme e i temidella letteratura in lingua araba.

Gli scrittori espressero anche il disicanto della generazione del dopoguerra. I racconti e i romanzi di Francis Scott Fitzgerald (1896–1940) catturano il sentimento d'inquietudine e sfiducia degli anni 1920. Il tema caratteristico di Fitzgerald, espresso lucidamente in The Great Gatsby (Il grande Gatsby), del 1925, è la tendenza dei sogni di gloria della gioventù a dissolversi nel fallimento e nella sconfitta. Fitzgerald svela anche il collasso degli ideali chiave della cultura statunitense quali la libertà, l'unità sociale, il buon governo e la pace, concetti che subivano pesantemente la pressione della società di inizio secolo. Anche Sinclair Lewis (1885-1951) e Sherwood Anderson (1876-1941) dipinsero un quadro critico della vita statunitense, come nella pessimistica U.S.A. trilogy (La trilogia USA) di John Dos Passos (1896-1970) pubblicata tra il 1930 e il 1936.

F. Scott Fitzgerald fotografato da Carl van Vechten, 1937.

Ernest Hemingway (1899–1961), premio Nobel per la letteratuta nel 1953, vide in prima persona la violenza della prima guera mondiale come autista d'ambulanza. La carneficina vissuta lo persuase che un linguaggio astratto era troppo vuoto per descrivere la sua esperienza; decise dunque di tagliare le parole inutili, semplificare la struttura delle frasi e concentrare le idee in azioni e oggetti concreti. I suoi romanzi migliori sono generalmente considerati The Sun Also Rises (Fiesta (Il sole sorgerà ancora)) del 1926 e A Farewell to Arms (Addio alle armi) del 1929.

Cinque anni prima di Hemingway un altro romanziere statunitense vinse il premio Nobel: William Faulkner (1897–1962). Le sue opere, in gran parte ambientate nell'immaginaria contea di Yoknapatawpha County, idealmente posta lungo le rive del Mississippi, sono caratterizzate da una scrittura densa di pathos e di grande spessore psicologico, da periodi lunghi e sinuosi e da una cura meticolosa nella scelta dello stile e del linguaggio, un'approccio alla scrittura del tutto antitetico a quello di Hemingway. È stato ritenuto forse l'unico vero narratore modernista statunitense degli anni 1930: evidente è il legame con la sperimentazione di scrittori europei quali James Joyce, Virginia Woolf e Marcel Proust tramite l'uso di strumenti espressivi innovativi quali il flusso di coscienza, narrazioni elaborate da punti di vista multipli e salti temporali nella cronologia del racconto. Tra i suoi romanzi rimangono memorabili Sartoris e The Sound and the Fury (L'urlo e il furore), entrambi del 1929, e As I Lay Dying (Mentre morivo) del 1930.

Lo sviluppo del teatro statunitense[modifica | modifica wikitesto]

Eugene O'Neill nel 1936

Sebbene la tradizione tetrale statunitense possa essere fatta risalire all'arrivo della compagnia di Lewis Hallam nella metà dell'Ottocento e sia stata molto attiva nel XIX secolo, come mostra la popolarità di minstrel show e l'adattamento della Capanna dello zio Tom, il genere teatrale attirò l'interesse internazionale solo tra gli anni 1920 e 1930 con l'opera di Eugene O'Neill (1888-1953), vincitore del premio Nobel nel 1936. A metà del XX secolo la scena teatrale era dominata dai lavori dei drammaturghi Tennessee Williams (1911-1983) e Arthur Miller (1915-2005), mentre il teatro musicale era pienamente maturo e aveva trovato il modo di fondere testo, musica e danza in musical quali Oklahoma! del 1943 e West Side Story del 1957. Tra gli autori della seconda metà del Novecento si distinguono Edward Albee (1928-), Sam Shepard (1943-), David Mamet (1947-), Wendy Wasserstein (1950-2006) e August Wilson (1945-2005).

La grande depressione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Grande depressione.
John Steinbeck nel 1962

Il tema dominante della letteratura della grande depressione è stato decisamente la critica sociale. John Steinbeck (1902–1968), premio Nobel per la letteratura nel 1962, ne è stato il più grande interprete. Dopo un buon esordio, raggiunse la notorietà nel 1954 con lo scanzonato e surreale Tortilla Flat (Pian della Tortilla) a cui segue nel 1937 il drammatico Of Mices and Men (Uomini e topi). Nel 1939 viene pubblicato il suo capolavoro, l'epico The Grapes of Wrath (Furore). L'accoglienza fu "un fenomeno su scala nazionale. Venne bandito pubblicamente e bruciato dalla gente, se ne dibatteva sulle radio nazionali; ma, nonostante tutto, fu letto[15]". La natia Salinas e i suoi dintorni sono l'ambientazione d'elezione dei suoi romanzi, ambientazione alla quale sa però rinunciare nel picaresco Travels with Charley: In Search of America (Viaggio con Charley), un viaggio attraverso tutti gli Stati Uniti, per arrivare fino in Francia con il satirico The Short Reign of Pippin IV: A Fabrication (Il breve regno di Pipino IV). Contemporaneo di steinbeck, Nathanael West (1903-1940) è principalmente noto per due romanzi brevi: Miss Lonelyhearts (Signorina Cuorinfranti), del 1933, una commedia nera espressionista che svela la vita di un anonimo redattore della posta del cuore costretto a interpretare la signorina Cuorinfranti del titolo e dei tragici effetti dei suoi consigli, e The Day of the Locust (Il giorno della locusta), del 1934, una delle prime, acute analisi del mondo dei media, che mette in scena l'alienazione di un gruppo di personaggi che ruotano intorno all'industria del cinema.

Henry Miller assunse un ruolo unico nella letteratura statunitense degli anni 1930 quando apparvero i suoi romanzi semiautobiografici, stampati a Parigi e a lungo vietati negli Stati Uniti. Sebbene il bando ai suoi lavori maggiori, quali Tropic of Cancer (Tropico del Cancro) del 1934 e Tropic of Capricorn (Tropico del Capricorno) del 1939, sia avvenuto solo nel 1961, i temi e le innovazioni stilistiche poterono influire grandemente sulla generazione successiva e in particolare sulla rappresentazione della sessualità in autori quali John Updike, Philip Roth e William Styron (1925-2006).

In ambito poetico la "tradizione" modernista venne mantenuta da un gruppo di poeti noti come oggettivisti. Teorico del gruppo fu Louis Zukofsky (1904-1978), mentre altri membri furono Charles Reznikoff (1894-1976), George Oppen (1908-1984), Langston Hughes (1902-1967) e Countee Cullen (1903-1946).

Chiaramente non tutti gli autori erano allineati all'estetica modernista e tra gli anni 1930 e 1950 si sviluppò il New Criticism, una corrente letteraria critico-poetica diretta verso il rifiuto di ogni spiegazione storico-ideologica della poesia. Tra gli esponenti del gruppo, spesso accomunati dall'origine sudista e dalla provenienza da gruppi di intellettuali contrari all’industrializzazione, al marxismo e alla politica di Roosevelt (come i Southern Agrarians e I Fuggiaschi), si annoverano John Crowe Ransom (1888-1974), Allen Tate (1899-1979) e Robert Penn Warren (1905-1989).

Il secondo dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Beat generation.

Il periodo di tempo che va dalla fine della seconda guerra mondiale a, approssimativamente, la fine degli anni 1960 e i primi anni 1970 vide la pubblicazione di alcune delle opere pi note e opolari della leteratuta statunitense, tra cui, nel 1960, To Kill a Mockingbird (Il buio oltre la siepe) di Harper Lee. Questo lasso di tempo è anche dominato da due tendenze contrarie: il realismo modernista contro lo sfrenato romanticismo beatnik.

Nato in Canada, ma cresciuto a Chicago, Saul Bellow (1915-2005), divenne uno dei più influenti romanzieri statunitensi delle due decadi immediatamente successive alla fine della guerra. In opere come The Adventures of Augie March (Le avventure di Augie March), del 1953, e Herzog, del 1964, Bellow dipinge un vivido ritratto della metropoli statunitense e del carattere distintivo dei suoi abitanti. L'opera di Bellow venne premiata con il premio Nobel nel 1976.

A partire da Nine Stories (Nove racconti) del 1953 e The Catcher in the Rye (Il giovane Holden) del 1951 di J.D. Salinger fino a The Bell Jar (La campana di vetro) del 1963 di Sylvia Plath, il folle mondo degli affari venne portato alla ribalta della letteratura nazionale. Anche scrittori immigrati, come Vladimir Nabokov (1899-1977), autore nel 1955 di Lolita si confrontarono con questo tema mentre, quasi contemporaneamente, i beatnik prendevano le distanze dai loro predecessori della generazione perduta, sviluppando uno stile e un tono del tutto personale, un senso spesso artificioso di disorientamento che mescola la spiritualità dell'estremo oriente con la sperimentazione delle droghe ricreative[16].

Allen Ginsberg e Peter Orlovsky nel 1978

La poesia e la narrativa della beat generation, nata essenzialmente intorno ad un circolo di intelletuali newyorkesi della Columbia University, trovò la sua patria d'elezione in San Francisco dove, con la serata dei Six Poets and Six Gallery, il 13 ottore 1955 nasce ufficialmente la San Francisco Renaissance ad opera di Philip Lamantia (1927-2005), Michael McClure (1932-), Philip Whalen (1923-2002), Allen Ginsberg (1926-1997) e Kenneth Rexroth (1905-1982)[17] Il termine beat si riferisce contemporaneamente alla controcultura della scena jazz, al senso di ribellione verso la società conservatrice postbellica e alle nuove forme di esperienze spirituali mediate dalle droghe, dall'alcol e dal pensiero del bhuddismo zen e più in generale dalle filosofie allogene e orientali. Howl (L'urlo) di Ginsberg si pone a modello del movimento, con il suo incipit alla Whitman: "Ho visto le migliori menti della mia generazione distrutte dalla follia...[18]". In campo narrativo i risultati più riusciti del beat sono On the Road (Sulla strada), del 1957 di Jack Kerouac (1922-1969), la cronaca di una ricerca di sè attraverso gli Stati Uniti, e Naked Lunch (Pasto nudo), del 1959 di William S. Burroughs (1914-1997), un lavoro più sperimentale strutturato come una serie di vignette che raccontano, tra l'altro, il viaggio del narratore verso la conoscenza delle droghe pesanti.

L'esperienza della guerra generò tuttavia anche un movimento narrativo di ispirazione più specificamente postbellica. I lavori più noti del genere sono The Naked and the Dead (Il nudo e il morto) del 1948 di Norman Mailer (1923-2007), Catch-22 (Comma 22) del 1961 di Joseph Heller (1923-1999) e soprattutto Slaughterhouse-Five (Mattatoio n. 5) del 1969 di Kurt Vonnegut (1922-2007). The Moviegoer (L' uomo che andava al cinema) del 1962 di Walker Percy (1916-1990), vincitore del National Book Award, è considerato un tentaivo di esplorare "lo straniamento dell'uomo nell'epoca moderna[19]".

John Updike

Diverso è l'approcio verso la società di John Updike (1932-2009), decisamente più riflessivo ma non meno criticamente sovversivo. Il suo romanzo del 1960 Rabbit, Run (Corri, coniglio), il primo di una tetralogia incentrata intorno al personaggio di Harry "Rabbit" Angstrom e che segue la sua ascesa e caduta inquadrate nel panorama dei maggiori eventi dei primi quaranta anni della seconda metà del Novecento, rompe gli schemi della descrizione della middle class infrangendo, tra gli altri, il tabù dell'adulterio. Degni di nota, nello stile di Updike, sono l'innovazione nell'uso della narrazione al presente, il vocabolario ricco e stilizzato e la sua attenzione verso il mondo sensuale, pur ssendo profondamente imbevuto di tematiche cristiane. Gli ultimi due capitoli della tetralogia di Rabbit, Rabbit is Rich (Sei ricco, coniglio) del 1981 e Rabbit at Rest (Coniglio riposa) del 1990 vinsero entrambi il premio Pulitzer, ma da ricordare sono anche il ciclo di Henry Bech, pubblicato tra il 1970 e il 1998, The Witches of Eastwick (Le streghe di Eastwick) del 1984, e soprattutto In the Beauty of the Lilies (Nello splendore dei gigli) del 1996, che il critico Michiko Kakutani ritiene "decisamente il suo migliore."[20]

Frequentemente associato a Updike è Philip Roth (1933-). Roth espora vigorosamente il tema dell'identità ebraica nella società statunitense, specialmente nel dopoguerra fino ai primi anni del XXI secolo. Sovente ambientati a Newark, in New Jersey, i romanzi di Roth sono noti per la presenza di temi autobiografici e molti suoi personaggi, tra cui spicca il romanziere fittizio Nathan Zuckerman, non sono altro che l'alter ego dello scrittore. Roth, armato di uno stile articolato e fast-paced, esplora il confine tra realtà e finzione letteraria portando avanti, al contempo, una provocativa indagine della cultura statunitense. Tra i suoi lavori spicca il controverso Portnoy's Complaint (Lamento di Portnoy) del 1969 e soprattutto American Pastoral (Pastorale americana) del 1997, con il quale vinse il premio Pulitzer.

Nell'ambito della letteratura afroamericana, il romanzo del 1953 di Ralph Ellison (1914-1994) Invisible Man (Uomo_invisibile) fu immediatamente come il più importante e potente lavoro degli anni immediatamente successivi alla guerra. Ambientato in gran parte ad Harlem, mette in scena le tensioni razziali ancora represse in gran parte della nazione mentre contemporaneamente si dipana lo studio psicologico del protagonista, l'uomo invisibile del titolo. Richard Wright (1908-1960) raggiunse gli onori della ribalta letteraria con il racconto The Man Who Was Almost a Man del 1939 e il controverso romanzo Native Son (Paura) dell'anno successivo. Ma è con Black Boy (Ragazzo negro), del 1945, che entra definitivamente nella storia della letteratura raccontando la sua infanzia e la sua educazione essenzialmente da autodidatta nel sud segregazionista. A causa delle sue aperte critiche e del suo ruolo nel Partito Comunista, la parte finale del romanzo, American Hunger, venne pubblicata solo nel 1971.

Racconti brevi e poesia[modifica | modifica wikitesto]

Nel periodo postbellico tornò a fiorire la vena del racconto breve. Tra i maggiori autori del genere spicca Flannery O'Connor[21] (1925–1964). Nativa della Georgia, rinnova il fascino dei giganti cantori del sud quali Faulkner e Twain sviluppando una personale estetica gotica in cui i personaggi agiscono su due livelli, quello di persone e quello di simboli senza tempo. Devota cattolica, O'Connor imbeve le sue opere, tra cui i racconti A Good Man is Hard to Find (Un brav’uomo è difficile da trovare) del 1955 e Everything That Rises Must Converge (Punto Omega) del 1965 e i romanzi Wise Blood (La saggezza nel sangue) del 1952 e The Violent Bear It Away (Il cielo è dei violenti) del 1960, di temi religiosi, focalizzando l'attenzione verso la ricerca della verità e lo scontro con lo scetticismo religioso ai tempi dell'era atomica. Tra gli altri autori di racconti sono da ricordare Katherine Anne Porter (1890-1980), Eudora Welty (1909-2001), John Cheever (1912-1982), Raymond Carver (1938-1988), Tobias Wolff (1945-) e il più sperimentale Donald Barthelme (1931-1989).

John Ashbery nel 2007

Tra i più apprezzati poeti postbellici spicca John Ashbery (1927-), figura chiave della surrealistica New York School e autore del celebre Self-Portrait in a Convex Mirror (Autoritratto in uno specchio convesso), premio Pulitzer per la poesia nel 1960. Altri autori sono Elizabeth Bishop (1911-1979), premio Pulitzer nel 1956 con North & South e vincitrice del National Book Award per la poesia nel 1970 con Geography III; Richard Wilbur (1921-), vincitore sia del Pulitzer che del national Book Award nel 1957 con Things of This World; John Berryman (1914-1972), Pulitzer nel 1964 e National Book Award nel 1968; A.R. Ammons (1926-2001), National Book Award nel 1973 per Collected Poems 1951-1971 e nel 1993 per Garbage; Theodore Roethke (1908-1963), Pulitzer nel 1954 per The Waking; James Merrill (1926-1995), Pulitzer nel 1977 per l'epico The Changing Light at Sandover; Louise Glück (1943-), Pulitzer nel 1993 per The Wild Iris; W.S. Merwin (1927-) Pulitzer nel 1971 per The Carrier of Ladders e nel 2009 per The Shadow of Sirius; Mark Strand (1934-), Pulitzer nel 1999 per Blizzard of One; Robert Hass (1941-), National Book Award nel 2007 e Pulitzer nel 2008 per Time and Materialse Rita Dove (1952-), Pulitzer nel 1987 per Thomas and Beulah.

In aggiunta, e in un ambito inizialmente meno accademico, la poesia confessionale, la cui origine è spesso individuata nella pubblicazione nel 1959 di Life Studies[22] di Robert Lowell (1917-1977), e la poesia beat, le cui voci migliori sono quelle di Allen Ginsberg, Gary Snyder (1930-), Anne Sexton (1928-1974) e Sylvia Plath, crebberò di popolarità fino ad essere normalmente presenti in ogni antologia della letteratura statunitense.

Letteratura postmoderna e contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Letteratura postmoderna.

Sebbene la sua esatta definizione sia ancora oggetto di discussione, dalla fine degli anni 1970 all'inizio del XXI secolo, il più importante movimento letterario è stato il postmodernismo. Thomas Pynchon (1937-) pubblicò nel 1973 quella che può essere considerata l'opera fondativa del genere, Gravity's Rainbow (L'arcobaleno della gravità), con la quale vinse il National Book Award e nominata per il premio Pulitzer per la narrativa quello stesso anno. Oltre alla distorsione temporale e al monologo interiore e alla presenza di un narratore inattendibile, le tecniche usate più propriamente postmoderne sono il metaromanzo, le trame assurde, lo humour iperbolico, l'uso deliberato di anacronismi e arcaismi, un marcato interesse per gli studi postcoloniali e il mescolarsi sovversivo di cultura "alta" e "bassa". Tra le opere maggiormente apprezzate di Pynchon si trovano V., il suo debutto letterario del 1960, The Crying of Lot 49 (L'incanto del lotto 49) (1966) e Mason & Dixon (1997).

Toni Morrison nel 2008 al A Tribute to Chinua Achebe - 50 Years Anniversary of Things Fall Apart

Toni Morrison (1931-), vincitrice del premio Nobel per la letteratura nel 1993, scrivendo nel solco della tradizione realista in una prosa quasi poetica e profondamente evocativa, diede alle stampe il suo romanzo di debutto, The Bluest Eye (L'occhio più azzurro), nel 1970 ricevendo dalla critica un'opinione entusiasta. Ambientato al tempo della firma del Voting Rights Act del 1965, il romanzo si impernia intorno alla vicenda di uno stupro incestuoso ed esplora le convenzioni della bellezza così come stabilita da una società razzista dipingendo il ritratto di una donna nera alla ricerca autodistruttiva della realizzazione dell'ideale bianco (gli occhi azzurri del titolo). Tra i suoi lavori successivi meritano attenzione Sula del 1974, Song of Solomon (Canto di Salomone) del 1977 e soprattutto Beloved (Amatissima) del 1987. Quest'ultimo è stato individuato nel 2006 dal New York Times come la più importante opera di narrativa dei passati 25 anni[23].

Cormac McCarthy (1993-), il cui stile lirico e fluente, ricco di metafore e polisindeti pur rifuggendo l'uso eccessivo della punteggiatura, ricorda al contempo Faulkner e Hemingway, raccoglie le tradizioni letterarie di molte regioni statunitensi attraversando generi diversi. Il suo debutto del 1965, The Orchard Keeper (Il guardiano del frutteto), è decisamente faulkneriano nella sua estetica Southern Gothic. Nel 1979 compare Suttree, che, scritto con la vena di un Melville, mescola umorismo nero e tragedia facendo un intenso uso del registro colloquiale. Nel 1985 è la volta di Blood Meridian (Meridiano di sangue) che il critico Harold Bloom definì "il più grande libro dai tempi di Mentre morivo di Faulkner", considerando il personaggio di Judge Holden "a parte Moby Dick, la più mostruosa apparizione di tutta la letteratura americana"[24]. Decisamente più pastorale è il tono del romanzo di formazione in tre parti Border Trilogy (Trilogia della frontiera), pubblicato tra il 1992 e il 1998 e vincitore del National Book Award; vira invece verso l'apocalittico The Road (La strada) del 2007, vincitore tra l'altro del premio Pulitzer. I romanzi di McCarthy sono stati un successo sia commerciale che di critica, e molti di essi sono stati adattati per il grande schermo[25].

Con Philip Roth, McCarthy e Pynchon, Don DeLillo (1936-) è considerato[24] tra i maggiori scrittori statunitensi contemporanei. Egli cominciò la sua ascesa nel panorama letterario statunitense nel 1985 con il romanzo White Noise (Rumore bianco (romanzo)), un'opera che tocca il tema della morte e del consumismo e che è al contempo una satira sociale. Il suo debutto avvenne tuttavia alcuni anni prima, nel 1971, con Americana in cui già compare fortemente la tematica del disagio interiore dell'uomo nella società contemporanea. Underworld, del 1997, viene generalmente indicato come il suo capolavoro[23]: una pallina da baseball è il filo rosso per la costruzione di un gigantesco affresco degli Stati Uniti dall'inizio della guerra fredda fino agli anni novanta.

Tra gli scrittori della generazione postbellica si distingue Paul Auster (1947-), un accolito del postmodernismo al pari di Pynchon. Noto per le sue sperimentazioni con la narrazione frammentata, il metaromanzo, l'intertestualità e i punti di vista multipli, Auster unisce l'assurdo con gli elementi del giallo. Già traduttore dal francese, subisce l'influenza di Albert Camus, Jacques Derrida e Jean-Paul Sartre insieme a quella dello scrittore pulp Dashiell Hammett. Nei tre volumi che compongono The New York Trilogy (Trilogia di New York), pubblicati tra il 1985 e il 1986, si dipanano tre detective-stories in una New York strana e surreale, in cui tutto si confonde e si sfuma. Dallo stile decisamente più realistico e debitore di John Updike e Walker Percy, Richard Ford (1944-) sale alla ribalta letteraria nel 1986 con l'apprezzato The Sportswriter (Sportswriter). Il volume è il primo di una trilogia dedicata all'uomo comune (l'everyman) Frank Bascombe, a cui seguirono Independence Day (Il giorno dell'indipendenza) nel 1995 e The Lay of the Land (Lo stato delle cose) nel 2006.

Jonathan Franzen al Brooklyn Book Festival del 2008.

A cavallo tra i due secoli si afferma David Foster Wallace (1962-2008), il cui romanzo del 1996 Infinite Jest, un ritratto futuristico degli Stati Uniti e una critica fulminante alla saturazione mediatica, è stato ripetutamente inserito tra i più importanti lavori letterari del XX secolo[26]. Nel 2000 vede la luce The Amazing Adventures of Kavalier & Clay (Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay) di Michael Chabon (1963-), che si aggiudica il premio Pulitzer. Il romanzo segue due amici ebrei nel cammino verso l'affermazione nel mondo dei fumetti nel momento del loro apogeo (Chabon è anche sceneggiatore e autore di fumetti). Nel 2001 Jonathan Franzen (1959-) si aggiudica il National Book Award con The Corrections (Le correzioni), tragicommedia sulla dissoluzione di una famiglia. L'edizione del premio Pulitzer per la letteratura del 2004 è stata vinta da Marilynne Robinson (1943-) con Gilead, una saga familiare ambientata ai tempi della guerra di secessione americana, mentre il romanzo del 2007 sulle falsificazioni operate dai servizi segreti durante la guerra del Vietnam Tree of Smoke (Albero di fumo) di Denis Johnson (1949-) ha ricevuto il National Book Award. Su quest'ultimo lavoro il critico Michiko Kakutani ha espresso il parere che "è destinato a diventare uno dei classici della letteratura prodotti dalla guerra del Vietnam[27]".

La letteratura delle minoranze etniche[modifica | modifica wikitesto]

Un ruolo chiave nello sviluppo della letteratura statunitense della fine del XX secolo è stato svolto dall'accrescersi in importanza delle opere scritte da e intorno alle minoranze etniche, a partire da quelle afroamericane fino agli ebreoamericani, che già avevano stabilito una propria tradizione letteraria. Questo sviluppo trae origine dal movimento per i diritti civili e del suo corollario, il movimento dell'orgoglio etnico, che diedero vita alla creazione nelle maggiori università ai programmi di studi etnici. Questi programmi aiutarono a fissare la letteratura etnica come oggetto privilegiato dello studio accademico, insieme a nuove aree emergenti come la letteratura femminile, la omosessuale e postcoloniale e alla nascita della teoria della letteratura come componente chiave dello studio letterario accademico.

Dopo essere stata relegata ai libri di cucina e alle autobiografie, la letteratura asiaticoamericana si è imposta sulla scena con il libro di memorie fittizie The Woman Warrior (La donna guerriera) del 1976 e i romanzi China Men del 1980 e Tripmaster Monkey: His Fake Book del 1989 della scritrice di cinese-americana Maxine Hong Kingston (1940-). Lo scrittore cinese-americano Ha Jin (1956-) ha vinto il National Book Award nel 1999 e il premio PEN/Faulkner per la narrativa nel 2000 per il suo secondo romanzo Waiting (L'attesa), incentrato sulla storia di un soldato cinese dell'Esercito Rivoluzionario Nazionale che è costretto ad attendere diciotto anni per potersi separare dalla moglie e che al contempo deve subire la persecuzione a causa della sua relazione clandestina. La debuttante scrittrice indiano-americana Jhumpa Lahiri (1967-) ha vinto il Pulitzer per la raccolta di racconti Interpreter of Maladies (L'interprete dei malanni) del 1999, per poi affermarsi con l'apprezzato The Namesake (L'omonimo) del 2003, adattato poi per il grande schermo nel 2007. Nella sua seconda raccolta di racconti, Unaccustomed Earth (Una nuova terra) del 2008, anch'essa successo di critica e lettori, Lahiri pone l'attenzione sulle esperienze degli immigrati di seconda e terza generazione. Amy Tan (1952-), di discendenze cinesi, è nota per il romanzo The Joy Luck Club (Il circolo della fortuna e della felicità) del 1989, in cui traccia le vite di quattro famigie di immigrati tenute assieme dal gioco del mahjong, mentre Chang-Rae Lee (1965-), di origini coreane, si è affermata con Native Speaker del 1995 e A Gesture Life (Una vita formale) del 1999. Nell'ambito della poesia si distinguono Marilyn Chin (1955-), Li-Young Lee (1957-), Kimiko Hahn (1955-) e Janice Mirikitani (1941-), mentre David Henry Hwang (1957-) è un apprezzato autore teatrale. Egualmente importante è stato lo sforzo di alcuni autori, iniziato dal commediografo Frank Chin (1940-), per individuare i prmi scrittori asiatico-americani: sono così tornati alla luce Sui Sin Far (1865-1914), Toshio Mori (1910-1980), Carlos Bulosan (1913-1956), John Okada (1923-1971), Hisaye Yamamoto (1921-) e altri fino ad allora dimenticati.

Gloria Anzaldua allo Smith College nel 1990

Anche la letteratura ispanoameriana accresce la sua importanza, sia in campo narrativo con gli apprezzati ...y no se lo tragó la tierra (... e la terra non si aprì) del 1971 di Tomás Rivera (1935-1984) e Bless Me, Ultima (La magia di Ultima) del 1972 di Rudolfo Anaya (1937-), che in quello teatrale con la nascita della compagnia Teatro Campesino di Luis Valdez (1940-) che segna la nascita del teatro chicano negli Stai Uniti. Tra le scrittrici Sandra Cisneros (1954-) si pone come icona della letteratura chicana con il romanzo di formazione The House on Mango Street (La casa di Mango Street) del 1984, entrato poi nel programma di insegnamenti di molte scuole statunitensi. Con lei si distinguono anche Denise Chavez (1948-), autrice di The Last of the Menu Girls del 1986 e Gloria Anzaldúa (1942-2004) con Borderlands/La Frontera: The New Mestiza (Terre di confine-La frontera) del 1987. Lo scrittore di origini dominicane Junot Díaz (1968-) ha ricevuto il Pulitzer nel 2007 per il romanzo The Brief Wondrous Life of Oscar Wao (La breve favolosa vita di Oscar Wao), che racconta ambienta a Paterson, in New Jersey, la storia della crescita di un ragazzo dominicano obeso emarginato dalla società. Un'altra scrittrice di origini dominicane è Julia Alvarez (1950-), nota per In the Time of the Butterflies (Il tempo delle farfalle) del 1994. Lo scrittore di origini cubane Oscar Hijuelos (1951-) ha vinto un Pulitzer nel 1990 per The Mambo Kings Play Songs of Love, mentre la scrittrice Cristina García (1958-) ha ricevuto un buon consenso per Dreaming in Cuban del 1992. Tra gli scrittori portoricani hanno raggiunto la fama Nicholasa Mohr (1938-), il drammaturgo e sceneggiatore José Rivera, la poetessa Judith Ortiz Cofer (1952-) e il collettivo Nuyorican Poets Café.

Spinta dal successo di N. Scott Momaday (1934-), vincitore del Pulitzer per House Made of Dawn (Casa fatta di alba) del 1968, la letteratura dei nativi americani ha preso consistenza tanto da parlare di una rinascimento dei nativi americani di cui fanno parte romanzieri come Leslie Marmon Silko (1948-), Gerald Vizenor (1934-), autore anche di saggi sulla letteratura dei nativi americani, Louise Erdrich (1954-), James Welch (1940-2003), Sherman Alexie (1966-) e poeti come Simon Ortiz (1941-) e Joy Harjo (1951-). Il loro successo ha anche riportato l'attenzione sugli autori della generazione precedente, tra i quali Zitkala-Sa (1876-1938), John Joseph Mathews (c. 1894-1979), D'Arcy McNickle (1904-1977) e Mourning Dove (1888-1936).

Più recentemente, la letteratura araboamericana, largamente ignorata fino agli anni 1920 con la creazione della New York Pen League, la prima associazione letteraria arabo-americana, ha guadagnato importanza grazie al lavoro di Diana Abu-Jaber (1960-), Etel Adnan (1925-) e la poetessa Naomi Shihab Nye (1952-).

Saggistica e documentaristica[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Esistono ad ogni modo delle eccezioni: tra le prime colonie statunitensi ve n'erano anche di spagnole, francesi, olandesi, prussiane, svedesi e finlandesi che produssero alcune opere letterarie. Inoltre l'annessione di territori messicani seguita alla guerra messicano-statunitense nel 1848 ha dato luogo alla nascita della letteratura chicana, che può essere scritta in inglese, spagnolo o spanglish. In tempi più recenti si deve ricordare che il premio Nobel Isaac B. Singer componeva in yiddish mentre Josif Brodskij, anch'esso premio Nobel, in russo e inglese.
  2. ^ Fondata nel 1565 da Pedro Menéndez de Avilés, è il più antico insediamento europeo negli Stati Uniti continentali, vedi St. Augustine Town Plan Historic District, su tps.cr.nps.gov, National Historic Landmark. URL consultato il 19 agosto 2010.
  3. ^ a b c d Baym
  4. ^ Chambers, pp. 490–4.
  5. ^ Il racconto di rapimenti da parte dei corsari barbareschi era già popolare in Inghilterra nel XVI e XVII secolo.
  6. ^ Time Line 3: 1621-1630, su ancientgreece-earlyamerica.com. URL consultato il 19 agosto 2010.
  7. ^ a b Skipp
  8. ^ a b Gates, p. 5.
  9. ^ Testo dell'ode di Jupiter Hammon a Phillis Wheatley, su csustan.edu, California State University, Stanislaus. URL consultato il 20 luglio 2009.
  10. ^
    (EN)

    «No murmur of applause was heard. The effect was too deep. After the trance of a moment, several members started from their seats. The cry, 'to arms,' seemed to quiver on every lip, and gleam from every eye!... That supernatural voice still sounded in their ears, and shivered along their arteries... They became impatient of speech - their souls were on fire for action.»

    (IT)

    «Non si sentirono ne mormorii ne applausi. L'effetto fu troppo profondo. Dopo una trance momentanea, molti membri iniziarono ad alzarsi dai loro seggi. L'urlo "Alle armi!" sembrava tremare su ogni labbro e luccicare su ogni occhio!... Quella voce sovrannaturale risuonava ancora nelle loro orecchie e faceva rabbrividire le arterie... Fatti impazienti dal discorso, le loro anime erano in fiamme per l'azione.»

  11. ^ Lettres d'un cultivateur américain, su gallica.bnf.fr, Gallica. URL consultato il 20 agosto 2010.
  12. ^ Non è noto se il motto sia stato composto da Crèvecœur, ma sicuramente si rifà al latino Ubi bene ibi patria di Marco Pacuvio, Teucer, v. 291.
  13. ^ Gray
  14. ^ Gura, pp. 7-8.
  15. ^ Brian Cordyack, 20th-Century American Bestsellers, su www3.isrl.illinois.edu, Graduate School of Library and Information Science, University of Illinois, Urbana-Champaign. URL consultato il 17 agosto 2010.
  16. ^ Santi, p. 12.
  17. ^ Santi, p. 13.
  18. ^ "I saw the best minds of my generation destroyed by madness...", Allen Ginsberg, Howl, 1955.
  19. ^ Roger Kimball, Existentialism, Semiotics and Iced Tea, Review of Conversations with Walker Percy, in New York Times, 4 agosto 1985. URL consultato il 18 agosto 2010.
  20. ^ autoreMichiko Kakutani, Seeking Salvation On the Silver Screen, in New York Times, 12 gennaio 1996. URL consultato il 18 agosto 2010.
  21. ^ Tullia Fabiani, Tutti i racconti, su railibro.rai.it, RAI. URL consultato il 18 agosto 2010.
  22. ^ Groundbreaking Book: Life Studies by Robert Lowell (1959), su poets.org. URL consultato il 18 agosto 2010.
  23. ^ a b What Is the Best Work of American Fiction of the Last 25 Years?, in New York Times, 21 maggio 2006. URL consultato il 16 agosto 2010.
  24. ^ a b Leonard Pierce, Harold Bloom on Blood Meridian, in A.V. Club, 15 giugno 2009. URL consultato il 16 agosto 2010.
  25. ^ Tra essi Passione ribelle, Non è un paese per vecchi e The Road.
  26. ^ All-Time 100 Novels: The Complete List, in Time Magazine. URL consultato il 17 agosto 2010.
  27. ^ Michiko Kakutani, In Vietnam: Stars and Stripes, and Innocence Undone, in The New York Times, 31 agosto 2007. URL consultato il 17 agosto 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Storia della letteratura americana, Milano, Sansoni, 1994, ISBN 978-88-383-1612-8.
  • Vito Amoruso, La letteratura americana moderna 1861-1915, Bari, Laterza, 2000, ISBN 978-88-420-6199-1.
  • Paola Cabibbo, La letteratura americana dell'età coloniale, Roma, Carocci, 1993, ISBN 978-88-430-0638-0.
  • Marcus Cunliffe, Storia della letteratura americana, a cura di Massimo Bacigalupo, Torino, Einaudi, 1990, ISBN 978-88-06-11856-3.
  • James D. Hardt, Dizionario Oxford della letteratura americana, tradotto da Andrea Mariani, Roma, Gremese Editore, 1999, ISBN 978-88-7742-344-3.
  • Tommaso Pisanti, Storia della letteratura americana, Roma, Newton Compton, 1994, ISBN 978-88-7983-655-5.
  • Salvatore Rosati, L'ombra dei padri. Studi sulla letteratura americana, Roma, Storia e Letteratura, 1958, ISBN 978-88-8498-537-8.
  • Flavio Santi, Introduzione, in Su quale pianeta, Milano, Marcos y Marcos, 1999, ISBN 88-7168-258-0.
  • Piera Zichella, Letteratura americana. Dagli inizi ai giorni nostri, Milano, Bignami, 2003, ISBN 978-88-433-0927-6.
  • (EN) Giles Gunn (a cura di), Early American Writing, New York, Penguin Classics, 1994, ISBN 978-0-14-039087-2.
  • (EN) editore W.W. Norton & Company, The Norton Anthology of American Literature, a cura di Nina Baym, New York, 2007.
  • (EN) Edmund Kerchever Chambers, William Shakespeare: A Study of Facts and Problems, Oxford, Clarendon Press, 1930.
  • (EN) Henry Louis Gates, The Trials of Phillis Wheatley: America's First Black Poet and Her Encounters with the Founding Fathers, New York, Basic Civitas Books, 2003, ISBN 978-0-465-02729-3.
  • (EN) Richard Gray, A History of American Literature, Blackwell, 2004.
  • (EN) Philip F. Gura, American Transcendentalism: A History, New York, Hill and Wang, 2008, ISBN 978-0-8090-1644-0.
  • (EN) Myra Jehle, The English Literatures of America: 1500-1800, New York, Routledg, 1996, ISBN 978-0-415-91903-6.
  • (EN) Francis E. Skipp, American Literature, Barron's Educational, 1992.
  • (EN) * William Wirt, Sketches of the life and character of Patrick Henry, Philadelphia, Webster, 1816.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

[[Categoria:Scrittori statunitensi]] [[ar:أدب أمريكي]] [[bs:Američka književnost]] [[bg:Американска литература]] [[ca:Literatura dels Estats Units d'Amèrica]] [[cs:Americká literatura]] [[de:Amerikanische Literatur]] [[en:American literature]] [[es:Literatura de Estados Unidos]] [[fr:Littérature américaine]] [[ko:미국문학]] [[hi:अमेरिकी साहित्य]] [[id:Sastra Amerika Serikat]] [[ka:ამერიკული ლიტერატურა]] [[hu:Az USA irodalma]] [[nl:Amerikaanse literatuur]] [[no:Amerikansk litteratur]] [[ja:アメリカ文学]] [[pl:Literatura amerykańska]] [[pt:Literatura dos Estados Unidos da América]] [[ru:Литература США]] [[sk:Americká literatúra]] [[sv:Litteratur i USA]] [[tr:ABD edebiyatı]] [[vi:Văn học Mỹ]] [[zh:美国文学]]