Sirti

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Sirti
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1921 a Milano
Sede principaleSesto San Giovanni
Persone chiaveDavid Benello, Presidente; Laura Cioli, Amministratore Delegato
SettoreTelecomunicazioni, Energia e Digital Solutions
ProdottiServizi e soluzioni per le reti di telecomunicazione
Fatturato711 milioni di € (2021)
Dipendenti3800 + (2021)
Sito webwww.sirti.it/

Sirti S.p.A. è una azienda specializzata nella progettazione, realizzazione e manutenzione di grandi reti di telecomunicazione.

Fondata nel 1921, opera nei settori delle telecomunicazioni, dell’energia e delle soluzioni digitali per le aziende. Sirti è un attore di successo anche a livello internazionale in Europa e in Medio Oriente.

Il Gruppo Sirti svolge attività di ricerca e sviluppo presso le proprie sedi di Sesto San Giovanni (MI) e Roma, inoltre partecipa a progetti di ricerca in ambito europeo in collaborazione con alcuni dei principali operatori di telecomunicazioni, università, centri di ricerca e società manifatturiere.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La nascita[modifica | modifica wikitesto]

È stata fondata da Vittorio Bruni Tedeschi di CEAT e Piero Pirelli di Pirelli il 21 novembre 1921 con il nome di Società Italiana Reti Telefoniche Interurbane con sede a Milano. Nel 1925 fanno l'ingresso nell'azionariato le società Western Electric, ITT e Siemens, portando Sirti ad essere leader italiano nella installazione di reti per comunicazioni telefoniche[1]; in quegli anni, crea peraltro la prima rete telefonica interurbana in Italia, collegando nord, centro e sud della penisola, andando ad operare anche nell'Africa orientale italiana.

Il dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Nel secondo dopoguerra, partecipa alla ricostruzione, fornendo e posando cavi coassiali e ponti radio[2][3], insieme a Pirelli e Sielte: nel 1977 completa la messa in posa del COS2, la prima rete urbana in fibra ottica al mondo, di progettazione CSELT e in collaborazione con Pirelli[4].

L'ingresso in IRI e l'espansione internazionale[modifica | modifica wikitesto]

Entrata nell'orbita del gruppo IRI-STET (a partire dal 1965), nel 1978 assume l'attuale denominazione, iniziando a lavorare in tutto il mondo, realizzando, ad esempio, una dorsale di comunicazione in cavi coassiali tra Golfo Persico e Mar Rosso, per un totale di 1400 km. Nel 1985 si quota in Borsa; detiene l'esclusiva per la manutenzione delle rete telefonica nazionale di SIP ed ASST e tra i clienti annovera Ministero della difesa, Enel, Autostrade ed è partner del Consorzio Saturno, incaricato di costruire gli impianti tecnologici sulla rete ferroviaria italiana ad alta velocità. Nel 1997 entra a far parte di Telecom Italia a seguito della trasformazione di STET.

Dall'uscita da Telecom Italia ai giorni nostri[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2000 viene venduta a Wiretel ed il suo ramo immobiliare, un patrimonio valutato tra 360 e 410 miliardi di lire, viene conferito nella nascente IMMSI S.p.A..

A Genova, nel 2006, nasce il centro di ricerca Sirti finalizzato allo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche nell’ambito della sicurezza ferroviaria. Il titolo Sirti torna a primeggiare in borsa con un incremento di valore da record fino al 2008 (2,65 € per azione), anno in cui si registra il delisting.

Il 4 aprile 2008 Veicolo Italiano Investimenti Tecnologici acquisisce il 95% delle azioni Sirti, facendo scattare il diritto per Borsa Italiana di revocare la quotazione di Sirti.

Nel 2013, insieme a Huawei, realizza la rete LTE per Wind, vincendo il bando da 1 miliardo di euro promosso dal gestore telefonico.

Il 10 agosto 2016 Pillarstone Italy, piattaforma finanziaria fondata da Kkr Credit, rileva il 100% del capitale da HIIT e Banca Imi. Alla fine dello stesso anno, Sirti annuncia il termine dell’acquisizione dell’intero capitale azionario di Foi & Vitali Elettrodotti S.p.A., dando origine a Sirti Energia, società interamente controllata da Sirti S.p.A., specializzata nella progettazione, costruzione e manutenzione di reti interrate o aeree, di trasporto e di distribuzione di energia.

Nel 2019 Sirti acquisisce Wellcomm Engineering, società specializzata in ambito cibersicurezza, per rafforzare e sviluppare il posizionamento del gruppo nel settore ICT, già consolidato grazie all'unità di business «Digital Solutions».

Il 9 febbraio 2021 MERMEC e Sirti comunicano la chiusura dell’operazione di cessione del 100% delle attività della Business Unit Trasporti di Sirti, annunciata in data 5 novembre 2020. L’operazione avviene attraverso la creazione di una NewCo in cui confluiscono le attività Trasporti di Sirti, adibite allo sviluppo e fornitura di sistemi tecnologici per l’infrastruttura ferroviaria. Con la chiusura dell’operazione, il 100% della NewCo passa nelle mani di MERMEC.

Società controllate[modifica | modifica wikitesto]

Sirti Energia è controllata al 100% da Sirti.

Sirti Alliance è controllata al 90% da Sirti e al 10% da Sirti Energia.

Wellcomm Engineering è controllata al 75% da Sirti[5].

Principali azionisti[modifica | modifica wikitesto]

Sirti è una società con Socio unico PS Reti S.p.A.. Il Capitale Sociale ammonta a 42040523 € interamente versato.

PS Reti S.p.A. (Pillarstone Italy) ha rilevato il 73,16% della società da HIIT, un veicolo di private equity che raggruppava alcuni fondi di private equity, fondi di debito e alcuni soci industriali, e il restante 26,84% da Banca Imi, banca d’investimento del Gruppo Intesa Sanpaolo.

Dati societari[modifica | modifica wikitesto]

  • Ragione sociale: Sirti S.p.A.
  • Sede Legale: Viale Thomas Alva Edison, 110 - 20099 Sesto San Giovanni (MI)
  • Sede di Roma: Via della Bella Villa, 222 - 00172 Roma
  • Codice fiscale e iscrizione al registro delle imprese di Milano-Monza-Brianza-Lodi: 04596040966.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ fondazioneisec.it Archiviato il 18 luglio 2013 in Internet Archive.
  2. ^ luigi.bonavoglia.eu
  3. ^ Fare formazione a Milano, Assolombarda, Istud, FrancoAngeli, 2009
  4. ^ sbo.it, su ingegneria.sba.unibo.it. URL consultato il 2 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2019).
  5. ^ wellcomm, su corrierecomunicazioni.it.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]