Prima battaglia di Saint-Florent-le-Vieil

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Prima battaglia di Saint-Florent-le-Vieil
parte delle guerre di Vandea
Abbazia di Saint-Florent-le-Vieil
Data12 marzo 1793
LuogoSaint-Florent-le-Vieil
Esitovittoria vandeana
Schieramenti
Comandanti
Laurent Fleury
André Michel
Effettivi
150 uomini
2 cannoni
600 uomini
Perdite
6 morti
2 cannoni persi
10 morti
40 feriti
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La prima battaglia di Saint-Florent-le-Vieil è stata una battaglia della prima guerra di Vandea combattuta il 12 marzo 1793 a Saint-Florent-le-Vieil.

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

Il 10 marzo 1793 fu annunciata la legge sull'introduzione della leva obbligatoria a Saint-Florent-le-Vieil (Maine e Loira).[1] Duval, il procureur-syndic, mentre leggeva il testo della nuova legge, fu aggredito da una quindicina di giovani che furono arrestati.[1][2] Temendo ulteriori disordini, il giorno successivo, il sacerdote costituzionale Antoine Vallée venne inviato ad Angers, capoluogo del dipartimento, per chiedere in rinforzo 200 soldati. Tuttavia dal capoluogo inviarono solo 25 dragoni, in quanto, temendo insurrezioni diffuse nei diversi comuni del dipartimento, non volevano privarsi di molti soldati.[1]

La battaglia[modifica | modifica wikitesto]

Il 12 marzo, i giovani convocati per essere arruolati, entrarono in città accompagnati da parenti e amici, in totale erano all'incirca 600 persone, armate di bastoni, falci o fucili da caccia e indossando una coccarda bianca, simbolo dei monarchici.[1][3][4] A guidarli vi era Laurent Fleury, un maresciallo di Saint-Florent, e André Michel, noto come "Chapelle".[4][5] Di contro, i repubblicani contavano solo 150 uomini della guardia nazionale male armati e due piccoli cannoni.[3][4]

Alla testa dei contadini, marciavano anche i sindaci di Botz-en-Mauges, La Chapelle-Saint-Florent e Saint-Quentin-en-Mauges, che, volenti o nolenti, convocarono i propri cittadini per essere arruolati e si riunirono davanti alla vecchia abbazia di Saint-Florent, divenuta sede del distretto, per ascoltare le direttive dell'ufficiale del comune Jacob.[1][4] La folla iniziò a fischiarlo e a protestare, quindi i gendarmi intervennero colpendo i responsabili con il piatto delle loro sciabole. In risposta dalla folla si aprì il fuoco verso Jacob e morì sul colpo, probabilmente per mano di Laurent Fleury. La Guardia Nazionale quindi rispose sparando sulla folla, con le loro due colubrine, uccidendo quattro persone e ferendone altre quaranta. I contadini si gettarono sui cannonieri e sui repubblicani, uccidendone alcuni e costringendone altri a fuggire dalle finestre dell'edificio.[1][4]

Finito lo scontro, i contadini diedero fuoco ai documenti ufficiali e all'altare della patria, le case dei repubblicani furono saccheggiate e saccheggiate.[1][2]

Saint-Florent-le-Vieil caddè così nelle mani degli insorti e i repubblicani furono costretti alla fuga, attraversando il fiume Èvre. Alcuni contadini tornano poi ai loro villaggi, altri trascorrono la notte banchettando.[2][4]

Il giorno successivo, Charles de Bonchamps giunse a Saint-Florent-le-Vieil, dopo che gli insorti lo andarono a prelevare nel proprio castello di La Baronnière, per porlo come loro comandante. Il nobile accettò l'incarico e ristabilì un certo ordine, quindi organizzò la difesa del villaggio.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Port, 1996, p.65
  2. ^ a b c Martin, 2014, p. 37.
  3. ^ a b Gérard 1999, p. 93-94
  4. ^ a b c d e f g Gabory 2009, p. 100-101
  5. ^ Tabeur 2008, p. 68

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Émile Gabory, Les Guerres de Vendée, Robert Laffont, 1912-1931, p. 1476.
  • Alain Gérard, Par principe d'humanité...: La Terreur et la Vendée, Fayard, 1999, p. 589.
  • Yves Gras, La Guerre de Vendée (1793-1796), Economica, 1994, p. 192.
  • Jean-Clément Martin, La guerre de Vendée 1793-1800, Points, 2014, p. 368.
  • Célestin Port, Dictionnaire historique, géographique et biographique de Maine-et-Loire et de l'ancienne province d'Anjou : S-Z, t. 4, 1996.
  • Jean Tabeur, Paris contre la province: les guerres de l'ouest, 1792-1796, Economica, 2008, p. 286.