Walter Omiccioli

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Walter Omiccioli
Soprannome"Ciulin" e "Tigre 18"
NascitaFano, 12 marzo 1920
MorteTreviso, 30 gennaio 2009
Cause della mortenaturale
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
Aeronautica militare
Arma Regia Aeronautica
Aeronautica Militare
SpecialitàCaccia
GuerreSeconda guerra mondiale
Decorazionivedi qui
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Walter Adriano Corrado Omiccioli, detto "Ciulìn" e "Tigre 18" (Fano, 12 marzo 1920Treviso, 30 gennaio 2009), è stato un aviatore italiano, ed eroe di guerra. Asso dell'aviazione durante la seconda guerra mondiale con ben 9 aerei abbattuti, fratello minore del maresciallo di terza classe Enzo Omiccioli, Medaglia d'oro al valor militare ed anch'egli asso caduto in combattimento aereo nell'Africa Orientale Italiana, venne promosso tenente a titolo onorifico e congedato nel marzo 1973 per "raggiunti limiti di età", terminando l'invidiabile carriera ai comandi di Lockheed T-33 Shooting Star della Squadriglia traino-bersagli.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Un Macchi M.C.200 che riproduce la livrea mimetica utilizzata in Nord Africa dalla 372ª Squadriglia Caccia Terrestre (153º Gruppo, 53º Stormo). Questo esemplare venne catturato e trasferito negli Stati Uniti. Ristrutturato nel 1989, attualmente è esposto al National Museum of the United States Air Force a Dayton (Ohio).

Walter, in forza alla 98ª Squadriglia, 7º Gruppo autonomo caccia terrestre, 54º Stormo, ottenne la sua prima vittoria aerea quando abbatté un Hawker Hurricane su Malta il 30 giugno 1941, in collaborazione con il suo comandante, capitano Saverio Gostini. Il 25 luglio distruggeva un altro caccia della Hawker, ma questa volta l'abbattimento gli fu accreditato come vittoria individuale. Il giorno seguente rivendicava l'abbattimento di un terzo Hurricane, mentre era di scorta a navi della Regia Marina. Omiccioli continuò a mietere successi nei tre mesi successivi, distruggendo un altro terzetto di Hurricane. Il 14 ottobre, sempre del 1941, partecipava al mitragliamento dell'aeroporto maltese di Luqa, con il danneggiamento di diversi aerei.[1]

La sua unità fu rischierata in Italia, nel giugno 1942. Il 4 dicembre dello stesso anno, abbatteva un Bristol Blenheim vicino alla sua base a Reggio Calabria, costringendo il bombardiere a cadere in mare, appena fuori dal porto. Una nutrita folla assistette alla sua vittoria aerea per la quale fu citato sul Bollettino di guerra n. 551 e che trovò ampio spazio sulla stampa nazionale.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Abile e ardito pilota da caccia già distintosi in numerose precedenti azioni per il suo spirito di abnegazione e per l'assoluto sprezzo del pericolo, riaffermava le sue mirabili doti di gregario fedelissimo e di combattente valoroso in voli di scorta in mare aperto e su munitissime basi nemiche d'oltremare. Attaccato da preponderanti forze da caccia avversarie riusciva con abilissima manovra a disimpegnarsi e, attaccando a sua volta, contribuiva all'abbattimento di complessivi undici apparecchi abbattendone personalmente uno e mitragliandone efficacemente altri. Cielo del Mediterraneo Centrale, 25 - 26 luglio 1941
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ardito ed entusiasta pilota da caccia, combattente di provato valore, si offriva volontario per compiere un'azione estremamente rischiosa sulla Isola di Malta. Incurante della rabbiosa e violenta reazione contraerea, che colpiva tre dei partecipanti all'azione, teso solo alla realizzazione del compito assegnatogli, si portava a pochi metri dal suolo nemico, ed assolveva valorosamente la propria missione, colpendo e distruggendo con precise raffiche materiale di volo ed installazioni dell'avversario. Cielo di Malta, 14 ottobre 1941
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Valoroso pilota da caccia già distintosi in precedenti azioni, avvistava, durante una crociera di protezione, una formazione di cinque apparecchi che stava effettuando un'incursione offensiva su località costiera. Incurante della superiorità numerica degli avversari e della violenta reazione delle armi di bordo, attaccava decisamente, riuscendo col concorso di altri due apparecchi nazionali ad abbatterne uno ed a volgere in fuga gli altri. Cielo di Reggio Calabria, 4 dicembre 1941
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Brillante pilota da caccia partecipava durante un intenso ciclo operativo a numerose azioni dando, in un combattimento e in altre circostanze prova di dedizione al dovere e coraggio e spirito di sacrificio. Cielo della Tunisia, 27 marzo 1943 - 8 maggio 1943
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Partecipava, quale pilota da caccia, alla luminosa vittoria dell'Ala d'Italia nei giorni 14 e 15 giugno 1942 nel Mediterraneo. Cielo del Mediterraneo Centrale, 14 - 15 giugno 1942 battaglia aeronavale di mezzo giugno
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 20 ottobre 2003[3]
Promozione per merito di guerra al grado di aiutante di battaglia (con decorrenza dall'11 maggio 1943) - nastrino per uniforme ordinaria
Promozione per merito di guerra al grado di aiutante di battaglia (con decorrenza dall'11 maggio 1943)
«Pilota da caccia esuberante ed entusiasta, partecipava a numerosi cicli operativi dimostrando sempre audacia e sereno sprezzo del pericolo, sfidando caccia nemici e la forte reazione avversaria, sempre presente ove maggiore era il pericolo. Nei durissimi combattimenti sostenuti abbatteva individualmente nove velivoli nemici collaborando all'abbattimento di altri quaranta ; durante mitragliamenti al suolo contribuiva alla distruzione di velivoli, postazioni, automezzi. Cielo del Mediterraneo, di Malta, di Grecia, della Tunisia, 1941 - 1943

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Massimello, Giorgio Apostolo, Gli assi italiani della seconda guerra mondiale, Gorizia, LEG - Libreria editrice goriziana, 2012, ISBN 88-6102-117-4.
  • (EN) Giovanni Massimello, Giorgio Apostolo, Italian Aces of World War 2, Oxford / New York, Oprey Publishing, 2000, ISBN 978-1-84176-078-0.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]