Vito Sangirardi

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Vito Sangirardi (Palo del Colle, 2 novembre 1909Bari, 3 luglio 1999) è stato un architetto italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Vito Sangirardi nasce a Palo del Colle in provincia di Bari il 2 novembre 1909. Dopo le scuole secondarie si iscrive alla Reale Accademia di Belle Arti di Napoli, dove si diploma nel 1932. Più tardi segue i corsi della Regia Università di Architettura laureandosi il 21 dicembre 1938. Dopo alcuni anni di attività a Napoli, torna in Puglia dove sposa nel 1941 Luigia Mastronardi, dalla quale avrà quattro figli, e vive a Sannicandro (Bari). Dal 1953 risiede definitivamente a Bari e qui svolge in gran parte la sua professione, che però interessa in maniera diffusa tutto il territorio regionale. Si occupò della controversa modernizzazione di parte del centro storico di Bari in particolare del quartiere Murat.[1][2] I suoi edifici sono considerati fra i più interessanti e innovativi sia nel design che nell'uso dei materiali[3], staccandosi dai generali esiti considerati "orribili e deprimenti "[4] sia dell'architettura littoria[5], tipica del regime fascista, che della cementificazione degli anni 50 e 60 che, in parte, sostituirono e deturparono il vecchio centro storico. Nella trasformazione del centro storico di Bari Vito Sangirardi si distingue come protagonista[6][7][8] e nella sua opera sono riconosciuti gli influssi di Le Corbusier, Frank Lloyd Wright e del neorealismo di Mario Ridolfi e Volfango Frankl.[6] Oltre ad alcuni degli edifici disegnati da Sangirardi, vengono considerati di interesse architettonico anche alcuni progetti dello studio "Vittorio Chiaia e Massimo Napolitano" e alcune delle realizzazioni neoclassiche e liberty dei primi del novecento di Saverio Dioguardi, che talvolta riuscì a mantenere uno stile personale e innovativo anche nell'enfasi retorica dell'architettura "di regime"[2][4] Nel 1954 Sangirardi partecipò alla riqualificazione architettonica del rione Spine Bianche di Matera.[9][10]

Maria SS del Carmine, Sannicandro

Nel 1960 è eletto presidente dell'ordine degli Architetti di Bari[11], mantenendo la carica sino al 1971. Dal 1970 al 1973 è anche consigliere per la Puglia nell’Ordine Nazionale degli Architetti[12].

Una delle sue opere più mature, ascritta al brutalismo, è la chiesa di Santa Maria delle Vittorie a Bari, realizzata tra il 1980 e il 1985 e caratterizzata da ampie superfici in cemento a vista.[13]

Muore a Bari il 3 luglio 1999.[14][15]

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

Villaggio del Fanciullo, Bari
  • Chiesa Maria SS del Carmine[16], Sannicandro
  • Villaggio del Fanciullo[17], Bari[18]
  • Terme di Torre Canne
  • Sede Banco di Napoli[19], Bari
  • Santa Maria delle Vittorie[20], Bari
  • Palazzo Conte Celio Sabini[21], Bari
  • Villa Milella[22], Bari

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vittorio Fiore, Palazzo della S.G.P.E. a Bari, in L'architettura cronache e storia, 1961, pp. 7, 67.
  2. ^ a b (EN) Nicola Signorile, Pride and Prejudice: The Murattiano-Modernism, La gazzetta del Mezzogiorno, 2018, ISBN 978-1-5225-3614-7, OCLC 1097115045.
    «Abstract: The first building of the Murattiano district fell in 1954. Since then, a constant devastation, that between 1963 and 1964 alone counts more than 200 building replacements. Maybe the deterioration of the Murattiano district had already been decided in its birth certificate.»
  3. ^ C'è chi li chiama obbrobri ma sono "capolavori": ecco i più bei palazzi moderni di Bari, su Barinedita. URL consultato il 25 luglio 2022.
  4. ^ a b (EN) Giuseppe Carlone, Nicola Martinelli e Francesco Rotondo, Designing Grid Cities for Optimized Urban Development and Planning, IGI Global, 2 marzo 2018, ISBN 978-1-5225-3614-7. URL consultato il 24 luglio 2022.
    «"Ugly and depressing " nell'originale inglese»
  5. ^ Le opere di Saverio Dioguardi: l'architetto trasformista che ha disegnato "mezza Bari", su Barinedita. URL consultato il 25 luglio 2022.
  6. ^ a b Simone de Bartolo, “Dal capitello alla città”: Vito Sangirardi, il progettista “totale”, 28 gennaio 2021
  7. ^ Atlante '900. Per la tutela dell'architettura contemporanea a Bari, Bari, Laterza, 2009
  8. ^ Danilo Stefanelli, Elena. Massimo. Onofrio. Vittorio e Alfonso.
  9. ^ La vergogna cancellata: Matera negli anni dello sfollamento dei Sassi Di Alfonso Pontrandolfi.
  10. ^ Alcuni Maestri del Moderno e il ruolo dell’Architettura in una terra di Provincia (PDF), su paesaggiourbano.org.
  11. ^ Ordine degli architetti di Bari - Consigli precedenti
  12. ^ Mandato 1971-1973 su Archiworld Network
  13. ^ Vito Sangirardi: Chiesa S. Maria delle Vittorie, 1980?–1985, scheda sul sito www.sosbrutalism.org
  14. ^ Vito Sangirardi, su vitosangirardi.it. URL consultato il 13 luglio 2022.
  15. ^ SANGIRARDI VITO, su Nuova Puglia D'Oro. URL consultato il 13 luglio 2022.
  16. ^ Sannicandro, il bombardamento del 1943 e la miracolosa statua della Madonna: la storia, su Barinedita. URL consultato il 21 luglio 2022.
  17. ^ Luoghi e architetture. Itinerario architettonico in Puglia e dintorni (PDF), su ffmaam.it.
  18. ^ Vito Sangirardi il progettista totale, su bari-e.it. URL consultato il 25 luglio 2022.
  19. ^ SEDE DEL BANCO DI NAPOLI - Scheda Opera - Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi, su censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it. URL consultato il 24 novembre 2023.
  20. ^ (ES) Church of Santa Maria delle Vittorie, su viaggiareinpuglia.it. URL consultato il 19 luglio 2022.
  21. ^ Vito Sangibardi, su Arketipo, 8 marzo 2005. URL consultato il 21 luglio 2022.
  22. ^ VILLA MILELLA - Scheda Opera - Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi, su censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it. URL consultato il 24 novembre 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vito Sangirardi, Riflessioni sulla città. Bari e Trani 1950-1980, LB Edizioni, 2021, ISBN 978-8894831573
  • Giuseppe Carlone, Nicola Martinelli, Francesco Rotondo, Designing Grid Cities for Optimized Urban Development and Planning, IGI Global, 2 marzo 2018, ISBN 978-1-5225-3614-7

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]