Utente:Michele859/Sandbox39
La 65ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino si è svolta a Berlino dal 5 al 15 febbraio 2015, con il Theater am Potsdamer Platz come sede principale.[1] Direttore del festival è stato per il quattordicesimo anno Dieter Kosslick.
L'Orso d'oro è stato assegnato al film iraniano Taxi Teheran di Jafar Panahi.
L'Orso d'oro alla carriera è stato assegnato al regista, sceneggiatore e produttore Wim Wenders, al quale è stata dedicata la sezione "Homage",[2] mentre la Berlinale Kamera è stata assegnata al regista Marcel Ophüls, al critico e storico del cinema Naum Kleiman, alla chef e autrice Alice Waters e al gastronomo e scrittore Carlo Petrini.[3]
Il festival è stato aperto dal film in concorso Nadie quiere la noche di Isabel Coixet.[4]
La retrospettiva di questa edizione, intitolata "Glorious Techicolor. From George Eastman House and Beyond", ha celebrato il 100º anniversario del procedimento di cinematografia a colori diventato leggendario nella storia del cinema con oltre 30 film girati tra gli anni venti e gli anni cinquanta.[5]
Nella sezione "Berlinale Special" è stato ricordato il regista e sceneggiatore Francesco Rosi, scomparso un mese prima dell’inizio del festival, con la proiezione di Uomini contro.[6]
Storia[modifica | modifica wikitesto]
«Tanto di cappello a Dieter Kosslick, i curatori hanno fatto una selezione incredibile. È stato incredibilmente difficile decidere i premi... c'erano così tanti film di qualità che è stato difficile non premiare molti, molti dei film.»
Numero di visitatori: | 505.771 |
Numero di addetti ai lavori: | 16.572 da 128 Paesi |
Numero di giornalisti presenti: | 3.760 da 82 Paesi |
Numero di film proiettati: | 405 |
Numero di proiezioni: | 1.060 |
Un vestito rosa. Una piccola ragazza. Raggiante di gioia, solleva in alto l'Orso d'Oro. L'auditorium risuona di applausi assordanti, un'ondata di entusiasmo. L'esuberante apprezzamento del pubblico porta lentamente la bambina alle lacrime. È sopraffatta, si asciuga il viso, quasi imbarazzata. Sale sul podio, fa un ultimo ampio sorriso e poi, nel vortice di emozioni, la sua voce le viene meno.[1]
Uno sceneggiatore con tutte le possibili licenze artistiche a disposizione non avrebbe potuto scrivere meglio la scena che si è svolta sul palco del Berlinale Palast sabato 14 febbraio 2015 intorno alle 20,30. La bambina si chiama Hanna Saedi ed è la nipote dell'uomo che, nonostante la sua continua assenza, è stato uno dei registi più presenti alla Berlinale degli ultimi anni: Jafar Panahi. È il regista iraniano che ha vinto l'Orso d'argento per la migliore sceneggiatura (Pardé | Closed Curtain) nel 2013 e il cui seggio nella giuria internazionale del 2011 ha dovuto rimanere vuoto perché il governo del suo paese lo aveva messo agli arresti domiciliari e gli aveva vietato di esercitare la sua professione . Entrambe le restrizioni erano ancora in vigore nel 2015 ma, nonostante questi tentativi di zittirlo, il film Taxi di Panahi è arrivato a Berlino e ha creato questa immagine della bambina che solleva in aria un trofeo d'oro. La realtà incontra i sogni del cinema – o, come ha affermato il presidente della giuria internazionale Darren Aronofsky spiegando la decisione della giuria: “Panahi ha creato una lettera d'amore al cinema. Il suo film è pieno di amore per la sua arte, la sua comunità, il suo paese e il suo pubblico".[1]
In mezzo a tutta la bellezza del momento non bisogna dimenticare la situazione in cui si è svolta questa cerimonia di premiazione. Una situazione che ha fatto sì che dare il primo premio a un cineasta che, da anni, subisce le repressioni di un regime che vuole vederlo messo a tacere, sia stato al tempo stesso molto speciale e un “segnale importante contro la costrizione dell'arte” (Andreas Borcholte, Spiegel Online, 14 febbraio 2015): il 7 gennaio 2015 gli islamisti hanno praticamente cancellato in un bagno di sangue la redazione della rivista satirica francese Charlie Hebdo; lo stesso giorno della presentazione dei Bears, un uomo ha sparato in un caffè di Copenaghen in cui si teneva una tavola rotonda sul tema "arte, blasfemia e libertà di parola". La separazione tra cinema e mondo reale era più fragile che mai. E così, durante la presentazione dei Premi da parte delle Giurie Indipendenti nel pomeriggio del 14 febbraio, il Direttore del Festival Dieter Kosslick ha esortato il pubblico a non dimenticare il mondo esterno, le realtà al di là del frastuono del festival: “Nel suo breve intervento ha trova parole coraggiose, persino arrabbiate per la connessione tra il pianeta Berlinale e il resto del mondo; per il fatto che la festa vale qualcosa solo se l'uno si occupa dell'altro. (Marie Rövekamp, Tilman Strasser, Der Tagesspiegel, 14 febbraio 2015). Kosslick, che ha prolungato il suo impegno come Direttore del Festival fino al 2019 solo a novembre, è apparso liberato e, già all'apertura del festival, ha fatto la sfacciata promessa che d'ora in poi proietterà solo buoni film perché previsto dal suo contratto. Ha avuto ragione.[1]
Perché nel 2015 tutto si è riunito. L'arte ha abbracciato il cinema ha abbracciato la politica. Argomenti forti sono stati racchiusi in film ancora più forti: “Quest'anno il Concorso ha stupito con un programma straordinariamente sfaccettato e a più voci. Ha affrontato i temi della libertà, dell'abuso, dell'oppressione sessuale, dello sfruttamento, tutti altamente politici. Ma gli spettatori normali non sono stati lasciati con il cuore pesante nei loro posti al cinema dopo le proiezioni. La sottigliezza dell'approccio, l'arte e, occasionalmente, anche il fumetto erano notevoli” (Wenke Husmann, Die Zeit, 15 febbraio 2015).[1]
Non c'è da stupirsi che la giuria internazionale abbia avuto difficoltà a selezionare i vincitori tra tanti film di alta qualità. Ciò ha portato a due pareggi: Radu Jude (Aferim!) e Małgorzata Szumowska (Body) hanno ricevuto ciascuno un Orso d'argento come miglior regista; Evgeniy Privin e Sergey Mikhalchuk (Pod electricheskimi oblakami | Under Electric Clouds) e Sturla Brandth Grøvlen hanno tutti vinto l'Orso d'argento per la loro eccezionale fotografia. Brandth Grøvlen è stato il responsabile di Victoria, l'opera tedesca del Concorso di Sebastian Schipper, un tour de force di 140 minuti attraverso la Berlino notturna, il tutto catturato in un'unica ripresa. Il Sud America ha portato a casa l'Orso d'argento Gran Premio della giuria (El Club | The Club di Pablo Larraín) e l'Orso d'argento Alfred Bauer Prize (Ixcanul | Ixcanul Volcano di Jayro Bustamante). Il premio per la migliore sceneggiatura è andato a Patricio Guzmán per il suo saggio documentario El botón de nácar (Il bottone della perla). Con un'apertura sfacciata, questi film hanno portato sul grande schermo i traumi repressi ei conflitti delle loro società o – come Andrew Haigh in 45 anni – il non detto e il non riconosciuto nel microcosmo di un matrimonio improvvisamente sopraffatto dal passato. I suoi attori principali Charlotte Rampling e Tom Courtenay hanno brillato così brillantemente in questo dramma che entrambi i loro successi teatrali sono stati riconosciuti con un Orso d'argento. I critici sono rimasti affascinati da questa fantastica selezione di film “che confermano l'antica reputazione della Berlinale come festival politicamente rilevante e che sono, allo stesso tempo, non solo ben intenzionati dal punto di vista topico, ma anche costantemente forti a livello estetico. Nel frattempo, non c'è stata una sola esitazione nella scelta dei film vincitori, non una decisione sbagliata, ma invece un occhio totalmente intransigente per la qualità". (Jan Schulz-Ojala, Der Tagesspiegel, 16 febbraio 2015).[1]
La giuria internazionale è stata elogiata in modo speciale da tutte le parti. Il presidente Darren Aronofsky era accompagnato da Daniel Brühl, Bong Joon-ho, Martha De Laurentiis, Claudia Llosa, Audrey Tautou e dal creatore di Mad Men Matthew Weiner. Durante la serata di chiusura non hanno voluto essere chiamati sul palco individualmente perché avevano preso tutte le decisioni insieme. Simpatico, competente, affidabile. Rolling Stone ha parlato della “prima giuria con cui vorresti andare a bere una birra” (Hannah Bahl, Rolling Stone, 6 febbraio 2015).[1]
Non ci sono stati Bears per il cinema statunitense che, nel 2015, ha avuto una proiezione piuttosto debole in tutte le sezioni. I problemi sembrano essere sistemici, come ha spiegato Darren Aronofsky in un'intervista a Dieter Kosslick due settimane prima dell'inizio del festival: in un ambiente in cui Hollywood produce sempre più prequel, sequel e reboot di personaggi di supereroi fantasiosamente in costume, i registi si rivolgono a soluzioni alternative possibilità di narrazione – e ad una in particolare: i format seriali che negli ultimi anni hanno conosciuto un enorme boom, prima in televisione e poi su internet. La Berlinale ha intensificato ancora una volta il suo impegno per la serie e, nell'ambito della nuova sezione Berlinale Special Series, ha proiettato sette nuove produzioni come anteprime cinematografiche. Da ambiziosi lavori tedeschi come Blochin (Blochin - The Living and the Dead) e Deutschland 83 al "decano" Vince Gilligan che ha recitato nello spin-off di Breaking Bad Better Call Saul. L'European Film Market ha celebrato il Drama Series Day e anche il Berlinale Co-Production Market si è dedicato alla disciplina. Generation ha proiettato i primi cinque episodi della produzione danese Heartless. L'immenso successo della serie è quasi sicuramente legato ai nuovi metodi di distribuzione, ovvero la distribuzione su Internet. In risposta a questa tendenza, nel 2015 il World Cinema Fund ha avviato il proprio portale Video-on-Demand in cui i progetti selezionati che ha sostenuto vengono messi a disposizione di un pubblico, se possibile, mondiale.[1]
C'era il glamour hollywoodiano delle star, ma quello era solo una parte della vera qualità del festival e non era essenziale per esso. Dieter Kosslick ha definito chiaramente la 65a Berlinale e ha ricordato il produttore Karl Baumgartner, che è stato premiato con la Berlinale Camera l'anno scorso e che è morto poco dopo il festival del 2014: “Parlando allo schermo mentre il festival entrava nei suoi ultimi giorni, Kosslick ha ricordato che “molti dei i film proiettati quest'anno riflettono la sua filosofia: "Baumi" è stato il pioniere di quei cosiddetti "piccoli" film che fanno davvero una grande impressione, ed è stato una grande fonte di ispirazione per così tanti registi attraverso le sue coproduzioni"' (Martin Blaney , Screen Daily, 12 febbraio 2015). Ma naturalmente la quantità di trasmissione di dati è aumentata pericolosamente quando Natalie Portman e Christian Bale sono arrivati per la premiere di Il cavaliere di coppe di Terence Malick o Cate Blanchett e Lily James sono saliti sul tappeto rosso per Cenerentola, rifatto da Kenneth Branagh. Il selfie 'celebrità e io' ha davvero sostituito il classico autografo come mezzo preferito dai fan. La Berlinale ha creato un hub di social media: un sito Web curato che ha riunito i migliori post non solo del pubblico, perché anche le star stesse si sono scatenate mentre si facevano strada nelle prime sale cinematografiche. L'immagine dell'immagine dell'immagine si estendeva caleidoscopicamente all'ennesima potenza.[1]
La 65a Berlinale ha brillato per i singoli film, per l'ampiezza della sua gamma tematica ed estetica, ma anche per i fili comuni intessuti nelle opere nelle sezioni. Il nuovo, importante significato dell'archivio nell'era digitale è stato particolarmente sorprendente. Una pletora di film in Panorama, Forum e Forum Expanded ha lavorato con materiale originale, tra cui Une Jeunesse Allemande (Un giovane tedesco) del regista francese Jean-Gabriel Périot che ha raccontato il viaggio dei leader della RAF fino al carcere di Stammheim utilizzando esclusivamente filmati d'archivio. E anche qui il tema della storiografia si poneva in primo piano, il rimosso veniva affrontato e reso visibile. Il filmato storico è stato confrontato con le immagini dei giorni nostri in una molteplicità di modi, sia nel contesto di Storia con la H maiuscola che in Ce gigantesque retournement de la terre (Questo gigantesco solco del terreno) di Claire Angelini, che trattava della Normandia campi di battaglia in Forum, o come storia personale e individuale in Sag mir Mnemosyne (Dimmi Mnemosyne) in Perspektive Deutsches Kino in cui la regista Lisa Sperling ha intrapreso un viaggio nei luoghi in cui suo zio ha lavorato come direttore della fotografia decenni prima.[1]
Il 'Luogo' era l'argomento predominante in Perspektive Deutsche Kino, qualcosa già evidenziato dai titoli delle opere selezionate: Der Bunker (The Bunker), Ein idealer Ort (A Perfect Place), Freiräume (Unoccupato)... Capo sezione Linda Söffker ha visto al lavoro una giovane generazione che si sta lentamente liberando dall'inflessibile e complicato sistema di finanziamento del cinema tedesco e autofinanziando coraggiosamente i suoi film. "Oltre il sistema" avrebbe potuto essere il suo motto, dal momento che le manifestazioni degli studenti dell'Accademia tedesca di cinema e televisione di Berlino – con sede nella Filmhaus al centro del festival – contro il riassestamento della carica di regista da parte del governo sono sembrate un'eco dei film realizzati dai registi di Perspektive 2015 che cercano la propria strada oltre la lunga marcia attraverso le istituzioni.[1]
In vista del festival, il curatore di Panorama Wieland Speck era in forma di lotta come mai prima d'ora, ponendo il tema degli abusi in cima all'agenda della sua selezione di film. Anche lui ha sostenuto il cinema come strumento politico che deve affrontare le realtà del mondo esterno in tutta apertura e non solo impantanarsi in se stesso. Con Danielův Svět (Daniel's World) di Veronika Lišková, ha mostrato un documentario su un pedofilo maschio che è stato, come ha sottolineato, "l'ultimo rompi tabù". I tabù devono essere spezzati con urgenza e il suo programma 2015 potrebbe dare un contributo importante in tal senso. Dicendo ciò, si collocava anche nella tradizione di un particolare concetto di cinema, da cui provengono anche i vincitori della Berlinale Camera nel 2015. Naum Kleiman, ex direttore dell'archivio Eisenstein di Mosca, intende esplicitamente la cinematografia come un'arma nella lotta per una società migliore e più aperta. Ciò è stato evidente nell'omaggio cinematografico di Tatiana Brandrup Cinema: A Public Affair che è stato proiettato dopo la consegna del premio. Marcel Ophüls è stato riconosciuto come "uno dei registi, cronisti e illuminatori più significativi dell'epoca attuale" e The Memory of Justice, la sua opera monumentale sul processo di Norimberga e le loro conseguenze, è stato proiettato in omaggio alla Berlinale Special.[1]
The Memory of Justice è stato mostrato in una versione restaurata e faceva quindi parte degli sforzi della Berlinale per preservare il patrimonio cinematografico nell'era digitale. The Berlinale Classics ha offerto una spedizione attraverso la storia del cinema attraverso nuove copie, da Varieté del 1925 di EA Dupont a Goldfinger del 1964 di Ian Fleming. La Retrospettiva ha presentato uno spettacolo colorato di un tipo molto speciale che può svolgersi in tutto il suo splendore solo nell'oscurità del cinema, proiettando una selezione di film realizzati in Technicolor, il processo di colore del film che ha conferito un bagliore soprannaturalmente glamour a Hollywood dalla metà -1930 in poi, che è ancora materia di leggenda fino ad oggi. Qualcosa che anche Wim Wenders, insignito dell'Orso d'Oro Onorario nel 2015 e che gli è stato dedicato l'Omaggio, ha affrontato nelle sue opere. Non c'è da stupirsi quindi che la consegna dell'onore sia stata seguita dalla proiezione di Der amerikanische Freund (L'amico americano).[1]
Forum Expanded ha celebrato il suo decimo anniversario e la responsabile della sezione Stefanie Schulte Strathaus ha lanciato uno sguardo stupito sulla trasformazione dei media durante questo decennio, con un certo grado di orgoglio per ciò che la sezione stessa ha ottenuto con il suo continuo lavoro verso il suo obiettivo curatoriale: lo scioglimento di i confini tra arte, performance, installazione e cinema. Insieme al capo sezione del Forum Christoph Terhechte, è stata felice di tornare all'Akademie der Künste sull'Hanseatenweg dopo 14 anni di assenza. Ciò ha consentito loro di riunire l'intera ampiezza dei componenti delle sezioni gemelle - proiezioni, mostre, pannelli - insieme sotto lo stesso tetto e di migliorare l'intreccio dei diversi elementi.[1]
C'erano anche altri due anniversari da celebrare: i cortometraggi alla Berlinale hanno compiuto 60 anni. La curatrice di Berlinale Shorts Maike Mia Höhne ha fornito una panoramica laconica degli ultimi sei decenni: “Beh, negli anni '60 c'era una quantità notevole di documentari, poi il L'est europeo è arrivato sulla scena con un numero incredibile di animazioni, poi ci sono stati i famigerati anni '90 con le sue battute narrative. E poi sono arrivati gli anni 2000 in cui è davvero una finzione dopo l'altra, e ognuna più forte dell'altra, direi quasi, se la prendi ciascuna per sé.' (Intervista a Deutschlandradio Kultur, 9 febbraio 2015). E Culinary Cinema è già giunto al suo decimo anno e ha riconosciuto sia Alice Waters che Carlo Petrini come due dei genitori spirituali della sezione con una Berlinale Camera.[1]
Ci sono stati due cambi di personale: Mattijs Wouter Knoul si è trasferito dalla Berlinale Talents all'European Film Market e ha assunto la carica di regista da Beki Probst, che è passato alla carica di presidente dell'EFM. La posizione vacante di direttore del programma Berlinale Talents è stata occupata da Florian Weghorn che ha continuato con successo il lavoro del suo predecessore all'insegna del motto "2015: A Space Discovery".[1]
Come negli anni precedenti, i cinema erano pieni fino alla fine della Berlinale Publikumstag. L'immagine più accattivante e determinante della Berlinale 2015 era già stata, a quel punto, su tutti i giornali: mostrava una bambina, sopraffatta dall'emozione del momento, al posto di suo zio Jafar Panahi la cui voce, nonostante delle misure repressive del regime iraniano, è stato ascoltato a gran voce. E con questo ha dimostrato di cosa è capace al meglio il cinema. Come scriveva Anke Sterneborg nella Süddeutsche Zeitung: “un atto di resistenza vitale e liberatorio” (7 febbraio 2015). E questo probabilmente è rimasto vero, considerando l'attuale contesto politico, per l'intero festival 2015.[1]
Giurie[modifica | modifica wikitesto]
[[File:International Jury Berlin Film Festival 2015.jpg|thumb|upright=2.0|La giuria internazionale. Da sinistra: Claudia Llosa, Martha De Laurentiis, Bong Joon-ho, Matthew Weiner, Audrey Tautou, Darren Aronosky, il direttore del festival Dieter Kosslick e Daniel Brühl.]
Giuria internazionale[modifica | modifica wikitesto]
- Darren Aronofsky, regista, sceneggiatore e produttore (Stati Uniti) - Presidente di giuria[8]
- Daniel Brühl, attore (Germania)
- Bong Joon-ho, regista e sceneggiatore (Corea del Sud)
- Martha De Laurentiis, produttrice (Stati Uniti)
- Claudia Llosa, regista, sceneggiatrice e produttrice (Perù)
- Audrey Tautou, attrice (Francia)
- Matthew Weiner, regista, sceneggiatore e produttore televisivo (Stati Uniti)
Giuria "Opera prima"[modifica | modifica wikitesto]
- Fernando Eimbcke, regista e sceneggiatore (Messico)[8]
- Olga Kurylenko, attrice (Francia)
- Joshua Oppenheimer, regista e produttore (Stati Uniti)
Giuria "Cortometraggi"[modifica | modifica wikitesto]
- Wahyuni A. Hadi, direttrice del Singapore International Film Festival (Singapore)[8]
- Halil Altındere, artista (Turchia)
- Madhusree Dutta, regista, curatrice e scrittrice (India)
Giurie "Generation"[modifica | modifica wikitesto]
Kinderjury/Jugendjury[modifica | modifica wikitesto]
Gli Orsi di cristallo sono stati assegnati da due giurie nazionali, la Kinderjury per la sezione "Kplus" e la Jugendjury per la sezione "14plus", composte rispettivamente da undici membri di 11-14 anni e sette membri di 14-18 anni selezionati dalla direzione del festival attraverso questionari inviati l'anno precedente.[8]
Giurie internazionali[modifica | modifica wikitesto]
Nelle sezioni "Kplus" e "14plus", il Grand Prix e lo Special Prize sono stati assegnati da due giurie internazionali composte, rispettivamente, dalla regista Bettina Blümner (Germania), l'attore e produttore Tom Hern (Nuova Zelanda) e l'attore Michal Matus (Regno Unito), e dalla regista, sceneggiatrice e produttrice Sophie Hyde (Australia), la produttrice Alix Madigan-Yorkin (Stati Uniti) e N. Marten Rabarts (Nuova Zelanda), direttore dell'istituto Eye International di Amsterdam.[8]
Selezione ufficiale[modifica | modifica wikitesto]
In concorso[modifica | modifica wikitesto]
- 45 anni (45 Years), regia di Andrew Haigh (Regno Unito)
- Aferim!, regia di Radu Jude (Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Francia)
- As We Were Dreaming (Als wir träumten), regia di Andreas Dresen (Germania, Francia)
- Big Father, Small Father and Other Stories (Cha và con và...), regia di Dang Di Phan (Vietnam, Francia, Germania, Paesi Bassi)
- C'era una volta a Shanghai (Yi bu zhi yao), regia di Jiang Wen (Cina, Stati Uniti, Hong Kong)
- Chasuke's Journey (Ten no Chasuke), regia di Sabu (Giappone)
- Ciało, regia di Małgorzata Szumowska (Polonia)
- Il club (El club), regia di Pablo Larraín (Cile)
- Eisenstein in Messico (Eisenstein in Guanajuato), regia di Peter Greenaway (Paesi Bassi, Belgio, Finlandia, Messico, Francia)
- Journal d'une femme de chambre, regia di Benoît Jacquot (Francia, Belgio)
- Knight of Cups, regia di Terrence Malick (Stati Uniti)
- La memoria dell'acqua (El botón de nácar), regia di Patricio Guzmán (Francia, Spagna, Cile, Svizzera)
- Nadie quiere la noche, regia di Isabel Coixet (Spagna, Francia, Bulgaria)
- Queen of the Desert, regia di Werner Herzog (Stati Uniti, Marocco)
- Taxi Teheran (Taxi), regia di Jafar Panahi (Iran)
- Under Electric Clouds (Pod elektricheskimi oblakam), regia di Aleksey German Jr (Russia, Ucraina, Polonia)
- Vergine giurata, regia di Laura Bispuri (Italia, Svizzera, Germania, Albania, Kosovo, Francia)
- Victoria, regia di Sebastian Schipper (Germania)
- Vulcano (Ixcanul), regia di Jayro Bustamante (Guatemala, Francia)
Fuori concorso[modifica | modifica wikitesto]
- Cenerentola (Cinderella), regia di Kenneth Branagh (Stati Uniti, Regno Unito)
- Elser - 13 minuti che non cambiarono la storia (Elser - Er hätte die Welt verändert), regia di Oliver Hirschbiegel (Germania)
- Mr. Holmes - Il mistero del caso irrisolto (Mr. Holmes), regia di Bill Condon (Regno Unito, Stati Uniti)
- Ritorno alla vita (Every Thing Will Be Fine), regia di Wim Wenders (Germania, Canada, Francia, Svezia, Norvegia)
Berlinale Special[modifica | modifica wikitesto]
- Die abhandene Welt, regia di Margarethe von Trotta (Germania)
- Are You Here, regia di Matthew Weiner (Stati Uniti)
- Breathe Umphefumlo, regia di Mark Dornford-May (Sud Africa, Germania, Regno Unito)
- The Look of Silence, regia di Joshua Oppenheimer (Danimarca, Finlandia, Norvegia, Indonesia, Regno Unito)
- The Memory of Justice, regia di Marcel Ophüls (Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Germania Ovest)
- The Seventh Fire, regia di Jack Pettibone Riccobono (Stati Uniti)
- Torneranno i prati, regia di Ermanno Olmi (Italia)
Berlinale Special Gala[modifica | modifica wikitesto]
- Cinquanta sfumature di grigio (Fifty Shades of Grey), regia di Sam Taylor-Johnson (Stati Uniti)
- Life, regia di Anton Corbijn (Regno Unito, Germania, Canada, Australia, Stati Uniti)
- Love & Mercy, regia di Bill Pohlad (Stati Uniti)
- Selma - La strada per la libertà (Selma), regia di Ava DuVernay (Regno Unito, Stati Uniti)
- Virgin Mountain (Fúsi), regia di Dagur Kári (Islanda, Danimarca)
- Woman in Gold, regia di Simon Curtis (Regno Unito)
Berlinale Special Tribute[modifica | modifica wikitesto]
- Uomini contro, regia di Francesco Rosi (Italia, Jugoslavia)
Berlinale Series[modifica | modifica wikitesto]
- 1992, regia di Giuseppe Gagliardi (Italia)
- Bedrag, regia di Per Fly, Jannik Johansen, Søren Balle e Søren Kragh-Jacobsen (Danimarca)
- Better Call Saul, di registi vari (Stati Uniti)
- Blochin: Die Lebenden und die Toten, regia di Matthias Glasner (Germania)
- Bloodline, di registi vari (Stati Uniti)
- Blue Eyes (Blå ögon), regia di Fredrik Edfeldt, Henrik Georgsson e Emiliano Goessens (Svezia)
- Deutschland 83, regia di Edward Berger e Samira Radsi (Germania)
- Kfulim, regia di Oded Ruskin (Israele)
Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]
- 3 Year 3 Month Retrea (Lo sum choe sum), regia di Dechen Roder (Bhutan)
- Architektura, regia di Ulu Braun (Germania)
- Bad at Dancing, regia di Joanna Arnow (Stati Uniti)
- Blood Below the Skin, regia di Jennifer Reeder (Stati Uniti)
- Chitrashala, regia di Amit Dutta (India)
- Däwit, regia di David Jansen (Germania)
- Dissonance, regia di Till Nowak (Germania)
- Hide & Seek (El juego del escondite), regia di David Muñoz (Spagna, Libano, Siria)
- Hosanna (Ho-san-na), regia di Na Young-kil (Corea del Sud)
- La isla está encantada con ustedes, regia di Alexander Carver e Daniel Schmidt (Stati Uniti, Svizzera, Australia, Porto Rico)
- Kamakshi, regia di Satindar Singh Bedi (India)
- Lembusura, regia di Wregas Bhanuteja (Indonesia)
- The Mad Half Hour, regia di Leonardo Brzezicki (Argentina, Danimarca)
- Of Stains, Scrap & Tires, regia di Sebastian Brameshuber (Austria, Francia)
- Pebbles at Your Door, regia di Vibeke Bryld (Danimarca)
- Planet Sigma, regia di Momoko Seto (Francia)
- San Cristóbal, regia di Omar Zúñiga Hidalgo (Cile)
- Sea of Fire (Mar de Fogo), regia di Joel Pizzini (Brasile)
- Shadowland, regia di John Skoog (Svezia)
- Snapshot Mon Amour, regia di Christian Bau (Germania)
- Superior, regia di Erin Vassilopoulos (Stati Uniti)
- Symbolic Threats, regia di Lutz Henke, Mischa Leinkauf e Matthias Wermke (Germania, Stati Uniti)
- Take What You Can Carry, regia di Matthew Porterfield (Stati Uniti, Germania)
- The, regia di Dieter Kovacic e Billy Roisz (Austria)
- Veil (Maku), regia di Yoriko Mizushiri (Giappone)
- Why? (Lama?), regia di Nadav Lapid (Israele)
- Yuyu, regia di Marc Johnson (Francia, Spagna, Stati Uniti, Cina)
The Golden Night of the Short Bears[modifica | modifica wikitesto]
- Ashes (Hamu), regia di Ferenc Cakó (Ungheria)
- As Long as Shotguns Remain (Tant qu'il nous reste des fusils à pompe), regia di Caroline Poggi e Jonathan Vinel (Francia)
- (A)Torsion ((A)Torzija), regia di Stefan Arsenijevic (Slovenia)
- Cigarettes and Coffee (Un cartus de kent si un pachet de cafea), regia di Cristi Puiu (Romania)
- From the Reports of Security Guards & Patrol Services Part 1 (Nr. 1 - Aus Berichten der Wach- und Patrouillendienste), regia di Helke Sander (Germania Ovest)
- Gesicht von der Stange?, regia di Raimund Ruehl (Germania Ovest)
- History of the World in Three Minutes Flat, regia di Michael Mills (Canada)
- Knud, regia di Jørgen Roos (Danimarca)
- Masks (Maski), regia di Piotr Karwas (Germania, Polonia)
- Možnosti dialogu, regia di Jan Švankmajer (Cecoslovacchia)
- Night Fishing (Paranmanjang), regia di Park Chan-kyong e Park Chan-wook (Corea del Sud)
- Ortsfremd... wohnhaft vormals Mainzerlandstraße, regia di Hedda Rinneberg e Hans Sachs (Germania Ovest)
- Six Point Nine, regia di Dan Bootzin (Stati Uniti)
- Le songe des chevaux sauvages, regia di Denys Colomb de Daunant (Francia)
Panorama[modifica | modifica wikitesto]
- Absence (Ausência), regia di Chico Teixeira (Brasile, Cile, Francia)
- Amore, furti e altri guai (Al-hob wa al-sariqa wa mashakel ukhra), regia di Muayad Alayan (Palestina)
- Bizarre, regia di Étienne Faure (Francia, Stati Uniti)
- Blue Blood (Sangue Azul), regia di Lírio Ferreira (Brasile)
- The Blue Hour (Onthakan), regia di Anucha Boonyawatana (Thailandia)
- Chorus, regia di François Delisle (Canada)
- Dyke Hard, regia di Bitte Andersson (Svezia)
- How to Win at Checkers (Every Time), regia di Josh Kim (Thailandia, Stati Uniti, Indonesia)
- El incendio, regia di Juan Schnitman (Argentina)
- Mariposa, regia di Marco Berger (Argentina)
- A Minor Leap Down (Paridan az ertefa kam), regia di Hamed Rajabi (Iran, Francia)
- Necktie Youth, regia di Sibs Shongwe-La Mer (Sud Africa, Paesi Bassi)
- Out of My Hand, regia di Takeshi Fukunaga (Stati Uniti, Liberia)
- Out of Nature (Mot naturen), regia di Ole Giæver e Marte Vold (Norvegia)
- Paradise in Service (Jun zhong le yuan), regia di Doze Niu (Taiwan, Cina)
- Pionery-geroi, regia di Natalya Kudryashova (Russia)
- The Sea Is Behind (Al bahr min ouaraikoum), regia di Hicham Lasri (Marocco, Francia, Emirati Arabi Uniti, Libano)
- Stories of Our Lives, regia di Jim Chuchu (Kenya, Sud Africa)
- Studio 54 (Director's Cut) (54), regia di Mark Christopher (Stati Uniti)
- The Summer of Sangaile (Sangailes vasara), regia di Alante Kavaite (Lituania, Francia, Paesi Bassi)
Panorama Special[modifica | modifica wikitesto]
- 600 miglia (600 Millas), regia di Gabriel Ripstein (Messico, Stati Uniti)
- Angelica, regia di Mitchell Lichtenstein (Stati Uniti)
- Coming Out, regia di Heiner Carow (Germania Est)
- Dora or The Sexual Neuroses of Our Parents (Dora oder Die sexuellen Neurosen unserer Eltern), regia di Stina Werenfels (Svizzera, Germania)
- È arrivata mia figlia! (Que Horas Ela Volta?), regia di Anna Muylaert (Brasile)
- Gukjesijang, regia di Yoon Je-kyoon (Corea del Sud)
- I Am Michael, regia di Justin Kelly (Stati Uniti)
- The Last Summer of the Rich (Der letzte Sommer der Reichen), regia di Peter Kern (Austria)
- Murder in Pacot (Meurtre à Pacot), regia di Raoul Peck (Haiti, Francia, Norvegia)
- Nasty Baby, regia di Sebastián Silva (Stati Uniti, Cile)
- Ned Rifle, regia di Hal Hartley (Stati Uniti)
- Petting Zoo, regia di Micah Magee (Germania, Grecia, Stati Uniti)
- Thanatos, Drunk (Zui sheng meng si), regia di Tso-chi Chang (Taiwan)
- Tough Love (Härte), regia di Rosa von Praunheim (Germania)
- Why Me? (De ce eu?), regia di Tudor Giurgiu (Romania)
Panorama Dokumente[modifica | modifica wikitesto]
- B-Movie: Lust & Sound in West-Berlin 1979-1989, regia di Jörg A. Hoppe, Heiko Lange e Klaus Maeck (Germania)
- Censored Voices, regia di Mor Loushy (Israele, Germania)
- Daniel's World (Danieluv svet), regia di Veronika Lisková (Repubblica Ceca)
- Fassbinder: To Love Without Demands (Fassbinder: at elske uden at kræve), regia di Christian Braad Thomsen (Danimarca)
- Feelings Are Facts: The Life of Yvonne Rainer, regia di Jack Walsh (Stati Uniti)
- El hombre nuevo, regia di Aldo Garay (Uruguay, Cile, Nicaragua)
- Iraqi Odyssey, regia di Samir (Iraq, Svizzera, Germania, Emirati Arabi Uniti)
- Je suis Annemarie Schwarzenbach, regia di Véronique Aubouy (Francia, Svizzera)
- Une jeunesse allemande, regia di Jean-Gabriel Périot (Francia, Svizzera, Germania)
- Jia Zhang-ke by Walter Salles, regia di Walter Salles (Brasile, Francia)
- Kurt Cobain: Montage of Heck (Cobain: Montage of Heck), regia di Brett Morgen (Stati Uniti)
- Misfits, regia di Jannik Splidsboel (Danimarca, Svezia, Stati Uniti)
- Prison System 4614, regia di Jan Soldat (Germania)
- Sumé: The Sound of a Revolution (Sumé: Mumisitsinerup nipaa), regia di Inuk Silis Hoegh (Danimarca, Norvegia)
- Tell Spring Not to Come This Year, regia di Saeed Taji Farouky e Michael McEvoy (Regno Unito, Afghanistan)
- What Happened, Miss Simone?, regia di Liz Garbus (Stati Uniti)
- Die Widerständigen 'also machen wir das weiter...', regia di Katrin Seybold e Ula Stöckl (Germania)
- The Yes Men Are Revolting, regia di Andy Bichlbaum, Mike Bonanno e Laura Nix (Paesi Bassi, Danimarca, Francia, Germania, Stati Uniti)
Forum[modifica | modifica wikitesto]
Programma principale[modifica | modifica wikitesto]
- Androids Dream (Sueñan los androides), regia di Ion De Sosa (Spagna, Germania)
- Atomic Heart Mother (Madar-e ghalb atomi), regia di Ali Ahmadzade (Iran)
- Balikbayan #1: Memories of Overdevelopment Redux III, regia di Kidlat Tahimik (Filippine)
- Beira-Mar, regia di Filipe Matzembacher e Marcio Reolon (Brasile)
- Ben Zaken, regia di Efrat Corem (Israele)
- The Boda Boda Thieves (Abaabi ba boda boda), regia di Donald Mugisha e James Tayler (Sud Africa, Germania, Kenya, Uganda)
- Brasil S/A, regia di Marcelo Pedroso (Brasile)
- Ce gigantesque retournement de la terre, regia di Claire Angelini (Francia)
- Counting, regia di Jem Cohen (Stati Uniti)
- Dari marusan, regia di Izumi Takahashi (Giappone)
- The Days Run Away Like Wild Horses Over the Hills, regia di Marcin Malaszczak (Germania, Polonia, Stati Uniti)
- End of Winter (Cheol-won-gi-haeng), regia di Kim Dae-hwan (Corea del Sud)
- Exotica, Erotica, Etc., regia di Evangelia Kranioti (Francia, Grecia)
- Fish Tail (Rabo de Peixe), regia di Nuno Leonel e Joaquim Pinto (Portogallo)
- Flotel Europa, regia di Vladimir Tomic (Danimarca, Serbia)
- The Forbidden Room, regia di Guy Maddin e Evan Johnson (Canada)
- Freie Zeiten, regia di Janina Herhoffer (Germania)
- Futaba kara toku hanarete dainibu, regia di Atsushi Funahashi (Giappone)
- Il gesto delle mani, regia di Francesco Clerici (Italia)
- Goat (Koza), regia di Ivan Ostrochovský (Slovacchia, Repubblica Ceca)
- The Gulls (Chayki), regia di Ella Manzheeva (Russia)
- H., regia di Rania Attieh e Daniel Garcia (Stati Uniti, Argentina)
- Hedi Schneider Is Stuck (Hedi Schneider steckt fest), regia di Sonja Heiss (Germania, Norvegia)
- Hotline, regia di Silvina Landesman (Israele, Francia)
- Journey Into Post-History (Viaggio nella dopo-storia), regia di Vincent Dieutre (Francia)
- K, regia di Darhad Erdenibulag e Emyr ap Richard (Hong Kong, Cina)
- La Maldad, regia di Joshua Gil (Messico)
- Mar, regia di Dominga Sotomayor Castillo (Argentina, Cile)
- The Money Complex (El complejo de dinero), regia di Juan Rodrigáñez (Spagna)
- The Mud Woman (La Mujer de Barro), regia di Sergio Castro San Martín (Argentina, Cile)
- La nuit et l'enfant, regia di David Yon (Francia, Qatar)
- Over the Years (Über die Jahre), regia di Nikolaus Geyrhalter (Austria)
- Portrait of the Artist (Le dos rouge), regia di Antoine Barraud (Francia)
- Queen of Earth, regia di Alex Ross Perry (Stati Uniti)
- The Siren of Faso Fani (La sirène de Faso Fani), regia di Michel K. Zongo (Francia, Burkina Faso, Germania, Qatar)
- Story of Judas (Histoire de Judas), regia di Rabah Ameur-Zaïmeche (Francia)
- Superwelt, regia di Karl Markovics (Austria)
- Twenty-Eight Nights and a Poem (Thamaniat wa ushrun laylan wa bayt min al-sheir), regia di Akram Zaatari (Libano, Francia)
- Until I Lose My Breath (Nefesim kesilene kadar), regia di Emine Emel Balci (Turchia, Germania)
- The Valley (Al-Wadi), regia di Ghassan Salhab (Libano, Germania, Francia, Qatar)
- Violencia, regia di Jorge Forero (Colombia, Messico)
- The Voice of Water (Mizu no koe wo kiku), regia di Masashi Yamamoto (Giappone)
- Zurich, regia di Sacha Polak (Germania, Paesi Bassi, Belgio)
Proiezioni speciali[modifica | modifica wikitesto]
- The 81st Blow (Ha-Makah Hashmonim V'Echad), regia di David Bergman, Jacques Ehrlich e Haim Gouri (Israele)
- An Actor's Revenge (Yukinojō henge), regia di Kon Ichikawa (Giappone)
- Cinema: A Public Affair, regia di Tatiana Brandrup (Germania, Russia)
- Conflagrazione (Enjō), regia di Kon Ichikawa (Giappone)
- Four Against the World (Cuatro contra el mundo), regia di Alejandro Galindo (Messico)
- Il fratello minore (Otōto), regia di Kon Ichikawa (Giappone)
- Joe Bullet, regia di Louis de Witt (Sud Africa)
- Out of the Forest (Me'kivun ha'yaar), regia di Yaron Kaftori e Limor Pinhasov (Israele)
- Strange Victory, regia di Leo Hurwitz (Stati Uniti)
- Umbango, regia di Tonie van der Merwe (Sud Africa)
- Was heißt hier Ende?, regia di Dominik Graf (Germania)
Forum Expanded[modifica | modifica wikitesto]
- 20 Handshakes for Peace, regia di Mahdi Fleifel (Palestina, Germania)
- Acapella, regia di Islam Safiyyudin Mohamed (Egitto)
- And on a Different Note, regia di Mohammad Shawky Hassan (Egitto)
- Black President, regia di Mpumelelo Mcata (Zimbabwe, Sud Africa, Regno Unito)
- Calamity qui?, regia di Isabelle Prim (Canada, Francia)
- Cancelled Faces, regia di Lior Shamriz (Corea del Sud, Germania)
- Les choses et les mots de Mudimbe, regia di Jean-Pierre Bekolo (Camerun)
- Cyclops Observes the Celestial Bodies, regia di Ken Jacobs (Stati Uniti)
- Dear John, regia di Hans Scheugl (Austria)
- La Dolce Siria, regia di Ammar Al Beik (Emirati Arabi Uniti, Egitto)
- Escape from My Eyes, regia di Felipe Bragança (Brasile, Germania)
- Face B, regia di Leila Albayaty (Belgio, Germania)
- A Field Guide to the Ferns, regia di Basma Alsharif (Stati Uniti)
- Fish Plane, Heart Clock, regia di Arvo Leo (Canada, Svizzera)
- From Ramallah, regia di Asem Naser (Palestina, Germania)
- Gineva, regia di Nicolas Cilins (Svizzera)
- Have You Ever Killed a Bear? Or Becoming Jamila, regia di Marwa Arsanios (Libano)
- IEC Long, regia di João Pedro Rodrigues e João Rui Guerra da Mata (Portogallo)
- Institute Above-Ground, regia di Florian Zeyfang, Lisa Schmidt-Colinet e Alexander Schmoeger (Germania)
- Into the Hinterlands, regia di Julia Yezbick (Stati Uniti)
- Memories for a Private Eye, regia di Rania Stephan (Libano)
- Orchard Street, regia di Ken Jacobs (Stati Uniti)
- Out on the Street, regia di Jasmina Metwaly e Philip Rizk (Egitto)
- Performer, regia di Łukasz Ronduda e Maciej Sobieszczanski (Polonia)
- Ruhe auf der Leinwand, regia di Friedl vom Gröller (Austria)
- Shape Shifting, regia di Elke Marhöfer e Mikhail Lylov (Germania, Giappone)
- Strom, regia di Eva C. Heldmann (Germania)
- This is Cosmos, regia di Anton Vidokle (Stati Uniti)
- Three Quarters, regia di Kevin Jerome Everson (Stati Uniti)
- Untitled (Human Mask), regia di Pierre Huyghe (Francia)
- Vyshybalshitsa, regia di Lyusya Matveeva (Russia)
- Wayward Fronds, regia di Fern Silva (Stati Uniti)
Generation[modifica | modifica wikitesto]
Generation Kplus[modifica | modifica wikitesto]
- Antboy - La vendetta di Red Fury (Antboy: Den Røde Furies hævn), regia di Ask Hasselbalch (Danimarca, Germania)
- Confetti Harvest (Dorsvloer vol confetti), regia di Tallulah Hazekamp Schwab (Paesi Bassi, Belgio)
- Cykelmyggen og minibillen, regia di Jannik Hastrup e Flemming Quist Møller (Danimarca)
- Dhanak, regia di Nagesh Kukunoor (India)
- Golden Kingdom, regia di Brian Perkins (Stati Uniti, Birmania)
- The Greatest House in the World (La casa más grande del mundo), regia di Ana V. Bojorquez e Lucía Carreras (Guatemala, Messico)
- Kar korsanlari, regia di Faruk Hacihafizoglu (Turchia)
- My Skinny Sister (Min lilla syster), regia di Sanna Lenken (Svezia, Germania)
- Nebesnyy verblyud, regia di Yuriy Feting (Russia)
- Paper Planes - Ai confini del cielo (Paper Planes), regia di Robert Connolly (Australia, Giappone)
- River (Gtsangbo), regia di Sonthar Gyal (Cina)
- River Road (Jia zai shui cao feng mao di di fang), regia di Ruijun Li (Cina)
- So Be It (A Wang), regia di Kongdej Jaturanrasamee (Thailandia)
- You're Ugly Too, regia di Mark Noonan (Irlanda)
Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]
- Agnes, regia di Anja Lind (Svezia)
- Air-Mail (Messages dans l'air), regia di Isabelle Favez (Svizzera, Francia)
- Boogaloo and Graham, regia di Michael Lennox (Regno Unito)
- Catalina and the Sun (Catalina y el sol), regia di Anna Paula Hönig (Francia, Argentina, Germania)
- The Face of Ukraine: Casting Oksana Baiul, regia di Kitty Green (Australia, Ucraina)
- The Fried Fish (Mahiye sorkh shodeh), regia di Leila Khalilzadeh (Iran)
- Gift of My Father (Hadiatt abi), regia di Salam Salman (Iraq, Regno Unito, Paesi Bassi, Stati Uniti)
- Giovanni en het waterballet, regia di Astrid Bussink (Paesi Bassi)
- Historias Breves 9: Videojuegos, regia di Cecilia Kang (Argentina)
- The Little Bird and the Squirrel (Der kleine Vogel und das Eichhörnchen), regia di Lena von Döhren (Svizzera)
- Kacey Mottet Klein, Birth of an Actor (Kacey Mottet Klein, Naissance d'un acteur), regia di Ursula Meier (Svizzera, Francia)
- Kumu Hina, regia di Dean Hamer e Joe Wilson (Stati Uniti)
- Maja, regia di Jakub Michnikowski (Polonia)
- Onomastika, regia di Loeloe Hendra Komara (Indonesia)
- Rosso Papavero, regia di Martin Smatana (Slovacchia)
- Si la mer se meurt, regia di Lorris Coulon (Francia)
- Spring (Primavera), regia di Joaquín Tapia Guerra (Bolivia)
- The Tie, regia di An Vrombaut (Belgio)
- Water Path (Camino del agua), regia di Carlos Felipe Montoya (Colombia)
Generation 14plus[modifica | modifica wikitesto]
- 14+, regia di Andrej Zajcev (Russia)
- The Beat Beneath My Feet, regia di John Williams (Regno Unito)
- Cloro, regia di Lamberto Sanfelice (Italia)
- Coming of Age, regia di Teboho Edkins (Sud Africa, Germania)
- Corbo, regia di Mathieu Denis (Canada)
- Diario di una teenager (The Diary of a Teenage Girl), regia di Marielle Heller (Stati Uniti)
- Dolore ignorato (Flocken), regia di Beata Gårdeler (Svezia)
- El gurí, regia di Sergio Mazza (Argentina)
- Mina Walking, regia di Yosef Baraki (Canada, Afghanistan)
- Nena, regia di Saskia Diesing (Paesi Bassi, Germania)
- One and Two, regia di Andrew Droz Palermo (Stati Uniti)
- Prince (Prins), regia di Sam de Jong (Paesi Bassi)
- Short Skin - I dolori del giovane Edo, regia di Duccio Chiarini (Italia)
- Wonderful World End, regia di Daigo Matsui (Giappone)
Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]
- #Ya, regia di Ygor Gama e Florencia Rovlich (Argentina, Germania)
- Bloodlines, regia di Christopher Cegielski (Stati Uniti)
- Coach, regia di Ben Adler (Francia)
- A Confession, regia di Petros Silvestros (Regno Unito)
- Driftwood Dustmites, regia di Malina Maria Mackiewicz (Australia)
- A Hole in My Heart (Un creux dans mon coeur), regia di Mees Peijnenburg (Paesi Bassi, Francia)
- Leka färdigt, regia di Nanna Huolman (Svezia)
- Let's Dance: Bowie Down Under, regia di Rubika Shah (Australia, Regno Unito)
- Mother Virgin No More (Gri bölge), regia di Derya Durmaz (Turchia)
- Nelly, regia di Chris Raiber (Austria)
- The Nightingale and the Rose, regia di Del Kathryn Barton e Brendan Fletcher (Australia)
- Nulla Nulla, regia di Dylan River (Australia)
- The Old Man and the Bird, regia di Dennis Stein-Schomburg (Germania)
- Picnic (Piknik), regia di Jure Pavlovic (Croazia)
- Reunion (Tuolla puolen), regia di Janne Reinikainen e Iddo Soskolne (Finlandia)
- Squirrel, regia di Tomas Vengris (Grecia, Stati Uniti)
- Stay Awake, regia di Jamie Sisley (Stati Uniti)
- Wawi, regia di Michael Portway (Australia)
- Why Banana Snarls (Pochemu banan ogryzayetsya), regia di Svetlana Razgulyaeva (Russia)
Proiezioni speciali[modifica | modifica wikitesto]
- Alarm im Kasperletheater, regia di Lothar Barke (Germania Est)
- Il cerchio (Cirkeln), regia di Levan Akin (Svezia)
- Die Flucht zu den Pinguinen, regia di Günter Rätz (Germania Est)
- Gegner nach Maß, regia di Bruno J. Böttge (Germania Est)
- Heartless, regia di Natasha Arthy (Danimarca)[9]
- Meta Morfoss, regia di Monika Anderson (Germania Est)
- Pünktchen, regia di Bruno J. Böttge (Germania Est)
- Die Suche nach dem Vogel Turlipan, regia di Kurt Weiler (Germania Est)
- Urwaldmärchen, regia di Katja Georgi (Germania Est)
- Vom Fröschlein und seinem Reifen, regia di Heinz Nagel (Germania Est)
Perspektive Deutsches Kino[modifica | modifica wikitesto]
- Bube Stur, regia di Moritz Krämer (Germania)
- The Bunker (Der Bunker), regia di Nikias Chryssos (Germania)
- Elixir, regia di Brodie Higgs (Germania, Australia)
- Freiräume, regia di Filippa Bauer (Germania)
- Homesick, regia di Jakob M. Erwa (Germania, Austria)
- Im Spinnwebhaus, regia di Mara Eibl-Eibesfeldt (Germania)
- Like a Cast Shadow (Sibylle), regia di Michael Krummenacher (Germania)
- Sag mir Mnemosyne, regia di Lisa Sperling (Germania)
- Sprache: Sex, regia di Saskia Walker e Ralf Hechelmann (Germania)
- Summers Downstairs (Im Sommer wohnt er unten), regia di Tom Sommerlatte (Germania, Francia)
- War (Chrieg), regia di Simon Jaquemet (Svizzera)
- Wanja, regia di Carolina Hellsgård (Germania)
Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]
- Ein idealer Ort, regia di Anatol Schuster (Germania)
- Hakie - Haki. Ein Leben als Mann, regia di Anabela Angelovska (Germania)
- I Remember, regia di Janna Ji Wonders (Germania)
Proiezione speciale[modifica | modifica wikitesto]
- Die Menschenliebe, regia di Maximilian Haslberger (Germania)
Retrospettiva[modifica | modifica wikitesto]
- L'amante indiana (Broken Arrow), regia di Delmer Daves (Stati Uniti)
- Biancaneve e i sette nani (Snow White and the Seven Dwarfs), regia di David Hand (Stati Uniti)
- Bisticci d'amore (Sweethearts), regia di W. S. Van Dyke (Stati Uniti)
- Cantando sotto la pioggia (Singin' in the Rain), regia di Stanley Donen e Gene Kelly (Stati Uniti)
- I cavalieri del Nord Ovest (She Wore a Yellow Ribbon), regia di John Ford (Stati Uniti)
- I coniglietti buffi (Funny Little Bunnies), regia di Wilfred Jackson (Stati Uniti)
- La Cucaracha, regia di Lloyd Corrigan (Stati Uniti)
- Duello al sole (Duel in the Sun), regia di King Vidor (Stati Uniti)
- La famiglia Gibbon (This Happy Breed), regia di David Lean (Regno Unito)
- Femmina folle (Leave Her to Heaven), regia di John M. Stahl (Stati Uniti)
- Fior di loto (The Toll of the Sea), regia di Chester M. Franklin (Stati Uniti)
- Il fiume (The River), regia di Jean Renoir (Francia, Regno Unito, India, Stati Uniti)
- Il giardino di Allah (The Garden of Allah), regia di Richard Boleslawski (Stati Uniti)
- Il grande tormento (The Shepherd of the Hills), regia di Henry Hathaway (Stati Uniti)
- Ivanhoe, regia di Richard Thorpe (Stati Uniti, Regno Unito)
- Jolanda e il re della samba (Yolanda and the Thief), regia di Vincente Minnelli (Stati Uniti)
- Il ladro di Bagdad (The Thief of Bagdad), regia di Ludwig Berger, Michael Powell e Tim Whelan (Regno Unito, Stati Uniti)
- Il mago di Oz (The Wizard of Oz), regia di Victor Fleming (Stati Uniti)
- Mighty Manhattan, New York's Wonder City, regia di James H. Smith (Stati Uniti)
- Mrs. Mortimer Jones Prepares "Dinner for Eight", regia di Rodney Gilliam (Stati Uniti)
- Narciso nero (Black Narcissus), regia di Michael Powell e Emeric Pressburger (Regno Unito)
- Niagara, regia di Henry Hathaway (Stati Uniti)
- Redskin, regia di Victor Schertzinger (Stati Uniti)
- La regina d'Africa (The African Queen), regia di John Huston (Stati Uniti, Regno Unito)
- La regina dei pirati (Anne of the Indies), regia di Jacques Tourneur (Stati Uniti)
- Sangue e arena (Blood and Sand), regia di Rouben Mamoulian (Stati Uniti)
- Sangue gitano (Wings of the Morning), regia di Harold D. Schuster (Regno Unito)
- Scaramouche, regia di George Sidney (Stati Uniti)
- Show Boat, regia di George Sidney (Stati Uniti)
- Lo sperone nudo (The Naked Spur), regia di Anthony Mann (Stati Uniti)
- Stirpe dannata (Blanche Fury), regia di Marc Allégret (Regno Unito)
- I tre moschettieri (The Three Musketeers), regia di George Sidney (Stati Uniti)
- Gli uomini preferiscono le bionde (Gentlemen Prefer Blondes), regia di Howard Hawks (Stati Uniti)
- L'uomo venuto da lontano (An American Romance), regia di King Vidor (Stati Uniti)
- Via col vento (Gone with the Wind), regia di Victor Fleming (Stati Uniti)
Berlinale Classics[modifica | modifica wikitesto]
- Agente 007 - Missione Goldfinger (Goldfinger), regia di Guy Hamilton (Regno Unito)
- A sangue freddo (In Cold Blood), regia di Richard Brooks (Stati Uniti)
- The Cat Has Nine Lives (Neun Leben hat die Katze), regia di Ula Stöckl (Germania Ovest)
- Generazione 45 (Jahrgang 45), regia di Jürgen Böttcher (Germania Est)
- Varieté, regia di Ewald André Dupont (Germania)
Homage[modifica | modifica wikitesto]
- Alice nelle città (Alice in den Städten), regia di Wim Wenders (Germania Ovest)
- L'amico americano (Der Amerikanische Freund), regia di Wim Wenders (Germania Ovest)
- Il cielo sopra Berlino (Der Himmel über Berlin), regia di Wim Wenders (Germania Ovest)
- Fino alla fine del mondo (Director's Cut) (Bis ans Ende der Welt), regia di Wim Wenders (Germania, Francia, Australia)
- The Million Dollar Hotel, regia di Wim Wenders (Germania, Stati Uniti)
- Nel corso del tempo (Im Lauf der Zeit), regia di Wim Wenders (Germania Ovest)
- Paris, Texas, regia di Wim Wenders (Germania Ovest)
- Pina, regia di Wim Wenders (Germania, Francia)
- Prima del calcio di rigore (Die Angst des Tormanns beim Elfmeter), regia di Wim Wenders (Germania Ovest)
- Tokyo-Ga, regia di Wim Wenders (Germania Ovest)
NATIVe - A Journey into Indigenous Cinema[modifica | modifica wikitesto]
- Eco de la montaña, regia di Nicolás Echevarría (Stati Uniti, Messico)
- Eldest Brother (Bankilal), regia di María Dolores Arias Martínez (Messico)
- En espera, regia di Gabriela Calvache (Ecuador)
- The Fighting Cholitas, regia di Mariam Jobrani (Stati Uniti)
- Gerónima, regia di Raúl Alberto Tosso (Argentina)
- Gone with the River (Dauna. Lo que lleva el río), regia di Mario Crespo (Venezuela)
- Hamaca paraguaya, regia di Paz Encina (Argentina, Paesi Bassi, Paraguay, Austria, Francia, Germania)
- As Hiper Mulheres, regia di Fausto Carlos (Brasile)
- Karai norte, regia di Marcelo Martinessi (Paraguay)
- Koltavanej, regia di Concepción Suárez Aguilar (Messico)
- Madeinusa, regia di Claudia Llosa (Perù, Spagna)
- Ma Ê Dami Xina: I've Already Become an Image (Ma Ê Dami Xina - Já me transformei em imagem), regia di Zezinho Yube (Brasile)
- O mestre e o Divino, regia di Tiago Campos Torres (Brasile)
- The Quispe Girls (Las Niñas Quispe), regia di Sebastián Sepúlveda (Cile)
- Silvestre Pantaleón, regia di Roberto Olivares (Messico)
- Sipo'hi - El lugar del manduré, regia di Sebastián Lingiardi (Argentina)
- Thank You, Brother (Hepari Idubrada, Obrigado Irmão), regia di Divino Tserewahú (Brasile)
- Yvy Maraey, regia di Juan Carlos Valdivia (Bolivia, Messico, Norvegia)
Culinary Cinema[modifica | modifica wikitesto]
- Automatic Fitness, regia di Alberto Couceiro e Alejandra Tomei (Germania)
- Chef's Table – Episodio Massimo Bottura, regia di David Gelb (Stati Uniti)
- Cooking Up a Tribute, regia di Luis Gonzalez e Andrea Gómez (Spagna)
- Feeding the Body Politic, regia di Helen De Michiel (Stati Uniti)
- Festins imaginaires, regia di Anne Georget (Francia, Belgio)
- Finding Gaston (Buscando a Gastón), regia di Julia Patricia Perez (Perù)
- Flamin' Hot, regia di Helen De Michiel (Stati Uniti)
- Good Things Await (Så meget godt i vente), regia di Phie Ambo (Danimarca, Islanda)
- Jerez & el misterio del Palo Cortado, regia di José Luis López-Linares (Spagna)
- Little Forest: Winter/Spring (Ritoru foresuto: Fuyu/Haru), regia di Jun'ichi Mori (Giappone)
- An Omnivorous Family's Dilemma, regia di Jeong-Hoon Shin (Corea del Sud)
- Quando l'Italia mangiava in bianco e nero, regia di Andrea Gropplero di Troppenburg (Italia)
- Ro.Go.Pa.G. – Episodio La ricotta, regia di Pier Paolo Pasolini (Italia, Francia)
- Seeds of Time, regia di Sandy McLeod (Stati Uniti, Danimarca, Italia, Norvegia, Perù, Russia)
- Il segreto di Otello, regia di Francesco Ranieri Martinotti (Italia)
- Sergio Herman: Fucking Perfect, regia di Willemiek Kluijfhout (Paesi Bassi)
- Sonia's Dream, regia di Diego E. Sarmiento Pagan (Perù)
- The Sturgeon Queens, regia di Julie Cohen (Stati Uniti)
- Wurst, regia di Carlo Vogele (Stati Uniti)
- Zucchero! That Sugar Film (That Sugar Film), regia di Damon Gameau (Australia)
Premi[modifica | modifica wikitesto]
[[File:Jafar Panahi (Berlin Film Festival 2006) revised.jpg|upright=0.9|thumb|right|Il regista Jafar Panahi, Orso d'oro per Taxi Teheran. [[File:Actress Charlotte Rampling At the premiere of the movie "45 Years".jpg|upright=0.9|thumb|right|Charlotte Rampling, miglior attrice per 45 anni. [[File:Tom Courtenay Berlin 2015.jpg|upright=0.9|thumb|right|Tom Courtenay, miglior attore per 45 anni. [[File:Jayro Bustamante Berlinale 2015.jpg|upright=0.9|thumb|right|Il regista Jayro Bustamante, Premio Alfred Bauer per Vulcano. [[File:Wim Wenders Berlinale 2015.jpg|upright=0.9|thumb|right|Il regista Wim Wenders, vincitore dell'Orso d'oro alla carriera.
Premi della giuria internazionale[modifica | modifica wikitesto]
- Orso d'oro: Taxi Teheran di Jafar Panahi
- Orso d'argento, gran premio della giuria: Il club di Pablo Larraín
- Orso d'argento per il miglior regista: ex aequo Radu Jude per Aferim! e Małgorzata Szumowska per Ciało
- Orso d'argento per la migliore attrice: Charlotte Rampling per 45 anni di Andrew Haigh
- Orso d'argento per il miglior attore: Tom Courtenay per 45 anni di Andrew Haigh
- Orso d'argento per la migliore sceneggiatura: Patricio Guzmán per La memoria dell'acqua
- Orso d'argento per il miglior contributo artistico: ex aequo Sturla Brandth Grøvlen per la fotografia di Victoria di Sebastian Schipper e Evgeniy Privin e Sergey Mikhalchuk per la fotografia di Under Electric Clouds di Aleksey German Jr
- Premio Alfred Bauer: Vulcano di Jayro Bustamante
Premi della giuria "Opera prima"[modifica | modifica wikitesto]
- Migliore opera prima: 600 miglia di Gabriel Ripstein
Premi della giuria "Cortometraggi"[modifica | modifica wikitesto]
- Orso d'oro per il miglior cortometraggio: Hosanna di Na Young-kil
- Orso d'argento, premio della giuria: Bad at Dancing di Joanna Arnow
- Audi Short Film Award: Planet Sigma di Momoko Seto
- Cortometraggio candidato agli European Film Awards: Dissonance di Till Nowak
Premi onorari[modifica | modifica wikitesto]
- Orso d'oro alla carriera: Wim Wenders
- Berlinale Kamera: Marcel Ophüls, Naum Kleiman, Alice Waters, Carlo Petrini
Premi delle giurie "Generation"[modifica | modifica wikitesto]
Kinderjury Generation Kplus[modifica | modifica wikitesto]
- Orso di cristallo: My Skinny Sister di Sanna Lenken
- Menzione speciale: Dhanak di Nagesh Kukunoor
- Orso di cristallo per il miglior cortometraggio: Gift of My Father di Salam Salman
- Menzione speciale: The Tie di An Vrombaut
Generation Kplus International Jury[modifica | modifica wikitesto]
- Grand Prix per il miglior lungometraggio: Dhanak di Nagesh Kukunoor
- Menzione speciale: My Skinny Sister di Sanna Lenken
- Special Prize per il miglior cortometraggio: Giovanni en het waterballet di Astrid Bussink
- Menzione speciale: Agnes di Anja Lind
Jugendjury Generation 14plus[modifica | modifica wikitesto]
- Orso di cristallo: Dolore ignorato di Beata Gårdeler
- Menzione speciale: Prince di Sam de Jong
- Orso di cristallo per il miglior cortometraggio: A Confession di Petros Silvestros
- Menzione speciale: Nelly di Chris Raiber
Generation 14plus International Jury[modifica | modifica wikitesto]
- Grand Prix per il miglior lungometraggio: Diario di una teenager di Marielle Heller
- Menzione speciale: Nena di Saskia Diesing
- Special Prize per il miglior cortometraggio: Coach di Ben Adler
- Menzione speciale: Reunion di Janne Reinikainen e Iddo Soskolne
Premi delle giurie indipendenti[modifica | modifica wikitesto]
- Premio della giuria ecumenica
- Concorso: La memoria dell'acqua di Patricio Guzmán
- Panorama: Ned Rifle di Hal Hartley
- Forum: Story of Judas di Rabah Ameur-Zaïmeche - Premio FIPRESCI
- Concorso: Taxi Teheran di Jafar Panahi
- Panorama: A Minor Leap Down di Hamed Rajabi
- Forum: Il gesto delle mani di Francesco Clerici - Guild Film Prize: Victoria di Sebastian Schipper
- Premio CICAE Art Cinema
- Panorama: È arrivata mia figlia! di Anna Muylaert
- Forum: Zurich di Sacha Polak - Label Europa Cinemas: Out of Nature di Ole Giæver e Marte Vold
- Premio Caligari: Balikbayan #1: Memories of Overdevelopment Redux III di Kidlat Tahimik
- Peace Film Prize: The Look of Silence di Joshua Oppenheimer
- Amnesty International Film Award: Tell Spring Not to Come This Year di Saeed Taji Farouky e Michael McEvoy
- Premio Heiner Carow: B-Movie: Lust & Sound in West-Berlin 1979-1989 di Jörg A. Hoppe, Heiko Lange e Klaus Maeck
- FGYO - Award Dialogue en Perspective: Ein idealer Ort di Anatol Schuster
- Menzione speciale: Summers Downstairs di Tom Sommerlatte
- Think:Film Award: Performer di Łukasz Ronduda e Maciej Sobieszczanski
- Teddy Award
- Miglior lungometraggio: Nasty Baby di Sebastián Silva
- Miglior documentario: El hombre nuevo di Aldo Garay
- Miglior cortometraggio: San Cristóbal di Omar Zúñiga Hidalgo
- Premio della giuria: Stories of Our Lives di Jim Chuchu
- Special Teddy Award: Udo Kier
- Premio Else dei lettori di Siegessäule: Thanatos, Drunk di Tso-chi Chang
Premi del pubblico e dei lettori[modifica | modifica wikitesto]
- Panorama Audience Award
- Film: È arrivata mia figlia! di Anna Muylaert
- Documentari: Tell Spring Not to Come This Year di Saeed Taji Farouky e Michael McEvoy - Premio dei lettori della Berliner Morgenpost: Victoria di Sebastian Schipper
- Premio dei lettori di Der Tagesspiegel: Flotel Europa di Vladimir Tomic
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r 65th Berlin International Film Festival - February 5-15, 2015, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 15 maggio 2023.
- ^ Aug 21, 2014: Berlinale 2015: Homage and Honorary Golden Bear for Wim Wenders, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Awards 2015, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Jan 09, 2015: Isabel Coixet's Nobody Wants the Night to Open the 65th Berlinale, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Nov 12, 2014: Berlinale Retrospective 2015: "Glorious Technicolor. From George Eastman House and Beyond", su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Jan 13, 2015: In Memory of Francesco Rosi the Berlinale Will Present Uomini contro, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 5 gennaio 2020.
- ^ Facts & Figures of the Berlinale 2015, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 5 gennaio 2020.
- ^ a b c d e Juries - 2015, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 23 giugno 2022.
- ^ Sono stati proiettati i primi cinque episodi.