Małgorzata Szumowska

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Małgorzata Szumowska a Wiesbaden nel 2014

Małgorzata Szumowska (Cracovia, 26 febbraio 1973) è una regista, sceneggiatrice e produttrice cinematografica polacca.

Nel 2015 ha vinto l'Orso d'argento per la miglior regia al Festival di Berlino per il film Ciało, mentre nel 2018 l'Orso d'argento, gran premio della giuria per Un'altra vita - Mug.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia della scrittrice Dorota Terakowska e del giornalista Maciej Szumowski, cresce in una famiglia artistica a stretto contatto con l'ambiente bohémien cracoviano, che lei stessa ricorderà poi come "totalmente borghese".[1][2][3]

Dopo essere stata inizialmente iscritta dai genitori all'Università Jagellonica per studiare storia dell'arte, ottiene di frequentare la Scuola nazionale di cinema, televisione e teatro Leon Schiller di Łódź, diplomandovisi nel 1998.[4][5] Suo professore e mentore alla Leon Schiller è il regista e sceneggiatore Wojciech Jerzy Has.[4]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Esordisce alla regia di un lungometraggio nel 2000 con Szczęśliwy człowiek, per il quale riceve una candidatura all'European Film Awards per la miglior rivelazione. Nel 2005, a un anno dalla sua morte, dedica al padre il documentario Mój tata Maciek, realizzato a partire da materiali d'archivio e momenti di vita casualmente registrati.[6] Raggiunge la fama in patria col film 33 sceny z życia (2008), d'ispirazione autobiografica, che vince il premio per il miglior film ai Polskie Nagrody Filmowe.[7]

Nel 2011 scrive e dirige la co-produzione europea in francese Elles, con protagonista Juliette Binoche, mentre nel 2013 è in concorso al Festival di Berlino col film W imię..., sulla crisi di fede di un sacerdote cattolico che scopre la propria omosessualità. Nel 2015 concorre nuovamente a Berlino con Ciało, vincendo stavolta l'Orso d'argento per il miglior regista, mentre nel 2018 vi vince l'Orso d'argento, gran premio della giuria per Un'altra vita - Mug. Nel 2019 dirige il suo primo lungometraggio in lingua inglese, nonché il primo a non essere tratto da una sua sceneggiatura, l'horror The Other Lamb.[8] L'anno dopo è in concorso alla Mostra del cinema di Venezia con Non cadrà più la neve, venendo selezionata per rappresentare la Polonia nella corsa al miglior film internazionale ai premi Oscar 2021.[9]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2001 ha sposato con rito cattolico Michał Englert, che aveva conosciuto alla Leon Schiller ed è stato sceneggiatore e direttore della fotografia di molti suoi film; i due hanno divorziato nel 2004, in seguito alla morte di entrambi i genitori di lei.[5] Il suo compagno successivo è stato Jacek Drosio, montatore e produttore di molti dei suoi film, con cui ha avuto nel 2005 un figlio, Maciej.[1][5] Nel 2011, Szumowska ha sposato l'attore Mateusz Kościukiewicz, che ha diretto in W imię... e Un'altra vita - Mug, e con cui ha avuto nel 2012 una figlia, Alina.[1][10]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Regista e sceneggiatrice[modifica | modifica wikitesto]

Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Cisza - documentario (1998)
  • Siedem lekcji miłości - documentario (1999)
  • Wniebowstąpienie (2000)
  • Dokument...? - documentario (2001)
  • A czego tu się bać? - documentario (2007)
  • #19. Nightwalk (2020)

Lungometraggi[modifica | modifica wikitesto]

Solo regista[modifica | modifica wikitesto]

Produttrice[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Croce d'oro al merito - nastrino per uniforme ordinaria
«Per i servizi resi alla cultura polacca.»
— 16 giugno 2015[11]
Medaglia d'argento Gloria Artis - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (PL) Roman Praszyński, Umie zakląć, chętnie pije wódkę… Skandalistka Małgorzata Szumowska!, su viva.pl, 1º settembre 2008. URL consultato l'11 luglio 2020.
  2. ^ (PL) Piotr Dobry, Szumowska bierze Polskę za „twarz” i podbija Europę. Czy fenomen reżyserki polega tylko na kontrowersji?, su film.dziennik.pl, 26 febbraio 2018. URL consultato il 12 luglio 2020.
  3. ^ (PL) Karolina Błaszkiewicz, Katarzyna T. Nowak o alkoholizmie. Przyrodnia siostra Małgorzaty Szumowskiej piła przez 18 lat, su kobieta.wp.pl, 3 febbraio 2020. URL consultato il 12 luglio 2020.
  4. ^ a b (PL) Jan Strękowski, Małgorzata Szumowska, su culture.pl. URL consultato il 10 luglio 2020.
  5. ^ a b c (PL) Helena Soszyńska, Małgośka znaczy wolna, su styl.pl, 25 febbraio 2013. URL consultato l'11 luglio 2020.
  6. ^ (PL) "Mój Tata Maciek", su TVP Historia, 2 febbraio 2020. URL consultato il 5 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2020).
  7. ^ (PL) Michał Burszta, Orły 2009 dla Szumowskiej i "Małej Moskwy", su filmweb.pl, 10 marzo 2009. URL consultato il 12 giugno 2011.
  8. ^ (EN) Wendy Mitchell, TrustNordisk boards Małgorzata Szumowska's 'The Other Lamb' (exclusive), su screendaily.com, 7 settembre 2019. URL consultato il 10 ottobre 2019.
  9. ^ (EN) Scott Roxborough, Oscars: Poland Selects 'Never Gonna Snow Again' for International Feature Category, in The Hollywood Reporter, 10 agosto 2020. URL consultato il 25 agosto 2020.
  10. ^ (PL) M jak Małgośka, su elle.pl. URL consultato il 23 febbraio 2014.
  11. ^ (PL) M.P. 2015 poz. 845, su isap.sejm.gov.pl, Camera dei deputati. URL consultato il 5 agosto 2020.
  12. ^ (PL) Medal Zasłużony Kulturze - Gloria Artis, su mkidn.gov.pl, Ministero della cultura e del patrimonio nazionale. URL consultato il 5 agosto 2020.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN120887197 · ISNI (EN0000 0001 1008 3039 · LCCN (ENn2012056967 · GND (DE14128532X · BNE (ESXX5279252 (data) · BNF (FRcb16613110j (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n2012056967