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Autoritratto

Giovanni Philippone (San Giovanni Gemini, 1922Pavia, 1993) è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gli anni siciliani[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Philippone nasce in Sicilia nel 1922. Anche se passerà fuori dall’isola la maggior parte della sua vita, la sua terra, le sue origini, il suo paesaggio resteranno fino all’ultimo il motore e il fili conduttore del suo percorso artistico.

Primo dei cinque figli di un commerciante, gode di un benessere economico fino al 1926, anno in cui a causa di un provvedimento economico detto “quota novanta” che causò il fallimento delle ditte che avevano rapporti economici con l’estereo, la famiglia si ritrovò in serie difficoltà.

Frequenta il ginnasio in collegio dai Gesuiti a Pedara, vicino a Noto, paese ricco di storia e di arte. Lì matura l’interesse per le materie artistiche e la decisione di iscriversi al liceo artistico di Palermo, dove otterrà il diploma nel 1942. Negli anni di studio del liceo fu ospite del suo insegnante Spinelli, perché la famiglia non poteva provvedere al suo mantenimento, finché gli venne assegnata una borsa di studio.

Tra i suoi amici che saranno poi anche compagni di Accademia di belle Arti a Palermo: Sanfilippo, Accardi, Attardi e Consagra. Tra i suoi insegnanti in Accademia: Ballo.

È del 1945 la mostra indetta dalla Federazione del Partito Comunista a Palermo, a cui partecipa insieme a Sanfilippo, Guttuso, Attardi, e altri.

Paesaggio

Il trasferimento a Milano[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1946 si trasferisce a Milano dove termina gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera sotto la guida del maestro Aldo Carpi ed Eva Thea per la storia dell’arte e dove gli viene assegnato il premio Hayez.[1] È l’anno della “diaspora” del gruppo di amici che per anni avevano condiviso idee, amore per l’arte, fame e sogni. Infatti Sanfilippo e la Accardi si trasferiscono a Firenze, Consagra e Attardi a Roma. E da lì hanno inizio le diverse storie personali e i diversi percorsi artistici. Il bisogno di uscire dalla Sicilia, lontana e ai margini dei dibatti culturali e artistici, spinge questi giovani pittori ad avvicinarsi a quelli che sono i centri propulsori della cultura artistica in quegli anni; la sete di ricerca, la voglia di scoprire e di vivere in prima persona quello che sarà un periodo ricco di cambiamenti per la storia dell’arte italiana. Compagni e amici di quel periodo: Paganin, Orsi, Ronchi, Pizzoni, B.Corsi, Cavaliere, Baruzzi, Morlotti, Peverelli, Agrigento, Francese, Bombino e Chighine. Sono gli anni dell’immediato dopoguerra in cui fervevano al “Giamaica” e dalla “Titta” discussioni di arte e politica, anni cui la fame si faceva ancora sentire, anni di solidarietà e amicizia sincera.

Con il maestro Aldo Carpi e il critico Monteverdi

Nel 1946 espone al Fronte della cultura con Birolli, Cassinari, Chighine, Migneco, Morlotti, Giovanni Paganin, Sassu, Testori. Nel 1947, realizza per il municipio del suo paese, a cui periodicamente fa ritorno, un enorme affresco che rappresenta una scena campestre. Il tema del lavoro nei campi sarà un tema costante nella sua pittura, che sta a sottolineare in che modo un artista si ponga nei riguardi della realtà sociale. A questo proposito nel corso di un’intervista Philippone ebbe a dichiarare: “un artista rimane sempre legato alla sua terra, al paese natale, e il proprio paese non è solo la natura, ma gli uomini con i loro problemi, le loro ansie e aspirazioni e con la loro a volte inconsapevole visione poetica del mondo”. Nello stesso anno espone al fronte della gioventù con Cavaliere, Chighine, Crippa, Dova, Francese, Kodra, Mignieco, Morlotti, Paganin, Sassu, Treccani e Vedova.[2] Nel 1948 sempre per il suo paese affresca l’abside e la volta della chiesa della Madonna del Carmelo.[3]

Ancora nel 1948, ritornato al nord, si trasferisce per circa un anno a Monte Olimpino (un quartiere di Como) nella case dei fratelli Picardo.[4] Era questa una sorta di “Comune” ante litteram, una sorta Bauhaus italiana. Philippone vi giunse presentato da Munari. Qui ogni componente si occupava di diverse forme d’arte, arte applicata, artigianato artistico, musica, fotografia, fumetti, progettazione di oggetti domestici ecc. Qui incontrò e strinse amicizia con il fotografo Ballo, fratello del suo insegnante di Palermo.

La fama internazionale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1950 si trasferisce a Parigi dove frequenta l’Accademie des Beaux Art sotto la guida di Leger e legando amicizia con Gino Severini. Nel 1952, periodo nel quale ferveva la polemica tra “figurativo” e “astratto”, si trasferisce definitivamente a Milano dove, nel 1953, in occasione dell’esposizione alla galleria Bergamini,[5] con Cighine, Paganin, Garau e Traverso, prende posizione con un manifesto riguardo la diatriba tra astrattismo e realismo socialista.

Nel 1958 è presente con Guttuso, Mafai, Pizzinato, Migneco, Sassu e Manzu alla mostra “artisti Italiani” al museo Nazionale di Bucarest.[6]

Il suo percorso artistico non subì scossoni o virate di tendenza, ma all’interno del discorso figurativo la maturazione del suo linguaggio rimase fedele ai suoi temi. In questa coerenza tematica si inseriscono sperimentazioni con altri materiali quali il vetro, a cui lavorò negli anni 1953/54, collaborando con gli architetti Terzaghi e Magnaghi[7] o la ceramica intorno al 1956/60. Si perfezionerà poi nella tecnica dell’incisione con il suo stampatore e amico Rino Cervi, recuperando e rielaborando le antiche metodologie che furono dei grandi maestri attualizzandole e appropriandosene.[8][9]

Nel 1960 espone al Salon de L’Art libre (Palais des Beaux Arts di Parigi). Nel 1961 sposa Dora Damen, figlia di Onorato Damen, fondatore con A. Bordiga nel 1921 del Partito Comunista d’Italia.

Trasferisce lo studio in alcuni locali dell’ex fabbrica Alfa Romeo assieme ad altri artisti tra i quali lo scultore Giovanni Paganin.

Ritratto con l'amico Giovanni Paganin

In quel periodo lavora molto con la modella; è di quegli anni infatti la produzione più numerosa di nudi. Oltre che allo studio della figura umana, si dedicò alla rappresentazione del paesaggio della sua terra, colta in maniera rapida e sintetica nei numerosi acquarelli eseguiti durante i soggiorni siciliani e rielaborati nei quadri nello studio milanese.

Nel 1964 espone alla Galleria Burdeke di Zurigo dove “….la sua pittura, piena di meridionale vitalità non è letteraria e mostra di aver assimilato in felice sintesi le influenze di una pittura attuale internazionale…”[10]. Nella presentazione che in quell’occasione, gli fece il critico Titta Rosa riscontrò analogie nella pittura di Philippone con il mondo di Verga e di Pirandello.

Nello stesso anno tiene una personale all’Atelier Monpti di Monaco di Baviera, dove aveva già esposto un anno prima in una collettiva con la pittrice G. Sarno. Nel 1965 il critico Mario Lepore, in occasione dell’esposizione alla galleria S. Fedele colse, su un fondo realistico, accenti espressionistici, di un espressionismo tutto meridionale.[11] Nel 1966 a Palazzo Reale di Milano partecipa alla III mostra d’arte contemporanea.[12] In occasione della personale alla Galleria d’arte Flaccovio a Palermo[13], Carlo Munari ebbe a scrivere nella presentazione: “ per Philippone la natura, l’uomo sono dati inalienabili. Da indagare, da capire, da evocare senza smarrirne la misura antica, senza perderne le sembianze eterne”. Nel 1975 espone con Marino Ronchi al Museo Civico_Arengario di Monza[14][15]

Nel 1981 in occasione della personale alla Galleria Schettini di Milano, lo scrittore Sciascia ne firma la presentazione del catalogo[16]. Continua la sua attività espositiva fino al 1986 con la personale a Torino alla galleria Arteincornice.[17] Da quel momento si è dedicato alla realizzazione di tele e bozzetti commisionatogli per chiese e cappelle in Sicilia[18]. Una sorta di ritorno ideale alla sua terra e ai temi e ai ricordi della sua infanzia. Figure bibliche e di santi sono infatti rappresentati sullo sfondi di paesaggi conosciuti, o in interni di stampo contadino; la rappresentazione sacra e il quotidiano si fondono in un insieme armonico. Nel 1995, a due anni dalla morte, il critico De Micheli firma il catalogo postumo.

Nel 1996 il suo paese di nascita da il suo nome al principale comprensorio scolastico[19][20] e nel 2009 gli dedica una piazza cittadina e un opuscolo che riassume la vita e le opere sul territorio di S. Giovanni.[21] Nel 2008 si inaugura a Trani una sua mostra antologica a Palazzo Palmieri.[22]

Nel 2013 si inaugurano 3 sale permanenti dedicate a Philippone presso il palazzo Comunale ex Collegio dei Filippini[23] ad Agrigento. Le sale sono state inaugurate in occasione della parallela mostra antologica organizzata per il ventennale della sua morte.[24][25][26]

Nel 2018, con il patrocinio del Comune di San Giovanni Gemini, del Comune di Agrigento, del Comune di Palermo e del Comune di Milano, nonchè dalla Federazione Fidapa BPW Italy[27] Cammarata San Giovani Gemini e dalla Fondazione BEIC[28], si inaugura un'antologica che prende il via da San Giovanni Gemini presso il centro espositivo palafiere[29][30][31][32] per approdare prima ad Agrigento presso il palazzo Comunale ex Collegio dei Filippini[33][34][35][36] e poi a Palermo alla Fondazione Sant'Elia.[37][38][39][40][41][42]

Indice delle mostre[modifica | modifica wikitesto]

  • 1945 – Palermo – Galleria Flaccovio-collettiva (Sanfilippo, Guttuso, Attardi, Accardi)
  • 1946 – Milano – Accademia di Brera – Premio Hayez
  • 1946 – Milano – Fronte della Cultura (Birolli, Cassinari, Chighine, Migneco, Morlotti, Paganin, Sassu, Testori, Cavaliere, Crippa, Dova, Francese, Kodra, Treccani e Vedova)
  • 1952 – Milano – Galleria Bergamini (Chighine, Paganin, Garau, Traverso)
  • 1958 – Milano – personale – Galleria d’arte Selezione
  • 1958 – Palermo – Banco di Sicilia – Mostra Nazionale Artisti Siciliani
  • 1958 – Alessandria – personale – Galleria La Maggiolina
  • 1958 – Palermo – collettiva – Premio De Gasperi
  • 1958 – Bucarest – Museo Nazionale – Artisti Italiani – La Colonna (Guttuso, Mafai, Sassu, Manzù, Migneco, Purificato, Bueno, Attardi, Treccani)
  • 1959 – Sesto Calende – Pittori D’Oggi – Galleria Cesare da Sesto
  • 1960 – Parigi – Salon de l’Art libre (Palais de Beaux-Art de la Ville de Paris)
  • 1961 – Milano – Ritratti di critici – Galleria Montenapoleone
  • 1961 – Milano – Mostra piccolo quadro
  • 1962 – Palermo – Premio Sicilia Industria – Banco di Sicilia
  • 1962 – Milano – Disegni e Incisioni artisti contemporanei
  • 1963 – Capo D’Orlando. 6° mostra nazionale di pittura
  • 1964 – Palermo-Galleria delle mostre del Banco di Sicilia-Collettiva “Sicilia ‘64”
  • 1964 – Zurigo – personale - Galleria Burdeke
  • 1964 – Munchen – personale – Galleria Monpti
  • 1965 – Milano – personale - Galleria San Fedele
  • 1965 – Alessandria – personale - Galleria San Giorgio
  • 1965 – Munchen – Italianische Maler, - personale - Atelier Monti
  • 1965 – Munchen – Galerie “Studio 20”
  • 1965 – Palermo – Premio “Il Partenone"
  • 1966 - Milano - Palazzo Reale - III Mostra d'arte Contemporanea
  • 1966 – Milano – personale - Galleria Mainieri
  • 1967 - Lecco - personale - Galleria d'arte moderna Cà Vegia
  • 1968 - Corsico - personale - Centro culturale Adsum
  • 1971 – Milano – personale - Galleria Schettini
  • 1973 – Palermo – personale - Galleria Flaccovio
  • 1974 – Milano – personale - Biblioteca Comunale Sormani
  • 1975 – Monza – Arengario (Ronchi, Philippone)
  • 1980 – Campione d’Italia – personale – Galleria Civica
  • 1981 - Palermo – Galleria l'Asterisco
  • 1981 – Milano – personale – Galleria Schettini
  • 1984 – Milano – personale – Galleria Schettini
  • 1986 – Torino – personale – Galleria Arteincornice[43]
  • 2008 – Trani – mostra antologica – Palazzo Palmieri[44]
  • 2013 – Agrigento – mostra antologica – Palazzo Comunale ex convento dei Filippini[45]
  • 2018 – Agrigento – mostra antologica – Palazzo Comunale ex convento dei Filippini
  • 2018 – Palermo – mostra antologica – Palazzo Sant'Elia[46]

Cataloghi delle mostre[modifica | modifica wikitesto]

  • Philippone, Giovanni; [a cura di Mario De Micheli] Milano : Vangelista, stampa 1995 [IT\ICCU\LO1\0734643]
  • Philippone, Giovanni; Galleria Schettini [Milano], testo di Leonardo Sciascia, Milano : Galleria Schettini, 1981 [IT\ICCU\LO1\1382743]
  • Philippone, Giovanni; Curletti, G.; Galleria d'arte Selezione [Milano], presentato da G. Curletti, Milano : Galleria d'arte Selezione, 1958 [IT\ICCU\LO1\1400089]
  • Philippone, Giovanni; Li Gregni, Enzo Cammarata : passato e presente / acqueforti di Giovanni Philippone ; disegni di Enzo Li Gregni Agrigento : Studio editoria Sud, [1987?] [IT\ICCU\CFI\0129131]
  • Philippone, Giovanni; Di Grigoli, Pippo S. Giovanni Gemini : passato e presente / acqueforti di Giovanni Philippone ; fotografie di Pippo Di GrigoliAgrigento : Studio Editoria Sud, [1987?] [IT\ICCU\PA1\0003200]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a cura di Giacomo Agosti e Matteo Ceriana, Le raccolte storiche dell'Accademia di Brera, Firenze, Centro Di, 1997.
  2. ^ Corriere della Sera, 26 luglio 1947.
  3. ^ Maria SS del Carmelo. San Giovanni Gemini, su mariasscarmelo.it.
  4. ^ Marcello Piccardo, Monte Olimpino. La collina del cinema, Nodo libri, 1992.
  5. ^ Fondo Piero Bottoni, su archiviobottoni.polimi.it.
  6. ^ Exposiţia Pictori Şi Sculptori Contemporani Italieni Mostra di Pittori e Scultori Contemporanei Italiani, Bucarest, 1958 a cura dell'Istituto Romeno per le Relazioni Culturali con gli Stranieri e la Galleria d'Arte La Colonna di Milano, su armandopizzinato.it.
  7. ^ Casa e turismo : arredamento, Editoriale casa e turismo, 1956.
  8. ^ Philippone Giovanni – Stampe e incisioni – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it.
  9. ^ Philippone Giovanni - Repertorio Digitale dell'Incisione Italiana, su repertoriobagnacavallo.it.
  10. ^ Neue Zürcher Zeitung, 11 maggio1964.
  11. ^ Mario Lepore, Corriere d’Informazione, 13 gennaio 1965.
  12. ^ Mostra d'arte contemporanea : Palazzo Reale, 12 febbraio - 13 marzo 1966, Milano, Capellini Editore, 1966.
  13. ^ Giuseppe Servello, Giornale di Sicilia, 27 gennaio 1973.
  14. ^ Renato Tomasina, Duo pittorico-grafico all’Arengario, in L’eco di Monza e della Brianza, 12 febbraio 1975.
  15. ^ Carlo Fumagalli, Ronchi e Philippone con dipinti e opere grafiche, in Il Cittadino, 6 febbraio 1975.
  16. ^ Sciascia, Leonardo. Philippone, Giovanni., Philippone, Milano, Galleria Schettini, 1981, SBN IT\ICCU\LO1\1382743.
  17. ^ Vittorio Bottino, Dramma di gente e natura nelle opere di Philippone, in Corriere di Torino, 28 marzo 1986.
  18. ^ Giovanni Philippone artista | San giovanni Gemini | Una montagna di ec, su cammarata-sggemini. URL consultato il 17 maggio 2020.
  19. ^ Un artista di nome: Giovanni Filippone, su noipossiamovolare.blogspot.com.
  20. ^ [www.ic-philippone.gov.it Home - I.C. "G. Philippone"].
  21. ^ Piazza dedicata a Philippone, in Giornale di Sicilia, 4 aprile 2009.
  22. ^ Giovanni Philippone - Antologica - Exibart", su exibart.com.
  23. ^ Redazione, Agrigento, Sabato 11 maggio, nell'ex Collegio dei Filippini, si inaugura la mostra antologica dell'artista Giovanni Filippone -, su SiciliaNews24, 13 maggio 2013. URL consultato il 17 maggio 2020.
  24. ^ Philippone, mostra al palazzo Filippini= Giornale di Sicilia, 14 maggio 2013.
  25. ^ Mostra permanente Philippone, su magaze.it.
  26. ^ Ad Agrigento la mostra antologica dell’artista sangiovannese Giovanni Filippone, su webcache.googleusercontent.com.
  27. ^ Distretto Sicilia | Fidapa Distretto Sicilia, su fidapasicilia.eu. URL consultato il 30 ottobre 2019.
  28. ^ www.beic.it, su www.beic.it. URL consultato il 30 ottobre 2019.
  29. ^ Redazione, A San Giovanni Gemini una mostra dedicata a Giovanni Philippone, su AgrigentoWeb.it, 4 dicembre 2018. URL consultato il 30 ottobre 2019.
  30. ^ L'Arte di Giovanni Philippone in mostra a San Giovanni Gemini, su AgrigentoOggi, 6 dicembre 2018. URL consultato il 30 ottobre 2019.
  31. ^ Redazione, San Giovanni Gemini: dal 8 dicembre un’Antologica su Giovanni Philippone, su Magaze.it, 4 dicembre 2018. URL consultato il 30 ottobre 2019.
  32. ^ San Giovanni Gemini, un viaggio nel mondo concettuale di Giovanni Philippone, su I Viaggi di Cicerone, 9 gennaio 2019. URL consultato il 30 ottobre 2019.
  33. ^ Il piccolo mondo antico di Philippone rivissuto nella memoria, su Eccellente, 20 febbraio 2019. URL consultato il 30 ottobre 2019.
  34. ^ (EN) Seminario Pittura e Architettura - PUNTI DI VISTA. Agrigento, Giov. 14 Feb. 16:00, su Ordine Architetti Agrigento, 7 febbraio 2019. URL consultato il 30 ottobre 2019.
  35. ^ Una retrospettiva su Giovanni Philippone all'ex Collegio dei Filippini, su AgrigentoNotizie. URL consultato il 30 ottobre 2019.
  36. ^ Alla Pinacoteca comunale la mostra del maestro Philippone, su AgrigentoOggi, 4 febbraio 2019. URL consultato il 30 ottobre 2019.
  37. ^ Sicilydistrict | Eventi | Palermo - Retrospettiva dedicata a Giovanni Philippone fino a domenica 28 aprile, su www.sicilydistrict.eu. URL consultato il 30 ottobre 2019.
  38. ^ Palazzo Sant'Elia, retrospettiva dedicata all'artista Giovanni Philippone, su PittorAgrigento, 26 marzo 2019. URL consultato il 30 ottobre 2019.
  39. ^ Giovanni Philippone, una retrospettiva delle sue opere a Palazzo Sant’Elia, su Malgrado Tutto Web, 3 aprile 2019. URL consultato il 30 ottobre 2019.
  40. ^ Una retrospettiva dedicata all'artista Giovanni Philippone nella cavallerizza di Palazzo Sant'Elia, su Balarm.it. URL consultato il 30 ottobre 2019.
  41. ^ Dai nudi femminili ai ritratti, le opere di Philippone in mostra a Palazzo Sant'Elia, su PalermoToday. URL consultato il 30 ottobre 2019.
  42. ^ PHILIPPONE - Mostre - Official Site, su www.fondazionesantelia.it. URL consultato il 30 ottobre 2019.
  43. ^ www.sicap.it, http://www.sicap.it/nss/ecomm/eventi.asp?id=15&val=s&Xsl=eventi1. URL consultato il 17 maggio 2020.
  44. ^ (italian) A Trani un'antologica di Giovanni Philippone, su TraniViva, 17 settembre 2008. URL consultato il 17 maggio 2020. Lingua sconosciuta: italian (aiuto)
  45. ^ Comune di Agrigento | Sabato 11 maggio nell’ex Collegio dei Filippini inaugurazione della mostra antologica dell’artista Giovanni Philippone, su comune.agrigento.it. URL consultato il 17 maggio 2020.
  46. ^ PHILIPPONE - Mostre - Official Site, su www.fondazionesantelia.it. URL consultato il 17 maggio 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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