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Monastero di Santa Barbara
Veduta dell’antico Monastero di Santa Barbara
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCalabria
LocalitàMammola
Inizio costruzioneX secolo d.C.

Il monastero di Santa Barbara è un ex monastero situato nel comune di Mammola, in provincia di Reggio Calabria. Ospita attualmente il parco-museo di arte contemporanea Musaba ideato e realizzato dagli artisti Nik Spatari e Hiske Maas.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Veduta dal basso del Monastero di Santa Barbara

Menzionato anche come "Grancia di San Fantino de Proteriate", fu inizialmente un monastero dell'Ordine basiliano che possedeva numerosi terreni nei territori di Mammola, di Grotteria, di Gioiosa Ionica, di Siderno, di Canolo, di Gerace e di Caulonia. Il monastero ospitava all'interno della cinta muraria i magazzini che ne custodivano i prodotti. La prima chiesa paleocristiana fu costruita tra il 300 e il 450, era caratterizzata da tre nicchie e per accedervi si passava dagli strapiombi ad ovest.

Tra il 1193 e il 1514 cambiò ordine diventando prima certosino e poi cistercense. Nel 1300 venne riacquisito dai certosini, che lo restaurarono, rendendo la struttura conforme al periodo rinascimentale. I certosini richiesero all'imperatore Carlo V d'Asburgo la reintegrazione nel feudo e vi rimasero fino all'abolizione del feudalesimo nel 1808. Dal 1800 in poi, con l' editto di Gioacchino Murat, il complesso, rinnovato con l'aggiunta di un portale in pietra-granito, passò ai proprietari clericali. Successivamente fu abbandonato, spogliato di ogni rilievo architettonico e utilizzato come dimora da contadini.


Scavi archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Letto del Torbido

Nei pressi del fiume Torbido, è stata riportata alla luce una necropoli del IX-VIII secolo a.C., alla quale si era sovrapposto un insediamento greco del V-IV secolo a.C.. Nell'area era impiantata anche una statio (stazione di posta) romana, sul percorso di collegamento tra lo Jonio e il Tirreno.

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

All'interno del parco-museo si può notare una fusione tra natura, passato e opere visive moderne. Infatti Gli elementi naturali, come la vallata del Torbido, i torrenti Torbido e Neblà, gli strapiombi dell'acrocoro, i giardini mediterranei, si uniscono ai ruderi preesistenti, ovvero l'antico complesso monastico certosino, il sito archeologico protostorico e le sculture monumentali e le opere funzionali e architettoniche aggiunte grazie all’intervento di Spatari e Maas. Dal punto di vista strutturale, il Musaba è costituito principalmente dall' ex monastero e l'ex chiesa del millecento, restaurata parzialmente e sede dell'attuale museo-laboratorio. Intorno al complesso monastico si sviluppa un vasto parco di sette ettari di terreno con alberi, ulivi, agrumi e "giardini mediterranei".
Nell' area sottostante l'acrocoro si trova l'ex stazione delle ferrovie calabro-lucane, che è stata ristrutturata e trasformata in un laboratorio. Nella complessa distribuzione degli elementi del parco museale trovano ampio spazio anche strutture più recenti come la Rosa dei venti realizzata nel 2008, il Camaleonte e la Foresteria, due strutture architettoniche abitabili realizzate da Spatari.


Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1985 e il 1986 nella cappella dell’ex complesso monastico vengono aggiunte tre nicchie. La struttura viene allungata di tre metri e il tetto viene costruito con le volte triangolari a vela e a campana. La cappella è stata successivamente ristrutturata da Spatari tra il 1990 e il 1994, quando venne realizzata l’opera Il sogno di Giacobbe, che copre interamente l’abside e la volta. La chiesa conserva la volta e un'abside, con nicchie disposte sul lato orientale, proprie del rito greco-bizantino. Dai reperti archeologici trovati negli strapiombi ad ovest dell’ex cappella-rudere è inoltre possibile rinvenire ai resti della chiesa paleocristiana. Il chiostro venne costruito sui resti di una cisterna di epoca romana, sormontata da una volta a botte.

Il museo[modifica | modifica wikitesto]

Scultura nel Parco museo Santa Barbara

Nel 1969, l'artista Nik Spatari ha realizzato nel monastero il "Parco museo Santa Barbara", un museo privato di arte contemporanea.

Nel 1971, fu possibile per Nik Spatari e la moglie Hiske Maas, organizzare la prima mostra espositiva, adattandola ai ruderi.

Nel parco-museo si trovano opere realizzate da Spatari e da studenti locali . L’ex stazione di Santa Barbara è stata trasformata in un laboratorio artistico. Infatti, l’opera di Spatari si ispira alle tipiche botteghe rinascimentali, che vedevano il maestro accompagnato dai suoi allievi nel proprio lavoro. Al Musaba vengono organizzate attività artistiche, come ad esempio laboratori di mosaico e concorsi che coinvolgono studenti di tutte le età .Si trovano inoltre opere realizzate da artisti Internazionali come Jin Jong Chen, Karl Heinz, Pietro Gentili, in cambio di ospitalità. [1]

I colori complementari coprono un ruolo importante nel progetto, in quanto creano un forte contrasto con i colori della realtà esono spesso utilizzati nella rappresentazione di figure geometriche. Questo è presente nei tetti triangolari delle 11 stanze della Foresteria e nel tetto della Rosa dei Venti, realizzato con forme geometriche che riprendono i triangoli tipici della cultura egizia e gli esagoni orientali. [2].

Le opere di Nik Spatari[modifica | modifica wikitesto]

Le opere di Spatari hanno la particolarità di essere funzionali e allo stesso tempo espressive: gli elementi architettonici vengono infatti plasmati come delle sculture, mescolando l'astrazione simbolica con la realtà e il paesaggio.

Il sogno di Giacobbe[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di un affresco realizzato da Spatari, alto 14 metri e lungo 6 che ricopre l'abside della chiesa. L'affresco è stato realizzato dall'artista con una particolare tecnica: mentre il fondo è dipinto, le figure, gli animali e gli uomini sono ritagliate su fogli di legno leggero, successivamente dipinte e applicate come rilievi, dando l'impressione di essere staccate dal fondo e trasmettendo un senso di tridimensionalità. Per questo motivo l'opera può essere considerata un "murale tridimensionale". La figura di Giacobbe, il quale ha le stesse fattezze di Spatari, rappresenta la sofferenza e anche una sorta di alter-ego dell'artista. Si tratta infatti della rappresentazione della vita dell'artista. La scena della morte appresenta la parte più significativa dell'intero affresco: Giacobbe viene raffigurato accasciato, accerchiato da donne che piangono. Spatari ha dichiarato di sentirsi simile a Giacobbe, poiché quest'ultimo proprio come lui, ha dovuto lottare con gli uomini del suo tempo. [1] [3]

Anche per questo motivo l'opera dedicata a Tommaso Campanella, utopista autore della Città del Sole e a Michelangelo, "astronauta della Cappella Sistina", che proprio come Giacobbe hanno subito la persecuzione dei loro tempi.[4]

La Rosa dei Venti[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una struttura annessa al museo, in cui si trovano esposte tutte le opere dell'artista dal 1943 al 2010. L'opera è stata costruita tra il 2008 e il 2013, con materiali recuperati direttamente dal sito come pietre recuperate dal complesso monastico, travi e legname dai boschi nelle vicinanze, utilizzati per realizzare il pavimento e per i rivestimenti interni e ceramiche colorate, utilizzate per i rivestimenti esterni. Le forme geometriche utilizzate sono ispirate ai tipici triangoli egizi e agli esagoni dell'antico oriente.

Farfalla[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una farfalla, le cui ali sono state realizzate con fondi di bottiglie di vetro colorate.

Foresteria[modifica | modifica wikitesto]

Oltre ad essere un'opera artistico-architettonica, è anche un residence con 11 stanze colorate e decorate con murales ispirati all'arte moderna e contemporanea , 22 posti letto e una sala da pranzo. Le pareti del chiostro della Foresteria sono caratterizzate anche da mosaici, realizzati con materiali di recupero come vetro e cemento colorato, che rappresentano scene del Vecchio Testamento e del Nuovo Testamento.

Ombra della Sera[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una scultura in ferro vecchio alta 15 metri che rappresenta un uomo che marcia. l'opera, dedicata all'artista Alberto Giacometti, è un tributo alla civiltà etrusca, infatti il nome fa riferimento a un antico bozzetto etrusco del 200 a.C. che rappresenta un uomo africano.

Punk[modifica | modifica wikitesto]

La particolarità dell'opera consiste proprio nella tecnica utilizzata: Punk, infatti è stata ricavata dal tronco di un olivo e successivamente completata con delle pietre.

Concetto universale[modifica | modifica wikitesto]

La scultura, diventata simbolo del parco stesso, è stata realizzata da studenti locali in calcestruzzo dipinto, ed è visibile in tutta la vallata, in quanto posta in alto alla rupe Santa Barbara. Concetto Universale inoltre può simboleggiare varie forme proiettate verso l'alto all'infinito, come ad esempio un "veliero", "raggi solari" o persino una "cattedrale".

SaBa Lizard[modifica | modifica wikitesto]

Questo progetto riguarda la realizzazione di sculture e dipinti ispirati a lucertole realizzate precedentemente da artisti internazionali. La prima opera del progetto è una scultura realizzata da Hiske Maas e Nik Spatari. [3]

Le opere degli artisti internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Oltre le sculture di Nik Spatari, all'interno del parco-museo è possibile osservare le opere site-specific degli artisti internazionali che sono stati ospitati al Musaba.

  • Maschere, due grandi maschere realizzate in calcestruzzo dipinto, con pietre e vetro dallo svizzero Bruno Sutter.
  • Luminous trees è una scultura che rappresenta uno spazio sacro, collocata lungo il torrente torbido e realizzata da Masafumi Maita contorcendo materiale di recupero.
  • Fountain,una sfera divisa a metà, posta all'ingresso del parco realizzata da Jing Jong Chen, il quale utilizza la tecnica del calcestruzzo dipinto e rivestimenti in pietrine di mare per decorare le semisfere.


  • Lancia, realizzata dall'artista austriaco Karl Heinz Steck rappresenta una lancia che trafigge un lato della cappella del complesso monastico.


  • Fireman , realizzata da Italo Scagna è situata nel punto in cui era stato recuperato il busto medievale che raffigurava Santa Barbara, ovvero di fronte alla cappella del 1000. L'opera è fortemente simbolica poiché rappresenta la protezione da fulmini e fiamme per il parco.
  • L'angelo di Santa Barbara è un'un'installazione realizzata da Pietro Gentili in calcestruzzo dipinto, ferro e specchi che si trova davanti alle mura antiche del monastero, portandone il riflesso.
  • Tredici sassi creato dall'artista giapponese Shigeo Toya utilizzando del legno d'ulivo che riprende la forma dei sassi, la quale rappresenta la simbiosi tra alberi e artista.
  • Donna Fontana è una scultura-fontana, realizzata dall'artista statunitense Stevi Kerwin, che rappresenta una donna a pancia in giù. Nel 2006 l'opera sarà ricoperta da Spatari, insieme ad allievi e volontari internazionali, da frammenti di ceramica cotta.


  • Passo di Danza (Colored dance strip) della olandese Petra Rhijnsburger che si concentra attorno al concetto di danza: si tratta di una pavimentazione in calcestruzzo colorato che rappresenta dei veri e propri passi di danza. L'opera è stata inaugurata dall'artista stessa attraverso un'esibizione di danza contemporanea
  • Stele di David in calcestruzzo dipinto progettata dal cinese Hsiao Chin al fine di impedire la costruzione della superstrada sul parco-museo.
  • Solstizio d'estate è una croce greca, progettata dall'artista statunitense Barbara Quinn e realizzata da Spatari per poter ammirare il tramonto che viene incorniciato dalla croce stessa. La particolarità dell'opera è proprio la tecnica utilizzata: i grandi blocchi nei quali è divisa l'opera sono rivestiti in terracotta e frammenti di ossi di animale, rinvenuti dagli scavi archeologici.
  • Vegetazione extraterrestre rappresenta una serie di alberi raggruppati e di altezze diverse, realizzati in calcestruzzo dipinto, ceramica e pietra dall'artista romano Bruno Conte.
  • Onda, realizzata dal giapponese Motoaki Ozumi in calcestruzzo dipinto, è collocata ad ovest del promontorio "L'isola di Hiske".
  • La Stele è una scultura realizzata in calcestruzzo dipinto dalla statunitense Mary Jane Moross. Il parallelepipedo è decorato con dei simboli che rappresentano un alfabeto personale dell'artista, ispirato al luogo.


  • Nave rappresenta un complesso navale di colore rosso, sostenuto da cavi dando l'impressione di essere sospeso nello spazio. L'opera è stata realizzata in legno, ferro e cavi dallo scultore americano Gilles Jean Giuntin.
  • Sculpture Walls è un progetto, che prevede la realizzazione di sculture scolpite da mura antiche e nuove del museo, portato avanti da volontari internazionali e da allievi di Spatari stesso. Le sculture sono realizzate in pietra arenaria, scolpita e inserita nella struttura murale.

Totem e Donna Montagna, ad esempio sono alcune opere poste nello Sculputre Wall. La prima è stata realizzata da Bruno Kempf nel 1982, la seconda dal canadese di origine calabrese Alberto Coluccio, il quale era stato conosciuto da Spatari ad una sua mostra a Toronto. [3]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (IT) L'arte di Nik Spatari tra passato e futuro, in National Geographic, 7 febbraio 2017. URL consultato il 17 giugno 2022.
  2. ^ Musaba Timeline, su issuu.com. URL consultato il 18 giugno 2022.
  3. ^ a b c Musaba, su musaba.org. URL consultato il 17 giugno 2022.
  4. ^ Francesca Graziano, Fra mito e storia nel Museo di Spatari: arte che non ti aspetti in Calabria (PDF), in L'Italo-Americano, 21 luglio 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (IT) Giuseppe Gallucci, Notizie storiche sul Monastero di San Fantino e sulla Grancia di S.Barbara, in Brutium, 1983.
  • Parco MuSaBa, Museo Laboratorio, Rubettino Editore, 1966.
  • (IT) Francesco Stilo, L'enigma del monastero di Santa Barbara - Tra storia e rappresentazione, 2020.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]