Studi anatomici di feto nell'utero

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Studi anatomici di feto nell'utero
A sinistra il primo studio, a destra il secondo.
AutoreLeonardo da Vinci
Data1511
Tecnicagesso nero, sanguigna, penna e inchiostro acquerellato su carta
Dimensioni30×22 cm
UbicazioneRoyal Collection, Regno Unito
Coordinate51°29′02″N 0°36′16″W / 51.483889°N 0.604444°W51.483889; -0.604444

Gli Studi anatomici di feto nell'utero sono due schizzi a colori realizzati da Leonardo da Vinci intorno al 1511 e attualmente parte della Royal Collection.[1]

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Leonardo studiò l'embriologia umana con l'aiuto dell'anatomista Marcantonio della Torre, vedendo il feto all'interno di un cadavere.[2] Il primo studio mostra il feto in posizione podalica all'interno di un utero dissezionato. Lo scienziato disegnò erroneamente i cotiledoni placentari nelle pareti vascolari dell'utero umano, avendoli precedentemente ritrovati all'interno dell'utero di una mucca.[3] Il secondo studio mostra l'apertura esterna degli organi genitali femminili - la vulva - nonché, in alto a destra, la presunta disposizione dei muscoli addominali e il feto da varie angolazioni. La nota in cima alla pagina afferma: "Dimanda la moglie di Biagin Crivelli come il cappone alleva le oua della ghallina essendo lui imbricato".[4] Leonardo ipotizzò che il cordone ombelicale fosse responsabile del trasporto dell'urina del feto al di fuori dell'utero.[2]

Gli schizzi furono originariamente lasciati in eredità a Francesco Melzi. Tra il 1582 e il 1590 circa furono acquistati dagli eredi del Melzi da parte di Pompeo Leoni. Nel 1630 appartenevano a Thomas Howard, XXI conte di Arundel. Dal 1690 gli studi sono parte della Royal Collection.[1]

Influenza[modifica | modifica wikitesto]

Attraverso i suoi studi Leonardo fu il primo nella storia a rappresentare correttamente il feto umano e la posizione che assume all'interno di un utero - nello schizzo sezionato.[2] Rivoluzionò anche la concezione dell'utero, disegnandolo con una sola camera, mentre all'epoca le teorie più diffuse ritenevano vi fossero più camere (che quindi dividevano i feti, in caso di parto gemellare, in compartimenti separati).[2] Leonardo rappresentò senza alcun errore anche l'arteria uterina e il sistema vascolare della cervice e della vagina.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Il feto nell'utero - Royal Collection, su rct.uk. URL consultato il 19/04/2024.
  2. ^ a b c d e I disegni embriologici del feto di Leonardo da Vinci - Arizona State University, su embryo.asu.edu. URL consultato il 19/04/2024.
  3. ^ Keele e Roberts 1983, p. 78
  4. ^ Keele e Roberts 1983, p. 75

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Kenneth David Keele, Jane Roberts, Leonardo da Vinci: Anatomical Drawings from the Royal Library, Windsor Castle, Metropolitan Museum of Art, 1983, p. 78, ISBN 0-87099-362-3.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Il feto nell'utero - Royal Collection, su rct.uk. URL consultato il 19/04/2024.