Roberto Einaudi

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Roberto Einaudi

Roberto Einaudi (Dogliani, 12 agosto 1906Dogliani, 26 luglio 2004) è stato un ingegnere e imprenditore italiano.

Figlio di Luigi, presidente della Repubblica Italiana e di Ida Pellegrini, fratello minore del politologo Mario e fratello maggiore dell'editore Giulio. Fu co-fondatore con Agostino Rocca della Techint. In memoria del padre collaborò a creare nel 1964 la Fondazione Luigi Einaudi di Torino.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Roberto Einaudi (1906-2004)

Nato nel 1906 a Dogliani, in provincia di Cuneo, dopo aver frequentato, come i fratelli, il Liceo d'Azeglio, si laureò in Ingegneria elettronica al Politecnico di Torino nel 1926. Nel 1937 sposò Luisa Fichera da cui ebbe tre figli: Paola, Roberta e Lorenzo. Morì a Dogliani il 26 luglio 2004.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1931 venne assunto alla Sofindit [1], successivamente passò all’Ufficio studi della Dalmine e fino al 1939 fu segretario del Piano autarchico della siderurgia. Divenne poi direttore tecnico della Finsider, funzionario dell'IRI-nord e, dopo la liberazione, fu nominato commissario dell'IRI. Co-fondatore con Agostino Rocca della Techint, ricoprì altresì la carica di presidente onorario della San Faustin finanziaria [2].

Altre attività[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1929 e il 1935 venne più volte fermato e arrestato per attività antifascista [3].

Nel 1964, per conservare ed accrescere la biblioteca paterna e consentirne l'accesso agli studiosi, creò, insieme alla madre e ai fratelli, a Torino la Fondazione Luigi Einaudi, nel cui Consiglio di amministrazione e, in seguito, nel Comitato esecutivo, egli rappresentò la famiglia Einaudi ininterrottamente dalla costituzione alla sua scomparsa [4].

Per diversi anni fu nel Consiglio di amministrazione della Casa editrice Einaudi, fondata dal fratello Giulio e, dagli anni ’50 fino alla crisi del 1983, intervenne finanziariamente in suo aiuto [5].

Si occupò, infine, di gestire a Dogliani l’azienda viti-vinicola fondata dal padre Luigi e oggi gestita dai nipoti.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Determinazione del grado d'autarchia del tubo di acciaio senza saldatura, del tubo in cemento-amianto e del tubo misto il lamiera di acciaio e cemento-amianto”, in «Acqua e Gas», a. XXVI, n. 9, sett. 1937.
  • Grado di autarchia delle tubazioni per acquedotto”, in «La metallurgia italiana», n. 3, 1938.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giovanni Farese, “Luigi Einaudi. Un economista nella vita pubblica”, Soveria Mannelli, Rubbettino,2012, ISBN 978-88-498-3341-6, pag. 77
  2. ^ Luigi Einaudi, Diario 1945-1947, a cura di Paolo Soddu, Roma, Laterza, 1993, ISBN 978-88-420-4272-3, pag. 734
  3. ^ Roberto Einaudi (cur.), “L'eredità di Luigi Einaudi. La nascita dell'Italia repubblicana e la costruzione dell'Europa”, Milano, Skira, 2008, pag. 252
  4. ^ Terenzio Cozzi, “Cronache della Fondazione”, in «Annali della Fondazione Luigi Einaudi», n. XXXVIII, 2004, pagg. XI-XII
  5. ^ Paolo Di Stefano, “Addio a Roberto Einaudi, salvò la casa editrice”, in «Corriere della Sera», 27 luglio 2004, pag. 25

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mirella Appiotti, “L’ultimo Einaudi occulto e generoso sostenitore di Giulio”, in TuttoLibri, 7 agosto 2004, n. 1424, pag. 2 (Supplemento de La Stampa)
  • Mario Bosonetto, “L’ultimo Einaudi ingegnere che faceva vino”, in La Stampa, 27 agosto 2004, pag. 22
  • Paolo Di Stefano, “Addio a Roberto Einaudi, salvò la casa editrice”, in Corriere della Sera, 27 luglio 2004, pag. 25
  • “Roberto Einaudi. El fallecimiento”, in La Nacion (Buenos Aires), 3 de agosto 2004|url=https://www.lanacion.com.ar/economia/roberto-einaudi-nid624099/

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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