Pasquale Lattuneddu

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Pasquale Lattuneddu (Tempio Pausania, 12 agosto 1956[1]) è un dirigente sportivo italiano con cittadinanza britannica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gallurese d'origine, sesto di otto figli di una famiglia contadina[2][3], in gioventù lavora come aiuto-pizzaiolo nel ristorante gestito da uno dei fratelli a Sassari. Dopo essere rimasto coinvolto in un incidente stradale e aver dovuto affrontare un periodo di riabilitazione, attorno al 1982 decide di emigrare a Londra per imparare a parlare l'inglese.

Nella capitale britannica svolge varie professioni[2], finendo poi per diventare barista in un locale frequentato da uomini d'affari: in tale contesto, grazie alle conoscenze maturate, riesce a ottenere un primo contratto con l'azienda mercantile Gerald Metals, per poi diventare collaboratore del locale ufficio di corrispondenza londinese dell'ANSA[4][5]. Mentre è impiegato presso l'agenzia italiana, sul finire degli anni 1980 conosce l'ex modella Slavica Radić[3], che lo presenta al marito, l'imprenditore Bernie Ecclestone, vicepresidente della FIA, appena disimpegnatosi dalla gestione della scuderia Brabham e intento a "prendere il controllo" della gestione economico-amministrativa della Formula 1 attraverso la società Formula One Promotions and Administration (FOPA, poi divenuta Formula One Management - FOM). Per realizzare i suoi piani Ecclestone è alla ricerca di nuovi soggetti (soprattutto giovani) da inserire nell'organigramma della sua società: sottopone Lattuneddu a una serie di colloqui e test, decidendo infine di assumerlo[4][5].

Pur non avendo alcuna esperienza pregressa nel mondo delle corse automobilistiche[3], nel giro di pochi anni l'allora trentenne sardo diventa "uomo di fiducia" di Bernie, che nel 1989 lo nomina general manager e direttore operativo (chief of operations) della FOM, con le mansioni di controllo del paddock e delle relative risorse umane (nonché dei permessi d'accesso allo stesso), gestione dei contratti (ivi compresi quelli per l'organizzazione stessa dei gran premi) e dei rapporti con istituzioni, sponsor ed emittenti radiotelevisive, di mediatore per conto del patròn nelle questioni più disparate[4]. Il rigore, la durezza e la maniacalità nella gestione delle proprie funzioni, fin nei minimi particolari, gli sono valsi i soprannomi di F1 Robespierre ("Robespierre della Formula 1")[6] e Paddock’s policeman ("poliziotto del paddock")[7].

Ai primi del 2017, a seguito del passaggio di proprietà della Formula 1 da Ecclestone alla holding statunitense Liberty Media, si dimette dai propri incarichi[8].

Ha inoltre rivestito ruoli operativi nell'organizzazione e salvaguardia del Rally di Sardegna quale tappa italiana del mondiale rally[9][10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

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