Paolo Marconi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Paolo Marconi (Roma, 1933Roma, 13 agosto 2013) è stato un architetto, storico dell'arte e restauratore italiano che in carriera ha spaziato dalla teoria scientifica alla direzione di cantiere, svolgendo attività scientifica, progettuale e didattica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio dell'architetto Plinio Marconi,[1] autore fra l'altro del piano di ricostruzione di Verona dopo la seconda guerra mondiale, appartenente a una famiglia ricca di architetti, muratori, restauratori, artigiani e musicisti,[1] dopo essersi laureato in Architettura a Roma nel 1958, Paolo Marconi nel 1964 ottenne la libera docenza in Storia dell'arte e Storia e stili dell'architettura.[2] Nel 1966/67 divenne professore incaricato di Letteratura artistica nella Facoltà di Architettura di Roma.[2] Nel 1966 vinse il concorso nazionale per architetto principale della Soprintendenza ai Monumenti di Roma, dove per quattro anni progettò e diresse svariati lavori di restauro: fra questi, il Tempietto di San Giovanni in Oleo del Borromini, il Chiostro di Santa Maria della Pace di Bramante, la Chiesa dei Santi Luca e Martina di Pietro da Cortona, e le Chiese gemelle di piazza del Popolo.[2] Dopo essere diventato professore incaricato di Storia dell'architettura a Roma, e poi professore ordinario di Storia dell'architettura nel 1970 prima a Palermo e poi a Roma, fu nominato professore ordinario della neo costituita cattedra di restauro architettonico, posizione in cui poté utilizzare la sua esperienza come restauratore nella Soprintendenza.[2] Oltre a ciò, Marconi fu docente di teoria e tecnica del restauro presso la Scuola Archeologica di Atene e direttore dei corsi di perfezionamento di restauro architettonico e recupero edilizio, urbano e ambientale e del master di recupero della bellezza dei centri storici presso la facoltà di architettura dell'Università Roma Tre.[2]

Marconi fu infine membro di diverse accademie, fra cui l'Accademia di San Luca, dove fu membro benemerito (1972), e la Academia Nacional De Ciencia di Buenos Aires (1973).[2][3]

Restauri[modifica | modifica wikitesto]

Il salone superiore della Basilica Palladiana durante i restauri

Fra i molti lavori realizzati in Italia come progettista e direttore dei lavori di restauro, possono essere ricordati: in Sicilia, la Zisa (con Giuseppe Caronia) e la Cattedrale di Cefalù; in Piemonte, il Teatro Carignano e il Museo Egizio a Torino, la Citroniera e la Grande Scuderia nella Reggia di Venaria Reale; in Veneto, la Basilica Palladiana di Vicenza; in Campania, Castel Sant'Elmo a Napoli e il ripristino della Casa delle Nozze d'Argento a Pompei, quest'ultima su incarico del World Monuments Fund tramite la Kress Foundation;[2] nel Lazio, il Palazzo della Civiltà Italiana all'E.U.R. di Roma.[4]

Posizione teorica[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista teorico, la sua posizione sul restauro architettonico fu controversa.[1] Marconi sosteneva la ricostruzione "dov'era e com'era" dei monumenti distrutti da eventi bellici, disastri naturali o demolizioni, andando cosi' contro la teoria del falso storico propugnata dallo storico dell'arte Cesare Brandi, che domino' il campo del restauro nell'Italia del ventesimo secolo, e che proibiva espressamente questo tipo di pratica.[1] Egli invece citava a supporto la volontà popolare in casi come quello della ricostruzione del ponte di Santa Trinita (fatto saltare dai tedeschi in ritirata a Firenze nel 1944), del duomo di Venzone (distrutto dal terremoto del Friuli del 1976) e della chiesa medioevale di San Giorgio in Velabro a Roma, (devastata da una bomba della mafia nel 1993).[1]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Medaille d'argent de la restauration dell'Academie d'Architecture di Parigi, 1991
  • Premio Luigi Tartufari dell'Accademia dei Lincei, giugno 2013

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Ricerche di Storia dell'Arte (Condirettore, 1978-2013)
  • Arte e cultura della manutenzione deimonumenti, Laterza, Bari-Roma,1984, 1989, 1992.
  • Dal piccolo al grande restauro, Marsilio, Venezia, 1988, 1989, 1994.
  • Il restauro e l'architetto - teoria e pratica in due secoli di dibattito, Marsilio, Venezia, 1993, 1996
  • Materia e significato. La questione del restauro architettonico, Bari-Roma, Laterza, 1999, 2003
  • Il recupero della bellezza. Skira, Milano, 2005
  • Paolo Marconi. Restauro dei monumenti. Cultura, progetti e cantieri 1967-2010, a cura di Carolina Marconi, Roma 2012.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (EN) Javier Garcia-Gutierrez Mosteiro, The Replica Sapiente:Some thoughts on the theoretical Legacy of Paolo Marconi (Rome, 1933-2013) (PDF), su oa.upm.es. URL consultato il 9 dicembre 2022.
  2. ^ a b c d e f g Elisabetta Reale, Marconi Paolo, su siusa.archivi.beniculturali.it.
  3. ^ Marconi, Paolo, su treccani.it. URL consultato il 9 dicembre 2022.
  4. ^ Palazzo della Civiltà Italiana, su kimia.it. URL consultato il 9 dicembre 2022.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


Controllo di autoritàVIAF (EN110557743 · ISNI (EN0000 0001 2147 6655 · SBN CFIV054153 · BAV 495/106720 · LCCN (ENn85301371 · GND (DE135609135 · BNF (FRcb11475005c (data) · J9U (ENHE987007388432405171 · CONOR.SI (SL230103395 · WorldCat Identities (ENlccn-n85301371