Otto Huber

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Otto Huber[1]
NascitaMerano, 27 maggio 1901
MorteGaret el Adesi, 17 novembre 1929
Cause della morteAssassinio
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Regia Aeronautica
SpecialitàRicognizione
Anni di servizio1922-1929
GradoMaresciallo di 3ª classe
CampagneRiconquista della Cirenaica
Decorazionivedi qui
dati tratti da Medaglie d'Oro al Valor Militare[2]
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Otto Huber (Merano, 27 maggio 1901Garet el Adesi, 17 novembre 1929) è stato un militare e aviatore italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della Riconquista della Cirenaica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Un aereo da ricognizione e attacco IMAM Ro.1.

Nacque a Merano nel 1901, figlio di Karl[N 1] e Basilia Gstrein.[2] Tra il 1915 e il 1918 frequentò i corsi presso l'Istituto commerciale di Merano, allora parte del territorio dell'Impero austro-ungarico, e dopo la fine della prima guerra mondiale, divenuto cittadino italiano, esercitò per qualche anno il mestiere di commerciante.[3] Nel settembre 1922 fu chiamato a svolgere il servizio militare di leva nel Regio Esercito, iniziando a frequentare la Scuola aviatori di Capua, conseguendo il brevetto di pilota di 2° grado.[4] Nel gennaio 1924 entrò in servizio presso il Centro aeroplani da ricognizione di Parma della Regia Aeronautica, venendo promosso sergente e conseguendo il brevetto di pilota militare su velivolo Ansaldo S.V.A. il 1 luglio.[3] Qualche settimana dopo fu assegnato in servizio presso il al comando all'Aeronautica della Cirenaica.[4] Si distinse particolarmente nel corso della operazioni belliche per la riconquista della Cirenaica, venendo decorato di Medaglia di bronzo al valor militare per gli attacchi a bassa quota compiuti contro formazioni ribelli dal dicembre 1924 al luglio 1925, e di due encomi solenni, uno nel dicembre 1924 e uno nel gennaio 1926.[3] Partecipò a 150 voli di ricognizione sul Gebel centrale dal maggio all'ottobre 1926, venendo insignito di una seconda Medaglia di bronzo, successivamente commutata in una Medaglia d'argento al valor militare, e promosso sergente maggiore nel mese di agosto.[4] Ritornato in Italia nell'ottobre 1926 divenne Istruttore professionale presso lo Stormo scuole.[3] Assegnato al Reparto Alta Velocità di Desenzano del Garda, nel dicembre 1928 fu promosso maresciallo di 3ª classe e, dietro sua domanda, ritornò in servizio presso l'aviazione della Cirenaica.[3]

Il giorno 11 novembre 1929 decollò ai comandi di un ricognitore IMAM Ro.1 della 26ª Squadriglia dell'Aeroporto di Benina, con a bordo il tenente osservatore Giuseppe Beati, per partecipare ad una azione di bombardamento, richiesta dal comando Truppe della Cirenaica sul door di Omar al-Mukhtar.[3] Raggiunta la verticale di Heleighima fu avvistato un grosso accampamento situato a nord di Caf Telem, e iniziò il bombardamento, aiutato dall'osservatore portando l'aereo a bassa quota al fine di colpire meglio gli obiettivi.[3] Il tiro di fucileria avversario colpì il velivolo in punti vitali e fu costretto ad eseguire un atterraggio di fortuna.[3] Rimasto ferito, ben presto il relitto fu accerchiato dagli arabi, ed egli aprì il fuoco con il moschetto mentre Beati con la mitragliatrice. Catturato dal nemici, insieme all'osservatore, fu fatto prigioniero.[3] Il 17 novembre, nel corso del combattimento di Uadi Mahaggia, i due scorsero un gruppo di autoblindo dell'esercito che inseguivano i ribelli in ritirata e Beati tentò subito di scappare,[3] mentre lui, impossibilitato a fuggire, su diretto ordine di Omar al-Mukhtar fu ucciso sul posto.[3] Con Regio Decreto 3 luglio 1930 fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Una caserma di Bolzano ha portato il suo nome e gli è stata intitolata la Otto-Huber-Straße / Via Otto Huber nella sua città natale.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Aviatore abile ed ardito, combattente di indomito coraggio, ritornava volontariamente in Colonia dove aveva già dato magnifiche prove del suo valore. Dopo una lunga serie di voli durati per oltre cento ore, nei quali più volte la fucileria nemica aveva colpito il velivolo, portato con sublime sprezzo della vita a bassa quota, per rendere più efficace l’offesa, l’11 novembre 1929 veniva abbattuto dal fuoco di un Door ribelle sul quale con l’usato ardire portava la sua micidiale azione. Circondato dai nemici, fieramente e strenuamente a colpi di moschetto teneva testa al soverchiante numero degli assalitori, flnchè ferito cadeva prigioniero. Sei giorni di inenarrabili sofferenze fisiche e morali, sopportate con orgoglio italiano e di combattente non riuscivano a piegarne la fibra, flnchè veniva barbaramente ucciso dal nemico in fuga. Glorioso esempio d’amor patrio dei nuovi figli d’Italia. Cirenaica, gennaio - novembre 1929.[5]»
— Regio Decreto 3 luglio 1930.[6]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota resistentissimo coraggioso e audace, rinunciava al rimpatrio per prendere parte a importanti azioni di guerra in zona estremamente pericolosa compiendo in cinque mesi oltre 150 voli. Prezioso collaboratore degli osservatori si prodigava in estenuanti e difficili voli di ricognizione e collegamento, bombardava e mitragliava accampamenti e formazioni ribelli da bassa quota, rientrando spesso con l'apparecchio colpito e concorrendo alla riuscita vittoriosa di importanti azioni. Cielo del Gebel Centrale, maggio-ottobre 1926.»
— Regio Decreto 15 gennaio 1928.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Arditissimo Pilota di Aeroplano, più volte in mitragliamenti dei ribelli per essersi portato a bassissima quota, rientrava alla base con l'apparecchio ripetutamente colpito dalla fucileria nemica. Partito volontario con l'apparecchio monoposto per una difficile missione rientrava al Campo dopo due giorni, dopo aver assolto brillantemente e scrupolosamente il proprio compito, riportando esatte e preziose notizie sui ribelli. Cielo della Sirte, dicembre 1924-luglio 1925

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Suo padre ricoprì a lungo la carica di vicesindaco di Merano.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le medaglie d'oro al valor militare 1918, Roma, Tipografia regionale, 1968.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
  • Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica, 1969.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]