Michele Mincuzzi

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Disambiguazione – Se stai cercando la vittima delle Brigate Rosse, vedi Sequestro di Michele Mincuzzi.
Michele Mincuzzi
arcivescovo della Chiesa cattolica
Conosco Te soltanto, o Cristo
 
Incarichi ricoperti
 
Nato18 giugno 1913 a Bari
Ordinato presbitero25 luglio 1936
Nominato vescovo19 luglio 1966 da papa Paolo VI
Consacrato vescovo2 ottobre 1966 dall'arcivescovo Enrico Nicodemo
Elevato arcivescovo27 gennaio 1981 da papa Giovanni Paolo II
Deceduto3 giugno 1997 (83 anni) a Bari
 

Michele Mincuzzi (Bari, 18 giugno 1913Bari, 3 giugno 1997) è stato un arcivescovo cattolico italiano, 2º arcivescovo metropolita di Lecce.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fu ordinato sacerdote il 25 luglio 1936.

Il 19 luglio 1966 fu nominato vescovo titolare di Sinnipsa e ausiliare di Bari e Canosa. Ricevette l'ordinazione episcopale il 2 ottobre 1966, consacrante l'arcivescovo Enrico Nicodemo e coconsacranti i vescovi Renato Luisi e Jolando Nuzzi.

Il 12 ottobre 1974 fu nominato vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca.

Amico della famiglia di Aldo Moro, si adoperò nel corso del drammatico rapimento affinché, pur evitando che lo Stato scendesse a patti con le Brigate Rosse, si potesse salvare la vita dello statista. In quei frangenti si espresse in questi termini[1]:

«Gli italiani sono famosi per trovare sempre soluzioni brillanti, ma questa volta ci troviamo tutti a brancolare nel buio. È chiaro, per me, che lo Stato non deve trattare. Si tratta tra eguali, tra chi ha la stessa dignità, non con chi si pone contro la nazione, con chi ferisce la comunità nazionale. E, tuttavia, io spero ancora di ottenere l'impossibile, forse l'inimmaginabile. Ma anche se ciò non avvenisse, cerco di capire questo mistero. Conosco Moro da 35 anni, il Moro cristiano che celebrava l'eucaristia tutti i giorni, cioè celebrava la passione di Cristo, e quindi sapeva portare dentro di sé questa dimensione drammatica cristiana. Io adesso immagino di dialogare con lui, con l'uomo intatto, non manipolato dalle Brigate rosse, e mi sento chiedere da lui come deve comportarsi, e io non so suggerirgli altro che la parola di Cristo: non c'è amore più grande che donare la vita per i propri fratelli. Io sono sicuro che la risposta a tutte le domande laceranti che ci poniamo in questo momento si trova nel cuore stesso di Moro. Se lui potesse parlare liberamente, direbbe: non pensate a me, io sono pronto al sacrificio, pensate al bene del popolo, continuate voi a vivere.»

Il 27 gennaio 1981 fu nominato 2º arcivescovo di Lecce.

Il 18 giugno 1988 rinunciò all'incarico per raggiunti limiti di età; rinuncia che fu accolta da papa Giovanni Paolo II il 7 dicembre 1988.

Morì il 3 giugno 1997, a 15 giorni dal suo 84º compleanno. Il 26 ottobre 1998 la salma del presule è stata traslata nella cripta del duomo di Lecce, dove sono tumulati vescovi e arcivescovi del capoluogo salentino.

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo titolare di Sinnipsa Successore
- 19 luglio 1966 - 12 ottobre 1974 Karl-August Siegel
Predecessore Vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca Successore
Giuseppe Ruotolo 12 ottobre 1974 - 27 gennaio 1981 Mario Miglietta
Predecessore Arcivescovo metropolita di Lecce Successore
Francesco Minerva 27 gennaio 1981 - 7 dicembre 1988 Cosmo Francesco Ruppi
Predecessore Gran priore per la Sezione Salento dell'OESSG Successore
Nicola Riezzo 27 gennaio 1981 - 7 dicembre 1988 Cosmo Francesco Ruppi
Controllo di autoritàVIAF (EN173504894 · ISNI (EN0000 0001 2360 6521 · SBN CFIV013491 · GND (DE1013934849 · WorldCat Identities (ENviaf-173504894