Luca Scacchi Gracco

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Luca Scacchi, noto anche con lo pseudonimo di Gracco (1930Milano, 25 gennaio 2014), è stato uno storico dell'arte, gallerista e critico d'arte italiano. L'attrice Greta Scacchi è sua figlia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Luca Scacchi nacque nel 1930 e fu soprannominato "Gracco" da Pablo Picasso di cui era frequentatore e amico[1]; l'appellativo lo accompagnò tutta la vita ed egli alla fine decise di utilizzarlo come secondo cognome.
Fu uno dei maggiori scopritori di talenti del Novecento.[2] Uomo dal carattere poliedrico, grande viaggiatore, cosmopolita e poliglotta, aveva creato intorno a sé un alone di mistero tale che al Bar Jamaica, locale storico di cui era assiduo frequentatore, giravano voci (peraltro mai confermate dai fatti) che fosse stato persino un agente segreto.[3][4]

Ma il suo amore per l'arte e la sua capacità di comprendere le opere lo portarono a svolgere quella che divenne la professione della sua vita: il gallerista. Nel 1956 aprì a Milano in via Emilio De Marchi, 5 la sua prima galleria: Studio d'Arte Contemporanea, dove riuscì a esporre una ventina di quadri di Francis Bacon, la prima mostra dell'artista inglese fuori dalla sua terra, sapendone anticipare almeno di qualche lustro la sua fama. Concesse a Bacon l'uso di un suo garage a Londra in prossimità di King's Road quando l'artista, conosciuto per i suoi Papi urlanti, si trovò a vivere un periodo difficile, e fu ancora Scacchi a presentarlo a Godfrey Pilkington, direttore della Piccadilly Gallery[5]. La sua galleria era sempre ricca di opere d'arte e di oggetti provenienti da ogni parte del mondo, proprio per questa sua capacità intuitiva di riconoscere il bello; dall'Iran con i tappeti, da New York con le lampade Tiffany - il primo a portarle a Milano - riuscendo ad acquistare e rivendere tra le migliori opere d'arte degli anni sessanta e settanta del XX secolo.

La sua galleria ospitò poi opere di Gustav Klimt, fu lui il primo acquirente del dipinto Speranza che fu esposto nella sua galleria, poi venduto ed esposto nella Galleria Nazionale di Budapest, George Grosz, Piero Manzoni, Sutherland, Henry Moore, artisti non sempre riconosciuti nel circuito artistico italiano. Diventò il mercante d'arte di maggior successo degli anni sessanta del Novecento[6].

Ebbe quattro figli: Greta Scacchi[2] e i due gemelli Tommaso e Paolo, tutti e tre avuti da Pamela Risbey, ballerina e curatrice d'articoli d'antiquariato inglese[7]. In seguito al divorzio e nel corso della relazione successiva, nacque Sarah Georgette.

Fu anche un artista: il suo viaggio in Egitto e la visione delle piramidi lo entusiasmarono a tal punto che egli realizzò il dipinto Isola misteriosa esposto nel 2009 nella mostra Luca Scacchi Gracco - Ritorneranno le piramidi curata da Manuela Vallicelli, Jean Blanchaert e Philippe Daverio.[8]

La galleria d'arte milanese rimase aperta per dodici anni con l'esposizione di 34 mostre, ma la critica cittadina, nel 1963 non apprezzò la sua scelta di esporre opere di Piero Manzoni[9][10], questo causò il ritiro dei finanziatori che ne costrinsero la chiusura. La sua dichiarazione che ne seguì fu molto severa con la città lombarda.[11]

«Ho chiuso con Bacon per un disaccordo futile, nei primi mesi del 1970. Ma lui fu gentile con me sempre, anche dopo. Invece Milano mi ha dimenticato. Mai un invito ufficiale a una mostra. Per Bacon, per Picasso, per Barry Joule, sono stato un protagonista. Per Milano non sono mai riuscito a diventarlo»

««Ho fatto cataloghi, stampato, sdoganato, esibito, scelto. Ho portato Bacon per primo ai milanesi ma i milanesi non lo hanno voluto. E così ho dovuto rivenderlo a Basilea e negli Usa»»

«Ho venduto uno dei suoi quadri più belli, (Francis Bacon) Man crouching in the ground agli Olcese. Quella vendita mi valse un milione e mezzo e una causa in tribunale. Eppure a quei tempi quando sceglievano un'opera d'arte, i ricchi milanesi mi chiedevano Che cosa starà meglio con il divano verde. Mi avevano preso per un materassaio»»

Era un uomo che con le sue dichiarazioni esprimeva la sua delusione e amarezza, tuttavia il suo estro fece sì che egli fosse un mercante d'arte, un artista e un critico con uno sguardo proiettato al futuro, per questo poco compreso dai suoi contemporanei.
Alcune delle sue opere d'arte e parte della sua collezione furono esposte nella mostra del 2012 intitolata La Riscoperta del Caso Luca Gracco, presentata da Philippe Daverio e comprendente opere di tutte le dimensioni, da lavori in materico al collage, dalla pittura alla china e alla tempera[12][11] Ebbe rapporti con i principali critici d'arte del suo tempo, come ad esempio con Philippe Daverio.[13] Nel dicembre 2023 fino al marzo 2024, alcune delle opere presenti nella sua collezione privata, sono state esposte al Mart di Rovereto a cura di Vittorio Sgarbi, nella mostra dal titolo «Luca Scacchi Gracco Artista e avventuriero».[14]

Citazioni[modifica | modifica wikitesto]

Personaggi pubblici e critici d'arte riconobbero nello Scacchi una grande capacità critica ritenendolo tra i più estrosi del XX secolo:

««L'uomo più forte ed arrogante del momento, più svelto di tutti, più intelligente, aveva superato in astuzia e preceduto di vent'anni i mercanti stranieri»»

««Il più geniale scopritore d'arte contemporanea»»

«Luca Scacchi Gracco, un vero geniaccio dell'arte, il primo in assoluto a portare a Milano opere di Bacon, Giacometti, Sutherland, Moore, Arp, Klimt, Sheele, Kokoska, Grotz, di Otto Dix e di tanti artisti allora sconosciuti in Italia»

«“Oggi è mancato Luca Scacchi Gracco papà di Greta Scacchi, grande personaggio, spesso fuori dalle righe, ma un serbatoio di racconti e aneddoti inesauribile, a partire dalla lunga frequentazione con Francis Bacon con il quale ha condiviso lo studio/abitazione per lungo periodo. Come purtroppo spesso accade alle persone che hanno avuto una vita “affollata”, impegnativa e affascinante, i suoi ultimi anni sono stati difficili e duri. Dopo ogni incontro si poteva scrivere un libro. Mi piace ricordarlo.”»

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Luca Scacchi Gracco, Art Nouveau, Galleria Milano.
    «Catalogo della mostra del 12 dicembre 1964: Catalogo di mostra, 12 dicembre 1964. Con 8 illustrazioni in nero (Spilloni di lavorazione belga - Vaso di Gallè di ispirazione Keshan - Fermaglio in argento di Robert Lalique - Broche di M. Mayer - fermaglio in argento proveniente da Bruxelles - Lampada a olio in English pewter - Vaso in vetro e metallo viennese - Inkpot proveniente dalla Scozia)»
  • Luca Scacchi Gracco, Pensieri di plastica = Plastic thoughts, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1986, OCLC 247233684.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Luca Scacchi Gracco, su leonardodavinci-italy.it. URL consultato il 23 maggio 2022.
  2. ^ a b Chi è Greta Scacchi, su guide.notizie.it, notizie.it. URL consultato il 30 novembre 2018.
  3. ^ Giuseppe Dicorato, Andavamo al Giamaica, Lampi di stampa, 2012, ISBN 978-88-488-1393-8.
  4. ^ Philippe Daverio e Jean Blanchaert, Luca Scacchi Gracco, su undo.net. URL consultato il 25 maggio 2022.
  5. ^ Bacon, l'urlo, la tradizione, su tempi.it. URL consultato il 29 novembre 2018.
  6. ^ Graphics by Manuela Vallicelli, Luca Scacchi Gracco at the Rubin Gallery, Milan, su manuelavallicelli.wordpress.com, manuelavallicelli.wordpress. URL consultato il 29 novembre 2018.
  7. ^ Pamela sposò nel 1975 Giovanni Carsaniga prendendone il cognome Greta Scacchi profile, in The Guardian, London. URL consultato il 7 settembre 2019.
  8. ^ Luca Scacchi Gracco – Ritorneranno le piramidi, su exibart.com, exitbar. URL consultato il 23 maggio 2022.
  9. ^ Dario Biagi, Il Ribelle Gentile, Nuovi Eqiuilibri.
    «Più volte Luca Scacchi Gracco, l'amico gallerista che per primo lo lanciò all'estero e che in quelle occasioni lo riaccompagnava a casa, gli pagò da dormire in qualche alberghetto di prostitute di via Pontaccio»
  10. ^ 961 SOCLE DU MONDE E ALTRO, su pieromanzoni.org, Fondazione Piero Manzoni. URL consultato il 25 maggio 2022.
  11. ^ a b c d e «Nel 1959 lo portai a Milano, ma i milanesi non lo capirono», su ilgiornale.it, Il Giornale.it. URL consultato il 30 novembre 2018.
  12. ^ Chi è Luca Scacchi Gracco, su bonvesin-and-co.tumblr.com, bonvesin & C. URL consultato il 30 novembre 2018.
  13. ^ AI GIARDINI DI MODENA VITE VISSUTE E ARTE DI CAMMINARE, su comune.modena.it, Comune di Modena. URL consultato il 25 maggio 2022.
  14. ^ Luca Scacchi Gracco Artista e avventuriero, su mart.tn.it, Mart. URL consultato il 13 aprile 2024..
  15. ^ Artribune Magazine #32, su issuu.com. URL consultato il 25 maggio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]