Liane de Pougy

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Liane de Pougy, 1902

Liane de Pougy, pseudonimo di Anne-Marie Chassaigne, detta poi Madame Henri Pourpre e dopo il suo secondo matrimonio, principessa Georges Ghika (La Flèche, 2 luglio 1869Losanna, 26 dicembre 1950), è stata una ballerina, scrittrice e cortigiana francese della Belle Époque.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Liane de Pougy, 1900 circa

Il padre era ufficiale e la madre faceva parte dell'alta nobiltà terriera, e quindi ricevette un'educazione religiosa nel convento dei Gesuiti di Auray e fu data in sposa, a sedici anni, a un uomo brutale, il tenente di vascello Henri Pourpre, le cui percosse le lasceranno delle cicatrici che conserverà per tutta la vita. Secondo alcune fonti, egli arrivò addirittura a spararle con la sua pistola, avendola trovata a letto con un altro. Lei gli donerà un figlio, il pilota Marc Pourpre, che morirà durante la prima guerra mondiale nel 1914, e dopo due anni di maltrattamenti Liane de Pougy fugge a Parigi; raggiunti i diciotto anni, divorziò, sollevando scandalo nella sua famiglia.

Incontrò successivamente l'autore drammatico Henri Meilhac, che rimase folgorato dal suo charme e la lanciò nel mondo del teatro, facendola ingaggiare alle Folies Bergère. Prese lezioni di danza sotto l'egida di Mariquita e, con lo pseudonimo di Liane de Pougy, intraprese una carriera di ballerina di cabaret lanciandosi anche alla cortigianeria, sotto la protezione di Valtesse de la Bigne. Affascinò innumerevoli celebrità, da Maurice de Rotschild a Lord Carnarvon, da Jean Lorrain al conte polacco Roman Potocki. Il celebre Edmond de Goncourt arrivò a definirla "la donna più bella del secolo".

Apertamente bisessuale, ebbe amanti di entrambi i sessi che la coprirono di gioielli e le fornirono tutto il necessario per una cortigiana dell'epoca. La rivalità con "La Bella Otero" contribuì alla celebrità di entrambe. Nel 1899, Liane de Pougy incontrò la scrittrice statunitense Natalie Clifford Barney. La loro relazione sconvolgerà le cronache, ma Natalie Barney non era fatta per un rapporto duraturo e non tardò a tradire l'amante. Liane raccontò però quest'esperienza nel libro Idylle saphique (1901), presentato come un romanzo, che ebbe un grande successo di pubblico.

Nel 1908, al culmine della carriera, Liane de Pougy conobbe il principe Georges Ghika, nobile d'origine rumena caduto in disgrazia, che la sposò due anni più tardi. Il matrimonio fu felice per sedici anni, fino a quando Georges non la lasciò per una donna molto più giovane (Manon Thiebaut, inizialmente amante di Liane). Per consolarsi, la principessa ebbe molte amanti, esclusivamente donne, fedele alla promessa che aveva fatto al marito di non intrattenere più relazioni con persone di sesso maschile. Il principe finì col tornare da lei pochi mesi dopo, ma la relazione diventò tormentata e caotica.

Una vocazione religiosa premeva sempre di più dentro di lei, memore dell'infanzia passata presso un convento di St-Anne d'Auray, e divenne ancor più forte dopo la visita di un orfanotrofio per disabili di Grenoble, dove incontrò una suora che le cambiò la vita. Decise di rimanere vicino al marito nell'ottica di un sacrificio cristiano. Dopo la morte del consorte, avvenuta nel 1945, la principessa entrò come novizia nel Terzo Ordine di San Domenico e lavorò nel suddetto orfanotrofio, l'Asilo Saint-Agnès, pentendosi totalmente della sua "vita dissoluta" del passato. Finì i suoi giorni in preghiera, a Losanna.[1]

Sulla sua morte André de Fouquières scrisse queste righe:

«Morì a ottantadue anni, mantenendo sul viso e nello sguardo ammirevole i segni ancora visibili della bellezza passata. Desiderava morire in una notte di Natale, e la Divina Provvidenza ha esaudito le sue preghiere. Aveva desiderato che niente seguisse le spoglie di colei che non voleva essere nient'altro che Anna Maria Maddalena della Penitenza. E queste spoglie tanto amate, tanto vantate, se ne andarono da sole. Liane de Pougy era morta davvero.»

Liane de Pougy è raffigurata nel Casinò di Monte Carlo, in un quadro della Sala Bianca.[2]

Residenze[modifica | modifica wikitesto]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) L'Insaisissable.
  • (FR) La mauvaise part.
  • (FR) Myrrhille.
  • (FR) Idylle saphique.}
    • (FR) Idylle saphique, Parigi, Éditions des Femmes, 1987, ISBN 2846330565.
  • (FR) Mes cahiers bleus.}

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Liane de Pougy, su geni.com, 2 luglio 1869. URL consultato il 7 gennaio 2024.
  2. ^ Casinò di Monte-Carlo, su Monaco Tribune. URL consultato il 7 gennaio 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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