Heta-uma

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Heta-uma (ヘタウマ o ヘタうま?) è una corrente artistica giapponese nata, nell'ambiente dei manga anticonformisti, sulle pagine del magazine mensile antologico Garo nella seconda metà degli anni settanta. Le parole heta e uma significano rispettivamente poco abile e abile o anche scarso ed eccellente, in definitiva un’unione di “alto” e “basso”. Il contrasto estetico è voluto, ribelle e provocatorio. Il tratto del disegno rimane infantile, volutamente sgraziato ed essenzialmente ironico[1]. Lo stile nasce sotto l'impulso Teruhiko Yumura, noto con molti pseudonimi tra cui King Terry, un vero pioniere, che negli anni '70 si ribella alla ricerca della perfezione e all'estetica fossilizzata della cultura giapponese tradizionale[2].

(EN)

«Drawing is fun. People who hope to become professional illustrators study special techniques and in due course get better at drawing. However, often as they make progress with their technique they lose their spirits which is the most important thing in illustrating. This is no good. Drawing technically well alone means nothing.»

(IT)

«Disegnare è divertente. Le persone che sperano di diventare illustratori professionisti studiano tecniche particolari e, a tempo debito, migliorano nel disegno. Tuttavia, spesso mentre fanno progressi nella tecnica, perdono lo spirito, che è la cosa più importante nell'illustrazione. Questo non va bene. Disegnare tecnicamente bene da solo non significa nulla.»


Nel 1986 l'editore Seibundo-Shinkosha (誠文堂新光社?) pubblica un manuale in cui Yumura dispensa insegnamenti per gli aspiranti artisti su come disegnare quasi tutto nel suo stile unico: veicoli, animali, volti, scene di combattimento , scene di sesso. Il volume, già dalla lettera ai lettori, si prefigura come un vero e proprio manifesto heta-uma , rimanendo tutt’oggi unico nel suo genere . Il testo è stato ripubblicato in versione ampliata e definitiva nel 2005 con il titolo Ketteihan Hetauma Daizenshū (決定版ヘタうま大全集?)[3].

Oltre a riflettere i mutevoli costumi culturali del periodo, il movimento heta-uma ha permesso a molti artisti di esprimere sofferenza e conflitti profondi attraverso le loro opere. Essendo una corrente artistica costruita sul rifiuto delle convenzioni stabilite, la comunicazione idiosincratica e la sperimentazione nelle opere diventano comuni ma sempre con ricchi e variegati codici[4] densi, intensi, inquietanti e disturbati[5].

(EN)

«Japan has been traumatised by disasters throughout its history: war, nuclear, earthquakes. Consumer society wants to make us forget them, but many of these artists are expressing through their work this deep trauma»

(IT)

«Il Giappone è stato traumatizzato da catastrofi nel corso della sua storia: guerre, nucleare, terremoti. La società consumistica vuole farci dimenticare, ma molti di questi artisti esprimono attraverso il loro lavoro questo profondo trauma»

Tra il 2014 e il 2015 la doppia mostra, curata da Pakito Bolino e Ayumi Nakayama, Heta-uma al Miam (Musée International des Arts Modestes) a Sète e Mangaro presso il "Friche la Belle de Mai" a Marsiglia, raccoglie un grande numero di artisti giapponesi ascrivibili alla corrente[6].

(FR)

«C'est la premiere fois qu'une telle concentration d'artistes Heta-Uma, certains déjà historiques, est montrée en Europe»

(IT)

«È la prima volta che una tale concentrazione di artisti Heta-Uma, alcuni già storici, viene esibita in Europa»

Autori[2][modifica | modifica wikitesto]

  • Takashi Nemoto (ねもと たかし?)
  • Jiro Ishikawa (石川次郎?)
  • Keiichi Tanaami (田名網 敬?)
  • Yuka Goto (後藤友香?)
  • Kanako Inuki (犬木加奈子?)
  • Motohiro Hayakawa (早川モトヒロ?)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Yusaku Hanakuma, Tokyo zombie, collana Gekiga, traduzione di Vincenzo Filosa, Coconino Press, 28 giugno 2018, ISBN 978-8876183904.
  2. ^ a b (FR) HETA-UMA, collana Catalogo dell'esposizione Mangaro, Taco Chè, 2014.
  3. ^ (EN) Dreamland Japan: Writings on Modern Manga, Stone Bridge Press, 10 gennaio 2012, pp. 140-144, ISBN 978-1933330952.
  4. ^ (EN) B. Teteruck, "Mob Psycho 100" and the "Heta-uma" Movement, su Crunchyroll, 29 agosto 2016.
  5. ^ (EN) Paul Gravett, HETA-UMA & MANGARO: 40 Years Of Wild Japanese Graphics, su paulgravett.com, 23 gennaio 2015.
  6. ^ (FR) MANGARO // HETA-UMA [collegamento interrotto], su lederniercri.org.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]