Guido Favati

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Guido Favati (Livorno, 10 aprile 1920Pavia, 5 dicembre 1973) è stato un poeta e critico letterario italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Primogenito di due figli maschi - suo fratello Giorgio (1921-1981) fu uno stimato medico livornese - Guido Favati nasce a Livorno il 10 aprile 1920 da Ranieri Favati (1895-1955) e Giuseppina Moser. Gli fu imposto il nome del nonno paterno, anch'egli chiamato Guido Favati (Pisa 1859-1898), il quale morì giovanissimo lasciando la moglie Teresa Zampieri e i numerosi figli (Antonio, Ranieri, Paolo e Guida) come si evince dai documenti pisani dei giornali dell'epoca nei quali Teresa accettò l'eredità a favore appunto dei figli.

Guido fu cugino di primo grado di Pier Donato Sommati, (1921-1944), medaglia d'oro alla resistenza. Suo padre Ranieri era infatti fratello di Guida Favati, madre di Pier Donato.

Sposò a Livorno, nel secondo dopoguerra Angela Scotto di Palumbo, di origine procidana, dalla quale ebbe due figli: Salvatore nel 1953, imprenditore navale nella città labronica, e Nerina nel 1960. È allievo di Beppe Guzzi alla Vetreria italiana di Livorno. I suoi interessi per la pittura sono piuttosto sporadici, e sicuramente oscurati dalla sua passione per la poesia. Ciò non tolse al Favati una lunga amicizia con i pittori Ferdinando Chevrier e Osvaldo Peruzzi, dal quale ricevette in dono diverse opere. Nel 1948 è tra i firmatari del Manifesto dell'Eaismo, insieme ai pittori Voltolino Fontani, Angelo Sirio Pellegrini, Aldo Neri, e al poeta-pittore Marcello Landi. Favati è la personalità artistica più defilata del gruppo, ma anche colui che sa infondere una forte impronta culturale a questa esperienza di avanguardia. Il suo interesse per l'arte continua anche negli anni seguenti, quando si propone come organizzatore delle prime edizioni del Premio Modigliani a Livorno. Esercita anche l'attività di critico d'arte su alcuni giornali locali, pubblicando nel 1958 una monografia sul pittore futurista Osvaldo Peruzzi.[1] Più densa e con maggiori riconoscimenti a livello nazionale e internazionale è la sua attività di critico letterario a partire soprattutto dagli anni cinquanta. A cavallo tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta fu ambasciatore della cultura italiana all'estero, sia in Francia, all'Università di Grenoble sia a Tunisi.Per ricoprire questi incarichi si trasferì con la famiglia all'estero per diversi anni. Per molti anni Favati è docente di filologia romanza alla facoltà di Lettere dell'Università di Pisa. Egli analizza con particolare attenzione l'opera poetica di Guido Cavalcanti[2] e quella stilnovista.[3]

Compie anche alcuni studi sui testi trovadorici dei secoli XII e XIII.[4] È tuttavia come dantista che trova una sua dimensione importante.[5] Esperto di letteratura medievale, si rivela come un vivace e arguto commentatore di un'opera come il Novellino.[6]

Dopo la sua prematura morte, avvenuta a 53 anni a Pavia a seguito di una lunga malattia, è stato commemorato più volte con studi letterari a lui dedicati. [7][8]

Pubblicazioni su riviste[modifica | modifica wikitesto]

  • Sul testo di "Donna me prega" in: Cultura neolatina vol. III (1948),
  • Guido Cavalcanti's theory of love. The Canzone d'amore and other related problems in: Studi petrarcheschi vol. IV (1951)
  • La glossa latina di Dino del Garbo a "Donna me prega" del Cavalcanti in: Annali della Scuola normale superiore di Pisa,vol. XXI (1952),
  • Recensione a: Domenico de Robertis, Il canzoniere escorialense e la tradizione "veneziana" delle rime dello Stil Novo, Torino 1954 in: Filologia romanza, vol. I (1955)
  • Recensione a: Guido Cavalcanti, Dino del Garbo e l'averroismo di Bruno Nardi, in: Filologia romanza,vol. I (1955),
  • Contributo alla determinazione del problema dello "Stil Nuovo" in: Studi mediolatini e volgari,vol. IV (1956)
  • La novella LXIV del "Novellino" e Uc de Saint Circ in: "Lettere italiane", (apr.-giu. 1959),
  • Osservazioni sul "De vulgari eloquentia" in: Annali delle Facoltà di lettere, filosofia e magistero dell'Università di Cagliari vol. XXIX (1961-1965),
  • Olivieri di Vienne (con appendice rolandiana) in: Studi Francesi n. 16 (1962)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Guido Favati, Osvaldo Peruzzi (Monografia), Livorno, SET, 1958
  2. ^ "Tecnica e arte nella poesia cavalcantiana". Bologna, Minerva 1950. cfr. La glossa latina di Dino del Garbo a donna me prega del Cavalcanti. Firenze, la Nuova Italia, 1952.cfr. "La tradizione manoscritta di Donna me prega di Guido Cavalcanti", Torino, Bona 1953. cfr. "Guido Cavalcanti, rime. Edizione critica". Milano Napoli Ricciardi, 1957 .
  3. ^ "Inchiesta sul dolce stil novo". Firenze, Le Monnier 1975.
  4. ^ "Le biografie trovadoriche. Testi provenzali dei sec. XIII e XIV". Bologna, Biblioteca degli studi mediolatini e volgari, 1961.
  5. ^ "Osservazioni sul canto XII dell'inferno dantesco". In Studi in onore di Italo Siciliano. Firenze, Olschki, 1966. cfr. "Sul testo della “Monarchia” di Dante: proposta di nuove lezioni". Milano, Istituto Dantesco europeo. 1970
  6. ^ “Il Novellino. Testo critico” Genova, Bozzi 1970.
  7. ^ “Studi filologici letterari e storici in memoria di Guido Favati”, Padova, Antenore, 1977.
  8. ^ “Studi in ricordo di Guido Favati, Istituto di Filologia romanza e ispanistica dell'Università degli studi di Genova”, Genova, Tilgher, 1975

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Favati, V. Fontani, M. Landi, A. Neri, A. S. Pellegrini, Manifesto dell'Eaismo, Società Editrice Italiana, 1948
  • Bruno Bentivogli, Paola Vecchi Galli, Filologia italiana, Paravia 2002.
  • Christopher Kleinhenz, Medieval Italy: an encyclopedia, volume 1, Routledge, 2004.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN17296807 · ISNI (EN0000 0001 1600 4346 · SBN RAVV066113 · BAV 495/96145 · LCCN (ENn79054404 · GND (DE119389622 · BNF (FRcb12343727g (data) · J9U (ENHE987007332879805171 · WorldCat Identities (ENlccn-n79054404