Giuseppe Maria Palatucci

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Giuseppe Maria Palatucci, O.F.M.Conv.
vescovo della Chiesa cattolica
In fide et charitate fortitudo mea
 
Incarichi ricopertiVescovo di Campagna (1938-1961)
 
Nato25 aprile 1892 a Montella
Ordinato presbitero22 maggio 1915
Nominato vescovo20 settembre 1937 da papa Pio XI
Consacrato vescovo28 novembre 1937 dal cardinale Alessio Ascalesi, C.PP.S
Deceduto31 marzo 1961 (68 anni) a Campagna
 

Giuseppe Maria Palatucci (Montella, 25 aprile 1892Campagna, 31 marzo 1961) è stato un vescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe Maria Palatucci entrò nel 1906 nel monastero dei minori conventuali di Santa Maria della Neve a Montella ove compì gli studi e fece il noviziato. Nel 1912 conseguì la laurea in filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana e nel 1920 la laurea in teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura in Roma. Il 22 maggio 1915 fu ordinato sacerdote e celebrò la sua prima messa nella chiesa di San Silvestro a Montella. Nel 1921 insegnò filosofia e divenne vicedirettore del Collegio Serafico di Roma. Nel 1923 fu nominato rettore del Collegio Serafico di Ravello. Il 20 settembre 1937 venne nominato vescovo di Campagna, da papa Pio XI, ufficio che mantenne fino al suo decesso.

Il 28 novembre dello stesso anno, nella trecentesca basilica di San Lorenzo Maggiore a Napoli ricevette l'ordinazione episcopale dalle mani del cardinale Alessio Ascalesi, arcivescovo di Napoli. Il 16 gennaio 1938 prese possesso della sede vescovile di Campagna. La diocesi di estendeva su un territorio, fra i più poveri del sud con i suoi 18 comuni e 34 parrocchie. Negli anni a seguire, restaurò il seminario diocesano e ridestò nel clero e nei fedeli la venerazione e il culto per il santuario locale di Santa Maria di Avigliano; riorganizzò l'azione cattolica in tutti i Paesi della diocesi. Morì la sera del venerdì Santo del 31 marzo 1961, il lunedì dopo Pasqua si tennero i solenni funerali nella cattedrale di Campagna e, per suo espresso desiderio, fu sepolto nella chiesa di San Francesco a Folloni nella sua nativa Montella.

Firmò la petizione a favore dell'Assunzione di Maria Vergine al Cielo, poi proclamata da papa Pio XII il primo novembre del 1950. A memoria di quella memorabile data, su uno dei pilastri del pronao della basilica di San Pietro, insieme a quello dei vescovi presenti, si può leggere anche il suo nome.

Insieme con Giovanni Maria Sanna, vescovo di Gravina e Irsina, scrisse una difesa del biblista don Dolindo Ruotolo, fautore del metodo esegetico tradizionale combattuto allora dal Pontificio Istituto Biblico e dalla Pontificia Commissione Biblica, guidati rispettivamente da Augustin Bea e da Eugène Tisserant. Nella difesa i due autori accusano il metodo storico del Pontificio Istituto Biblico di essere «un incoraggiamento di certi metodi e indirizzi a sfondo razionalistico e modernistico».[1]

Anche il nipote, Ferdinando Palatucci, ha seguito la vocazione ecclesiastica, divenendo primo arcivescovo dell'arcidiocesi di Amalfi-Cava de' Tirreni.

L'opera[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1940 e il 1944 a Campagna fu istituito un campo di internamento per ebrei. Il vescovo Palatucci si prodigò nell'assistenza morale e materiale degli ebrei internati, riuscendo a salvarne circa mille dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti. Animato dallo stesso altruismo fu suo nipote Giovanni Palatucci, ultimo questore di Fiume.
Nel dopoguerra fu un fermo oppositore del Fronte popolare, ma la sua generosità (alla morte ci fu il problema di trovare i paramenti adatti per la cerimonia funebre), lo fece rimpiangere anche dagli avversari politici[2]

Controversie e dubbi[modifica | modifica wikitesto]

Già dal 1995 sono stati sollevati numerosi dubbi sulla figura di Giuseppe Maria Palatucci e del nipote. Nel 2013 il Centro Primo Levi ha avanzato alcuni dubbi sulla corretta ricostruzione storica delle vicende legate alla figura di Palatucci[3]. Si è ipotizzato che lo zio vescovo raccontò che il nipote durante la sua permanenza a Fiume avesse salvato «numerosissimi israeliti»[4] per garantire una pensione ai parenti[5].

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Il 12 dicembre 2006 gli è stata conferita una Medaglia d'oro al merito civile.

Medaglia d'oro al Merito Civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Vescovo di elevate qualità umane e civili, nel corso dell'ultimo conflitto mondiale, si prodigava con eroico coraggio e preclara virtù civica nell'assistenza morale e materiale degli ebrei internati a Campagna, riuscendo a salvarne circa mille dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti. Fulgido esempio di coerenza, di solidarietà umana e di rigore morale fondato sui più alti valori cristiani e intensa condivisione delle altrui sofferenze[6]»
— 1940-1943 Campagna

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Roberto de Mattei, Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta, Torino, 2010, p. 51
  2. ^ Mons. Giuseppe Maria Palatucci, in Donne e Uomini della Resistenza, ANPI. URL consultato l'11 dicembre 2008 (archiviato il 1º agosto 2023).
  3. ^ Comunicato del Centro Primo Levi
  4. ^ Intervista a mons. Giuseppe Maria Palatucci e al provinciale francescano padre Alfonso Palatucci a Ramat Gan del 23/4/1953, ora in Michele Bianco, Antonio De Simone Palatucci, Giovanni Palatucci. Un olocausto nella shoah, Montella, Accademia Vivarium novum-Dragonetti, 2003.
  5. ^ Giovanni Palatucci: schindler italiano era un collaboratore nazista, la rivelazione del New York Times
  6. ^ Quirinale - scheda - visto 11 dicembre 2008

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Maria Sanna, Giuseppe Maria Palatucci, La Sacra Scrittura. Psicologia-Commento-Meditazione del sac. Dain Cohenel. Difesa dalle incriminazioni di Alberto Vaccari s.j., Gravina di Puglia, 1939
  • Fabio Corbisiero, Storia e memoria dell'internamento ebraico durante la Seconda guerra mondiale. Il campo di concentramento di Campagna (in Nord e Sud, n. 6, NIS: Napoli, 1999).
  • Virginio Gambone, Mon. Giuseppe M. Palatucci un grande Vescovo irpino,
  • Gianluca Petroni, Gli ebrei a Campagna durante il secondo conflitto mondiale,
  • Nico Pirozzi, Fantasmi del Cilento - Da Altavilla Silentina a Lenti un'inedita storia della Shoah ungherese, Edizioni Cento Autori, 2007 ISBN 978-88-01-04211-5
  • Valentino Izzo, Raccontare Campagna... Le Persone Illustri, 2005
  • Valentino Izzo, APCF (Antisemitismo, Palatucci, Campagna, Foibe), 2009

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Campagna Successore
Pietro Capizzi 20 settembre 1937 - 31 marzo 1961 Jolando Nuzzi