Giovanni Bertacchi (militare)

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Giovanni Bertacchi
NascitaLugo, 30 gennaio 1894
MorteGallio, 4 dicembre 1917
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Anni di servizio1915-1917
GradoTenente
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia degli Altipiani
Battaglia di Caporetto
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1917[1]
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Giovanni Bertacchi (Lugo, 30 gennaio 1894Gallio, 4 dicembre 1917) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria per le azioni eroiche compiute nella prima guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Lugo (RA) il 30 gennaio 1894, figlio di Paolo[N 1] e Luisa Vaciago.[2] Compì gli studi classici ad Avellino, iscrivendosi poi alla facoltà di lettere dell'università di Pisa.[2] Nazionalista ed interventista, dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, chiese subito di arruolarsi, ma fu giudicato rivedibile.[3] Dopo aver ottenuto la piena idoneità fisica, venne arruolato nel Regio Esercito nel mese di novembre.[3] Ammesso a frequentare il corso per allievo ufficiale di complemento presso la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena,[3] divenne aspirante nel marzo del 1916, entrando in servizio presso il 157º Reggimento fanteria della Brigata "Liguria".[2] Raggiunse il suo reggimento in zona di operazioni, entrando in servizio come sottotenente presso la 1ª Compagnia. Combatté sul Monte Zovetto nel corso della battaglia degli Altipiani, ricevendo per il suo comportamento un Encomio Solenne il 16 giugno 1916.[3] Tenente dal febbraio 1917, ricevette un secondo Encomio Solenne per il comportamento tenuto in combattimento sul Monte Pasubio[3] nell'agosto dello stesso anno.[2] Dopo l'esito negativo della battaglia di Caporetto, e il successivo ripiegamento sulla linea del Piave, ritornò in linea sul Monte Zomo al comando di un plotone della compagnia.[2] Si distinse nei duri combattimenti dal 16 al 24 novembre, in cui furono respinti gli attacchi nemici.[2] Il 4 dicembre si trovava in linea nel settore Monte Zomo-Sisemol, e fu impegnato a respingere un assalto contro Casa Sambugari di Gallio, in Val Frenzela.[3] Ferito gravemente continuò a combattere fino a quando non rimase ucciso, colpito in pieno dallo scoppio di una bomba a mano.[3] La sua salma non venne mai ritrovata.[2]

Nel 1918 l'università di Pisa gli conferì la laurea in lettere ad honorem, mentre per onorarne il coraggio, con Regio Decreto 13 luglio 1919, gli fu concessa la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2][3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Esempio di ardimento e di valore, per oltre venti mesi continui di trincea, trasfuse nei dipendenti le alte virtù militari che lo animavano e trascinò più volte brillantemente in lotte vittoriose il proprio plotone sullo Zovetto, sul Pasubio, sulle Melette e la compagnia su Monte Zomo. In servizio di posto avanzato, durante un violento attacco nemico sferrato dopo intenso bombardamento, con fulgida prova di incrollabile tenacia trattenne coi suoi uomini le prime ondate avversarie soverchianti di numero e, gravemente ferito, persistette nella lotta, incitando i dipendenti alla più strenua resistenza, finché colpito da una bomba a mano nemica gloriosamente cadde al proprio posto di combattimento, senza aver mai ceduto un solo palmo del terreno affidatogli. Monte Zomo, 16 - 17 novembre; Sambugari, 4 dicembre 1917 .[4]»
— Regio Decreto 13 luglio 1919[5]
Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della Vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Suo padre era un tenente dell'esercito che prestava servizio nella locale caserma, e che più tardi raggiunse il grado di generale, e venne insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia. Anche due suoi fratelli prestarono servizio nella prima guerra mondiale.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1917, Roma, Tipografia regionale, 1968.
  • Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1917. L'anno terribile: Dalla Bainsizza alla sorpresa strategica di Caporetto, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
Periodici
  • Renzo Preda, Lugo di Romagna ricorda (PDF), in UNUCI, n. 3/4, Roma, Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia, aprile-giugno 2017, pp. 12/13.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]