Gianetto Biondini

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Gianetto Biondini

Gianetto Biondini (Crema, 21 febbraio 1920[1]Crema, 21 settembre 1981) è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Crema, abbandonò da giovane l'occupazione di operaio per dedicarsi alla pittura. Frequentò il pittore Carlo Martini insieme ad altri giovani artisti cremaschi, fra cui Carlo Fayer e Federico Boriani. Nel frattempo si iscrisse all'Accademia Carrara di Bergamo, dove fu allievo di Contardo Barbieri[2].

All'attività pittorica affiancò l'interessamento per la promozione dell'arte e della cultura cremasca. In particolare fu tra gli artefici della creazione del Museo civico di Crema e del Cremasco, avvenuta nel 1960. Affiancando l'architetto Amos Edallo, Biondini curò l'allestimento della sezione folkloristica (oggi confluita nella "Casa cremasca"), di quella artigianale e soprattutto di quella artistica, ancor oggi fra le più importanti del patrimonio museale[3]. Nel 1965 fu curatore della nuova sezione archeologica e della saletta dedicata ai cimeli garibaldini[4].

Fu anche curatore di due esposizioni organizzate presso il Museo stesso nel 1969, dedicate al cremasco Luigi Manini e al milanese Luigi Veronesi[4].

Produzione artistica[modifica | modifica wikitesto]

Se la pittura dei suoi primi anni rivelava una forte adesione alla tradizione lombarda, al chiarismo e all'impressionismo tipici dello stile di Martini, dagli anni Cinquanta si cominciò a delineare un allontanamento dall'insegnamento di quest'ultimo: l'abbandono della ricerca luministica e coloristica per le sperimentazioni formali di quel periodo furono preludio ad un'ultima fase artistica, costituita da una pittura informale ed espressionistica, a tratti persino geometrica ed astratta[5], «incandescente nella scelta del colore e corrosiva nella stesura» e nella quale l'immagine «si affaccia dalle profondità di un lirismo matematico e allucinatorio»[6].

Fra le esposizioni a cui Biondini prese parte si ricordano in particolare la XX Biennale di Milano (1957) e la Biennale nazionale d'arte di Verona (1963)[2]. Nel 1962 partecipò al Premio nazionale di paesaggio "Autostrada del Sole", organizzato a Roma dalla Quadriennale[7]. Gli furono dedicate antologiche postume a Crema (1986 e 1995) e a Cremona (1998)[2].

Alcune sue opere sono conservate presso il Museo civico di Crema e del Cremasco[8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://www.comune.crema.cr.it/sezione-ottocento-novecento-terza-sala.
  2. ^ a b c Muletti, pp. 237-238.
  3. ^ Pavesi, pp. 120-122.
  4. ^ a b Muletti, p. 240.
  5. ^ Muletti, pp. 246-259.
  6. ^ Bettinelli, pp. 36-37.
  7. ^ Premio nazionale di paesaggio "Autostrada del Sole", su quadriennalediroma.org. URL consultato il 7 settembre 2015.
  8. ^ Biondini Gianetto, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato l'11 aprile 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Pavesi, Guida al Museo civico di Crema e del Cremasco, Crema, 1994.
  • Elisa Muletti, I dipinti di Gianetto Biondini al Museo Civico di Crema e del Cremasco (PDF), in Insula Fulcheria, XXXVI, Crema, 2006. URL consultato l'11 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  • Roberto Bettinelli, La nostalgia illustre. Arte cremasca tra '800 e '900, Crema, 2006.

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