Giacomo Soliman

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Giacomo Soliman
NascitaCornigliano, 16 settembre 1913
MorteAdi Ucher, 7 settembre 1937
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
RepartoXLI Battaglione coloniale
Anni di servizio1933-1937
GradoSottotenente di complemento
GuerreGuerra d'Etiopia
CampagneArbegnuoc
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Giacomo Soliman (Cornigliano, 16 settembre 1913Adi Ucher, 7 settembre 1937) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso delle grandi operazioni di polizia coloniale in Africa Orientale Italiana[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Cornigliano, provincia di Genova, il 16 settembre 1913, figlio di Alessandro e Carla Arrighini.[2] Dopo aver conseguito il diploma di perito agrario e di geometra presso l'Istituto superiore di agricoltura di Brescia, si arruolò nel Regio Esercito entrando nella Scuola allievi ufficiali di complemento di Milano il 30 ottobre 1932 uscendone un anno dopo come sottotenente assegnato all'arma di fanteria, il 19 giugno, assegnato al 12º Reggimento bersaglieri.[1] Posto in congedo nell'agosto 1934, fu richiamato in servizio l'anno successivo e, nel febbraio 1936, venne mobilitato per le esigenze in Libia, raggiungendo il 3º Reggimento fanteria coloniale.[1] Nell'ottobre dello stesso anno fu trasferito al Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea, se imbarcatosi a Tobruk con il XLI Battaglione sbarcava a Massaua il 14 stesso mese.[1] Nel luglio 1937 venne promosso tenente. Cadde in combattimento il 7 settembre 1937 a Adi Ucher, nel corso delle grandi operazioni di polizia coloniale, e venne insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Una via di Genova porta il suo nome.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una sezione mitraglieri postata in un settore del battaglione ove il nemico si accaniva con furioso attacco per travolgere la postazione delle artiglierie, dirigeva il fuoco delle sue armi con calma e perizia, riuscendo ad infliggere gravi perdite all’avversario ed impedirgli d’avanzare. Caduti i serventi e resasi inefficiente una delle armi, azionava personalmente l’altra mitragliatrice, continuando a far fuoco sul nemico incalzante. Circondato indi da un nucleo di armati, si difendeva a colpi di bombe a mano, riuscendo a tenerli a bada sino all’arrivo dei rinforzi che ristabilivano la situazione. Ferito a morte cadeva con la fronte rivolta al nemico gridando: « Avanti miei ascari, viva l’Italia ». Adi Ucher, 7 settembre 1937.[3]»
— Regio Decreto 20 gennaio 1939.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 255.
  3. ^ Soliman, Giacomo Medaglia d'oro al valor militare, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa orientale. Vol. 2: La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori Editore, 1992.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 255.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Soliman, Giacomo, su Combattenti Liberazione. URL consultato l'11 gennaio 2022.