Fedele Gualdoni

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Fedele Gualdoni
NascitaMilano, 1918
MorteTscherkowo, 4 gennaio 1943
Cause della mortemorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaGenio militare
Reparto4º Reggimento genio T.R.T.
Anni di servizio1941 - 1943
GradoSottotenente di complemento
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Russia
BattaglieSeconda battaglia difensiva del Don
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959) [1]
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Fedele Gualdoni (Milano, 1918Tscherkowo, 4 gennaio 1943) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Milano nel 1918, figlio di Ferruccio e Carla Bertazzi.[2] Dopo aver conseguito il diploma di perito radiotecnico a Milano, il 22 gennaio 1941 venne arruolato nel Regio Esercito assegnato al 3º Reggimento genio a Pavia.[2] Promosso sergente in giugno, fu inviato alla 18ª Compagnia minatori mobilitata allora di stanza a Malek in Slovenia.[2] Nominato marconista, frequentò poi il corso allievi ufficiali di complemento a Pavia e nel luglio 1942 fu nominato sottotenente nel 4º Reggimento genio radiotelegrafisti.[2] Il 28 novembre dello stesso anno partiva per la Russia al comando della 68ª compagnia R.T. di Corpo d'armata mobilitata.[2] Cadde in combattimento a Tscherkowo (Russia), nel corso della seconda battaglia difensiva del Don, il 4 gennaio 1943, e fu successivamente insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante compagnia T.R.T. in un momento particolarmente difficile dava il valido volontario contributo del suo reparto per la costituzione di importante caposaldo, tosto investito da poderose forze nemiche. Su terreno ghiacciato e scoperto, durante 14 giorni di attacchi avversari, manteneva integra la linea affidatagli, trascinando più volte al contrattacco i suoi genieri. il 150 giorno, ferito ad un braccio, mentre respingeva nuovi poderosi attacchi, continuava la lotta riuscendo ad impedire lo scardinamento della difesa e, sostituendosi al puntatore dell’unica mitragliatrice rimasta efficiente, infliggeva al nemico gravissime perdite. Ferito gravemente al petto, non desisteva e, con supremo sforzo, volgeva il suo fuoco su altre colonne avversarie tendenti ad aggirare la posizione. Impegnati i suoi eroici genieri in un cruento corpo a corpo, ne proteggeva ancora il ripiegamento; colpito a morte sull’arma, cadeva da purissimo eroe. Tscherkowo (Russia), 19 dicembre 1942-4 gennaio 1943.[3]»
— Decreto del Presidente della Repubblica del 17 dicembre 1953.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare 1965, p.164.
  2. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  3. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti il 21 gennaio 1954, Esercito, registro 3, pagina 261.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 164.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]