Elvira Martinez y Cabrera

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Elvira Martinez y Cabrera (Napoli, 1902Mercato San Severino, 1964) è stata una pittrice italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia di Francesco Martinez y Cabrera, ufficiale di artiglieria[1], e di Angela Marciani, aveva anche un fratello maggiore, Pietro. I numerosi soggiorni dovuti al lavoro del padre, in Italia e all'estero, le daranno possibilità di conoscere numerose personalità dell'epoca, tra le quali la poetessa Maria Antonietta de Carolis (nome d'arte Mattonetta).

Alla fine della prima guerra mondiale, la famiglia si trasferisce a Napoli, dove Elvira approfondisce le tecniche pittoriche grazie alla frequentazione di noti artisti del tempo, quali Onofrio Tomaselli ed Eduardo Monteforte. Dopo la metà degli anni Venti la famiglia si trasferisce nel palazzo di Piazza del Galdo, anche a causa dell'ostilità del padre al regime.[2] In questa dimora la pittrice visse un lungo periodo di isolamento personale e artistico, come dimostra anche la sua assenza alla I Mostra salernitana d'arte del 1927, di cui segue le vicende attraverso una corrispondenza con l'amica pittrice Olga Schiavo, che la incoraggerà a esporre le sue opere alla II Mostra Salernitana d'Arte del 1933 alla quale la rivista Fiamma Italica dedicò un articolo.[3][4][5] Questa partecipazione le varrà gli apprezzamenti del critico d'arte Clément Morro in un articolo pubblicato sulla rivista francese "La Revue Moderne illustrée des Arts et de la Vie" dello stesso anno:

«È la rivelazione della Esposizione di Salerno: si scopre nella pittura di questa giovane artista, ieri sconosciuta, serie qualità di sentimento e di mestiere. Ella osserva fedelmente la natura e sa rendere le impressioni che prova senza evadere dalla realtà e da una composizione che congegna i dati con chiarezza. Ella dipinge sentieri della sua montagna, i pastori che incontra... Ella dipinge tutto ciò che la luce bagna o anima e il suo pennello coniuga la gioia della sfumature alla disciplina dei valori. Libera da schemi, il suo mestiere è il riflesso fedele di una emozione sincera. Le riproduzioni che qui diamo di qualcuno dei suoi paesaggi doneranno ai lettori l'anteprima di un talento che io credo destinato ad un grande sviluppo".»

A Napoli espone le sue opere nella mostra organizzata dai Sindacati degli Artisti nella Casina Spagnola del Maschio Angioino, occasione in cui vende alcune sue opere. Nel 1935 partecipa alla II Mostra Femminile e due anni dopo alla I Mostra del Sindacato Provinciale Fascista Belle Arti a Salerno.

Nel gennaio del 1939 viene inaugurata una sua mostra personale a Manduria, in cui espone 76 acquerelli che riguardano vari motivi pittorici. L'esposizione ebbe successo di pubblico.[7][8]

La mostra "Luccichii: pittrici salernitane degli anni Trenta (1927-1941)", tenutasi presso la Pinacoteca provinciale di Salerno, in cui sono state esposte diciassette opere della Martinez, è stata segnalata nel programma nazionale delle Giornate di primavera del FAI del 2008.

L'Archivio Storico dei Musei Provinciali del Salernitano conserva dodici lettere manoscritte che la pittrice Olga Schiavo scrisse alla Martinez y Cabrera, in cui si parla sia di questioni personali che artistiche.[9]

Alcune sue opere sono esposte in maniera permanente nel Palazzo della Camera di Commercio di Salerno: insieme ad altre tele di Olga Napoli, Olga Schiavo, Alfonso Gatto, Mario Carotenuto e molti altri artisti della collezione del palazzo storico, sono state inserite nella mostra "Opere in Camera: una collezione d'arte nel cuore della Salerno moderna"[10]

Caratteristiche artistiche[modifica | modifica wikitesto]

Le sue opere toccano svariati motivi pittorici, dai fiori, ai paesaggi agli interni. Il disegno viene definito dagli osservatori dell'epoca come perfetto e la prospettiva magistrale.

Le scene da lei ritratte riprendono quasi sempre la realtà che circonda la casa, il paese, il mare e la vita abituale dell'artista.

Elvira Martinez y Cabrera era capace di affrontare tecniche diverse, a olio, inchiostro e soprattutto ad acquerello, dando però il meglio di sé nella china acquerellata.[11]

Entra a far parte della corrente artistica della scuola campana di inizio Novecento, insieme ad altri artisti come Olga Schiavo, Maria Bertolani, Antonietta Casella Beraglia, Pasquale e Mario Avallone, Clemente Tafuri di cui abbiamo numerose testimonianze nei periodici dell'epoca e in pubblicazioni scientifiche dei nostri giorni. Questi artisti ritraggono nelle loro opere la quotidianità e i luoghi a loro cari, restituendoci la viva immagine di un mondo che non c'è più. Per questo motivo le loro opere hanno un doppio valore, sia artistico che documentario[12].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Luigi Rossi, Luigi Cacciatore: la vita politica di un socialista a cento anni dalla nascita : atti del Convegno di studi, Mercato S. Severino e Salerno, 31 maggio e 1 giugno 2001, Plectica, 2003, p. 354, ISBN 9788888813004. URL consultato il 15 marzo 2017.
  2. ^ Romito(2008), p. 106.
  3. ^ Fiamma italica e il buon consigliere: rassegna mensile, Milano, s.n., p. 322. URL consultato il 15 marzo 2017.
    «... Segue la schiera delle altre: Maria Bertolani Correale, con una copia di «Giorno grigio in costiera» di Paolillo, Maria Mutanello con indovinata impressione dal vero, «Polveriera di Salerno» e «Pergolato»; Elvira Martinez y Cabrera, Olga Napoli Argenziano, Matilde Pesanise, Dilettanti quasi tutte ma con seri intendimenti artistici, studio e volontà di ascesa. E con le pittrici ci piace menzionare i pittori giovani ...»
  4. ^ Catalogo della II mostra salernitana d'arte. Aprile 1933 XI, su elea.unisa.it. URL consultato il 27 marzo 2017.
  5. ^ La mostra, inaugurata da Arrigo Solmi e Roberto Paribeni, aveva tra gli organizzatori Amedeo Maiuri e fu oggetto di un servizio a cura dell'Istituto Luce nel suo cinegiornale. La Mostra Salernitana d'Arte è stata inaugurata da S.E. Solmi e da S.E. Paribeni, su senato.archivioluce.it. URL consultato il 27 marzo 2017.
  6. ^ Clément Morro, La vie artistique, in La Revue Moderne Illustrée des Art et de la Vie, n. 18, 1933.
  7. ^ "La mostra della pittrice Martinez a Manduria", in Il Mattino, 11 gennaio 1939.
  8. ^ "Una mostra d'arte a Manduria", in Il Giornale d'Italia, 16 febbraio 1939.
  9. ^ <<Il numero dei suoi acquerelli mi ha strabiliata. E poi, tutti dal vero, molto brava! Bisogna che la sua arte risplenda in pieno fulgore>>, scrive Olga Schiavo nella lettera del 19 dicembre 1932.
  10. ^ Opere in Camera: la collezione dei dipinti e delle sculture della Camera di Commercio di Salerno, Salerno, C.C.I.A.A, 2010, ISBN 9788890537806. URL consultato il 16 marzo 2017.
  11. ^ Romito(2008), p. 108.
  12. ^ Adriano Caffaro, Autori per la costiera amalfitana, Galleria Arcobaleno : Centro Arte Etruria, 1980, p. 14. URL consultato il 15 marzo 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Matilde Romito, Luccichii. Pittrici salernitane degli anni Trenta, 1927-1941, Salerno, Tipolitografia Incisivo, 2008.
  • Matilde Romito, Una mostra sulle pittrici salernitane degli anni trenta alla Pinacoteca provinciale di Salerno, in Apollo. Bollettino dei musei provinciali del salernitano, XXIII, 2009.
  • Rosario Pinto, Artiste in Italia : 1800-1950, Napoli, Istituto grafico editoriale italiano, 2011.
  • Rosario Pinto, Le arti figurative al femminile nel Mezzogiorno d'Italia dal Cinquecento al Duemila, Napoli, Istituto grafico editoriale italiano, 2009.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]