Egidio Ortona

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Egidio Ortona

Ambasciatore d'Italia negli Stati Uniti d'America
Durata mandato11 giugno 1967 –
8 luglio 1975
PredecessoreSergio Fenoaltea
SuccessoreRoberto Gaja

Segretario generale del Ministero degli affari esteri
Durata mandato15 settembre 1966 –
10 giugno 1967
PredecessoreFelice Catalano di Melilli[1]
SuccessoreCasto Caruso

Dati generali
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Torino
ProfessioneDiplomatico

Egidio Ortona (Casale Monferrato, 16 settembre 1910Roma, 10 gennaio 1996) è stato un diplomatico italiano, ambasciatore per l'Italia alle Nazioni Unite (1958-61), Segretario generale del Ministero degli Esteri (1966-67) e Ambasciatore per l'Italia negli Stati Uniti. In oltre quarant'anni di attività diplomatica è stato testimone diretto dei principali avvenimenti della storia del secolo scorso e, dal dopoguerra, attento e capace interprete ed esecutore della politica estera italiana soprattutto negli Stati Uniti, dove ha trascorso gran parte della sua carriera.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Primi incarichi diplomatici[modifica | modifica wikitesto]

Egidio Ortona entra nel corpo diplomatico-consolare nel 1932, dopo essersi laureato in giurisprudenza all'Università di Torino l'anno precedente. Prende servizio al consolato italiano al Cairo e a Johannesburg; tra il 1937 e il 1940 è segretario d'ambasciata a Londra, prima con l'ambasciatore Dino Grandi, poi con Giuseppe Bastianini[2].

A giugno del 1941, quando Bastianini è nominato governatore della Dalmazia, Ortona lo segue a Zara. Nel febbraio del 1943 Mussolini solleva Galeazzo Ciano dall'incarico di ministro degli Esteri e, nel succedergli ad interim, nomina Bastianini unico sottosegretario. Il neosottosegretario porta con sé, come capo della sua segreteria, Egidio Ortona, che rientra a Roma in un momento cruciale della guerra e della vita del Paese[3]. Dopo l'armistizio Ortona è messo a capo dell'ufficio preposto ai rapporti economici con gli Alleati, con l'incarico di far da tramite tra il Ministero del Tesoro e la Commissione alleata di controllo.

Il primo periodo negli Stati Uniti[modifica | modifica wikitesto]

Egidio Ortona (primo a destra) con l'ex Presidente degli Stati Uniti Harry Truman e sua figlia Margaret.

Il 3 novembre 1944, una delegazione composta da Ortona, Raffaele Mattioli, Enrico Cuccia, Quinto Quintieri e Mario Morelli parte per Washington per richiedere al governo americano aiuti per l'Italia che stava avviando una faticosa ricostruzione[4]. A missione ultimata, Egidio Ortona rimane all'ambasciata italiana negli USA, per i successivi quindici anni, ricoprendo vari incarichi con gli ambasciatori Alberto Tarchiani e Manlio Brosio e descrivendo tali vicende nei primi due volumi intitolati: Anni d'America.

Il diplomatico piemontese collabora con i suoi superiori per far comprendere, ai più alti livelli dell'establishment americano, la complicata situazione politica italiana e si fa apprezzare per equilibrio e capacità di mediazione. Sono gli anni della guerra fredda e gli americani seguono con particolare attenzione gli sviluppi della politica in Italia, per i consensi guadagnati dal Partito Comunista Italiano[5].

Il 14 dicembre 1955 l'Italia è ammessa all'ONU, dopo estenuanti trattative tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica che, condizionando il nostro ingresso a quello di alcuni paesi satelliti, aveva opposto per anni il suo veto. Nella stessa data fanno il loro ingresso al «palazzo di vetro» Austria, Ceylon, Laos, Spagna, Finlandia, Indonesia, Giordania, Irlanda e Portogallo per la parte occidentale e, nell'altro campo, l'Ungheria, l'Albania, la Romania e la Bulgaria. Tra il 1959 e il 1961, Ortona è a New York per rappresentare l'Italia alle Nazioni Unite.

Gli anni alla Farnesina e il secondo periodo negli Stati Uniti[modifica | modifica wikitesto]

Ortona rientra in Italia nel 1961 per assumere l'incarico di direttore generale degli Affari Economici.

Nel 1966 viene nominato Segretario generale del Ministero degli Esteri, cioè la più alta carica della diplomazia italiana. La sua opera di intermediazione fu molto significativa ai fini della positiva conclusione dell'accordo tra Fiat ed Unione Sovietica che avrebbe portato alla costruzione dell'impianto AvtoVAZ nella città di Tol'jatti.

Rimane alla Farnesina in tale ruolo solo un anno. Nel 1967, Ortona è nominato dal governo Moro III ambasciatore d'Italia negli Stati Uniti d'America, ove rimane sino al termine della sua lunga carriera (1975)[6], non trascurando di redigere il terzo volume dei suoi Anni d'America.

Incarichi economici pubblici e privati del dopo carriera[modifica | modifica wikitesto]

Lasciata la carriera diplomatica, Ortona è nominato Presidente della rappresentanza italiana della Honeywell; assume poi la presidenza di Aeritalia e di Confitarma e, dal 1987 al 1993, quella dell'ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale).

Di particolare interesse, per un approfondimento della storia dei rapporti politico diplomatici del dopoguerra, è la ricca attività pubblicistica di Egidio Ortona, che ha lasciato nei suoi diari importanti testimonianze sull'Italia repubblicana.

Egidio Ortona muore a Roma il 10 gennaio 1996 all'età di 85 anni. Viene sepolto a Casale Monferrato dove, il 16 marzo 2007,[7] gli vengono ufficialmente dedicati i giardini pubblici di Piazza Martiri della Libertà, situati vicino alla casa dove era nato, in corso Indipendenza.

Ad Egidio Ortona il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha intitolato la Sala Riunioni della Direzione Generale per la Mondializzazione.[8]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Facente funzioni
  2. ^ Enrico Serra, Professione: Ambasciatore d'Italia (volume secondo), Franco Angeli, Milano, 2001, pag. 103
  3. ^ Enrico Serra, cit., pag. 104
  4. ^ Enrico Serra, cit., pag. 105
  5. ^ Alberto Tarchiani, Dieci anni tra Roma e Washington, Mondadori, Milano, 1955
  6. ^ Enrico Serra, cit., pag. 107
  7. ^ Monferrino Diary / Diario Monferrino, Monferrini in America, 2007. URL consultato il 4 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2008).
  8. ^ Luigi Angelino, Alla Farnesina una sala dedicata all'ambasciatore Egidio Ortona, su ilmonferrato.it, Il Monferrato, 4 ottobre 2017. URL consultato il 2 febbraio 2018.
  9. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enrico Serra, Professione: Ambasciatore d'Italia (volume secondo), Milano, Franco Angeli, 2001.
  • Alberto Tarchiani, Dieci anni tra Roma e Washington, Milano, Mondadori, 1955.
  • Stefano Baldi (a cura di), Un ricordo di Egidio Ortona, Roma, ISDI Press. Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, 2014. URL consultato il 30 dicembre 2020.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ambasciatore italiano negli Stati Uniti d'America Bandiera degli Stati Uniti Successore
Sergio Fenoaltea 1967 - 1975 Roberto Gaja
Predecessore Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri Successore
Felice Catalano di Melilli 15 settembre 1966 - 10 giugno 1967 Casto Caruso
Predecessore Rappresentante permanente per l'Italia presso l'ONU Bandiera delle Nazioni Unite Successore
Leonardo Vitetti 1958 - 1961 Vittorio Zoppi

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN93705473 · ISNI (EN0000 0000 8280 7326 · SBN CFIV050780 · BAV 495/233471 · LCCN (ENn80040303 · GND (DE119240262 · BNF (FRcb12074985j (data) · J9U (ENHE987007376420405171 · WorldCat Identities (ENlccn-n80040303
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