Domenico Bevilacqua

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Domenico Bevilacqua
NascitaTagliacozzo, 4 agosto 1912
MortePantelleria, 10 giugno 1943
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
CorpoAviazione Legionaria
SpecialitàCaccia
Anni di servizio1935-1943
GradoMaggiore pilota
GuerreGuerra di Spagna
Seconda guerra mondiale
BattaglieOperazione Crusader
Operazione Corkscrew
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Aeronautica di Caserta
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Domenico Bevilacqua (Tagliacozzo, 4 agosto 1912Pantelleria, 10 giugno 1943) è stato un militare e aviatore italiano, particolarmente distintosi durante la guerra di Spagna e la seconda guerra mondiale, dove fu decorato con cinque Medaglie d'argento al valor militare e con la Croce al merito di guerra.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Tagliacozzo, vicino ad Avezzano, il 4 agosto 1912, figlio di Antonio.[1] Arruolatosi nella Regia Aeronautica, entrò in servizio permanente effettivo con il grado di sottotenente pilota il 31 dicembre 1935.[1] Partecipò alla guerra di Spagna, venendo decorato con una Medaglia d'argento al valor militare.[1] Il 16 marzo 1939 fu promosso tenente. All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, prestava servizio presso la 78ª Squadriglia, 13º Gruppo, del 2º Stormo Caccia Terrestre, equipaggiata con i Fiat C.R.42 Falco di stanza all'Aeroporto di Tripoli a Castelbenito in Africa Settentrionale Italiana. Il 3 luglio fu trasferito in servizio alla 93ª Squadriglia, 8º Gruppo.[1] Il 31 ottobre 1940 abbatté due caccia Gloster Gladiator del No. 33 Squadron RAF nell'area di Mersa Matruh.[1]

Nel novembre 1941, in occasione dell'inizio dell'operazione Crusader, il 14 dicembre dall'Italia arrivarono rinforzi, tra cui il 150º Gruppo, equipaggiati con i Aermacchi C.200 Saetta, di cui assunse il comando della 366ª Squadriglia.[1] L'8 gennaio 1942 decollò con il 150º Gruppo, allora al comando del maggiore Antonio Vizzotto, di scorta a 12 Fiat C.R.42AS che dovevano bombardare il campo d'aviazione di Agedabia.[1] La formazione italiana, che comprendeva anche 8 Aermacchi C.202 Folgore della 88ª Squadriglia del 6º Gruppo, impegnò combattimento contro 25 caccia Curtiss P-40 Kittyhawk del No.3 RAAF Squadron e in quella occasione richiese l'abbattimento di due caccia australiani, che gli furono riconosciuti come vittorie in compartecipazione.[1]

Nel luglio 1942 lasciò il comando della 366ª Squadriglia e fu trasferito al 53º Stormo, di cui nel marzo 1943 assunse il comando del 151º Gruppo.[1] Il 10 giugno 1943 decollò alla 19:00 per dirigersi, parte di una formazione di 30 caccia italiani,[N 1] verso l'isola di Pantelleria. I piloti italiani incontrarono una formazione di bombardieri medi e pesanti nemici scortati da caccia Supermarine Spitfire del 31st Fighter Group e P-40 dell'85th e dell'87th Fighter Squadron del 79th Fighter Group.[2] Nel furibondo combattimento che ne seguì, rimase ucciso in azione.[1] A quell'epoca era decorato con cinque Medaglie d'argento al valor militare, una Croce di guerra al valor militare, una Croce al merito di guerra, con la Medaglia commemorativa della campagna di Spagna e con la Medaglia di benemerenza per i volontari della campagna di Spagna.[3] Una via e una scuola di Tagliacozzo portano il suo nome.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale pilota in missione di guerra combattuta per un alto ideale, effettuava su velivolo da caccia, numerosi voli di guerra e partecipava ad un combattimento aereo ed a due mitragliamenti di campi avversari, collaborando alla complessiva distruzione di trentanove apparecchi nemici. Con la sua azione ardita e sicura, contribuiva efficacemente all'affermazione dell'ala fascista in terra straniera. Cielo di Spagna, gennaio-marzo 1939
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«sul campo
— Regio Decreto 29 maggio 1941[4]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Valoroso comandante di squadriglia, abile ed audace pilota, già distintosi in precedenti azioni belliche, durante un violento combattimento impegnato ad oltre 150 km dalle nostre prime linee e nel vivo dello schieramento avversario contro numerosi apparecchia da caccia, con intrepida audacia personale abbatteva due velivoli nemici contribuendo con il suo valoroso comportamento alla brillante vittoria riportata in quel giorno dall'Ala Italiana. Cielo di Marsa Matruk, 31 ottobre 1940
— Regio Decreto 2 dicembre 1941[5]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di squadriglia da caccia già distintosi in azioni precedenti, durante un servizio di scorta ai bombardieri in picchiata, assalito da una grossa formazione da caccia non esitava, benché inferiore per numero e mezzi, ad impegnare decisamente combattimento nel corso del quale abbatteva in fiamme un velivolo nemico. Ferito gravemente ad una gamba e con l'apparecchio colpito in parti vitali, tentava per oltre mezz'ora di volo di rientrare alla base con la macchina affidatagli, finché allo stremo delle forze e col motore in avaria doveva desistere dal generoso tentativo affidandosi al paracadute. Esempio di alte virtù militari. Cielo di Agedabia, 8 gennaio 1942
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Cielo di Malta e del Mediterraneo, ottobre-novembre 1942
— Decreto Luogotenenziale 8 maggio 1946[6]
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della campagna di Spagna (1936-1939) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di benemerenza per i volontari della campagna di Spagna - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La formazione comprendeva sei Bf 109G del 150º Gruppo, otto C.202 del 151º Gruppo, dieci C.202 del 153º Gruppo e sei C.202 del 161º Gruppo.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j Surfcity.
  2. ^ Mattioli, Holmes 2010, p. 102.
  3. ^ a b Terre Marsicane.
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti addì 15 giugno 1941, registro n.27 Aeronautica, foglio n.294.
  5. ^ Bollettino Ufficiale 1941, dispensa 23ª, registrato alla Corte dei conti addì 8 febbraio 1942, registro n.15 Aeronautica, foglio n.399.
  6. ^ Bollettino Ufficiale 1943, dispensa 37ª, pag.3043, registrato alla Corte dei conti addì 10 giugno 1946, registro n.8 Aeronautica, foglio n.193.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • (EN) Marco Mattioli e Tony Holmes, Fifty-three° Stormo, Botley, Osprey Publishing Company, 2010, ISBN 1-84603-977-0.
Periodici
  • Giancarlo Massimello, Antonio Vizzotto, pilota e comandante, in Storia Militare, n. 190, Parma, Ermanno Albertelli Editore, maggio 2009, pp. 13-24.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]