Diocesi di Ressiana

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Ressiana
Sede vescovile titolare
Dioecesis Ressianensis
Chiesa latina
Vescovo titolareFranc Šuštar
Istituita1933
StatoAlgeria
Diocesi soppressa di Ressiana
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Ressiana (in latino: Dioecesis Ressianensis) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Ressiana, nel territorio di Mila nell'odierna Algeria, è un'antica sede episcopale della provincia romana di Numidia.

Sono solo due i vescovi documentati di Ressiana. Il cattolico Ottaviano prese parte alla conferenza di Cartagine del 411, che vide riuniti assieme i vescovi cattolici e donatisti dell'Africa romana; la sede in quell'occasione non aveva vescovi donatisti. Tuttavia il vescovo donatista di Tacarata, Verissimo, affermò, nel corso della conferenza, che Ottaviano era uno dei quattro vescovi cattolici presenti nel territorio della sua diocesi.[1] Questo potrebbe essere un indizio di una recente erezione della diocesi di Ressiana: infatti, per contrastare il diffondersi dei donatisti e dei loro vescovi, i cattolici aumentarono il numero delle diocesi cattoliche.[2]

Il secondo vescovo noto di Ressiana è Vigilio, il cui nome appare al 34º posto nella lista dei vescovi della Numidia convocati a Cartagine dal re vandalo Unerico nel 484; Vigilio era già deceduto in occasione della redazione di questa lista.[3]

Dal 1933 Ressiana è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 7 febbraio 2015 il vescovo titolare è Franc Šuštar, vescovo ausiliare di Lubiana.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi residenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Ottaviano † (menzionato nel 411)
  • Vigilio † (menzionato nel 484)

Vescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, p. 791, Octavianus 2.
  2. ^ Toulotte, Géographie de l'Afrique chrétienne. Numidie, p. 255.
  3. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, p. 1204, Vigilius 2.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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